Monthly Archives: Febbraio 2013

E’ morto Stéphane Hessel l’uomo di un secolo

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Stéphane Hessel

Stéphane Hessel a Berlino, 10 febbraio 2012. (Foto Johannes Eisel. Reuters)

 

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L’autore di  “Indignatevi!”  ex diplomatico e protagonista della Resistenza, è morto questa notte all’età di 95 anni.

Libération

da  AFP

Stéphane Hessel, ex diplomatico francese e protagonista della Resistenza, autore di “Indignatevi!” è morto tra la notte di martedì 26 e mercoledì 27 febbraio all’età di 95 anni, lo ha annunciato la moglie Christiane Hessel-Chabry.

Ambasciatore di Francia, ex partigiano e deportato, Stéphane Hessel ha condotto una carriera di successo come diplomatico e divenuto famoso con l’ esperienza di due anni fa, grazie al fenomenale successo del suo pamphlet “Indignatevi!”.

Nel corso degli anni ha alternato,  in materia di aiuti allo sviluppo, la posizione presso le Nazioni Unite e di rilievo nelle aree di cooperazione pubbliche francesi . Ex membro della Commissione Nazionale consultiva dei Diritti dell’Uomo (1992-2005) rimase molto attivo anche dopo il suo ritironel 1983;  nel 1996 fu mediatore per l’occupazione della chiesa di Saint-Bernard di Parigi.  Stéphane Hessel ha poi perorato la causa di 350 maliani che hanno occupato il luogo di culto contro il governo Juppé.(*)

Nato il 20 ottobre 1917 a Berlino, arrivò in Francia all’età di 7 anni, Stéphane Hessel era il figlio di Franz Hessel e Helen Grund, che ispirò lo scrittore Henri-Pierre Roché per la storia di “Jules e Jim” che poi Francois Truffaut portò sullo schermo.

Naturalizzato francese nel 1937, laurea in filosofia alla Normale, fu arruolato nel 1939 e si unì nel 1941 alle Forze francesi di Liberazione . Arrestato dalla Gestapo, fu deportato a Buchenwald nel 1944. Egli racconta,  in una lunga intervista televisiva nel 2002, il suo impegno con la Resistenza, dicendo che non ha avuto mai  “alcuna esitazione” e che ha imparato molto presto che bisognava “combattere“. (*)

Dopo la Liberazione, ha iniziato la carriera diplomatica come distaccato presso il Segretariato Generale delle Nazioni Unite (1946-1951). Partecipa insieme a René Cassin, alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Sarà consulente della società di Mendès-France (1954-1955), primo consigliere a Saigon (Vietnam) (1955-1957), consigliere e capo della missione culturale e accademica ad Algeri (1964-1968). Nel 1975, come consigliere del Ministro della Cooperazione, fallisce nella sua missione per liberare Françoise Claustre, ostaggio in Ciad.

Nel 1994, un documentario su Stephane Hessel, “Der Diplomat”, racconta la sua carriera diplomatica e da luogo a una storia di vita,  trasmessa su France 3. (*)

Nominato presidente dell’Ufficio Nazionale per la promozione culturale degli immigrati, nel 1977 fu rappresentante permanente della Francia presso l’Ufficio delle Nazioni Unite. Dal 1981 al 1983, è stato delegato interministeriale per le questioni di cooperazione e di aiuto allo sviluppo.

Stéphane Hessel è stato anche un membro dell’Alta Autorità della Comunicazione Audiovisiva (1982-1985), membro del Consiglio Superiore per l’integrazione (1990-1994) e nel Consiglio Superiore per la cooperazione internazionale (1999-2003).

Grande Ufficiale della Legion d’Onore, Croix de Guerre 1939-1945, Rosette de la Résistance, ha pubblicato “Dancing with the Century” (1997), Dieci passi verso il nuovo secolo (2002), Citizen Senza Frontiere (2008), Cammino della speranza con Edgar Morin (2011), Engage (2011), un libro di interviste con Gilles Vanderpooten.

Nel 2012, Stéphane Hessel e Albert Jacquard hanno unito le loro voci per fare un appello contro le armi nucleari  ! Totale disarmo nucleare.

Ma il suo manifesto Indignez-vous! (Madrelingua) è stato venduto,  dall’ ottobre 2010,  in circa 4 milioni di copie in tutto il mondo, cosa che lo ha reso una celebrità. E il termine “indignati” è stato utilizzato dai manifestanti nelle piazze della Francia, Spagna e Grecia.

