Monthly Archives: Marzo 2013

Milano 15 -17 marzo: ” Fa’ la cosa giusta! ” Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili

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Cos’è Fa’ la cosa giusta!

Nata nel 2004 a Milano da un progetto della casa editrice Terre di mezzo, Fa’ la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, si prepara a vivere la sua decima edizione dal 15 al 17 Marzo 2013 e si svolgerà come di consueto presso i padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity, storico quartiere fieristico di Milano.

Fa’ la cosa giusta!, fin dalla sua prima edizione, ha come obiettivo quello di diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione e di valorizzare le specificità e le eccellenze, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.

L’esperienza del marzo scorso si è conclusa con la presenza di 67.000 visitatori, 700 realtà espositive, 2.500 studenti e 700 giornalisti accreditati. Un mondo dell’economia solidale rappresentato in vari contesti (11 sezioni tematiche) e in costante crescita.

In questi anni è infatti cresciuto notevolmente l’interesse per il mondo che si riconosce nella definizione di “Economia Solidale”: un sistema di relazioni economiche e sociali che pone l’uomo e l’ambiente al centro, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità. Sempre più realtà produttive, infatti, intraprendono un percorso di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale e, al contempo, cresce il numero di cittadini consapevoli dell’importanza e della forza che risiede nella loro capacità di partecipazione diretta e nelle loro scelte di acquisto.

Il circuito nazionale comprende oggi:
Fa’ la cosa giusta! Trento (IX edizione – ottobre 2012)
Fa’ la cosa giusta! Sicilia (I edizione – 19-21 Ottobre 2012 Palermo)

Le due anime di Fa’ la cosa giusta!, quella culturale e quella espositiva si evidenziano nel susseguirsi di oltre 270 appuntamenti, tra tavole rotonde, convegni, laboratori e spettacoli e nei 700 espositori che danno vita alla mostra/mercato costituita da 11 sezioni tematiche:

MOBILITA’ SOSTENIBILE – Sezione Speciale 2013
Associazioni, enti pubblici e imprese profit e non profit impegnate nella diffusione di strumenti di mobilità sostenibile: bicicletta, trasporto pubblico, car sharing, car pooling, apparecchi elettrici e a idrogeno.

ABITARE GREEN
Arredamento eco-compatibile, equo e solidale; design per la sostenibilità e l’accessibilità; studi di progettazione sostenibile, autocostruzione, complementi d’arredo con materiali naturali o di riciclo, detersivi eco compatibili, aziende di raccolta dei rifiuti e di macchine e sistemi per la raccolta e il riciclo, bio-edilizia e bio-architettura, risparmio energetico, agevolazioni fiscali e finanziamenti etici, energia prodotta da fonti rinnovabili. Spazio Orti e giardini.

COMMERCIO EQUO e SOLIDALE
Empori e botteghe del mondo, produttori del Sud del mondo, associazioni di rappresentanza del commercio equo e solidale.

COSMESI NATURALE E BIOLOGICA
Prodotti per la bellezza, la cura del corpo e l’igiene personale.

CRITICAL FASHION

“Consumare moda critica” significa dedicare attenzione non solo allo stile e alle tendenze, ma anche e soprattutto alle caratteristiche etiche dei capi che si indossano; il vestire acquista sempre più un valore simbolico, diventa il tramite per un messaggio relativo ai nostri valori, alla nostra identità, al nostro stile di vita.

EDITORIA E PRODOTTI CULTURALI
Siti, periodici, case editrici, case di produzione cinematografica e discografica, gruppi, associazioni, cooperative, imprese impegnate nella produzione e/o distribuzione di progetti e prodotti culturali.

IL PIANETA DEI PICCOLI
Abbigliamento, arredamento, giochi, prodotti per l’igiene personale e per la cura del bambino.

MANGIA COME PARLI
Aziende agricole (produttori e trasformatori) e distributori biologici e biodinamici; realtà che difendono la biodiversità; produttori locali a “Km 0”; associazioni e istituzioni impegnate in progetti di educazione all’alimentazione e in difesa della sovranità alimentare, consorzi di tutela dei prodotti tipici.

PACE E PARTECIPAZIONE
Associazioni locali e nazionali, distretti e reti, campagne, gruppi informali, gruppi d’acquisto, associazioni per la pace e la nonviolenza, Ong, volontariato, banche del tempo, comunità di vita, associazioni di tutela dei consumatori (Salone dei Consumatori), sindacati

SERVIZI PER LA SOSTENIBILITA’
Servizi vantaggiosi e sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale.

TURISMO CONSAPEVOLE
Associazioni, enti pubblici, imprese profit o non profit e altre realtà impegnate nell’organizzazione e nella promozione di un turismo rispettoso dell’ambiente, dei diritti dei popoli e dei lavoratori.

