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La sinistra europea, la pressione capitalistica e la perdita dei diritti

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Capitalism

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La sinistra europea ha visto come il capitalismo è in grado di mordere di nuovo

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di Leo Panitch

Per la maggior parte del ventesimo secolo la parola “riforma” è stata comunemente associata col garantire protezioni statali contro gli effetti caotici della competizione del mercato capitalista. Oggi è più comunemente usata per riferirsi alla demolizione di tali protezioni.

Non si tratta semplicemente dell’appropriazione del termine da parte di chi nella UE e nelle agenzie internazionali di finanziamento lo usa come espressione in codice per la pretesa che la Grecia, ad esempio, operi altri tagli all’occupazione e ai servizi del settore pubblico. E’ anche il modo in cui la parola è divenuta sempre più usata dai partiti del centrosinistra. Così il nuovo eletto leader del Partito Democratico italiano (il successore di quello che era il più grande partito comunista d’Europa) ha sollecitato il governo a essere ancor più deciso nell’attuare il proprio pacchetto di riforme economiche. Il pacchetto comporta la riduzione della spesa pubblica e il cambiamento delle norme per rendere più flessibile il mercato del lavoro e attirare investimenti dall’estero.

Nel segnalare quanti paesi europei oggi stiano “furiosamente smantellando le protezioni sul luogo di lavoro in un tentativo di ridurre il costo del lavoro”, un recente articolo del New York Times ha in effetti identificato le radici di questo negli “sforzi per migliorare la competitività” da parte del governo socialdemocratico in Germania nei primi anni del 2000. E’ stato fatto in modo tale da aver “ulteriormente eroso le protezioni dei lavoratori, alimentando un boom di “mini-occupazione” a breve termine e sottopagata che oggi costituisce più di un quinto dell’occupazione tedesca”.

C’è un vecchio dibattito a sinistra a proposito della contrapposizione tra riforme e rivoluzione. Ma è divenuto antiquato, non solo a causa delle prospettive e delle forze estremamente limitate a favore del cambiamento rivoluzionario. L’attuale significato del termine “riforma” contrasta nettamente con il modo in cui era usato dai socialdemocratici europei circa un secolo fa. Che le riforme incrementali passate sotto il titolo di gradualismo potessero o no conseguire la trasformazione sociale senza sottoporre la società alla sofferenza della rivoluzione, esse erano mirate a promuovere la solidarietà sociale contro il mercato.

Forse l’illusione più grande dei socialdemocratici del ventesimo secolo è stata la loro convinzione che una volta conquistate le riforme essere sarebbero state conquistate sul serio. In realtà possiamo oggi costatare in quale misura le vecchie riforme siano state sottoposte all’erosione dell’espansione dell’erosione capitalista su scala globale. Sono state così compromesse dalla logica della competizione che ora sembra molto difficile vedere come le protezioni statali contro i mercati possano essere garantite ai giorni nostri senza altre misure che sarebbero considerate rivoluzionarie.

L’idea che fare qualcosa per minare gli investimenti privati è inaccettabile è divenuta incredibilmente potente. E’ precisamente questo che rende i politici socialdemocratici così timidi oggi. E possono esserci ben pochi dubbi che per sostenere riforme nel vecchio significato progressista della parola oggi un governo dovrebbe attuare estesi controlli per evitare un deflusso di capitali e probabilmente dovrebbe socializzare istituzioni finanziarie al fine di garantirsi il necessario spazio di manovra.

La Syriza in Grecia è l’unico partito di sinistra che ha ottenuto un grande successo elettorale nella crisi europea rifiutando il modo in cui sono finite per essere ridefinite le riforme. Un asse centrale del suo programma politico, inoltre, consiste nel portare “il sistema bancario sotto la proprietà pubblica e sotto il pubblico controllo, mediante una radicale conversione del suo funzionamento …” In effetti ciò che mette più a disagio le élite europee riguardo al fatto che la Grecia occupi il turno che le spetta alla presidenza della UE nei prossimi sei mesi è che una nuova crisi politica che porti a elezioni generali, con la Syriza attualmente in testa ai sondaggi, farebbe del suo leader, Alexis Tsipras, il primo ministro della Grecia.

Ciò che è stato particolarmente impressionante nel programma politico di “riforme radicali” che la Syriza ha approvato nel suo congresso dello scorso luglio è che esso si conclude con queste parole: “Lo stato in cui ci troviamo oggi richiede qualcosa di più di un programma completo creato democraticamente e collettivamente. Richiede la creazione e l’espressione del movimento politico più ampio, militante e catalizzatore possibile … Solo un simile movimento può guidare un governo della sinistra e solo un simile movimento può salvaguardare il corso di un tale governo.”

