Monthly Archives: Novembre 2012

Governo: repressione per fronteggiare la paura di rivolte, ribellioni, resistenze e conflitti sociali.

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Russo Spena: “#Daspo e arresto differito, intimidazioni preventive verso chi dissente”

di Giovanni Russo Spena

Il governo dell’assolutismo liberista sta mostrando anche (come avevamo ampiamente previsto) il suo feroce volto repressivo. Ha messo al sicuro De Gennaro dalle sentenze su Genova 2001; ha picchiato, manganellato, riempito di gas lacrimogeni (piovuti dal cielo delle finestre dei ministeri…) non solo studenti ma perfino pastori, operai, lavoratori, precari (che, in genere, meritavano prima un po’ di maggiore prudenza da parte delle forze militari. Ma il fatto è che stanno andando ogni giorno a ricordare a Fornero, Passera, Profumo le loro malefatte antipopolari…).
Ora la Cancellieri annunzia, in Senato, che saranno presto varati provvedimenti legislativi ed amministrativi che mutileranno ulteriormente lo Stato di diritto. La recessione durerà ancora anni, ci spiega la Cancellieri, la gente sarà sempre più incazzata, le piazze sempre più motivate. Siccome non se ne parla proprio di abbandonare unilateralmente Fiscal Compact e vincoli finanziari europei (nè hanno in mente di farlo Bersani, Vendola, Casini) occorre stroncare il movimento politico che può nascere da rivolte, ribellioni, resistenze, conflitti sociali. Il governo annunzia “linea dura” contro i manifestanti basata, tra l’altro, su due paradigmi. Il primo, è il cosiddetto “arresto differito” che configura, di fatto, una “flagranza differita”, cioè un ossimoro antigiuridico. Se occorre, infatti, per l’arresto’ il requisitodella “flagranza”, esso non può essere eseguito 48 ore dopo, in base a filmati, materiale registrato, ecc. Sono provvedimenti che abbiamo combattuto durante gli “anni di piombo” (perchè la democrazia si difende non fuoriuscendo dallo Stato di diritto); figuriamoci oggi, poichè il provvedimento è esplicitamente intimidazione preventiva per i manifestanti. L’altro provvedimento previsto (ma lo stesso ministro ammette il piccolo “intralcio” costituito dall’articolo 16 della Costituzione) è quello del cosiddetto “Daspo”, una specie di arresti domiciliari il giorno della manifestazione per manifestanti ritenuti , evidentemente, “antropologicamente pericolosi”. Qui, addirittura, non si punisce il reato ma la persona diffidata: viene abbattuto il principio cardine del sistema penale. Si tratta di provvedimenti già adottati nei confronti degli ultras per le manifestazioni sportive. Quando furono adottati per i tifosi dicemmo “attenzione, i tifosi fanno da facile capro espiatorio; saranno poi estesi ai manifestanti”. Avevamo ragione. Aveva già tentato di introdurre queste norme liberticide Maroni, senza riuscirci perchè cadde il governo Berlusconi. Ora ci prova il governo Monti. Cosa farà il Pd in Parlamento? Penso che non si opporrà, come sempre. Vorremmo anche ricordare alla Cancellieri che, ieri, in Senato, mentre annunziava questi provvedimenti, ha vergognosamente omesso di parlare dei numeri identificativi sui caschi degli agenti. Lo sappia: non ci faremo spaventare.

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Fonte: Controlacrisi

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Io non vi voto! Sfida alla politica fossile

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Cari leader politici, siete amici del carbone e del petrolio? Io non vi voto! Attraverso l’affissione di manifesti con il volto di alcuni leader politici del Paese e il lancio di una nuova piattaforma web parte la nostra sfida alla politica fossile.

I manifesti, che i nostri attivisti hanno affisso questa notte, ritraggono Bersani, Alfano, Renzi, Casini e Fini e rimandano al sito www.IoNonViVoto.org  attraverso cui tutti i cittadini che credono in un futuro di energia pulita, lontano dall’inquinamento e dai disastri di carbone e petrolio, possono mandare un messaggio chiaro a chi si candida a governare il Paese.

Non è un messaggio astensionista ma l’occasione giusta e imperdibile per porre delle condizioni chiare e inequivocabili ai candidati alle prossime elezioni. Se decidi di firmare la petizione manderai a tutti i leader politici questo messaggio forte e chiaro: il mio voto non è disponibile a chi vuole fare dell’Italia un nuovo Texas petrolifero, a chi consente la costruzione di nuove centrali a carbone, a chi frena la crescita delle energie rinnovabili e con essa l’occupazione e l’economia.

L’Italia vive da sempre una condizione di forte dipendenza, in campo energetico, dalle importazioni. La bolletta nazionale è di oltre 60 miliardi di euro l’anno. Continuare a investire nello sviluppo delle fonti fossili equivale a condannare il Paese, a cronicizzare questa dipendenza. Carbone e petrolio distruggono il clima, inquinano, generano pochissima occupazione e causano molti danni che le aziende energetiche non compensano mai.

A riguardo Greenpeace ha inviato un questionario molto preciso a tutti i leader politici nazionali. Al momento hanno risposto in pochi. Noi continueremo fino all’ultimo la nostra campagna per ottenere risposte e impegni su temi decisivi come l’energia, la salute e il clima. Informeremo attraverso tutti nostri canali di comunicazione chi sono, tra i leader nazionali, i veri alleati delle lobby fossili. Quelli che non voteremo mai più. Se parteciperai con noi, firmando la petizione, se saremo in tanti, diventeremo più forti, efficaci e convincenti.

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Fonte:  Greenpeace

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Ken Loach rifiuta il premio assegnato dal Torino Film Festival: le motivazioni

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COMUNICATO STAMPA DI KEN LOACH SUL PREMIO DEL TORINO FILM FESTIVAL

“È con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film.

I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.

Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.

A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.

In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.

Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio.”

Ken Loach – 21 novembre 2012

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Il Museo Nazionale del Cinema risponde a Ken Loach sul premio del TFF

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Fonte:  Cinema Bendato

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Approfondimento  (madu)

Ken Loach

Ken ‘il rosso’

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