Monthly Archives: Aprile 2013

Grillo, con Napolitano bis «è in atto colpo di Stato»

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Il leader del M5s contro il secondo mandato del capo dello Stato. Attacca Pd, Pdl e Scelta civica: «Disposti a tutto per evitare il cambiamento». Poi convoca la manifestazione: «Milioni in piazza»

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Non ha digerito la scelta di Giorgio Napolitano di accettare la candidatura per il Quirinale. E dal suo blog Beppe Grillo, mentre a Montecitorio va in scena il sesto scrutinio per l’elezione del capo dello Stato, ha commentato con parole pungenti. «Ci sono momenti decisivi nella storia di una nazione», ha scritto il comico ligure, «è in atto un colpo di Stato»: «Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati. Hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale».
CONTRO L’INCIUCIO DEI PARTITI. «Quattro persone: Napolitano, Bersani, Berlusconi e Monti si sono incontrate in un salotto e hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale, di nominare Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di governo il documento dei 10 saggi di area Pdl-Pd che tra i suoi punti ha la mordacchia alla magistratura e il mantenimento del finanziamento pubblico ai partiti», ha scritto Grillo.
IL M5S PUNTA SU RODOTÀ. E poi: «Nel Dopoguerra, anche nei momenti più oscuri della Repubblica, non c’è mai stata una contrapposizione così netta, così spudorata tra Palazzo e cittadini».
Quindi il leader del M5s è tornato a chiedere di votare per Stefano Rodotà, considerato come la «speranza di una nuova Italia», perché «sopra le parti, incorruttibile» e per questo «pericoloso e non votabile». «Il M5s ha aperto gli occhi ormai anche ai ciechi sull’inciucio ventennale dei partiti», ha sentenziato Grillo.
L’APPELLO ALLA MOBILITAZIONE. Il comico ligure ha anche lanciato la mobilitazione popolare per protestare contro la possibile elezione di Napolitano al Quirinale, annunciando la sua presenza a Montecitorio per la serata di sabato 20 aprile: «Dobbiamo essere milioni», ha scritto Grillo, «non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese».
IL GRAN RIFIUTO DI CIAMPI. Sull’operazione Napolitano bis, il leader del M5s ha poi ricordato come «quando nel 2006 si ipotizzava un rinnovo del mandato presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi lui ringraziò pubblicamente ma rifiutò, spiegando le motivazioni».
Grillo ha poi riportato sul suo blog le motivazioni che portarono l’ex presidente della Repubblica a opporsi a un nuovo settennato: «Non ritengo data l’età avanzata di poter contare sulle energie necessarie all’adempimento, per il lungo arco di tempo previsto, di tutte le gravose funzioni proprie del capo dello Stato».
Poi Ciampi, secondo la nota riportata dal leade del M5s si giustificava dicendo: «A ciò si aggiunge una considerazione di carattere oggettivo, che ho maturato nel corso del mandato presidenziale nessuno dei precedenti presidenti è stato rieletto. Ritengo che questa sia definita una consuetudine significativa. È bene non infrangerla. Il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato».
GOLPE BIANCO. «La richiesta a Napolitano di continuare a fare il Presidente della Repubblica è un golpe bianco, una operazione reazionaria a favore dei poteri forti propedeutica ad un nuovo governo di larghe intese, contro il popolo italiano e contro la democrazia. Chiedere a Napolitano di restare» ha detto il leader del Prc Paolo Ferrero «è come chiedere al mostro di Marcinelle di gestire un asilo nido: la scelta di Napolitano di imporre il governo Monti a novembre del 2011 è esattamente all’origine del disastro in cui l’Italia versa oggi. Napolitano se ne vada a casa e il PD voti Rodotà, una via di uscita positiva dalla crisi della II repubblica».

Sabato, 20 Aprile 2013

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Fonte: Lettera43

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Monsanto vuole comprarsi l’intera Madre Natura. Fermiamola! Firma la Petizione!

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Monsanto contro Madre Natura

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Sembra incredibile, ma Monsanto e soci ci riprovano. Queste voraci aziende di biotecnologie hanno trovato un modo per conquistare il monopolio sui semi della vita, quelli che ci danno il nostro cibo. Stanno cercando di ottenere brevetti su varietà di verdura e frutta che consumiamo quotidianamente come cocomeri, broccoli e meloni, costringendo virtualmente i coltivatori a pagare per i semi e con il rischio di essere denunciati se non lo fanno.

Possiamo però impedire che si comprino l’intera Madre Natura. E’ vero che aziende come la Monsanto hanno trovato delle scappatoie per aggirare le leggi europee e ottenere il monopolio dei semi normali, ma noi possiamo ancora bloccarle prima che stabiliscano un pericoloso precedente a livello globale. Per farlo abbiamo bisogno che paesi chiave come la Germania, la Francia e l’Olanda (dove il dissenso sta già crescendo) chiedano che si voti per fermare i piani della Monsanto. Già in passato la nostra comunità è riuscita a influenzare la decisione dei governi e possiamo farlo di nuovo.