Tuttavia i leader del partito non possono che essere consapevoli che a meno che si verifichi una svolta nel rapporto di forze in altri paesi che consenta al governo della Syriza lo spazio per attuare riforme progressiste, il popolo greco soffrirà ancor di più finendo economicamente penalizzato e isolato. E’ senza dubbio per questo che, quando Tsipras il mese scorso è stato candidato dal piccolo contingente dei partiti di “estrema sinistra” del parlamento europeo a sostituire, il prossimo maggio, José Manuel Barroso a presidente della Commissione Europea, egli ha parlato in termini dell’”opportunità storica” che oggi esiste per un’alternativa di sinistra all’attuale “modello europeo” capitalista.

Questo ci riporta all’altro aspetto del dibattito su riforme e rivoluzione di un secolo fa, ricordandoci che cosa accadde quando non si realizzò la speranza che una rivoluzione nella periferia dell’Europa avrebbe innescato rivoluzioni nei paesi capitalisti più forti.

La sinistra cominciò ad autoflagellarsi, a volte molto letteralmente, con dibattiti su riforme contro rivoluzione, parlamentarismo contro extraparlamentarismo, partiti contro movimenti, come se gli uni escludessero gli altri. La questione del ventunesimo secolo non è la contrapposizione tra riforme e rivoluzione, bensì piuttosto quale tipo di riforme, quale genere di movimenti popolari dietro di esse impegnati nel tipo di mobilitazioni che possano ispirare sviluppi simili altrove, possa dimostrarsi tanto rivoluzionario da resistere alle pressioni del capitalismo.

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: Z Net Italy

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Martedì 3 dicembre 2013 – Vinicio Capossela e Andrea Segre presentano “Indebito”

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In diretta via satellite
dal Cinema Anteo di Milano

Vinicio Capossela e Andrea Segre presentano
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INDEBITO
Quando la musica diventa ribelle

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.MARTEDI’ 3 DICEMBRE
ore 20.30
solo per un giorno al cinema

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Se l’uomo capisse che si vive soltanto una volta e mai più, se la gente si rendesse conto di questo, probabilmente non sarebbe disposta a passare la vita come la passa. Allora questa musica è rivoltosa perché accende in noi la consapevolezza che ogni attimo è eterno perché è l’ultimo ed è quello che ci invidiano gli dei.
Vinicio Capossela

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Dopo il successo riscosso al Festival di Locarno Indebito arriva nei cinema italiani solo per un giorno con una speciale diretta via satellite introdotta da Capossela e Segre.

Unite un tema di assoluta attualità (la crisi, e specificamente la crisi greca), un regista pluripremiato reduce dai successi internazionali di La Prima Neve e Io sono Li (Andrea Segre) e un cantautore sensibile e immaginifico (Vinicio Capossela). E’ così che nasce Indebito, il film che narra la crisi del paese culla di tutta la cultura occidentale, la terra per cui oggi siamo quello che siamo. La frase “non siamo mica la Grecia” – dice Capossela – dovrebbe essere sostituita dalla più Kennediana, “siamo tutti greci”, perché in Grecia è in questo momento più scoperto ed evidente il meccanismo economico, sociale, politico in via di sperimentazione in tutti gli altri paesi. Per una volta questo paese sembra essere più avanti su una strada che è la stessa per molti”.


Un viaggio accompagnato delle note e dalle parole del rebetiko, una musica anticonvenzionale, dalla storia affascinante, con la quale Capossela e Segre tracciano il ritratto tragico e ribelle di un paese in cui la crisi economica ha svuotato di valore tutto ciò che non ha un prezzo. Sono canzoni che mettono a nudo l’uomo e percorrono la pellicola come una radiografia dell’anima, a ricordarci che, nonostante la crisi, resta la nostra integrità di uomini, la voglia di cambiare le cose e preferire la rabbia alla paura. Uno straordinario affresco che sovrappone mito e attualità urbana, gettando uno sguardo sulle origini dell’uomo. Un modo di guardare il tramonto d’Occidente alla luce dell’aurora che lo ha generato, per cercare di ritrovarne la forza.

