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Thomas Mann “Tonio Kröger” | La maledizione dell’arte

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10/06/2020

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Una persona sana e ammodo non scrive, né recita, né compone… […] spesso mi sento mortalmente stanco di rappresentare l’umano senza prendervi parte… C’è da chiedersi se l’artista, in fondo, sia un uomo.”

Thomas Mann, “Tonio Kröger”

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Possiedo una copia del romanzo breve “Tonio Kröger” di Thomas Mann (1903) pubblicato, in edizione provvisoria, nel 1945 da Mondadori per la Collezione “Le Pleiadi”.

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Questo brillante romanzo breve è anche un classico esempio di ‘doppia ottica’ di Mann, la sua intenzione di fare appello simultaneamente agli intenditori e al pubblico in generale. Tonio Kröger è sia emotivamente avvincente che intellettualmente stimolante. Unisce una commovente storia d’amore adolescenziale agrodolce con una serie di profonde riflessioni sullo status dell’artista in relazione alla società. Il tono intenso e toccante del romanzo deve molto all’opera di Theodor Storm che Mann ha molto ammirato. Nel secondo capitolo c’è un riferimento alla novella di Storm “Immensee” e una citazione da una poesia di Storm: ‘Vorrei dormire; ma devi ballare ‘.

Tonio Kröger ha una duplice eredità, borghese a causa del padre  della Germania del nord ed artistica della madre  sudamericana. Di conseguenza si sente, contemporaneamente, tirato in due diverse direzioni, diviso tra i due mondi quello borghese e quello dell’artista. Tonio Kröger ritiene che ‘vita’ ed ‘intelletto’ si escludano a vicenda e che, in quanto rappresentante dell’ intelletto, l’artista debba essere sempre escluso dalla banalità della vita quotidiana. Tonio Kröger si trova anche tra due mondi in termini sessuali, poiché sperimenta sia il desiderio omosessuale per Hans Hansen che il desiderio eterosessuale per Ingeborg Holm.

Interessante ed intenso anche il dialogo con l’amica Lisaveta. Dialogo che risulta essere una dura critica sull’arte e l’artista:

Non parlate di “mestiere”, Lisaveta Ivanovna! La letteratura non è affatto un mestiere, ma una maledizione, perché lo sappiate. E da quando comincia a farsi sentire questa maledizione? Presto, terribilmente presto. A un’epoca in cui si potrebbe ragionevolmente pretendere di vivere d’amore e d’accordo con Dio e con il mondo, uno comincia a sentirsi segnato, a rendersi conto d’essere in incomprensibile contrasto con gli altri, coi normali, con la gente ordinaria; sempre più in fondo si scava l’abisso di ironia, d’incredulità, d’opposizione e di lucidità, di sensibilità, che lo separa dagli uomini; la solitudine lo inghiotte, e da quel momento non c’è più possibilità di intesa.”

Alla fine non ci sarà una soluzione per le due posizioni in antitesi ma ci sarà solo un avvicinamento, una conciliazione tra l’artista e l’uomo. Infatti, man mano che Tonio cresce, il suo talento matura e diventa uno scrittore, ma si sente ancora uno sconosciuto e desidera ardentemente adattarsi al mondo. Continua a preoccuparsi della dicotomia essenziale tra vita e arte, tra felicità personale e disciplina. È noto che questi temi hanno ossessionato Mann durante tutta la sua carriera e Tonio Kröger racchiude in sé sicuramente tutta la storia umana ed artistica dell’autore.

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ma.du.

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Approfondimenti

Thomas Mann

Das Kabarett – Tonio Kröger di Thomas Mann

Scarica e leggi “Tonio Kröger”

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Arte, cultura e spettacolo | Lettera aperta al Ministro Franceschini

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Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea

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I lavoratori e i luoghi dello spettacolo dal vivo, competenze e spazi preziosi per la salute delle comunità: quali prospettive reali?

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Egregio Ministro Franceschini,

C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – con i suoi oltre 150 soci, rappresenta un arcipelago di imprese e lavoratori dello spettacolo dal vivo che fa dell’eterogeneità la sua forza.

Sin dall’inizio dell’emergenza Covid_19 C.Re.S.Co ha lavorato di concerto con altre sigle del settore all’elaborazione di proposte concrete che in numerose occasioni abbiamo presentato a Lei e al Governo.

Comprendiamo la difficoltà di prevedere con certezza l’andamento dell’emergenza sanitaria indotta dal coronavirus, così come l’attenzione prioritaria del Governo nei confronti della salute delle cittadine e dei cittadini e mai vorremmo che venisse trascurata. Vogliamo tuttavia ragionare insieme a Lei su quale sia la definizione di “cittadino in salute”.

Un cittadino che vive nella paura si può considerare un cittadino in salute?

Un cittadino che sostituisce il reale col virtuale – dopo anni di campagne contro le dipendenze digitali – è un cittadino in salute?

Una comunità – che è l’insieme dei suoi cittadini – senza il rito collettivo del teatro è una comunità in salute?

Non si può immaginare che tutto torni così com’era. Serve un distanziamento fisico compensato da una grande vicinanza sociale. È necessario evitare assembramenti.

