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Arte, cultura e spettacolo | Lettera aperta al Ministro Franceschini

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Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea

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I lavoratori e i luoghi dello spettacolo dal vivo, competenze e spazi preziosi per la salute delle comunità: quali prospettive reali?

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Egregio Ministro Franceschini,

C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – con i suoi oltre 150 soci, rappresenta un arcipelago di imprese e lavoratori dello spettacolo dal vivo che fa dell’eterogeneità la sua forza.

Sin dall’inizio dell’emergenza Covid_19 C.Re.S.Co ha lavorato di concerto con altre sigle del settore all’elaborazione di proposte concrete che in numerose occasioni abbiamo presentato a Lei e al Governo.

Comprendiamo la difficoltà di prevedere con certezza l’andamento dell’emergenza sanitaria indotta dal coronavirus, così come l’attenzione prioritaria del Governo nei confronti della salute delle cittadine e dei cittadini e mai vorremmo che venisse trascurata. Vogliamo tuttavia ragionare insieme a Lei su quale sia la definizione di “cittadino in salute”.

Un cittadino che vive nella paura si può considerare un cittadino in salute?

Un cittadino che sostituisce il reale col virtuale – dopo anni di campagne contro le dipendenze digitali – è un cittadino in salute?

Una comunità – che è l’insieme dei suoi cittadini – senza il rito collettivo del teatro è una comunità in salute?

Non si può immaginare che tutto torni così com’era. Serve un distanziamento fisico compensato da una grande vicinanza sociale. È necessario evitare assembramenti.

Sono tutte affermazioni sacrosante, che condividiamo in pieno e, pur leggendole e rileggendole, non troviamo – nemmeno tra le righe – la connessione tra esse e il silenzio assoluto su qualsiasi ipotesi concreta di ripresa delle attività teatrali. Sarebbe evidente il nesso se considerassimo i teatri come centri commerciali e consumifici di massa, ma confidiamo che il Governo abbia ben presente che il ruolo degli spazi di pubblico spettacolo somiglia molto di più a quello di presidi culturali e civici di prossimità sui territori, pronti ad attrezzarsi per rispondere, nel rispetto di ogni vincolo imposto, alla “domanda di comunità” che oggi si leva dalle cittadine e dai cittadini di questo Paese. Siamo tutti coscienti che la fase 2 è scaturita dall’urgenza di non aggravare il presente portando al collasso l’intero Paese. Non possiamo che essere d’accordo, poiché riscontriamo giorno dopo giorno l’aggravarsi delle condizioni di imprese e lavoratori dello spettacolo, tale da poter comportare il fallimento di moltissime realtà medio piccole che contribuiscono al grande fermento artistico del nostro Paese.

Come certamente Lei sa, per molti lavoratori dello spettacolo, ogni giorno senza lavoro è un giorno senza reddito, nonostante le misure di tutela previste dal Decreto Cura Italia: non esistono ancora certezze, ad esempio, sull’indennità di aprile sia per i lavoratori dello spettacolo sia per gli autonomi, che non potranno certo sopravvivere a lungo con 600 euro al mese.

Consapevoli che dovremo attendere le prossime settimane per una ragionevole tempistica sulla ripartenza delle attività aperte al pubblico in spazi chiusi, richiamiamo intanto la Sua attenzione sulla ripresa di:

– attività che si svolgono in assenza di pubblico, in primis il lavoro negli uffici – al fine di tornare a progettare il futuro dello spettacolo dal vivo;

– le prove delle compagnie per la realizzazione di nuove produzioni;

– attività per cui le misure di contenimento del virus risulterebbero di facile gestione, come le attività formative laboratoriali;

– attività di spettacolo all’aperto, prioritarie tanto per permettere ai lavoratori dello spettacolo di tornare al lavoro quanto per invitare gli spettatori/cittadini a superare la paura che l’isolamento protratto ha determinato, ricreando così le comunità.

Arriverà poi il momento, che tutti aspettiamo, della riapertura dei teatri al pubblico.

Le chiediamo di dedicare particolare attenzione agli spazi con capienza inferiore a 200 posti, che non saranno nelle condizioni di riaprire a meno che non vengano garantite misure che definiremmo ammortizzatori sociali per il pubblico – ovvero specifici dispositivi di ristoro che possano compensare i mancati incassi da botteghino.

E’ necessario comprendere che non è immaginabile un futuro per il Sistema dello spettacolo dal vivo in Italia che non si occupi di sostenere oggi i soggetti più fragili e spesso più generativi; in questo senso probabilmente è stata immaginata la dotazione di 20 milioni di euro destinati ai soggetti extra Fus, le cui misure purtroppo hanno tutto l’aspetto di un’azione finalmente rivoluzionaria ma rimasta intentata fino in fondo: quella di mappare organicamente tutto quel sistema che sta fuori dal Sistema e che paradossalmente lo sostiene.

