Monthly Archives: Ottobre 2011

Il fantasma del Colonnello

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di Stefano Galieni

La legge del taglione colpisce ancora. Ucciso direttamente dal fuoco Nato o dagli insorti del Cnt, la fine del colonnello Mohammar Gheddafi rimbalza come la grande notizia  del giorno, patetici i commenti dei governanti italiani – vecchi amici del rais che plaudono la fine ingloriosa – simili quelli degli altri leader europei. Uccidere i dittatori affinché non raccontino le relazioni ufficiali e poco presentabili mantenute con i governi occidentali, è diventata una mania delle guerre del ventunesimo secolo. Portare la “democrazia” non si accompagna, non si può accompagnare a verità e giustizia, non può prevedere che sul banco degli imputati finiscano anche gli uomini in giacca e cravatta col loro sguardo rassicurante. Legalità internazionale e processi giusti ed equi che non prevedano la pena di morte sono un lusso che non ci si può permettere, meglio la pallottola finale che chiude un epoca e una bocca, che toglie testimoni scomodi di torno. Eppure bisognerebbe raccontarla la storia libica, avere la professionalità anche nel servizio pubblico di spiegare come mai per 42 anni Gheddafi abbia potuto imperare nel proprio paese. Tante le ragioni, il mix di populismo, di socialismo nazionale con cui nel settembre 69 aveva preso il potere ha subito continue evoluzioni e cambiamenti. Gheddafi è sempre stato abile nel costruirsi alleanze giuste, prima con il blocco sovietico, poi con i non allineati, poi dipingendosi come alfiere dal panafricanesimo e infine, almeno da 20 anni convertendosi al mercato.   (leggi tutto)

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Fonte: controlacrisi.org

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Giornata Mondiale Vegan – 1 novembre 2011

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Approfondimento

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(29/09/2011 – In Italia i vegetariani sono ormai 5 milioni )

 


La caccia causa l’aumento numerico dei cinghiali

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Uno studio scientifico di ricercatori francesi ha seguito per un periodo di 22 anni la moltiplicazione dei cinghiali in un territorio del dipartimento Haute Marne, in cui sono sottoposti ad una caccia molto intensa, confrontandola con quella di un territorio con caccia poco intensa nei Pirenei.
E’ risultato che la fertilità dei cinghiali è notevolmente più alta quando la caccia è intensa.
Inoltre quando la caccia è intensa la maturità sessuale viene raggiunta più presto, prima della fine del primo anno di vita. Così i cinghiali raggiungono la maturità sessuale con un peso medio inferiore quando la caccia è intensa.

Invece, nei territori in cui sono presenti pochi cacciatori la moltiplicazione dei cinghiali è minore, e la maturità sessuale viene raggiunta più tardi, con un peso medio più elevato (S.Servanty et al., Journal of Animal Ecology, 2009).
Anche il Prof. Josef H. Reichholf, che dirige la Sezione dei Vertebrati del Museo Statale Zoologico di Monaco di Baviera, ritiene che la caccia causi una più intensa moltiplicazione degli animali selvatici rispetto alle condizioni naturali.
Infatti, poichè la caccia ha luogo soprattutto in autunno ed in inverno, se in un territorio vengono uccisi molti animali, i sopravvissuti avranno una maggiore disponibilità di cibo. Gli animali meglio nutriti si riproducono più presto in primavera e danno una discendenza più numerosa (Suddeutsche Zeitung, 28 gennaio 2009).

I cinghiali hanno una struttura sociale molto sensibile. Una cinghialessa dominante, che va in estro una volta all’anno, guida il gruppo. Il cosiddetto sincronismo di estro fa sì che le altre femmine del gruppo siano feconde contemporaneamente.
Inoltre essa trattiene i giovani ed impedisce in tal modo maggiori danni alle coltivazioni.
Se la femmina dominante viene uccisa, il gruppo si disperde, gli animali senza guida irrompono nei campi, tutte le femmine diventano feconde più volte nell’anno e si riproducono in modo incontrollato.

Norbert Happ, il più noto conoscitore tedesco dei cinghiali, cacciatore egli stesso, avverte: “L’aumentata riproduzione è causata dall’uomo”.
Della motiplicazione esplosiva dei cinghiali sarebbero responsabili gli stessi cacciatori: “Relazioni sociali disordinate con estri non coordinati e moltiplicazione incontrollata sono da imputare esclusivamente all’esercizio della caccia”, scrive Happ nella rivista venatoria “Wild und Hund” (23/2002).

Ciò significa che la caccia non risolve alcun problema ecologico, anzi ne crea!

Naturalmente la moltiplicazione degli animali selvatici dipende anche dalla disponibilità di cibo. Ma quanto a lungo i cinghiali hanno a disposizione campi di mais? Sicuramente non più di un mese all’anno.
Invece i cacciatori mediante foraggiamento legale o illegale forniscono un cibo innaturale e contribuiscono così alla loro moltiplicazione. Solo nel Baden-Wurttemberg vengono sparsi ogni anno 4.000 tonnellate di mais, che corrispondono circa a 100 chili per cinghiale abbattuto.

La conclusione è sempre la stessa: Gli animali selvatici hanno meccanismi di autoregolazione, almeno in condizioni naturali; gli interventi umani, come quelli legati alla caccia, sono causa di squilibri

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Fonte: http://www.abschaffung-der-jagd.de

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LAC – Lega Abolizione Caccia

e-mail:info@abolizionecaccia.it – Sito Web: http://www.abolizionecaccia.it

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