Monthly Archives: Gennaio 2016

Oscar 2016: grido d’indignazione da parte degli afroamericani!

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di maribù duniverse

-Nomination Oscar 2015 i membri dell’Academy escludono attori e registi di colore. Scoppia la polemica e prende vita l’hashtag #OscarsSoWhite (Oscar troppo bianchi). Immediatamente l’hashtag diviene virale come Movimento Social di boicottaggio alla cerimonia.

-18 gennaio 2016 ricorre la festività nazionale statunitense “Martin Luther King Day“, giornata in onore dell’uomo simbolo della lotta contro il razzismo e l’Academy cosa combina? Nella nomination agli Oscar 2016 nessun attore, attrice o regista afroamericano ha ottenuto una candidatura. Come successo nell’anno precedente c’è stato stupore tra gli addetti ai lavori, molti analisti avevano dato per scontato alcune nomination, come: tra i migliori film Straight Outta Compton , tra i migliori registi Ryan Coogler (Creed – Nato per combattere), tra i migliori attori Smith, Idris Elba (Beasts of No Nation) e Samuel L. Jackson (The Hateful Eight).

A questo punto sembra inevitabile l’attacco di diversi attori e registi all’Academy ed in particolare ai suoi membri selezionatori. I primi ad impugnare l’hashtag come protesta sono stati il regista Spike Lee e l’attrice Jada Pinkett Smith chiedendo ai loro colleghi di boicottare la cerimonia che si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 28 febbraio 2016.

Sulla pagina Facebook  di Spike Lee insieme alla foto di un giovanissimo Martin Luter King compare anche una delle frasi più note del Dr. King:  “Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta”. Lee continua, nel suo post, ringraziando per il premio ricevuto ma che boicotterà l’evento: Vorrei ringraziare il Presidente Cheryl Boone Isaacs ed il Consiglio di Amministrazione dell’ Academy Of Motion Pictures Arts And Sciences per l’attribuzione lo scorso novembre dell’Oscar alla mia carriera. Ho apprezzato molto. Tuttavia mia moglie, la signora Tonya Lewis Lee ed io, il prossimo febbraio,  non saremo presenti alla cerimonia degli Oscar.” Motiva la sua decisone affermando che: “Com’è possibile che per il secondo anno consecutivo, tutti e 20 gli attori nominati siano bianchi? E non parliamo delle altre categorie. 40 attori bianchi in 2 anni e nessun afro!”

Segue immediatamente anche la reazione della Pinkett Smith tramite il social Twitter dove invita tutti i suoi colleghi a boicottare la premiazione: “Agli Oscar le persone di colore sono sempre benvenute per consegnare i premi o al massimo per far divertire…ma raramente siamo riconosciuti per i nostri risultati artistici”. La reazione dell’attrice e stata talmente dura e decisa che in un video ha affermato: “L’Academy ha il diritto di premiare e invitare chiunque abbia scelto. Ma ora penso sia nostra responsabilità, ora, di attuare il cambiamento. Forse è tempo di ritirare le nostre risorse e di metterle nelle nostre comunità e nei nostri programmi e di realizzare dei programmi per noi stessi, che ci riconoscano e ci vedano perfettamente al posto giusto, e che sono altrettanto buoni di quelli definiti “Mainstream”.”

Anche la presidentessa dell’Academy, afroamericana, in un comunicato ha dichiarato: “Voglio riconoscere lo straordinario lavoro dei nominati, ma la mancata inclusione del principio della diversity nella scelta generale mi ha turbata e frustrata. È un argomento difficile, ma importante ed è tempo di attuare grandi cambiamenti.”

Restiamo in attesa degli sviluppi. La protesta incalza e potrebbero esserci delle sorprese.

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Premi Oscar 2016

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Nord Yemen, bombardato ospedale supportato da MSF: 4 morti e 10 feriti

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Un altro ospedale supportato da MSF è stato bombardato in Yemen

10 Gennaio 2016

Un altro ospedale supportato da MSF è stato colpito nel nord dello Yemen causando almeno quattro morti e dieci feriti e il crollo di diversi edifici della struttura medica.Tre feriti sono dell’equipe di MSF di cui due in condizioni critiche.

