Monthly Archives: Gennaio 2021

Il consenso sociale e la libertà

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Trova un impiego. Vai a lavoro. Sposati. Fai dei figli. Segui la moda. Sii normale. Rimani con i piedi a terra. Guarda la tv . Obbedisci alla legge. Risparmia per la vecchiaia.
Ora ripeti dopo di me…io sono libero/a!

“…Il mondo è un accordo…Ci hanno insegnato a vedere e capire il mondo in un certo modo…Ciò che noi chiamiamo realtà è solo un modo di vedere il mondo, un modo sostenuto da un consenso sociale…”  (*)

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(*) Carlos Castaneda

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Approfondimento

George Orwell: vita, opere e pensiero

Herbert Marcuse: L’uomo a una dimensione

Intervista a Carlos Castaneda

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E’ possibile evitare qualcosa di peggio di una nuova pandemia

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di Pio Russo Krauss

Una molecola di CO2 presente nell’atmosfera impiega in media 50 anni per scomparire grazie ai vegetali che la captano e la trasformano in glucosio, cellulosa o lignina. Ovviamente se le foreste si riducono occorrerà più tempo per farla scomparire.

Gli scienziati ci dicono che la situazione è estremamente grave perché l’accumulo di CO2 e altri gas serra sta facendo aumentare la temperatura del pianeta con conseguenze catastrofiche, per cui bisogna ridurre subito e drasticamente la produzione di tali gas e incrementare il manto vegetale.

Attualmente la temperatura media del pianeta è aumentata di 0,5°C e tale cambiamento ha determinato:

– scioglimento dei ghiacci polari e montuosi: nel 2018 si sono sciolti 475 miliardi di tonnellate di ghiacci polari (negli anni ‘90 erano 81 miliardi di tonnellate all’anno). La Groenlandia ha già perso il 60% dei suoi ghiacciai [1];

innalzamento del livello degli oceani di 3 cm [2];

– aumento dei fenomeni meteorologici estremi (bombe d’acqua, tempeste di vento, siccità ecc.). In Italia nel 1999 sono stati 17, nel 2009 213 e nel 2020 1.499 [3]. Anche i danni causati da tali eventi sono sempre maggiori: si pensi ai milioni di alberi abbattuti in pochi minuti dalla Tempesta Vaia nel Nord-Est nell’ottobre 2018, all’acqua alta a Venezia (187 cm), alle alluvioni di Matera, della Liguria e di Livorno. Nell’ultimo decennio i soli danni alla produzione agricola e alle opere edili provocati dai fenomeni meteorologici estremi ammontano a oltre 14 miliardi di euro. Le persone a rischio di vedere franare la propria abitazione sono 1.280.000, quelle a rischio alluvione 8.250.000 [4];

Gli scienziati ci dicono che se non si prendono provvedimenti seri tra 20 anni la temperatura media aumenterà di 1,5°C, con conseguenze molto più gravi. Va sottolineato che già nel 1972 gli scienziati avevano previsto per il 2020 un aumento di 0,5°C della temperatura media del pianeta, con tutte le conseguenze che ora stiamo vivendo [5].

I dati ci dicono anche che ogni anno in Italia oltre 40.000 persone (probabilmente circa 50.000) muoiono per malattie causate dall’inquinamento atmosferico (tumori, patologie polmonari e cardiovascolari) [6].

Il 2020 è stato un anno molto difficile: l’epidemia di covid ha causato enormi problemi sanitari, economici, sociali, costringendoci a molte rinunce. Ma sapevamo e sappiamo che questi sacrifici, per quanto lunghi, sono transitori. Sappiamo che un vaccino può immunizzarci da questa malattia e risolvere il problema. Per i cambiamenti climatici non è e non sarà così. Una volta creato il problema ci vorranno decenni di sacrifici per cercare di arginarlo e superarlo, né potrà mai esistere un “vaccino”, una soluzione tecnologica, che ci tiri fuori dai guai. L’unica maniera per venirne fuori è arrestare ora il cambiamento climatico, ridurre da subito il più possibile le emissioni di gas serra. Lo dobbiamo fare per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti, per l’umanità intera.

Molti dei cambiamenti che dobbiamo mettere in atto non sono per nulla sconvolgenti: gran parte dei gas serra, infatti, sono determinati da comportamenti che possono essere considerati folli. Ecco alcuni esempi:

– buttare alimenti nella spazzatura: se non sprecassimo più il cibo ridurremo del 7% i gas serra [7];

– mangiare in piatti non di porcellana: quando usiamo piatti usa e getta produciamo molto più gas serra di quando usiamo quelli di porcellana: per esempio 5 volte di più con quelli biodegradabili [8];

– mangiare verdura non di stagione: determina 3 volte più gas serra che se consumassimo quella di stagione [9];

– bere acqua in bottiglia: fabbricare una bottiglia di plastica da 1,5 litri produce 200g di CO2 e per trasportarla fino alle nostre case un altro bel po’ [9];

