Daily Archives: 15/02/2013

Russia, piovono meteoriti

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Poche ora prima del passaggio dell’asteroide DA14, un altro meteorite causa una pioggia di frammenti sulla Russia Centrale. Quasi 1000 feriti, molta paura e decine di testimonianze video. Il parere di Giovanni Valsecchi (INAF-IAPS).

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Una pioggia di frammenti causati dalla caduta di un meteorite ha provocato stamattina quasi 1000 feriti (ma la stima è in continuo aumento) nella Russia Centrale, circa 1550 km a est di Mosca. L’evento ha coinvolto sei città nella zona degli Urali, ed è stato documentato da decine di telecamere e filmati amatoriali. Giovanni Valsecchi, dello INAF-IAPS di Roma, spiega a MediaInaf che non si tratta di un evento eccezionale: piogge meteoritiche di questo tipo si verificano ogni anno, ma visto che la maggior parte della superficie terrestre è disabitata nella maggior parte dei casi non se ne hanno testimonianze. Questa volta invece i frammenti sono caduti nei pressi di grandi città, causando panico e feriti ma anche una “copertura mediatica” che aiuterà molto gli esperti nel ricostruire caratteristiche e traiettorie dell’oggetto che li ha prodotti.

Nessun rapporto, spiega invece Valsecchi, con l’asteroide che tra poche ora passerà vicino alla Terra: troppo lungo l’intervallo di tempo tra i due eventi, e troppo diversa la traiettoria.

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Fonte: Media INAF (Notiziario online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica)

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AGGIORNAMENTO —> (ore 14,50 ora locale)     Nuovo sciame di meteoriti, stavolta in Kazakistan

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Da oggi online il nuovo eBook di MicroMega: “Controversia su Dio” di Joseph Ratzinger e Paolo Flores d’Arcais

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La trascrizione integrale e testuale dello straordinario confronto che si è svolto nel corso dell’Anno Santo, il 21 settembre del 2000, al teatro Quirino di Roma tra l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio) e il direttore di MicroMega (moderato da Gad Lerner), dal titolo «Dio esiste?».

Si tratta dell’unica controversia pubblica tra il futuro pontefice Benedetto XVI e un filosofo ateo (quello di Ratzinger con Habermas non fu un dibattito ma l’esposizione consecutiva di due relazioni su analogo tema, senza successive repliche e controrepliche) che tocca numerosi temi teologici, etici e politici ancora oggi attualissimi, e anticipa le tesi che faranno da filo conduttore del pontificato di Ratzinger e delle sue encicliche, tesi che il direttore di MicroMega contesta come una ammodernata (e perfino post-moderna) versione di oscurantismo.

Acquista l’ebook a soli 0,99 euro

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Fonte: MicroMega

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Approfondimento

Joseph Ratzinger

Paolo Flores d’Arcais

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India: è’ morto “Appa” gandhiano centenario dei combattenti per la libertà

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Sankaralingham Jagannathan, gandhiano centenario

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Se ne va il ” papà ” nonviolento dei combattenti per la libertà

 

di Marinella Correggia

Insieme alla moglie lottò per il diritto alla terra e per l’economia di villaggio egualitaria.
Aveva da poco compiuto cento anni Sankaralingham Jagannathan («Appa», papà), morto il 12 febbraio alla «Dimora dei lavoratori» nell’università rurale Gandhigram, stato indiano meridionale del Tamil Nadu.
Grande seguace di Gandhi ha percorso l’India nello spazio e nel tempo a partire dagli anni 1940 insieme alla moglie Krishnammal («Amma», mamma), del 1926, tuttora attivissima. Lui era nato benestante di casta alta, lei intoccabile e povera: per la feroce tradizione indù non avrebbero nemmeno dovuto sfiorarsi. Prima militarono come freedom fighters nonviolenti a fianco del mahatma Gandhi nel Quit India Movement, la lotta di massa per l’indipendenza, poi si dedicarono all’impegno nonviolento per i senzaterra che costò ad Appa altro carcere. Non ebbero mai una casa loro, vissero in diversi ashram, dimore comunitarie, dove Appa ogni alba filava per un’ora all’arcolaio i suoi abiti di cotone e Amma cucinava con semplicità vegetariana.
Per rendere produttivi i quattro milioni di acri che i poveri avevano ottenuto in seguito all’appello al Bhoodan (dono della terra), Jagannathan creò il movimento Assefa per l’autosufficienza dei villaggi gandhiani.
Nel 1968 quarantadue donne e bambini senzaterra in sciopero vengono rinchiusi e bruciati vivi da ricchi possidenti nel distretto di Tanjavur. Amma e Appa decidono di concentrare là il loro lavoro sulla terra e per la terra. Nasce il movimento Lafti: «Terra per la liberazione dei braccianti». Con scioperi, marce, raduni, digiuni e petizioni; vincendo anche ostacoli burocratici, tredicimila famiglie ottengono infine altrettanti acri da coltivare. Parallelamente il Lafti opera per lo sviluppo dei villaggi, con attività edili di autocostruzione, artigianali, educative.
Nel 1993 le comunità costiere del Tamil Nadu dove lavorano Amma e Appa subiscono l’aggressione dei nuovi latifondisti, i grossi imprenditori del gamberetto per l’esportazione. Risaie salinizzate e mangrovie distrutte.
Jagannathan ricorre alla Corte Suprema dell’India che nel 1996 vieta l’acquacoltura intensiva entro i 500 metri dalla costa. Ma la distruzione non si ferma, in un’India ben diversa dal sogno di Appa.
Come l’economista gandhiano J.C. Kumarappa, Jagannathan sosteneva un’economia di villaggio egualitaria basata su agricoltura, artigianato e «lavoro per il pane». Il volto locale di un’India che doveva essere autonoma, pacifica, resistente contro l’imperialismo.

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Fonte: il Manifesto

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Approfondimento

Sankaralingham Jagannathan

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