Secondo lo staff di MSF sul campo, alle 9:20 di questa mattina è stato colpito l’ospedale di Shiara nel distretto di Razeh dove MSF sta lavorando da novembre 2015.

MSF non può confermare l’origine dell’attacco ma sono stati visti degli aeroplani volare sulla struttura proprio in quel momento. Almeno un missile è caduto vicino all’ospedale.

Il numero dei feriti potrebbe aumentare dato che potrebbero esserci ancora persone intrappolate tra le macerie. Tutto lo staff e i pazienti sono stati evacuati e i pazienti trasferiti all’ospedale Al Goumoury a Saada, supportato da MSF.
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Tutte le parti in conflitto, incluso la coalizione guidata dall’Arabia Saudita (SLC) sono regolarmente informate delle coordinate GPS delle strutture mediche dove MSF lavora e siamo in dialogo costante affinché comprendano l’entità delle conseguenze umanitarie del conflitto e la necessità di rispettare la fornitura di servizi medici” afferma Raquel Ayora, direttore delle operazioni di MSF. E’ impossibile che qualcuno con la capacità di sferrare un attacco aereo o lanciare un missile non sapesse che l’ospedale di Shiara fosse una struttura medica funzionante sostenuta da MSF e che forniva un servizio sanitario fondamentale”.

“Ribadiamo a tutte le parti in conflitto che i pazienti e le strutture mediche devono essere rispettate e che il bombardamento di ospedali rappresenta una violazione del diritto umanitario internazionale” dice Ayora.
Il conflitto è particolarmente acceso nel distretto di Razeh. La popolazione dell’area è stata pesantemente colpita dai continui bombardamenti e dal peso di dieci mesi di guerra.L’ospedale di Shiara era già stato bombardato prima che MSF iniziasse a supportarlo e i servizi erano ridotti alle emergenze, la maternità e attività salvavita. Questo è il terzo pesante incidente a una struttura medica di MSF negli ultimi tre mesi.

Il 27 ottobre l’ospedale di Haydan è stato distrutto da un bombardamento aereo ad opera della coalizione guidata dall’Arabia Saudita (SLC) e il 3 dicembre il centro di salute a Taiz è stato colpito sempre dalle forze della coalizione ferendo 9 persone.Le equipe di MSF faticano ogni giorno ad assicurare il rispetto delle strutture mediche da parte dei gruppi armati.

“Condanniamo pesantemente questo incidente che conferma un preoccupante disegno di attacchi a strutture mediche essenziali e esprimiamo il nostro più forte sdegno dato che lasciano una popolazione già fragile senza assistenza medica per settimane” afferma Ayora” Ancora una volta sono i civili a subire l’impatto maggiore di questa guerra”.

MSF chiede l’immediata cessazione degli attacchi a strutture mediche e chiede a tutte le parti coinvolte nel conflitto di impegnarsi per creare le condizioni per la fornitura di assistenza umanitaria in condizioni di sicurezza. MSF richiede, inoltre, che i responsabili di questo attacco investighino sulle circostanze dell’incidente.

Le nostre attività nel Paese

In Yemen, MSF sta lavorando nei governatorati di Aden, Al- Dhale, Taiz, Saada, Amran, Hajjah, Ibb e Sana’a. Sin dall’inizio di questa crisi nel marzo 2015 le equipe di MSF hanno curato più di 20.000 feriti di guerra. MSF ha inviato più di 790 tonnellate di materiale medico finora. MSF sta gestendo 11 ospedali e centri sanitari e supporta regolarmente 18 centri sanitari. Con un sistema sanitario che funziona a fatica, MSF sta fornendo anche servizi sanitari non di emergenza.

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Fonte: MSF

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Il Comune di Napoli riconosce la sperimentazione di una nuova forma di democrazia diretta

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Si può fare! Il regolamento di uso civico dell’Asilo è stato riconosciuto dal Comune di Napoli

Con la delibera approvata il 29 dicembre 2015, che recepisce la Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano dell’Ex Asilo Filangieri, il Comune di Napoli riconosce la sperimentazione di una nuova forma di democrazia diretta che dal 2012 è in atto tra le mura dell’immobile, ad opera di una comunità mutevole di lavoratori e lavoratrici della cultura e dello spettacolo.

