Monthly Archives: Febbraio 2011

Facebook Revolutions

Gli strumenti della rivoluzione

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Dalla libreria di terrelibere.org il nuovo eBook Facebook Revolutions”.

Twitter, Facebook e YouTube non sono il movimento, ma gli strumenti del movimento. Quelli che hanno permesso di abbattere un regime pluridecennale, feroce e liberticida. Nelle piazze, gli attivisti avevano in una mano la bandiera, nell’altra il cellulare. Foto, post e tweet hanno incendiato gli animi e sconfitto la censura. Un pirata informatico è diventato ministro. Un rapper ha cantato la rivoluzione da YouTube. Niente sarà più come prima. E non solo nel mondo arabo.


Dalla Tunisia all’Egitto le proteste popolari di massa hanno parlato una sola lingua: basta regimi dittatoriali, la gente comune vuole libere elezioni e democrazia.

I manifestanti hanno alzato più volte lo stesso cartello: “Game Over”. Segno della consapevolezza che quelle immagini sarebbero arrivate ai sostenitori internazionali dei despoti che governano da venti, trent’anni. Le hanno chiamate “le rivoluzioni di Facebook e Twitter”. Non sono stati i social media a mandare Zine el-Abidine Ben Ali in esilio a Jedda.

Ma senza questi strumenti non ci sarebbe stata la “rivoluzione dei gelsomini”. I nuovi mezzi di comunicazione hanno permesso di diffondere informazioni, video e fotografie aggirando la censura e connettendo le persone all`interno dello stesso paese, da un paese all’altro, con l`opinione pubblica internazionale.

La rivoluzione, poi, l’hanno fatta le persone nelle strade. Opponendo i loro corpi alla repressione e pagando anche con la vita. In una mano un cartello o una bandiera, nell`altra il cellulare. Un largo movimento di massa è cresciuto a causa della sofferenza delle persone in un preciso contesto politico, economico e sociale. Twitter, Facebook e YouTube non sono il movimento, sono gli strumenti del movimento.

Hanno dato voce a questa gente, che si è ritrovata unita dalla fame di libertà. I regimi hanno perso perché pur nel loro costante controllo dell’informazione con tutti i mezzi della censura, hanno sottovalutato il potere dei social network.

L`Occidente si è trovato sorpreso e impreparato perché ha continuato a raccontare la favola di masse amorfe, attratte al più dai richiami dei muezzin. La società civile europea è in gran parte rimasta ai luoghi comuni delle parabole, degli sbarchi dei disperati o dell`invasione. E non ha capito cosa stava fermentando dall`altra parte del Mediterraneo.

Vai all’anteprima dell’eBook

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Sei soluzioni tecniche per proteggere la libertà d’espressione nei regimi autoritari

Introduzione

Internet è ormai uno dei mezzi più potenti mai creati per dar voce ai popoli oppressi di tutto il mondo. Purtroppo, le nuove tecnologie hanno anche fornito ai regimi autoritari nuovi strumenti per identificare chi alza la voce contro la censura e la sorveglianza e per compiere rappresaglie contro gli oppositori. Quelli che seguono sono sei consigli fondamentali per chi sta cercando di far sentire la propria voce e non vuole essere vittima della sorveglianza e della censura di uno stato autoritario, oltre a quattro proposte per chi vuole aiutare i cittadini colpiti dalla repressione.

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I. Idee per attivisti e per cittadini di regimi autoritari

1. Imparate a valutare il rischio

Il primo passo da compiere per cercare di difendersi dalla sorveglianza digitale e dalla censura è comprendere il concetto di valutazione del rischio. La valutazione del rischio serve a stabilire quali siano i pericoli da affrontare, quanto siano seri e probabili questi rischi e a quali tecniche di difesa sia meglio dare priorità.
Lungi dall’essere garantita da lucchetti e antivirus particolarmente potenti, la sicurezza consiste in una serie di compromessi da trovare per gestire il rischio, come del resto facciamo continuamente nel corso della nostra vita quotidiana. Quando decidiamo di attraversare la strada senza passare sulle strisce, abbiamo fatto un compromesso: soppesando il rischio di essere investiti e la fatica di arrivare fino in fondo alla strada, valutiamo il pericolo osservando la strada per vedere se arrivano macchine. Il bene da proteggere in questo caso è la nostra salute fisica, ma in tutti i casi per ottenere il risultato che desideriamo dobbiamo chiederci quanto sia elevato il rischio di perdere il bene prezioso che si vuole proteggere. Per sapere di più sulla valutazione del rischio, potete consultare questo manuale dell’EFF (in inglese).

2. Attenzione al malware

“Malware” è un termine generico che fa riferimento a virus, worm, trojan, keystroke logger, spyware, rootkit e qualunque altro software che induca un computer a spiare le vostre attività contro i vostri interessi.
Se un governo è riuscito a installare un malware sul computer che usate, tutto il resto non conta: i vostri file e le vostre comunicazioni sono sotto sorveglianza.
Se usate un computer vostro, assicuratevi di installare gli aggiornamenti di sicurezza e di usare un antivirus e un software antirootkit. Tenete conto, comunque, che queste misure garantiscono una protezione limitata. Per un approfondimento su come usare gli antivirus e i firewall, consultate questa guida (in inglese).

È importante considerare che se usate un computer utilizzato da più persone, ad esempio in un Internet cafè o in una biblioteca pubblica, il rischio di essere sorvegliati da un malware è maggiore. Se proprio dovete usare un computer pubblico per trasmettere comunicazioni delicate, sarà meglio utilizzare una chiavetta USB o un CD bootabili (come Incognito) per limitare gli effetti del malware.
Potete usare una USB o un CD bootabili anche per le attività più delicate che svolgete sul vostro computer personale.

3. Scegliete i canali di comunicazione meno rischiosi (leggi tutto)



“Se non ora quando” – Mobilitazione delle donne italiane!

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Appello alla Mobilitazione delle donne italiane domenica 13 febbraio 2011

In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.

Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.  (leggi tutto)

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clicca qui per firmare l’appello

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L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI CITTA’ ITALIANA

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