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Fonte: TERRE di MEZZO

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Horacio Verbitsky: Padre Bergoglio, l’Argentina ed i desaparecidos

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Jorge Mario Bergoglio

Jorge Mario Bergoglio

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(Recensione del 2009  nel finale quanto mai profetica – madu)

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Horacio Verbitsky – L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina

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Trent’anni dopo il colpo di stato del 1976, è stato pubblicato in Italia questo libro di Horacio Verbitsky, uno dei giornalisti argentini più noti grazie al successo del precedente libro Il volo.
L’isola del silenzio è frutto di un’indagine lunga 15 anni, ricca di testimonianze dei familiari dei desaparecidos, dei prigionieri sopravvissuti, e anche dei militari e dei religiosi coinvolti nella dittatura. Le testimonianze provengono sia da interviste realizzate dall’autore che dai verbali dei processi giudiziari svoltisi dopo la caduta del governo militare. L’elenco delle note bibliografiche contiene oltre 300 riferimenti.

Il titolo originale in spagnolo, El Silencio, si riferisce sia al nome dell’isola che alla condotta vituperabile della Chiesa cattolica che, pur pienamente consapevole delle violazioni dei diritti umani, non fece sentire la minima voce di allarme.
L’isola El Silencio era di proprietà della Chiesa, un luogo di ricreazione frequentato dai propri membri, dai seminaristi fino ai cardinali Antonio Caggiano e Juan Carlos Aramburu. Nel settembre del 1979, quando la pressione internazionale arrivò a un punto tale che l’ispezione da parte della Commissione Interamericana per i Diritti Umani non poté più essere rimandata, tutti i prigionieri furono trasferiti dalla Scuola di Meccanica della Marina (ESMA) su quest’isola, dove rimasero al riparo da occhi indiscreti.
La Chiesa certamente non si limitò a fornire questo nascondiglio e ebbe un ruolo attivo su due fronti: da una parte raccoglieva le richieste dei disperati familiari delle persone scomparse, impegnati nella ricerca di notizie dei propri cari. Dall’altra, forniva conforto ai militari offrendo loro supporto morale per giustificare le atrocità commesse sui prigionieri. Coloro che hanno letto Il volo ricorderanno la testimonianza del ex-capitano Adolfo Scilingo, che dopo aver gettato dall’aereo persone vive nell’oceano venne rassicurato dal cappellano Zanchetta che quella era una “morte cristiana” che aveva la benedizione delle gerarchie ecclesiastiche.

Dalle numerose testimonianze, risulta evidente che la Chiesa era perfettamente al corrente di tutte le attività clandestine, torture comprese. Tra i personaggi che hanno collaborato con la dittatura militare sono menzionati: il cardinale Pio Laghi (all’epoca nunzio apostolico, noto per le sue partite a tennis con Emilio Massera), i cardinali Caggiano, Aramburu e Primatesta, l’arcivescovo Tortolo e i suoi vicari Emilio Graselli e Victorio Bonamín, e l’allora sacerdote Jorge Bergoglio (oggi cardinale). Il libro riporta anche le testimonianze di Bergoglio e Graselli, esponendo la loro versione dei fatti nelle interviste realizzate da Verbitsky.

Due interi capitoli sono dedicati al “programma di rieducazione” dei prigionieri, grazie al quale potevano avere una possibilità di sopravvivere. La rieducazione aveva un doppio scopo: sottoporre le persone ostili al regime a un lavaggio del cervello per “convertirle” in collaboratori, e allo stesso tempo ottenere informazioni sull’identità dei compagni da arrestare. Ma non tutti erano candidati al “recupero”. I prigionieri erano divisi in tre gruppi: gli irriducibili, i deboli e i recuperabili. Quelli che rientravano in quest’ultimo gruppo dovevano avere un minimo di competenze tecniche, ad esempio un tipografo era un ottimo candidato perché necessario per falsificare passaporti ed altri documenti. In questo modo si reclutavano schiavi utili allo scopo di favorire l’ascesa politica dell’ammiraglio Emilio Massera.