Molti agricoltori e politici si sono già opposti; ma ora dobbiamo aggiungere la spinta di una mobilitazione dal basso e fare pressione su questi paesi per tenere la Monsanto alla larga da quello che mangiamo. Firma ora e condividi con tutti per aiutarci a realizzare la più grande campagna di sempre a difesa del nostro cibo.

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FIRMA LA PETIZIONE!

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Fonte: Avaaz

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Approfondimento (madu)

Dossier Monsanto – alimentazione transgenica

Monsanto: il documentario (scomodo) partito dal web

Il Mondo Secondo MONSANTO [Documentario]

Agosto 2013: multinazionali del cibo e rivolte globali

Monti e la Sovranità alimentare, Monsanto e Anonymous

Il contadino anti-OGM in Italia

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OMC lancia “Legal aid” per l’informazione libera e in difesa di blogger e citizen journalist

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Cinquantasettesimi al mondo con un indice distante solo pochi decimi da quello di Paesi come la Serbia, la Croazia, il Mozambico, il Congo o il Nicaragua e oltre 20 punti da quello dei principali Paesi europei e di tutte le democrazie occidentali. È questo l’impietoso e preoccupante giudizio dello stato della libertà di informazione in Italia che emerge dalla classifica che misura la libertà di informazione in 179 Paesi al mondo, stilata da Reporters Sans Frontiers. Una situazione di emergenza e straordinaria gravità che si coglie immediatamente se si guarda la mappa del mondo nella quale sono rappresentati in diversi colori i livelli di libertà di informazione presenti nei singoli Paesi.

L’Italia è l’unica, tra i grandi Paesi europei ad essere colorata in arancione, colore che la leggenda assegna ai Paesi con problemi sensibili. Lo stesso colore che contraddistingue l’intera Europa dell’est, gran parte del Sud America, la Mongolia e molti Paesi africani. Niente a che vedere con il bianco che rappresenta il “buono” stato di salute della libertà di informazione delle grandi democrazie scandinave, della Germania o dell’Irlanda né con il giallo che simboleggia la situazione soddisfacente di Francia, Spagna, Inghilterra, Polonia e tante altre.

Ogni mese, solo Google, riceve, in tutto il mondo, oltre un milione di richieste di rimozione di contenuti per presunta violazione della disciplina sul copyright e, in Italia, nel solo primo semestre del 2012 [n.d.r. ultimi dati disponibili nel rapporto Google sulla trasparenza], ha ricevuto dalle Autorità, 71 richieste di rimozione di contenuti in ragione di presunte diffamazioni ed oltre 140 per presunte violazioni del diritto d’autore.
Sono numeri che ritraggono – peraltro solo parzialmente – un fenomeno di dimensioni ben più ampie che riguarda, solo nel nostro Paese, centinaia di migliaia di citizen journalist, blogger e piccoli e medi editori digitali.

Denunce e querele temerarie per diffamazione, sequestri di blog e siti internet, richieste di rimozione di contenuti o di disindicizzazione degli stessi, chiusure di pagine e profili di carattere informativo sui principali social network e/o sulle piattaforme di aggregazione di contenuti o, ancora, cause risarcitorie milionarie intentate al solo scopo di dare “lezioni esemplari” e di mettere a tacere voci, volti e “tastiere” libere dell’informazione online.

È muovendo da queste constatazioni che Open Media Coalition, la coalizione di associazioni della società civile italiana che, da sempre, si battono per la libertà di informazione, ha deciso di lanciare il “legal aid per l’informazione libera”, un programma di assistenza legale qualificata e gratuita che intende dare supporto a quanti, si ritrovino destinatari di procedimenti, provvedimenti, richieste ed iniziative che minacciano la loro libertà di fare informazione.

L’ambizione, il desiderio e la volontà di tutte le associazioni che aderiscono alla coalizione è, naturalmente, quello di dare supporto a tutti quanti – blogger, citizen journalist, piccoli e medi editori – vedranno la propria libertà di informazione minacciata. Le risorse, tuttavia – nonostante il prezioso supporto di Justice Inizitiave di Open Society foundation – sono, come sempre limitate.

Nei prossimi mesi, quindi, tra le tante segnalazioni e richieste di supporto che stanno già arrivando e che, purtroppo, continueranno ad arrivare la coalizione ne selezionerà due, cercando di scegliere casi nei quali sia possibile affermare principi utili anche a chi dovesse trovarsi in analoghe situazioni il giorno dopo. Nei due casi selezionati, Open Media Coalition, garantirà gratuitamente al giornalista, al blogger, al cittadino o al piccolo editore tutta l’assistenza legale necessaria a difendersi e/o a difendere l’accessibilità dei propri contenuti.

Le segnalazioni e le richieste di informazione possono essere inviate a legalaid@openmediacoalition.it, chi avesse dei dubbi può consultare il sito di Open Media coalition, mentre con chi abbia, semplicemente, voglia di confrontarsi, ci vediamo a Perugia!

Guido Scorza
Coordinatore Open Media Coalition

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Fonti: Open Media Coalition –  Guido Scorza  –   International journalism festival

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