La proposta di C.Re.S.Co prevedeva l’individuazione di semplici fasce o di scaglioni oggettivi all’interno dei quali assegnare un medesimo contributo, perché si operasse attribuendo parti eguali a soggetti eguali, così da far corrispondere a ogni segmento un indennizzo quanto più adeguato e rispettoso delle differenze.

Facendo seguito a queste riflessioni di carattere generale, riconfermiamo la volontà di mettere a servizio del Paese la nostra visione e le nostre proposte tecniche, affinché lo spettacolo dal vivo possa recuperare il valore politico che ricopre da 2.500 anni, essendo fondamentale nella vita di ogni polis.

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Il Coordinamento C.Re.S.Co

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Coronavirus | Persone senza fissa dimora e negazione del diritto alle cure

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Emergenza Coronavirus. Un vademecum per istituire la via fittizia

6 Mar, 2020 | Audio, Comunicati stampa, Video

Bisogna occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed è costretto a vagare per le città. Diciamo da più di vent’anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessità assumono una drammatica urgenza. La fio.PSD e Avvocato di strada mettono a disposizione di tutti i Comuni un vademecum per deliberare l’istituzione della Via Fittizia, uno strumento necessario per garantire la residenza alle persone senza dimora e, con essa le necessarie cure.

“La residenza anagrafica – sottolinea Cristina Avonto, presidente fio.PSD – è la porta principale di accesso ad una serie di diritti fondamentali ma per tante persone senza dimora resta un diritto inaccessibile. Senza residenza non si ha accesso al sistema sanitario nazionale se non per cure di pronto soccorso, non si può scegliere un medico curante tanto più necessario in questo periodo di emergenza Coronavirus, non si può ricevere una pensione, non si ha diritto all’assistenza dei servizi sociali, in molti casi non si può lavorare. Di fatto non avere la residenza anagrafica rappresenta un ostacolo enorme per chi vive già in una situazione difficilissima”.

“Quella della residenza anagrafica – afferma Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di strada – è una delle nostre battaglie storiche. La legge riconosce l’importanza della residenza anagrafica ed è per questo che tutti i Comuni sono obbligati a riconoscerla a chi vive in un dato territorio. Se non hanno una dimora fissa le persone possono prendere la residenza eleggendo domicilio presso un’associazione, una mensa dove sono conosciuti, un dormitorio o presso una via fittizia che, come raccomanda da anni l’ISTAT a tutti i comuni italiani, deve essere istituita proprio a questo scopo. Con questa iniziativa, oltre a sensibilizzare le istituzioni, si è voluto creare una vera e propria guida messa a disposizione di tutti i comuni che non hanno ancora istituito la via fittizia.

“Dare la residenza – concludono Cristina Avonto e Antonio Mumolo – non è una concessione ma un diritto soggettivo. Senza residenza una persona è condannata a vivere nel limbo dell’invisibilità. Con la residenza una persona può intraprendere più facilmente un percorso di recupero e sperare di tornare a vivere una vita dignitosa. Ci auguriamo che grazie al nostro vademecum tutti i comuni decidano di istituire la via fittizia e che questo consenta a tante persone di tornare in possesso dei propri pieni diritti di cittadino. Auspichiamo inoltre che ANCI intenda condividere con tutti i Comuni questo vademecum. Oggi più che mai è evidente che il diritto alla salute è un diritto collettivo: se tutti siamo curati, diminuisce il rischio dei contagi”.

Vai al Vademecum

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Fonte: Avvocato di strada

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Calorie: confronto assurdo tra pancetta ed insalata

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SFONDO-VEGETALI-020

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[COMUNICATO STAMPA]
DIETA VEGETALE AMICA DELL’AMBIENTE, NON CERTO NEMICA,
COME CONFERMATO DA DECENNI DI STUDI: ASSURDO CONFRONTARE
LE CALORIE DELLA PANCETTA CON QUELLE DELL’INSALATA!

Varie agenzie e giornali titolano in questi giorni “Dieta vegetariana nemica dell’ambiente” e frasi simili, sostenendo che “la pancetta ha un minor impatto ambientale rispetto all’insalata” a parità di calorie.

Il problema di base in questo ragionamento è l’assurdità di mettere a confronto l’impatto “a parità di calorie” di due cibi con contenuto calorico diversissimo: sarebbe come dire che bere 1 litro di acqua ha un impatto infinitamente maggiore del mangiare 1 etto di pancetta “a parità di calorie”, visto che l’acqua ha un contenuto calorico nullo!

Ma in una normale dieta quotidiana il fabbisogno calorico non si ricava né dall’acqua, né dalle verdure: da queste ultime si ottengono la fibra, vitamine, minerali, fitocomposti, tanti micro e macro nutrienti utili, anzi indispensabili, alla nostra salute. Non è alla verdura che ricorriamo per raggiungere la quota calorica necessaria, ma ai cereali, ai legumi, alla frutta secca e semi, all’olio.

