Tag Archives: tibet

Tibet: due nuovi casi di autoimmolazione, sale a 106 il numero degli eroi tibetani

.

Tsezung

.

Dharamsala, 25 febbraio 2013.

Altri due giovani tibetani si sono dati fuoco in segno di protesta contro l’occupazione del proprio paese da parte della Cina. Ieri, Phakmo Dhondhup, un monaco ventenne, si è auto immolato nel comprensorio del monastero di Jakyung, al quale apparteneva, situato nella prefettura di Haidong, in Amdo. Oggi, è arrivata notizia dell’autoimmolazione di Tsezung Kyab, 27 anni, che ha sacrificato la sua vita di fronte alla sala di preghiera del monastero di Shitsang, regione di Luchu, attorno alle 13.30, ora locale.

Non si conoscono molti particolari circa l’immolazione di Phakmo Dhondhup. Le notizie pervenute ci dicono che Phakmo, di età compresa tra i 20 e 22 anni, si è dato fuoco attorno alle 8.00 di ieri, ora locale, e che i monaci del monastero lo hanno immediatamente ricoverato all’ospedale locale. Nel momento in cui diamo la notizia non si conoscono le condizioni del giovane monaco. Tsezung Kyab è deceduto sul luogo della protesta, lo stesso in cui aveva cessato di vivere Pema Dorjee, 23 anni, suo primo cugino, immolatosi lo scorso 8 dicembre 2012 all’esterno del monastero di Shitsang invocando l’indipendenza del Tibet, il ritorno del Dalai Lama e l’unità di tutti i tibetani.

Una foto arrivata dal Tibet mostra Phakmo Dhondhup a terra, completamente avvolto dalle fiamme. Contravvenendo alle severe disposizioni governative che vietano qualsiasi manifestazione di solidarietà nei confronti di coloro che si autoimmolano, un gruppo di persone circonda i resti senza vita del nuovo “pawo” tibetano.

L’Amdo è la regione del Tibet in cui ha avuto luogo il maggior numero delle autoimmolazioni. Sono sei i tibetani che dall’11 febbraio, giorno del Losar, il capodanno tibetano, hanno offerto la loro vita per la libertà del Tibet.

.

Fonte: Associazione Italia-Tibet

.

.


Tibet: ancora una settimana di fuoco e di morte. Sei immolazioni in due giorni. Migliaia di tibetani protestano a Rebkong

.

Dharamsala, 8 novembre 2012.Non cessa l’ondata di auto immolazioni che in un vertiginoso crescendo stanno infiammando il Tibet. Appena pubblicata la notizia delle quattro immolazioni di ieri, 7 novembre (Tamdin Tso e i tre giovanissimi monaci del monastero di Ngoshul), è giunta in serata la conferma di un nuovo caso, il quinto nella stessa giornata, verificatosi a Bekhar, nella contea di Driru, nel Tibet centrale. E ancora, oggi, un altro tibetano si è dato la morte con il fuoco: Kalsang Jinpa, un ragazzo nomade di 18 anni. Sei nuovi eroi in soli due giorni portano a 69 il numero dei casi di auto immolazione all’interno del Tibet. E purtroppo nulla fa sperare che questi eroici atti di resistenza possano cessare.

Non si conosce il nome e l’età del tibetano che si è immolato ieri sera a Bekhar. Citando contatti all’interno del Tibet, un monaco residente nell’India del sud ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del nuovo caso attorno alle 20.00 (ora dell’India), proprio mentre era al telefono con un connazionale in Tibet. “Travolti dalla commozione i tibetani gridavano mentre le forze di polizia arrivavano immediatamente sul posto”.

Kalsang Jinpa, un ragazzo nomade di soli 18 anni, ex monaco del monastero di Rongwo, si è dato fuoco nel pomeriggio di oggi, attorno alle 16 (ora locale), in piazza Dolma, di fronte al monastero di Rongwo, a Rebkong. Prima di portare a compimento il suo atto estremo, ha alzato un cartello in cui erano scritte le sue richieste: il ritorno del Dalai Lama e il rispetto dei diritti dei tibetani. E’ deceduto sul luogo della protesta. I monaci del monastero di Rongwo lo hanno avvolto nelle khata, le sciarpe segno di omaggio e rispetto, e deposto sotto una grande fotografia del Dalai Lama (nella foto).

