Tag Archives: social network

Omofobia alimentare: boicottare Barilla! L’urlo del mondo LGBT

.

.

images2

.

Aziende: mondo Lgbt in rivolta contro la Barilla che nega famiglie gay nei propri spot

.

Mondo Lgbt in rivolta contro le affermazioni di Guido Barilla, mercoledì durante la trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’. Il presidente della nota azienda alimentare ha affermato che non avrebbe mai fatto una pubblicità con protagonista una famiglia gay “perché noi siamo per la famiglia tradizionale”.
Dopo le proteste, Guido Barilla ha precisato: “Mi scuso se le mie parole hanno generato fraintendimenti o polemiche, o se hanno urtato la sensibilità di alcune persone”. “Nell’intervista – prosegue – volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all’interno della famiglia”.
“Per chiarezza desidero precisare: ho il massimo rispetto – aggiunge – per qualunque persona, senza distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità – conclude – rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca”
Sui social network è rivolta contro le sue dichiarazioni. Il trend di discussione su Twitter è ai primi posti, con le consuete ironie della Rete che utilizzano tutte le sfumature, fino a fotomontaggi di note campagne pubblicitarie della casa dedicati alla vicenda.
Montano, in particolare, proposte di boicottaggio dei prodotti Barilla. E’ Aurelio Mancuso, di Equality Italia, a proporre l’utilizzo della leva economica: “nessuno ha mai chiesto alla Barilla di fare spot con le famiglie gay, è evidente che si è voluta lanciare una offensiva provocazione per far sapere che si è infastiditi dalla concreta presenza sociale, che è anche un segmento importante di consumatori. Raccogliendo l’invito del proprietario della Barilla a non mangiare la sua pasta, rilanciamo con una campagna di boicottaggio di tutti i suoi prodotti. Per intanto è già partito su Twitter l’hastag #boicottabarilla.
“Dopo le dichiarazioni di Guido Barilla ci chiediamo se dovesse scegliere come testimonial tra Obama e Giovanardi chi sceglierebbe – scrive Fabrizio Marrazzo, presidente di Gay Center – . Il primo è a favore dei matrimoni gay, il secondo è un omofobo. Alla Barilla scegliere le strategie di comunicazione migliori”.

Mentre dal mondo della politica è Alessandro Zan, deputato di Sel ed esponente del movimento gay, a rilanciare l’idea del non acquisto: “Aderisco al boicottaggio della Barilla e invito gli altri parlamentari, almeno quelli che non si dimettono, a fare altrettanto”.
Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, commenta: “Tra i tanti tipi di omofobia ci mancava quella alimentare. Ci ha pensato Guido Barilla a colmare il vuoto invitando addirittura a boicottare il marchio se al gentile pubblico non piace la sua politica familista basata sugli spot zuccherosi che rappresentano una famigliola sempre felice e senza macchia, rigorosamente etero”.

.

Fonte: Adnkronos

Da: tafter.it

.

.

________________________________________________________

Articoli correlati

Il Web lancia il boicottaggio di Barilla!

La risposta di Barilla all’attacco del Web

.

.

.


Il Papa Francesco e Twitter

..

 

Screen_Shot_2013-03-13_at_12.15.27_PM

.

Santa Sede, primo cinguettio per Francesco I

Ripristinato l’account @Pontifex a mezz’ora dalla fumata bianca in Vaticano. Sarà il nuovo Papa a decidere se continuare o meno con i micropost della fede. Su Twitter, l’ultimo Conclave non è riuscito a battere l’elezione di Obama

di Mauro Vecchio

HABEMUS PAPAM FRANCISCUM. Il primo cinguettio del nuovo Papa Francesco I è arrivato a nemmeno mezz’ora dall’attesa fumata bianca, ritwittato 25mila volte in appena dieci minuti dalla primissima apparizione ai fedeli del neo-eletto Jorge Mario Bergoglio. Con il Santo Padre, l’account Twitter @Pontifex è tornato a dispensare saggezza in 140 caratteri dopo il periodo di silenzio dal clamoroso ritiro di Benedetto XVI.

