Monthly Archives: Gennaio 2011

Il monopolio della Chiesa sulle nostre vite

Il monopolio statale in materia scolastica e le minacce dell’educazione sessuale e civile alla libertà religiosa, sono tra i temi che Benedetto XVI ha affrontato durante l’udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Per il Papa è “preoccupante” che il “servizio che le comunità religiose offrono a tutta la società, in particolare per l’educazione delle giovani generazioni, sia compromesso o ostacolato da progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell’America Latina”.

Quali sarebbero questi progetti di legge a cui il Papa fa riferimento? E soprattutto quali sarebbero i servizi offerti dalle comunità religiose per l’educazione dei giovani? E questi servizi da chi sarebbero lautamente pagati?

Prendiamo l’esempio italiano, che è quello che conosciamo meglio. Ogni provvedimento legislativo, di qualunque governo, ha sempre previsto uno stanziamento più che generoso di milioni di finanziamenti alle scuole private. In Italia la stragrande maggioranza delle scuole private risulta gestita direttamente da ordini o istituti cattolici o si ispira all’educazione cattolica.

Le circa 7.000 scuole cattoliche ricevono infatti denaro pubblico sotto forma di: sussidi diretti, per la gestione di scuole dell’infanzia e primarie; finanziamenti di progetti finalizzati all’elevazione di qualità ed efficacia delle offerte formative di scuole medie e superiori; i “buoni scuola” per le scuole di ogni ordine e grado come contributo alle famiglie.

Mentre nelle scuole pubbliche mancano soldi per il funzionamento didattico e amministrativo e si chiede alle famiglie di partecipare ad ogni spesa, compreso l’acquisto della carta igienica, i “buoni scuola” per l’iscrizione alle scuole cattoliche di ogni ordine e grado, oggi ci costano oltre 9 milioni di euro all’anno. (leggi tutto)

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Fonte: Me-DeA

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Napoli Sotteranea: Contest di arti realizzate dal basso di Riprendiamoci le strade

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Il contest ha come obiettivo quello di creare uno spazio, un’opportunità per tanti di incontrarsi, confrontarsi, spremersi le meningi, arricchirsi a vicenda, provando a dare respiro e prospettiva alla dimensione artistica che nasce e si sviluppa al di fuori del contesto “ufficiale”, raccogliendo quel sottobosco di produzione che nasce dalle contraddizioni della realtà e ha nella critica ad essa il suo elemento centrale.
L’obiettivo, quindi, diventa partecipare, ma non è tutto: si può anche vincere!

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NAPOLI SOTTERRANEA
Contest di arti realizzate dal basso

In tutti gli ambiti di espressione e di produzione artistica è palese l’impegno da parte della grande distribuzione di assorbire ed inglobare gli esperimenti più innovativi, introiettando in essi differenti valori o svuotandoli della carica di sovversione e critica all’esistente.

La vittima di questa necessità di contenere, di depotenziarne ogni tentativo autonomo e indipendente di espressione artistica, è proprio l’energia creativa e reattiva, frutto delle contraddizioni che la strada suggerisce ma che la società nasconde.

Restituire alla strada quello che da essa proviene. Lasciare che le contraddizioni vengano fuori, in tutta la brutalità, non sepolte sotto il controllo tipico delle grandi etichette, della pubblicità, del pensiero unico, è quello che vorremmo fosse il tema delle opere.
Immaginare e creare senza che i nostri sogni vengano sacrificati sull’altare del profitto.

Dalla strada alla strada, dunque, e che cento fiori sboccino sotto le pietre e l’asfalto di questa città. E che siano fiori eretici.

E’ possibile iscriversi ad una o più aree artistiche inviando le proprie produzioni a:
contest@riprendiamocilestrade.org

(Scadenze 28 febbraio – 15 maggio 2011)

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Contatti e info:  Contest…

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Diritti animali: ‘Liberazioni’, arriva la nuova rivista dell’antispecismo

Nasce Liberazioni, rivista cartacea e periodica di critica antispecista

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La riflessione sull’animale attraversa tutta la storia del pensiero occidentale in forme più o meno benigne e con effetti più o meno mortiferi. Non pretendiamo certo di essere i primi a constatare come, nei millenni che segnano i poderosi e inattesi sviluppi della civiltà, la sorte della vita non umana sia stata segnata da una brutalità e da una spietatezza che si lasciavano anticipare già dallo sguardo con cui gli umani hanno sempre eluso la morte degli altri animali.

Voci contrarie, per quanto impotenti e isolate, si sono sempre sollevate a difesa di quelle vite, restituendo così agli umani almeno la dignità di una pietas di cui l’intera storia sembra aver lavorato per estirparne ogni residua traccia. È sul solco di questa protesta, che non ha cessato di qualificarsi come ‘etica’, che negli ultimi due secoli sono sorte nell’opinione pubblica diverse tendenze, per lo più etichettate come ‘movimenti per i diritti animali’, che hanno iniziato con difficoltà ad affrancarsi dalla minorità sociale e culturale cui erano relegate e che le ha portate ad elaborare, da trent’anni a questa parte, i primi tentativi di fondazione teorica di un’etica e, più in generale, di un pensiero radicalmente non antropocentrico. (leggi tutto)

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Fonte:  il Cambiamento

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