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(*) Nell’articolo originale sono riportati dei video in lingua francese

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Fonte: Libération

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Approfondimento (madu)

Stéphane Hessel

Dossier Stéphane Hessel, l’homme d’un siècle

Indignatevi! E il libretto di un 93enne partigiano francese diventa un caso editoriale

Mi indigno ancora, a 93 anni

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Tibet: due nuovi casi di autoimmolazione, sale a 106 il numero degli eroi tibetani

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Tsezung

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Dharamsala, 25 febbraio 2013.

Altri due giovani tibetani si sono dati fuoco in segno di protesta contro l’occupazione del proprio paese da parte della Cina. Ieri, Phakmo Dhondhup, un monaco ventenne, si è auto immolato nel comprensorio del monastero di Jakyung, al quale apparteneva, situato nella prefettura di Haidong, in Amdo. Oggi, è arrivata notizia dell’autoimmolazione di Tsezung Kyab, 27 anni, che ha sacrificato la sua vita di fronte alla sala di preghiera del monastero di Shitsang, regione di Luchu, attorno alle 13.30, ora locale.

Non si conoscono molti particolari circa l’immolazione di Phakmo Dhondhup. Le notizie pervenute ci dicono che Phakmo, di età compresa tra i 20 e 22 anni, si è dato fuoco attorno alle 8.00 di ieri, ora locale, e che i monaci del monastero lo hanno immediatamente ricoverato all’ospedale locale. Nel momento in cui diamo la notizia non si conoscono le condizioni del giovane monaco. Tsezung Kyab è deceduto sul luogo della protesta, lo stesso in cui aveva cessato di vivere Pema Dorjee, 23 anni, suo primo cugino, immolatosi lo scorso 8 dicembre 2012 all’esterno del monastero di Shitsang invocando l’indipendenza del Tibet, il ritorno del Dalai Lama e l’unità di tutti i tibetani.

Una foto arrivata dal Tibet mostra Phakmo Dhondhup a terra, completamente avvolto dalle fiamme. Contravvenendo alle severe disposizioni governative che vietano qualsiasi manifestazione di solidarietà nei confronti di coloro che si autoimmolano, un gruppo di persone circonda i resti senza vita del nuovo “pawo” tibetano.

L’Amdo è la regione del Tibet in cui ha avuto luogo il maggior numero delle autoimmolazioni. Sono sei i tibetani che dall’11 febbraio, giorno del Losar, il capodanno tibetano, hanno offerto la loro vita per la libertà del Tibet.

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Fonte: Associazione Italia-Tibet

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A 12 anni dalla “mucca pazza” (BSE) ritornano nell’alimentazione le farine-animali

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BSE 12 anni dopo: ecco l’iter di reintroduzione di farine animali

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BSE 12 anni dopo:ecco l’iter (annunciato) di reintroduzione di farine animali nell’alimentazione del bestiame.

Mentre lo scandalo Horsegate – inchiesta Findus per carne di cavallo spacciata per carne di manzo- assume dimensioni europee, passa sotto silenzio la reintroduzione delle farine animali per l’alimentazione del bestiame. Le proteine animali trasformate (le cosiddette PAT) saranno di nuovo parte del pasto per maiali, polli, conigli e pesci da allevamento, mentre resta in piedi il divieto di somministrare PAT ai ruminanti.

Le farine di origine bovina erano già state messe al bando nel 2001 per la potenziale trasmissibilità nonché veicolo di BSE (encefalopatia spongiforme bovina), TSE (encefalopatie spongiformi trasmissibili all’uomo). La decisione  di reintrodurre nuovamente le farine animali nel­l’alimentazione zootecnica di alcune specie è maturata  a seguito del caro cereali degli ultimi mesi e la diminu­zione dei raccolti 2012.

Questo anche perché è  diventata convinzione maggioritaria della comunità scientifica istituzionale che la pandemia della mucca pazza(190mila casi accertati nel mondo, 225 morti ufficiali, 2 decessi in Italia) diagnosticata per la prima volta nel 1986 sia stata generata dall’utilizzo di carcasse infette e non dal fatto in sé di forzare la natura di animali erbivori.  Infatti non si potranno offrire mangimi fatti con animali della stessa specie per evitare il cannibalismo, per il timore di possibili mutazioni genetiche pericolose anche per l’essere umano. Inoltre, tali farine saranno strettamente tracciate, al fine di identificare l’origine delle proteine nei mangimi. E per evitare passaggi ad altre specie, si organizzeranno test simili a quelli che si fanno per individuare l’introduzione di prodotti geneticamente modificati.

Entra dunque in vigore il Reg. (UE) 56/2013 : misura  approvata lo scorso luglio dal Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale (SCoFCAH).

Dal 1° giu­gno 2013 via libera per gli ani­mali di acquacoltura, per pollame e suini l’iter di confronto è agli inizi e i tempi saranno senza dubbio lunghi.

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Fonte: You-ng.it

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