Non devono sorprenderci i legami tra la Chiesa ed il potere, è una tradizione lunga quasi due millenni. Ciò che è notevole nel caso argentino è in primo luogo che la Chiesa appoggiava i militari a tal punto che non si capisce se la Chiesa fosse al servizio delle Forze Armate, o viceversa. Molto eloquente l’omelia di Bonamín, citata a pagina 24: “Quando c’è spargimento di sangue, c’è redenzione: Dio sta redimendo la nazione argentina per mezzo dell’esercito argentino”.
In secondo luogo, tutti i principi morali furono messi da parte: il fine giustificava ogni mezzo, permettendo il ritorno agli ormai dimenticati metodi della Santa Inquisizione in pieno XX secolo. Ma ciò che più colpisce dei fatti documentati da Verbitsky è che la Chiesa non esitò a tradire i propri membri, come i sacerdoti e i catechisti che seguendo il vangelo di Cristo si dedicavano ad aiutare i poveri, un’attività considerata troppo di sinistra e quindi nociva per la Chiesa. Questa è la storia dei gesuiti Yorio e Jalics, che hanno individuato nel cardinale Bergoglio il responsabile delle loro sofferenze, e ai quali viene dedicato un capitolo che illustra i punti di vista di questi tre protagonisti. Il lettore può trarre le proprie conclusioni.
L’unico neo del libro è che parla di responsabilità a senso unico. Questo scontro aveva da una parte i militanti armati di sinistra (i Montoneros, cioè l’equivalente argentino delle Brigate Rosse) e dall’altra i militari. Le violazioni dei diritti umani sono state commesse da entrambi, non a caso questo conflitto viene conosciuto come “la guerra sporca”. Senza dubbio la maggior parte degli eccessi fu da parte delle Forze Armate, ma non esiste alcuna traccia di segnalazione – per non parlare di denunce e di processi penali – a carico dei Montoneros.

L’edizione italiana ha un capitolo in più, che commenta un fatto che Verbitsky non poteva prevedere al momento di mandare in stampa l’edizione originale in spagnolo: che, dopo la morte di Giovanni Paolo II, il principale contendente del cardinale Ratzinger per la sua successione fosse proprio Bergoglio. E non esclude che quest’ultimo possa avere una seconda chance alla guida del Vaticano, visto che Benedetto XVI ha già 82 anni. Solo il tempo potrà confermare o smentire questa previsione.

José Luis Scanferlato
Ottobre 2009

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Horacio Verbitsky
L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina
Fandango Libri 2006, pagine 177, Euro 15,00

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Fonte: UAAR

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Microsoft: zio Bill ancora multato. 561 milioni di euro!

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UE, il ballot screen costa a Microsoft 561 milioni

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di Alfonso Maruccia

La Commissione Europea eleva una pesante multa per il mancato rispetto degli accordi sanciti anni or sono. Redmond ammette quello che viene definito errore tecnico e promette di non farlo mai più.

E alla fine arrivò la multa: la vicenda del ballot screen temporaneamente “scomparso” nell’installazione di Windows si conclude nel peggiore dei modi per Microsoft, con la Commissione Europea che conferma le accuse già formalizzate e passa all’incasso in quel di Redmond.

Sono 561 i milioni di euro che Microsoft dovrà pagare alla UE, perché la azienda statunitense non ha rispettato i termini dell’accordo preso con l’Unione in seguito all’indagine sulla concorrenza fra i browser web su piattaforma Windows: quell’accordo prevedeva l’impiego di un “ballot screen” per scegliere un browser tra i più popolari durante l’installazione del sistema operativo, ma il ballot screen è risultato assente dall’installazione delle copie di Windows 7 (SP1) vendute in territorio europeo da maggio 2011 a luglio 2012.

La Commissione Europea ha dunque concluso la sua ultima indagine in materia, valutando che ben 15 milioni di utenti di Windows non hanno avuto modo di passare per il ballot screen: “Gli obblighi legalmente vincolanti decisi nei procedimenti antitrust giocano un ruolo importantissimo nella nostra politica di applicazione della legge perché ci permettono di trovare soluzioni rapide ai problemi della concorrenza”, ha dichiarato il vice-presidente della Commissione Joaquín Almunia.

Microsoft non ha rispettato quegli obblighi e ora dovrà pagare: la somma di 561 milioni di euro è stata calcolata valutando la durata e la gravità dell’infrazione, la necessità di un effetto deterrente per le altre aziende presenti nel settore e anche il fattore attenuante della piena volontà di cooperazione con la Commissione dimostrata da Microsoft. “Spero che la vicenda spinga le aziende a pensarci due volte prima di valutare l’infrazione dei loro obblighi internazionali”, ha commentato ancora Almunia.

Diversamente da quanto capitato in passato in occasioni simili, la posizione di Microsoft sull’accaduto è quanto di più accomodante si possa pensare: Redmond si prende la “piena responsabilità” dell’errore tecnico che ha causato la scomparsa temporanea del ballot screen dalle copie di Windows incriminate, dice di aver già “chiesto scusa” e di aver preso le dovute precauzioni affinché errori simili non capitino più in futuro. L’obbligo di presentare un ballot screen per i browser web su Windows scade nel 2014.

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Fonte: Punto Informatico

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