Al contrario, un ampio (ma non irrealistico) consumo di verdura ci aiuta proprio a evitare l’eccesso di calorie, facendoci raggiungere prima il senso di sazietà, grazie all’elevato contenuto di fibra.

Un incremento del consumo di verdura è necessario in qualsiasi regime alimentare, in quanto nell’odierna dieta media questi importanti alimenti vengono contemplati in quantità esigue, incompatibili con una sana ed equilibrata alimentazione. Questo però non significa che una data quantità di un alimento molto calorico – come può essere la pancetta, o un altro insaccato, o i formaggi – vada sostituita con una quantità 28 volte maggiore di un cibo che ha 28 volte meno calorie. E’ chiaro che ragionando in questo modo si possono “dimostrare” tesi assurde, perché si assume un consumo irrealistico di verdura.

Il numero 28 non è stato citato a caso: è esattamente il rapporto fra le calorie di 100 g di pancetta rispetto alle calorie di 100 g di insalata. Un etto di pancetta contiene circa 400 calorie, un etto di insalata 14. Quindi per ottenere 400 calorie dall’insalata ne dovremmo consumare quasi 3 kg! Ma chi si sognerebbe mai di compiere un’azione del genere? Un ragionamento simile vale anche per la altre verdure, per esempio le zucchine: nessuno consumerebbe mai 4 kg di zucchine per ottenere le stesse calorie di un etto di pancetta. Sarebbe semplicemente impossibile.

Quello che va invece confrontato sono due diete giornaliere complete, una 100% vegetale e una con una grande componente di cibi animali a parità di calorie: in quel caso è palese – ed è stato dimostrato da tanti studi degli ultimi decenni e mai smentito – che l’impatto di quella a base di cibi animali è molto più alto di quella 100% vegetale, da ogni punto di vista: emissioni di gas serra, consumo di acqua, di energia, di suolo.

Nessun conflitto tra salute ed ecologia, tutt’altro

Non esiste dunque alcun conflitto tra salute umana ed ecologia, anzi, è vero il contrario, e questo è stato di recente affermato in modo esplicito dal Dietary Guidelines Advisory Committee, il Comitato del dipartimento per la salute e del dipartimento per l’agricoltura del governo degli USA, sulla base dei più quotati studi scientifici pubblicati tra il 2000 e il 2015. Il comitato afferma che:

– tutti gli studi erano concordi nel dimostrare che maggiori consumi di cibi animali sono associati a un maggior impatto sull’ambiente, mentre maggiori consumi di cibi vegetali sono associati a un minor impatto.

– Gli studi erano concordi nel sostenere che le diete che promuovono una miglior salute promuovono anche la sostenibilità.

– Gli studi hanno mostrato che diete più sane che seguono le linee guida sono più sostenibili ambientalmente rispetto a quelle tipiche consumate dalla popolazione.

(Fonte: Appendix E-2.37. Part D. Chapter 5: Food Sustainability and Safety)

La logica e la matematica lo confermano

Questa è la realtà dei fatti, ed è facilmente spiegata da un punto di vista razionale: per ottenere la carne (ma anche latticini o uova) occorre coltivare il terreno per produrre cibo per gli animali d’allevamento, nutrire gli animali e poi macellarli. In media, per ogni kg di carne ottenuta da un animale, bisogna coltivare 15 kg di vegetali (cereali e leguminose, per lo più). E’ chiaro dunque che se invece si coltivano direttamente i vegetali per il consumo umano, senza questo passo intermedio di “trasformazione” da vegetali a carne, occorre coltivare molti meno vegetali (o, con gli stessi vegetali, si nutrirebbero molte più persone) e quindi si consuma meno terreno, meno acqua, meno energia e di conseguenza si emettono meno gas serra dal processo produttivo.

Nessuna “dimostrazione” o pseudo tale può contrastare questa realtà dei fatti, molto semplice da capire per tutti. Arrivare a sostenere che una dieta basata sui vegetali consuma più risorse confrontando le calorie della pancetta con quelle dell’insalata è davvero un pessimo servizio che si fa ai cittadini, un grave insulto alla loro intelligenza.

Scegliere se introdurre o meno nella propria alimentazione prodotti animali, fa la differenza, eccome, sull’impronta ecologica del singolo, e tale scelta è l’arma più potente che il singolo cittadino ha a disposizione per abbattere il proprio impatto negativo sull’ambiente: una dieta onnivora media, a parità di calorie, impatta quasi 7 volte tanto rispetto a una dieta 100% vegetale. (Fonte: Baroni L, Cenci L, Tettamanti M, Berati M Evaluating the environmental impact of various dietary patterns combined with different food production systems, Eur J Clin Nutr. 2007 Feb;61(2):279-86. Epub 2006 Oct 11).

E’ quindi particolarmente importante non lasciarsi fuorviare da esercizi di fantasia basati su presupposti irrealistici.

Comunicato di:
NEIC – Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione
http://www.nutritionecology.orginfo@nutritionecology.org

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