Monthly Archives: Febbraio 2011

Wikileaks: Afghanistan, servilismo bipartisan

I cablo di WikiLeaks pubblicati da Repubblica e L’Espresso non svelano nulla di nuovo riguardo all’asservimento del governo Berlusconi agli Usa, e celano una realtà scomoda per il Pd.

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di Enrico Piovesana

I cablo di WikiLeaks pubblicati da Repubblica e L’Espresso non solo non svelano nulla di nuovo riguardo all’asservimento del governo Berlusconi all’alleato statunitense, ma celano una realtà scomoda per il gruppo editoriale di riferimento del Pd: ovvero che il precedente governo Prodi non fu da meno in termini di servilismo verso gli Usa, con l’aggravante che tutto veniva fatto in segreto.

Non era un mistero che il Cavaliere e il suo scudiero Ignazio, pur di non perdere il sostegno della Casa Bianca, siano stati più lealisti del re, mettendosi sull’attenti e rispondendo signorsì ad ogni ordine del Pentagono: lo si è sempre saputo.
PeaceReporter
, come tutta la grande stampa nazionale, ha raccontato ogni tappa di questa triste storia.

Nel maggio 2008, il neo-insediato governo Berlusconi inviava un chiaro messaggio alla Casa Bianca, dove ancora sedeva Bush: ”L’Italia è pronta a discutere con la Nato la revisione dei caveat al fine di garantire una maggiore efficacia e flessibilità di impiego delle nostre truppe”.

Una ”accresciuta disponibilità” dell’Italia a combattere per gli americani che veniva confermata un mese dopo, a giugno, in occasione della visita romana di Bush: Frattini e La Russa annunciavano il ”rafforzamento” del contingente italiano e una maggiore ”flessibilità” del loro impiego con la rimozione del caveat che prevedeva il preavviso di 72 ore per l’impiego bellico delle nostre truppe.  (leggi tutto)

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Fonte: PeaceReporter

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Piemonte – Referendum sulla Caccia, dopo 23 anni si dovrà votare

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Nel 1987 vennero raccolte in Piemonte 60.000 firme alla richiesta di un referendum popolare sulla caccia. I cittadini del Piemonte avrebbero dovuto votare nel 1988. Per 23 anni le Amministrazioni regionali di ogni colore, con strumentali iniziative legislative ed illegittimi provvedimenti amministrativi hanno sempre impedito il voto popolare. Dopo ben 23 anni la Corte d’Appello di Torino – Sezione prima civile, con sentenza del 29 dicembre 2010 ha dato ragione al Comitato promotore del referendum regionale.  La Regione Piemonte dovrà da subito riattivare le procedure referendarie per fare esprimere gli elettori piemontesi sulla caccia.

Il quesito chiede ai cittadini se sono favorevoli a ridurre drasticamente l’attività venatoria attraverso le seguenti azioni:


a) protezione per 25 specie selvatiche oggi cacciabili (17 specie di uccelli e 8 specie di mammiferi);

b) divieto di caccia sul terreno innevato;

c) abolizione delle deroghe ai limiti di carniere per le aziende faunistiche private;

d) divieto di caccia la domenica.


Non era possibile nel 1987 proporre un quesito che abolisse del tutto la caccia attraverso un referendum regionale, essendo l’attività venatoria prevista da una legge nazionale.

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Fonte:  LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia)


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Spagna: il potere dell’ingiustizia

Condannato Simone Righi, il nostro connazionale a cui hanno ucciso i cani.

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Si è concluso nel peggiore dei modi il processo che il Tribunale di Cadice, in Spagna, ha intentato contro Simone Righi, il nostro connazionale al quale avevano ucciso i cani. I fatti risalgono al 2007 quando Simone Righi e Jo Fiori (vedi articolo GeaPress) si recano in vacanza in Spagna. Pensano di trasferirsi e per questo mettono per alcuni giorni i loro cani a pensione. Li ritroveranno, invece, uccisi da un miorilassante vietato dalla legge. Qual canile funziona anche come canile convenzionato con le pubbliche amministrazioni ed a leggere le cronache dei giornali locali vengono in mente tante ipotesi di inciuci politici imprenditoriali da ricordarci le disgrazie gestionali del randagismo di casa nostra. I cani, in Spagna, dopo alcuni giorni dall’accalappiamento vengono uccisi e forse quelli di Jo e Simone vengono scambiati per randagi.

Gli animalisti locali non ne possono più e denunciano le strane connivenze che si vociferano esserci anche nel corso di una manifestazione indetta dopo la morte dei tra cagnetti di Simone. Partecipano anche i nostri connazionali. Simone mostra a tutti le foto dei suoi cani e mentre sta gridando la sua rabbia, nel vicolo dove erano stati chiusi dalla Polizia locale, viene gettato a terra e trasportato in prigione. Intanto, distante dal vicolo, vi è anche il Sindaco del paese. Il tutto viene filmato (vedi filmato) e ben documentato dai giornalisti locali.

Parte la denuncia contro il canile e stranamente parte anche il processo contro Simone. Accusato di che cosa? Dell’inverosimile. Nonostante quanto documentato dal video, Simone viene ora ritenuto colpevole di avere tentato l’aggressione al Sindaco. Poi viene anche accusato di avere resistito ai poliziotti, ed infine di aver loro procurato delle lesioni. Nel processo di primo grado, conclusosi lo scorso 24 gennaio, la Corte accetta l’improbabile tesi che il video è antecedente all’aggressione. Non si capisce però come Simone possa aver successivamente aggredito visto che viene portato via dalla Polizia locale. Il documento è talmente palese che dopo il primo arresto di Simone Righi la nostra rappresentanza diplomatica interviene finanche in una nota trasmissione televisiva condotta da Giancarlo Magalli per prendere le difese di Righi. Così la pensano centinaia di spagnoli presenti nei luoghi che hanno dato manforte alla tesi del nostro connazionale. Dello stesso tenore i racconti dei giornalisti locali che confermano al processo la sua deposizione.  (leggi tutto)

Guarda il video

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Fonte:  GeaPress

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