Sono tutte affermazioni sacrosante, che condividiamo in pieno e, pur leggendole e rileggendole, non troviamo – nemmeno tra le righe – la connessione tra esse e il silenzio assoluto su qualsiasi ipotesi concreta di ripresa delle attività teatrali. Sarebbe evidente il nesso se considerassimo i teatri come centri commerciali e consumifici di massa, ma confidiamo che il Governo abbia ben presente che il ruolo degli spazi di pubblico spettacolo somiglia molto di più a quello di presidi culturali e civici di prossimità sui territori, pronti ad attrezzarsi per rispondere, nel rispetto di ogni vincolo imposto, alla “domanda di comunità” che oggi si leva dalle cittadine e dai cittadini di questo Paese. Siamo tutti coscienti che la fase 2 è scaturita dall’urgenza di non aggravare il presente portando al collasso l’intero Paese. Non possiamo che essere d’accordo, poiché riscontriamo giorno dopo giorno l’aggravarsi delle condizioni di imprese e lavoratori dello spettacolo, tale da poter comportare il fallimento di moltissime realtà medio piccole che contribuiscono al grande fermento artistico del nostro Paese.

Come certamente Lei sa, per molti lavoratori dello spettacolo, ogni giorno senza lavoro è un giorno senza reddito, nonostante le misure di tutela previste dal Decreto Cura Italia: non esistono ancora certezze, ad esempio, sull’indennità di aprile sia per i lavoratori dello spettacolo sia per gli autonomi, che non potranno certo sopravvivere a lungo con 600 euro al mese.

Consapevoli che dovremo attendere le prossime settimane per una ragionevole tempistica sulla ripartenza delle attività aperte al pubblico in spazi chiusi, richiamiamo intanto la Sua attenzione sulla ripresa di:

– attività che si svolgono in assenza di pubblico, in primis il lavoro negli uffici – al fine di tornare a progettare il futuro dello spettacolo dal vivo;

– le prove delle compagnie per la realizzazione di nuove produzioni;

– attività per cui le misure di contenimento del virus risulterebbero di facile gestione, come le attività formative laboratoriali;

– attività di spettacolo all’aperto, prioritarie tanto per permettere ai lavoratori dello spettacolo di tornare al lavoro quanto per invitare gli spettatori/cittadini a superare la paura che l’isolamento protratto ha determinato, ricreando così le comunità.

Arriverà poi il momento, che tutti aspettiamo, della riapertura dei teatri al pubblico.

Le chiediamo di dedicare particolare attenzione agli spazi con capienza inferiore a 200 posti, che non saranno nelle condizioni di riaprire a meno che non vengano garantite misure che definiremmo ammortizzatori sociali per il pubblico – ovvero specifici dispositivi di ristoro che possano compensare i mancati incassi da botteghino.

E’ necessario comprendere che non è immaginabile un futuro per il Sistema dello spettacolo dal vivo in Italia che non si occupi di sostenere oggi i soggetti più fragili e spesso più generativi; in questo senso probabilmente è stata immaginata la dotazione di 20 milioni di euro destinati ai soggetti extra Fus, le cui misure purtroppo hanno tutto l’aspetto di un’azione finalmente rivoluzionaria ma rimasta intentata fino in fondo: quella di mappare organicamente tutto quel sistema che sta fuori dal Sistema e che paradossalmente lo sostiene.

La proposta di C.Re.S.Co prevedeva l’individuazione di semplici fasce o di scaglioni oggettivi all’interno dei quali assegnare un medesimo contributo, perché si operasse attribuendo parti eguali a soggetti eguali, così da far corrispondere a ogni segmento un indennizzo quanto più adeguato e rispettoso delle differenze.

Facendo seguito a queste riflessioni di carattere generale, riconfermiamo la volontà di mettere a servizio del Paese la nostra visione e le nostre proposte tecniche, affinché lo spettacolo dal vivo possa recuperare il valore politico che ricopre da 2.500 anni, essendo fondamentale nella vita di ogni polis.

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Il Coordinamento C.Re.S.Co

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Primo Festival dell’Arte IRregolare

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Oggi è l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, sono già passati 15 anni.
E siccome di quel giorno oggi ne parlano tutti ma proprio tutti, noi di Cacao vi parliamo d’altro.
Ringrazio Jacopo Fo che ci ha dato spazio questa settimana per raccontarvi di un evento che ci sta particolarmente a cuore: il primo Festival dell’Arte IRregolare che si terrà ad Alcatraz dal 2 al 4 ottobre.

Era il 2014 quando Jacopo, armato di pennelli e colori, dipingeva un bellissimo murales a Bologna, al Dipartimento di Salute Mentale. Iniziava così una collaborazione tra gli artisti Irregolari Bolognesi e il Nuovo Comitato Nobel per i Disabili.
Quel 14 ottobre – Giornata della Salute Mentale – abbiamo presentato anche la Galleria Virtuale che raccoglieva le opere degli stessi artisti.

Arte IRregolare è un percorso culturale dedicato alla creatività differente e alla bellezza nascosta che non trova spazio nei consueti canali espositivi.
E in questi due anni la nostra Galleria si è allargata anche ad altre città e oggi accoglie 40 artisti con oltre 350 opere.
E allora vogliamo festeggiare tutto questo con una mostra, una giornata formativa (sono previsti crediti ECM) e la proiezione di un film in collaborazione con il PERSO Film Festival di Perugia dal 2 al 4 ottobre ad Alcatraz. Insomma, con un Festival.

Dal 2 al 4 ottobre ad Alcatraz saranno presenti operatori, artisti ed esperti, uno per tutti: il prof. Giorgio Bedoni, psichiatra ed esperto di Arte IRegolare.
Esporremo oltre 70 opere e ne parleremo con gli autori.

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Potete vedere il programma qui e per informazioni potete scrivere a gabriella@comitatonobeldisabili.it o telefonare allo 075/9229776 o ad Alcatraz allo 075/9229938.

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Video: “FESTIVAL DELL’ARTE IRREGOLARE – OUTSIDER ART FESTIVAL (prima edizione)”

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Fonte: comitatonobeldisabili.it

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