Riferisce il sito tibetano Phayul che migliaia di tibetani, 6000 o addirittura 10.000, si sono radunati a piazza Dolma, chiedendo il ritorno del Dalai Lama e pregando per la sua lunga vita. Altri tibetani, portando ritratti del Dalai Lama, sono arrivati dai villaggi vicini. Sembra che, nella vicina città di Dowa, di cui erano originari sia Tamdin Tso sia Kalsang Jinpa, giovanissimi studenti abbiano ammainato la bandiera cinese dagli uffici governativi e dalle scuole ed issato al suo posto la bandiera tibetana. In marcia verso Rongwo, gridavano slogan contro il governo cinese. Oggi, in tutta l’area, la situazione era estremamente tesa. La contea di Rebkong è presidiata da personale paramilitare con l’ordine di impedire alla popolazione di Dowa di raggiungere la folla dei dimostranti a Rongwo. La televisione ha annunciato che chiunque minacci la stabilità della regione sarà severamente punito.


Fonti: Free Tibet – Phayul –  (Associazione Italia-Tibet)

.


Tibet Libero – Continuano le immolazioni: sale a 30 il numero degli eroi tibetani

Lobsang Tsultrim

.

17 marzo 2012.Un giovane monaco del monastero di Kirti, a Ngaba, e un agricoltore di Rebkong si sono auto immolati in Tibet. Sale così a trenta il numero dei tibetani che a partire dal febbraio 2009 si sono dati fuoco come atto estremo di protesta contro l’occupazione cinese e per lanciare al mondo il loro grido d’aiuto. A Ngaba, nella provincia del Sichuan, un monaco ventenne del monastero di Kirti, Lobsang Tsultrim (nella foto), si è auto immolato il pomeriggio del 16 marzo. A Rebkong, nella contea di Malho, si è dato fuoco questa mattina Sonam Dhargye, un agricoltore di quarantaquattro anni.

Riferisce il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia che Lobsang Tsultrim, già avvolto dalle fiamme, camminava lungo la strada principale di Ngaba quando ha visto i funzionari di polizia dirigersi verso la sua direzione. Ha cercato di allontanarsi ma è stato raggiunto, picchiato e gettato a terra. Mentre i poliziotti cercavano di spegnere le fiamme con un estintore, Lobsang ha continuato ad alzare in aria il pugno, in un gesto spesso usato dai tibetani come segno di invocazione della libertà. E’ stato caricato su una camionetta e portato via. Era il maggiore di quattro fratelli. Era diventato monaco all’età di otto anni.

Le misure di sicurezza sono state rafforzate in tutta la città e soprattutto all’ingresso del monastero. Lungo la strada principale è stato istituito un nuovo posto di blocco e i tibetani sono fermati e perquisiti. Nella notte tra il 16 e il 17 marzo a nessuno è stato consentito di entrare o uscire da Ngaba.

Nella prima mattina di sabato, 17 marzo, un agricoltore di 43 anni, Sonam Dhargye, si è immolato con il fuoco a Rebkong, la città della contea di Malho, regione del Qinghai, teatro solo pochi giorni fa, il 14 marzo, dell’immolazione di Jamyang Palden, un monaco di trentaquattro anni. Sonam Dhargye è deceduto all’istante. Lascia la moglie e tre figli. Il giorno prima aveva lasciato il suo villaggio e aveva passato la notte in una locanda in città. La mattina seguente, dopo aver pregato di fronte a una fotografia del Dalai Lama e purificato il suo corpo con un bagno, Sonam ha bevuto della benzina e si è dato alle fiamme invocando il ritorno dall’esilio del leader spirituale tibetano. Riferisce una fonte tibetana che prima di darsi fuoco Sonam ha avvolto il suo corpo nel filo spinato per impedire ai poliziotti di impossessarsi del suo corpo. Sembra che l’agricoltore fosse un amico di Jamyan Palden, per ora sopravvissuto ma in gravi condizioni.

Ancora una volta, in segno di solidarietà, migliaia di tibetani sono arrivati nel piazzale antistante il monastero di Rongwo, piazza Dolma, da tutta la città e dai villaggi vicini. Un testimone oculare ha riferito al gruppo londinese Free Tibet che a Rongwo non si era mai vista una folla così numerosa: oltre 6000 persone, di cui 600 venute dal villaggio natale di Sonam Dhargey, hanno voluto rendere omaggio al nuovo eroe. I reparti della Polizia Armata Paramilitare, confluiti nel piazzale su numerosi mezzi, hanno preferito tenersi in disparte. “Stiamo assistendo a una protesta senza precedenti, l’atto di sfida contro il governo cinese più significativo dopo la rivolta di Lhasa del 2008” – ha dichiarato Stephanie Bridgen, direttore di Free Tibet. “Un numero sempre maggiore di tibetani è pronto a sacrificarsi e a correre ogni tipo di rischio”.

Il corpo di Sonam è stato portato all’interno del monastero di Rongwo e cremato. Dopo il funerale, la gente ha lasciato il luogo della cremazione e ha marciato verso il centro della città invocando la libertà del Tibet e il ritorno del Dalai Lama.

Alcune fotografie dal sito:  http://freetibet.org/node/2599

Fonte: Associazione Italia-Tibet

.