Dopo il successo riscosso al Festival di Locarno e a quello di Internazionale a Ferrara, Indebito -scritto da Vinicio Capossela e Andrea Segre con la regia di Andrea Segre- viene proposto nelle sale italiane con un appuntamento unico nel suo genere. Il film verrà infatti trasmesso in uno spettacolo unico il 3 dicembre alle 20.30 con una speciale diretta via satellite dal cinema Anteo di Milano. Sul grande schermo gli spettatori troveranno infatti gli stessi Capossela e Segre che presenteranno il film al loro pubblico guidandolo in un viaggio tra rebetiko e passione civile per mettere a nudo la natura più vera dell’uomo.

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Indebito è presentato nelle sale italiane da Jolefilm, La Cupa e Nexo Digital. Arriva al cinema in collaborazione con MYmovies.it, il Saggiatore, Internazionale e Radio Due.

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Qui  consulta l’elenco delle sale che programmano l’evento!

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Trailer

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Fonte: nexodigital.it

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Grecia: retata della polizia per il gruppo filonazista Alba Dorata

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Grecia. In manette Michaloliakos e la cupola di Alba Dorata

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Sabato, 28 Settembre 2013 – di

17.00 – Gli arrestati finora sono 19, manca ancora all’appello il parlamentare e numero due di Alba Dorata Christos Pappas. La polizia sta perquisendo gli uffici del partito neonazista all’interno del Parlamento greco.

 
16.10 – Dopo che un allarme bomba – poi rivelatosi senza fondamento – ha creato caos e scompiglio nella sede del Gada di Atene, ora un ingente dispositivo di sicurezza tra trasferendo gli arrestati in tribunale. Molti degli squadristi di Alba Dorata nei confronti dei quali è stato spiccato un mandato di cattura mancano ancora all’appello.
 
14.10 – Si è consegnato alla polizia anche il penultimo dei deputati di Alba Dorata contro i quali l’Aeropago ha spiccato un ordine di cattura per associazione a delinquere, Michos. Ancora irreperibile Pappas. La polizia in assetto antisommossa ha allontanato, senza incidenti, alcune centinaia di squadristi del movimento neonazista che manifestavano in solidarietà con gli arrestati davanti alla sede della Questura centrale di Atene.
 
13.00 – Sono diventati circa 400 gli aderenti ad Alba Dorata che stanno manifestando e sventolando bandiere greche davanti alla sede del Gada, la questura centrale di Atene dove vengono portati gli arrestati man mano che vengono trovati dalle forze di sicurezza. All’inizio i neonazisti gridavano il loro tradizionale slogan ‘Sangue, onore, Alba Dorata’ poi riconvertito nel meno compromettente ‘Patria, onore, Alba Dorata’. Si ha notizia dell’arresto anche di una donna poliziotto, una sergente in servizio al dipartimento di sicurezza del Pireo. Eseguiti finora 18 arresti, su 32 mandati di cattura complessivamente spiccati. Ancora irreperibile i deputati Michos e Pappas.
 
12.00 – E’ Nikolaos Michaloliakos, il segretario di Alba Dorata, colui che in casa nascondeva tre pistole detenute illegalmente e ritrovate dalla polizia durante la perquisizione all’alba di questa mattina. Il fondatore di Alba Dorata è già passato per il carcere alla fine degli anni ’70, quando era militare in servizio attivo e fu arrestato assieme ad alcuni commilitoni con l’accusa di aver dato vita ad una organizzazione terroristica fascista. Poi, in cambio della sua collaborazione con le forze di sicurezza, la pena gli fu ridotta a ‘possesso di armi ed esplosivi” e quindi fu liberato dopo soli 13 mesi di reclusione. In precedenza Michaloliakos era stato un attivo sostenitore della dittatura dei colonnelli fino al 1974.

11.35 – Durante la maxiretata contro Alba Dorata ancora in corso è stato arrestato anche un esponente delle forze speciali della Polizia ‘Dias’.

11.30 – Durante la perquisizione nel domicilio di un militante di Alba Dorata poi arrestato la polizia ha rinvenuto tre pistole.

11.15 – Arrestato anche un altro deputato di Alba Dorata, Ilias Panayotaros. Che poco prima di essere ammanettato, secondo alcuni giornalisti greci che hanno raccolto le sue deliranti dichiarazioni, avrebbe accennato ad una rifondazione del movimento neonazista con un altro nome, per ovviare ad una eventuale messa fuori legge del movimento o ad un embargo del finanziamento pubblico minacciato dal governo.

11.10 – Secondo alcuni media ellenici, che citano l’intervento del costituzionalista K. Chrysogonos, anche se agli arresti in custodia cautelare, i deputati di Alba Dorata non sono automaticamente decaduti dalla loro condizione di parlamentari. Il che avverrà solo nel caso in cui dovessero essere riconosciuti colpevoli dei reati che vengono loro contestati e condannati alla privazione dei diritti politici.