– mangiare troppa carne (soprattutto bovina): per produrre 1 Kg di carne vengono emessi circa 18 Kg di gas serra se la carne è bovina, 4 Kg se è di maiale, 2 Kg se di pollo; per produrre 1 Kg di legumi circa 0,8 Kg [10]. I nutrizionisti ci dicono che si può seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata anche senza mangiare carne, anzi mangiare spesso carne (soprattutto conservata o bovina) fa male alla salute;

– usare troppo il riscaldamento e i condizionatori: se decidessimo di vestirci con abiti un po’ più caldi, così da accendere il riscaldamento solo quando fa veramente freddo, per esempio per la metà dei giorni che attualmente lo accendiamo, l’Italia produrrebbe quasi il 10% di gas serra in meno [11];

– usare l’auto o la moto quando se ne potrebbe fare a meno: il 30% degli spostamenti in auto serve per arrivare a una destinazione raggiungibile a piedi in 5-30 minuti, il 25% degli spostamenti una destinazione raggiungibile a piedi in 60 minuti [12]. Se usassimo i muscoli invece che auto e moto circolerebbe meno della metà delle auto, produrremmo il 12% di gas serra in meno [10] e faremmo l’attività fisica consigliata per ottenere i maggiori benefici di salute, cioè un’ora di attività fisica leggera (tipo camminare in piano o in discesa) e un’ora di attività fisica vigorosa (per esempio camminare in salita) al giorno [13]. Purtroppo i mass media invece di darci queste informazioni ci illudono che l’auto elettrica sia la soluzione. A tal proposito vale la pena citare un recente documento dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA): La mobilità sostenibile deve ridurre il numero di macchine in circolazione; l’idea dell’auto elettrica sta sviando da questo vero obiettivo e porta a rimandare le azioni che invece sarebbero veramente utili, poiché ci si illude che poi “arriverà l’auto elettrica a risolvere tutti i mali”. Non è così. […] Per il momento non abbiamo una produzione di energia da fonti alternative sufficiente a caricare un gran numero di automobili, la gran parte sarebbe alimentata da fonti tradizionali e quindi le attuali centrali non potrebbero essere dismesse ma forse addirittura potenziate. Le emissioni sarebbero solo spostate dalla città per essere prodotte altrove. Anche volendo aspettare di poter sfruttare la sola energia del sole per muovere le nostre auto elettriche i tempi sarebbero troppo lontani; più volte abbiamo sottolineato come sia urgente agire subito per mitigare i cambiamenti climatici e le emissioni inquinanti per la salute [14];

– usare l’aereo per spostamenti non necessari: laereo è il mezzo di trasporto più inquinante, dovrebbe essere utilizzato con molta parsimonia. Le riunioni e gli incontri di lavoro possono essere fatti più comodamente online e, per quanto riguarda il turismo, ha senso visitare posti lontani quando non conosciamo tanti bei posti più o meno vicini?

– e ancora, separare approssimativamente i rifiuti (o peggio metterli dove capita), comprare prodotti che usiamo poco o niente, tenere le luci accese (o la televisione o il computer, ecc.) quando non servono ecc. ecc.

Insomma, non è intelligente determinare una catastrofe su scala planetaria per continuare a fare cose inutili, superflue o dai bassissimi vantaggi.

Non è nemmeno giusto nei confronti di chi subisce già oggi i danni dovuti ai cambiamenti climatici e all’inquinamento o dei nostri figli e nipoti che dovranno affrontare sacrifici durissimi per cercare di rimediare ai guasti determinati da comportamenti che potremmo cambiare senza grandi sacrifici.

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Note:

1) www.osservatorioartico.it/scioglimento-dei-ghiacciai;
2) National Oceanic and Atmospheric Administration’s Centers for Environmental Information: State of the Climate in the 2018;

3) European Severe Weather Database, 2019;
4)
www.cmcc.it 2019;
5) MIT: Study of Critical Environmental Problems, 1972;
6) elaborazione su dati dello studio ESCAPE;
7)
ispra www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/spreco-alimentare-un-approccio-sistemico-per-la-prevenzione-e-la-riduzione-strutturali-1;
8)
http://pro-mo.it/wp-content/uploads/2018/06/1.%20Ricerca%20Life%20Cycle%20Assessment%20%28LCA%29%20comparativo%20di%20stoviglie%20per%20uso%20alimentare.pdf;
9)
http://89.97.205.100/AzzeroCO2/calcolatore.jsp;
10) Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria
http://sito.entecra.it/portale/public/documenti/sccai-cra-inea.pdf;
11)
www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_295_2018.pdf;
12) ISFORT 2012;
13) Samitz G, Egger M, Zwahlen M. Domains of physical activity and all-cause mortality: systematic review and dose-response meta-analysis of cohort studies. International Journal of Epidemiology 2011;
14) ISPRA: Ridurre le emissioni climalteranti, 2019,
www.isprambiente.gov.it/files2019/pubblicazioni/quaderni/Quad_AS_20_19.pdf;

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Fonte: giardinodimarco.it

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“Alphabet Workers Union”: una rivoluzione nella Silicon Valley. Nasce un sindacato nel cuore di Google

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5 gennaio 2021

by madu

Il nostro sindacato si impegna a proteggere i lavoratori di Alphabet, la nostra società globale e il nostro mondo. Promuoviamo la solidarietà, la democrazia e la giustizia sociale ed economica.”

