Tag Archives: antispecismo

Movimento di liberazione animale: appello per una presa di posizione contro le campagne pseudo-animaliste

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Appello Antispecista

CIWF (Compassion In World Farming): LA CHINA SCIVOLOSA DELLA COMPASSIONE

 

Per risolvere alcuni aspetti del trattamento iniquo che gli animali non umani sono costretti a subire negli allevamenti intensivi, alcune associazioni si occupano di “benessere animale”, e da molti anni si adoperano per rendere noti i gravi maltrattamenti e denunciare gli abusi più macroscopici. Fin qui il movimento di liberazione animale non avrebbe nulla da obiettare, essendo i due ambiti distinti, se non fosse ormai assodato che queste organizzazioni, per loro conformazione, si trovano pericolosamente sul margine di una china scivolosa, in cui rischiano di trascinare l’animalismo, col quale tendono purtroppo a confondersi.

 

 Al fine di evitare questo connubio tra allevatori/produttori paradossalmente “sensibili” alla sofferenza animale e il movimento di liberazione animale, connubio che distorce e offende la lotta per la liberazione animale e la dignità delle vittime, occorre considerare che:

 

1) La nozione di compassione utilizzata da dette associazioni welfariste è ambigua: per poter essere applicata essa presuppone l’immedesimazione di chi la dispensa in chi la riceve. Senza tale presupposto la risposta ad ogni ap-pello diventa arbitraria e la compassione stessa risulta ingannevole, promettendo ciò che non potrà mantenere. E’ chiaro che chi alleva gli Animali per fini commerciali e ne causa la morte, non può immedesimarvisi

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2) CIWF, non mettendo in alcun modo in discussione lo status morale delle vittime dei soprusi specisti – spesso definite “prodotti” -, di fatto ne avalla lo sfruttamento. Nelle varie campagne promosse da CIWF (Sono degno, Etichette, Premi, ecc…) l’imperativo specista è fondante, non essendo mai posta in forse l’esistenza degli allevamenti e dei mattatoi.

 

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3) Il movimento di liberazione animale ha più volte segnalato pubblicamente la propria estraneità alle iniziative di CIWF e associazioni “gemellate”, che perseguono scopi falsamente animalisti (dall’istituzione di premi di produzi-one per gli allevatori, alla creazione di vere e proprie campagne pubblicitarie atte a sdoganare il dramma animale come fosse risolvibile attraverso qualche concessione welfarista. Il premio “benessere animale” l’hanno vinto in molti tra cui Barilla, Coca-cola, McDonald’s e Amadori)

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4) Il movimento di liberazione animale individua nella riduzione degli altri animali a mero cibo una delle pratiche eticamente più inaccettabili (ancorché la più diffusa) su cui si fonda il dominio della nostra specie sulle altre, e questo a prescindere da come vengano allevati e uccisi gli altri animali.

 

Si conclude che CIWF, ritenendo accettabile allevare animali non umani con lo scopo di trasformarli in prodotti, propagandando il “benessere” e la limitazione delle crudeltà più evidenti come sufficienti a conferire rispettabilità al mercato della morte, dimostra la vacuità delle finalità compassionevoli declamate e il completo disinteresse per il destino delle vittime delle quali si occupa. Si raccomanda a coloro che sono sensibili alle tematiche antispeciste di informarsi attentamente rispetto alle organizzazioni che promulgano iniziative di tipo welfarista (vedi la recente raccolta di firme per il benessere dei Suini in Europa).Tali iniziative possono avere qualche limitato significato solo in una prospettiva realmente abolizionista mentre, in mancanza di ciò, esse si riducono a semplice veicolo pubblicitario per l’industria dello sfruttamento animale.

 

Si chiede ai gruppi, alle associazioni, ai coordinamenti animalisti/antispecisti di prendere pubblicamente le distanze da CIWF sottoscrivendo questo testo.

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Progetto Bio-Violenza
Campagne per gli Animali

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Le adesioni possono essere inviate a: bioviolenza@gmail.com.