11.00 – Alcune decine di estremisti di destra stanno manifestando, per ora silenziosamente, davanti alla sede centrale della polizia di Atene. Finora secondo i media solo 4 parlamentari e 12 altri esponenti di Alba Dorata sarebbero stati arrestati rispetto ai 36 ordini di cattura emessi da un magistrato dell’Aeropago, la Corte Suprema ellenica.

10.30 – Tra gli arrestati c’è anche il segretario della sezione di Alba Dorata del quartiere di Nicea, quella alla quale era escritto Giorgos Roupakias, l’assassino di Fyssas.

10.15 – Secondo le notizie diffuse dai media ellenici questa mattina sarebbero stati arrestati anche due agenti in servizio della polizia, accusati di collaborare con le attività criminali di Alba Dorata.

10.00 – Man mano che vengono arrestati i dirigenti e gli esponenti di Alba Dorata vengono portati dagli agenti negli uffici dell’antiterrorismo al dodicesimo piano del Gada, il palazzo della questura centrale di Atene all’ingresso del quale si è concentrata una discreta folla di giornalisti. Dal suo sito il movimento neonazista sta diffondendo un appello a dimostrare la propria solidarietà ai camerati finiti in manette anche se per ora non si ha notizia di manifestazioni, mentre alcuni dei parlamentari oggetto del mandato di cattura sono per il momento irreperibili.

9.30 – A quanto traspare finora quindi la maxioperazione contro l’estrema destra sarebbe giustificata da un comportamento ‘criminale’ dell’organizzazione neonazista, definitita “associazione a delinquere” e coinvolta in omicidi, rapine, ricatti e riciclaggio di denaro. Una formula ambigua e che non ha a che fare quindi con il carattere neonazista del partito, a detta di alcuni esponenti della sinistra greca, la stessa che nei giorni scorsi ha già portato all’arresto di alcuni attivisti che da anni animano la protesta delle comunità locali della penisola calcidica contro una miniera d’oro che una multinazionale canadese è stata autorizzata a realizzare nel villaggio di Ierissos.

09.00 – Nikos Michaloliakos, il fondatore e leader del partito neonazista greco Chrysi Avgì (Alba Dorata), è stato arrestato dalla polizia all’alba di oggi.
Insieme con il segretario generale di Alba Dorata, che gli squadristi amano chiamare Führer, sono stati arrestati un’altra trentina di dirigenti di spicco e militanti del movimento. Tra questi anche quattro parlamentari tra i più in vista dell’organizzazione, compresi Ilias Kasidiaris, Lagos e Nikos Patelis.
Gli arresti sono scattati per ordine di un magistrato della Corte Suprema che ha emesso 36 mandati di cattura contro altrettanti esponenti dell’estrema destra accusati di essere coinvolti a vario titolo nell’omicidio, la sera dello scorso 17 settembre, del rapper antifascista Pavlos Fyssas, accoltellato a morte nel quartiere di Keratsini dal sicario del movimento neonazista Giorgos Roupakias, dopo che il 34enne era stato aggredito da decine di squadristi.

Non sono state ancora rese note le accuse alla base degli arresti ma i provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal procuratore della Corte Suprema Charalambos sulla base delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti sui cellulari di alcuni membri del partito e di suoi simpatizzanti. Dalle intercettazioni sarebbero emersi in maniera evidente collegamenti della dirigenza di Alba Dorata con l’omicida, il 45enne Roupakias. Le prove raccolte dagli inquirenti dimostrerebbero che il partito neo-nazista si muove sulla base di una precisa catena di comando con le connotazioni di una vera e propria organizzazione criminale dedita ad aggressioni razziste e ad attività illegali come la richiesta del pizzo ai negozianti in cambio dell’offerta di ‘protezione’. Secondo alcune indiscrezioni alcuni dirigenti di Chrysi Avgi sono stati indagati anche per riciclaggio di denaro sporco e per il coinvolgimento in alcuni casi di omicidio e aggressioni attribuiti inizialmente alla malavita organizzata.

Ieri pomeriggio alcuni media avevano diffuso la notizia del possibile arresto di tre parlamentari del partito di estrema destra. Qualche ora Michaloliakos era intervenuto pubblicamente offrendo al partito di centrodestra Nea Dimokratia del premier Samaras la propria collaborazione per evitare che la coalizione di sinistra Syriza vinca le elezioni, ribadendo la minaccia di far dimettere tutto il gruppo parlamentare di Alba Dorata.

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Fonte: contropiano.org

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