È con grande emozione ed orgoglio che consegniamo alla città un nuovo modo di concepire la gestione di uno spazio pubblico, uno strumento riproducibile frutto di una lotta volta alla costituzione di nuove istituzioni, fondate sull’agire comune, perno culturale, sociale, etico e giuridico del processo in corso all’Asilo.

È un momento che riteniamo importante per la nostra democrazia in tempi in cui si distruggono i diritti dei lavoratori, si commissariano le istituzioni locali, si sgomberano e reprimono gli spazi autogestiti, si svende il patrimonio pubblico, si stravolgono i principi dello stato di diritto; con questo atto amministrativo, invece, ci muoviamo in radicale contro tendenza, consegnando nuovi spazi di democrazia e decisione nelle mani delle persone che si prendono cura direttamente del proprio territorio.

La delibera garantisce non solo poteri di accesso, ma soprattutto di autogoverno ed autorganizzazione secondo il sistema di norme stabilite in una “dichiarazione” scritta direttamente da chi, in questi tre anni, ha dato vita alle attività quotidiane dell’asilo, coinvolgendo lo sforzo e l’ibridazione intellettuale di giuristi, filosofi, studiosi e altre esperienze collettive e libertarie che ci hanno sostenuto.

Si tratta, a nostro avviso, di una nuova forma di riarticolazione della sovranità popolare, che rende al pubblico una sua propria funzione essenziale, come soggetto meramente funzionale e non sovradeterminante i bisogni e i desideri di una comunità, come dispone l’art. 1 della Costituzione. Un documento questo in cui, tra le altre cose, si riconosce come “interesse generale” della collettività il diritto diffuso alla cultura, garantendo l’inclusione, la trasparenza e la gestione diretta ad opera di “lavoratori ed utenti” di uno spazio deputato alla produzione culturale partecipata ed orizzontale, dando così nuova sostanza alla previsione costituzionale dell’art. 43.

Sottolineiamo che per noi si tratta di un passaggio importante, ma non esaustivo, della complessità della sperimentazione che quotidianamente le pratiche di autorganizzazione dal basso sviluppano nella nostra città, rendendo Napoli un laboratorio unico nel paese.

Rivendichiamo, infine, l’atto conflittuale generativo delle pratiche e delle relazioni che si sono costruite e che si costruiranno nel tempo a venire, e di un processo politico e produttivo che non si esaurisce con un atto amministrativo, ma che di certo si rafforza e che finalmente può volgere l’attenzione ad una più equa e giusta redistribuzione delle risorse pubbliche.

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Principi ispiratori della Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano

La comunità eterogenea, mutevole, solidale e aperta di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura su cui si fonda il processo di sperimentazione politica, artistica e culturale in atto all’Asilo

si riconosce

* nel ripudio di ogni forma di fascismo, razzismo, omofobia e sessismo attraverso politiche attive di inclusione e di affermazione delle singolarità;

* nella liberazione dell’espressione artistica e della cultura dalle logiche del profitto e del mercato, in quanto manifestazioni della creatività, della libertà e della personalità umana, nonché contributo fondamentale alla crescita qualitativa della società;

* nell’interdisciplinarietà e nella condivisione delle arti, dei saperi e delle conoscenze, nell’ottica di liberare il lavoro esaltando una visione delle relazioni umane cooperativa e non competitiva secondo il principio da ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni e desideri;

* nell’indipendenza dell’organizzazione culturale e artistica da ingerenze esterne alla pratica dell’autogoverno; *nell’interdipendenza, intesa come dipendenza della comunità dalla capacità collaborativa degli individui che in essa si riconoscono;

* nella ricerca del consenso nell’ambito della decisione, al fine di costruire un processo decisionale condiviso attraverso un metodo inclusivo e non autoritario

Leggi la Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano
http://www.exasilofilangieri.it/regolamento-duso-civico

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Fonte: l’asilo

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