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Fonte:  bioviolenza.blogspot.it

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“Chi mangi oggi?”

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Venerdì, 1 marzo 2013

Comunicato Stampa

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L’associazione Campagne per gli animali, ideatrice del manifesti affissi a Grosseto e in altre città italiane: “hanno sortito l’effetto desiderato, ossia far riflettere e discutere le persone”

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L’affissione dei mega-manifesti della pubblicità “Chi mangi oggi?”, a Grosseto e in altre città italiane come Torino e Pordenone, ha sortito l’effetto desiderato, ossia far riflettere e discutere le persone.
Il nostro intento come ideatori di questa campagna era esattamente questo. Riteniamo interessante dal punto di vista antropologico evidenziare che la fotografia di un bambolotto rappresentante le fattezze di un bambino umano, smembrato e impacchettato, suscita generalmente indignazione e disgusto, mentre le continue e quotidiane pubblicità raffiguranti i corpi degli animali non umani smembrati e impacchettati in varie modalità non provocano lo stesso disgusto, anzi al contrario paiono universalmente accettate. La cultura della nostra società antropocentrica ci abitua alla visione di violenze e crudeltà nei confronti di esseri senzienti che vengono schiavizzati, torturati e uccisi con il benestare del comune sentire, solo perché non appartenenti della nostra specie.
Ecco quindi che se al posto di un agnello smembrato e incellofanato ci si ritrova un feticcio raffigurante un bambino, allora scoppia lo scandalo: le nostre coscienze sono obbligate a fare i conti con il nostro operato, con la nostra crudeltà, la nostra indifferenza, pertanto reagiamo indignandoci. Per una pecora un agnello è il suo bimbo, tanto quanto lo è un bambino umano per sua madre, e ciò a prescindere dalla specie animale di appartenenza e dal valore che noi le diamo. L’affetto materno e il sentimento che lo genera non conoscono confini di specie. Ciò però viene del tutto negato in nome della superiorità della specie umana, che si arroga il diritto di disporre a proprio piacere di ogni essere senziente e del pianeta.

La nostra è una lotta di liberazione che ha come nemico l’antropocentrismo e lo specismo, la discriminazione e il pregiudizio che alimentano una filosofia di vita e un sistema sociale che a loro volta generano altro pregiudizio. Non siamo una setta, un partito, o degli squilibrati, siamo semplicemente delle persone che considerano razionalmente il rapporto umano-non umano da una nuova prospettiva che non è quella antropocentrica dominante.
Si può vivere su questo pianeta impattando il meno possibile sugli altri: la nostra stessa esistenza ne è la dimostrazione pratica. In quanto animali onnivori noi abbiamo la fortuna di poter scegliere ciò che intendiamo mangiare.

Vorremmo specificare che non esiste un movimento vegano, o una setta vegana, esistono solo persone e reti di persone e gruppi che seguono una filosofia di vita assolutamente laica e distante da motivazioni mistiche e religiose, e fondata su principi di solidarietà, giustizia, empatia ed egualitarismo.
La pratica vegana è seguita da numerose persone (e le statistiche demografiche attestano che in Italia sono in crescita) per diverse ragioni: noi siamo vegani etici e consideriamo il veganismo una filosofia di vita necessaria alla visione antispecista che propagandiamo. Le ragioni salutistiche non ci riguardano, e comunque Donald Watson, che nel 1944 fondò in Inghilterra la Vegan Society e coniò il termine “vegan”, è morto nel 2005 alla considerevole età di 95 anni.

Saluti antispecisti

Campagne per gli animali

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.Risposta all’iniziativa antispecista “Chi mangi oggi?”