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Queste parole probabilmente apriranno la strada ad una nuova, più sicura e giusta Civiltà Digitale.

Qualcosa si sta muovendo nella Silicon Valley, forse è l’alba di una nuova èra. Nasce un sindacato nel cuore di Google: “Alphabet Workers Union”. Il patto di omertà si è rotto ed ecco con coraggio farsi avanti un gruppo di giovani ingegneri e programmatori forti dei loro principi ed obiettivi . Pronti a lottare, se necessario. È una comunità scientifica che dopo anni di riunioni clandestine molte volte represse con numerosi licenziamenti, ha deciso di reagire creando un sindacato.

Il New York Times di oggi scrive: “…La creazione del sindacato, una rarità nella Silicon Valley, segue anni di crescente schiettezza da parte dei lavoratori di Google. I dirigenti hanno lottato per gestire il cambiamento…La creazione del sindacato è molto insolita per l’industria tecnologica, che ha resistito a lungo agli sforzi per organizzare la sua forza lavoro in gran parte impiegata. Segue le crescenti richieste dei dipendenti di Google per la revisione delle politiche in materia di retribuzione, molestie ed etica ed è probabile che aumenti le tensioni con i massimi vertici.

Il nuovo sindacato, chiamato Alphabet Workers Union dal nome della società madre di Google, Alphabet, è stato organizzato in segreto per la maggior parte dell’anno ed ha eletto la sua leadership il mese scorso. Il gruppo è affiliato al Communications Workers of America, un sindacato che rappresenta i lavoratori delle telecomunicazioni e dei media negli Stati Uniti e in Canada.

Ecco la loro Missione ed i loro Valori:

La Missione

“ Il nostro sindacato si impegna a proteggere i lavoratori di Alphabet, la nostra società globale e il nostro mondo. Riconosciamo il nostro potere come lavoratori di Alphabet – dipendenti a tempo pieno, dipendenti temporanei, fornitori e appaltatori – deriva dalla nostra solidarietà reciproca e dalla nostra capacità di agire collettivamente per garantire che il nostro posto di lavoro sia equo e Alphabet agisca in modo etico.

Useremo il nostro potere recuperato per controllare ciò su cui lavoriamo e come viene utilizzato. Garantiremo che le nostre condizioni di lavoro siano inclusive ed eque. Non c’è posto per molestie, fanatismo, discriminazione o ritorsione. Diamo la priorità ai bisogni e alle preoccupazioni degli emarginati e dei vulnerabili. I lavoratori sono essenziali per l’azienda. La diversità delle nostre voci ci rende più forti.

Garantiremo che Alphabet agisca in modo etico e nel migliore interesse della società e dell’ambiente. Siamo responsabili della tecnologia che portiamo nel mondo e riconosciamo che le sue implicazioni vanno ben oltre Alphabet. Lavoreremo con le persone interessate dalla nostra tecnologia per assicurarci che serva il bene pubblico.

I Valori

I seguenti valori guidano il nostro lavoro:

Tutti i lavoratori di Alphabet meritano una voce: dipendenti a tempo pieno, dipendenti temporanei, appaltatori e fornitori. Ci prendiamo cura e ci sosteniamo a vicenda lottando per un dialogo aperto e continuo tra i membri del sindacato.

La giustizia sociale ed economica è fondamentale per ottenere risultati giusti. Daremo la priorità ai bisogni dei più poveri. La neutralità non aiuta mai la vittima.

Tutti meritano un ambiente accogliente, libero da molestie, fanatismo, discriminazione e ritorsioni indipendentemente da età, casta, classe sociale, paese di origine, disabilità, razza di genere, religione o orientamento sessuale.

Tutti gli aspetti del nostro lavoro dovrebbero essere trasparenti, inclusa la libertà di rifiutare di lavorare su progetti che non sono in linea con i nostri valori. Dobbiamo conoscere l’impatto del nostro lavoro, che si tratti dei lavoratori di Alphabet, delle nostre comunità o del mondo.
Le nostre decisioni vengono prese democraticamente, non solo eleggendo i nostri leader che stabiliscono l’agenda, ma ascoltando attivamente e continuamente ciò che i lavoratori ritengono importante.

Diamo priorità alla società e all’ambiente invece di massimizzare i profitti a tutti i costi. Possiamo fare soldi senza fare il male.

Siamo solidali con i lavoratori e i sostenitori di tutto il mondo, che stanno combattendo per rendere i loro luoghi di lavoro più giusti e chiedono che l’industria tecnologica si rifiuti di mantenere le infrastrutture di oppressione.”

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Auguriamo a questi giovani lavoratori di riuscire a portare avanti le loro lotte con fermezza e di centrare tutti gli obiettivi prefissati.

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Fonte: alphabetworkersunion.org

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