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Approfondimento  (Ki)

Perché la gente mangia la carne? Intervista a Gary Yourofsky

La nuova rivoluzione del movimento ecocentrico: l’antispecismo

Diritti animali: ‘Liberazioni’, arriva la nuova rivista dell’antispecismo

Video: La rivoluzione del cucchiaio

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Perché la gente mangia la carne? Intervista a Gary Yourofsky

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Antispecismo e veganesimo: intervista a Gary Yourofsky

 

Perché la gente mangia la carne? Cos’è l’antispecismo? Quali sono i vantaggi che una dieta vegana comporta per la salute? Ne abbiamo parlato con Gary Yourofsky, attivista americano per i diritti animali.

di Andrea Romeo

Ho incontrato Gary Yourofsky, attivista per i diritti animali americano. Nato e cresciuto a Oak Park si laurea nel 1998 alla Oakland University in giornalismo. Nel 1995 Gary diventa vegetariano e nel 1996 vegano, dopo aver partecipato ad una conferenza a Washington sui diritti animali. Lo stesso anno fonda un gruppo di attivisti chiamato ADAPTT (Animals Deserve Absolute Protection Today and Tomorrow) che conta migliaia di iscritti in tutti gli Stati Uniti, i cui membri sono stati molte volte denunciati per proteste contro l’uso di altri animali nella ricerca medica, nei circhi e per altre forme di intrattenimento.

Considerato un estremista, un radicale e un leader, nel marzo del 1997 Yourofsky viene colto in flagranza di reato mentre liberava 1.542 visoni da un allevamento in Ontario: Yourofsky sconterà ben 6 mesi di prigione in un carcere di massima sicurezza in Canada.

Egli continua a fare manifestazioni contro ogni tipo di sopruso sugli altri animali, coinvolgendo sempre più persone a livello nazionale attraverso azioni dirette (che lo hanno portato ad essere arrestato ben 13 volte dal 1997 al 2003, oltre ad essere bandito da ben cinque stati stranieri) e con l’uso di media. Dal 2001 in poi Yourofsky viene sempre più invitato a tenere conferenze nei licei e nelle università americane e straniere.

La prima domanda che vorrei farle, alquanto filosofica, è: perché la gente mangia la carne e i derivati?

La gente mangia altri animali e i loro derivati per 4 ragioni: abitudine, convenienza, gusto e tradizione. Con l’aggiunta del profitto economico queste sono le sole ragioni per cui la gente mangia altri animali. Quindi, non c’è alcuna valida ragione per non essere vegan. Inoltre mangiar carne e derivati è una tossicodipendenza, la più antica e potente dipendenza. La differenza però tra la dipendenza da carne, formaggio, latte e uova e quella da droghe è che la prima colpisce direttamente qualcun altro. Se la gente vuole farsi del male con le droghe a me in fondo importa poco. Ma nessuno ha il diritto di far del male ad altri a causa della sua dipendenza. Il consumo di animali e derivati è psicotico, irrazionale e segno di puro egoismo. Non siamo uomini delle caverne. La gente ha bisogno di capire che siamo nel XXI secolo e bisogna smetterla di mimare il comportamento dell’uomo di Neandertal e dei Trogloditi.

In Italia gruppi di individui si definiscono ‘specisti’ per contrapporsi al movimento antispecista. Pensi fosse prevedibile questa reazione da parte dei tradizionalisti pur di difendere le loro usanze?

Il problema sta tutto nella dipendenza, come detto prima. La gente, quando è dipendente, diventa irrazionale e stupida. I tossici difenderanno sempre le loro abitudini psicotiche. È veramente difficile rompere un’abitudine da tossico. Ma con l’educazione la liberazione animale è possibile. I miei seminari convertono migliaia di persone al veganismo mentre altre migliaia riducono significativamente il loro consumo di carne e derivati.

Inoltre, grazie alla rete, centinaia di migliaia di persone stanno diventando vegane, o comunque intraprendono il percorso verso il veganismo. La riduzione e l’abolizione sono gli unici percorsi possibili per fermare questo massacro una volta per tutte. (leggi tutto)

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Fonte: il Cambiamento

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Approfondimento

Vegetarismo, veganesimo e antispecismo

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