Sarà ora lo stesso Francesco I a decidere il futuro dell’account sul tecnofringuello, apparentemente cruciale per le nuove strategie di comunicazione della Santa Sede. Con un flusso di 132mila cinguettii al minuto, gli eventi del Conclave si sono piazzati al secondo posto tra i più discussi sulla piattaforma di microblogging, subito dopo l’elezione di Barack Obama e prima della reunion del gruppo pop Spice Girls.

L’account ufficiale @Pontifex è poi risultato cruciale per difendere la figura del nuovo Papa dalla proliferazione di profili fasulli. Sempre su Twitter, l’account @JMBergoglio ha ingannato migliaia di follower con dichiarazioni tra ironia e provocazione. “I bambini mi ameranno più di Babbo Natale”, si leggeva in uno dei tweet nella giornata di ieri.

Il cardinale argentino sta ora guadagnando migliaia di like su Facebook.

.

.

Fonte: Punto Informatico

.

.


Elezioni in Rete: chi vince?

.

luc_SocialwebPolitik

fonte immagine

.

Chi vince le elezioni su Internet?

I valori in campo in Rete non ricalcano necessariamente quelli del Paese. Un’analisi dei cinguettii e dei mi piace rivela le migliori strategie digitali

di Luca Annunziata

Se le prossime elezioni politiche le vincesse chi ha più follower e like in Rete, non ci sarebbe storia: Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle avrebbero vita facile. Segue Vendola, poi Renzi, Berlusconi, Bersani e infine Monti. Ma, oltre a questo, conta anche la capacità del politico nel coinvolgere i propri sostenitori nella conversazione: in quel caso Ingroia batte tutti, e anche Casini non scherza.

I risultati di questa sorta di “sondaggi” in Rete sono raccolti nello studio SocialWebPolitik, realizzato da Almawave (una società del gruppo Almaviva), che ha analizzato le conversazioni su Twitter e Facebook per valutare le differenze tra le diverse strategie di comunicazione adottate su Internet dai diversi candidati e schieramenti politici. Oppure, anche, per cercare valutare il peso che le dichiarazioni di un personaggio o le materie che affronta su Web possano influire sul successo presso il pubblico dei suoi profili social.

“Per effettuare questa analisi è stata utilizzata una parte della nostra piattaforma tecnologica Iride, chiamata IrideAware, utile per approfondire le discussioni e i commenti su un certo argomento – spiega a Punto Informatico Valeria Sandei, che di Almawave è amministratore delegato – In realtà la nostra piattaforma può effettuare un monitoraggio più ampio e in tempo reale delle dinamiche Web, e oltre a un’analisi quantitativa può produrre anche un’analisi qualitativa: comprendere quello che noi definiamo sentiment associato a un argomento, in altre parole se di un dato fenomeno si parla bene o male, oppure cogliere temi emergenti”.

Anche così, tuttavia, si possono raccogliere informazioni interessanti: per esempio, nello studio relativo a metà gennaio si scopre che l’interazione dei follower di Berlusconi era decisamente maggiore che all’inizio di febbraio, confermando il trend: segno probabilmente che l’attenzione del suo elettorato si è spostata su altri canali di comunicazione, o che è cambiata la strategia per avvicinare i cittadini. Su Twitter si muove invece molto bene Monti, che ha un indice di gradimento da parte dei navigatori in termine di follower rispetto al numero di tweet molto alto, e lo stesso si può dire per Renzi. Giannino si difende bene su Twitter, mentre su Facebook il vero asso è Ingroia: il 93 per cento di chi ha cliccato su “like” sulla sua pagina ufficiale interagisce con il candidato e il suo staff.

Lo studio Almawave poi mette in evidenza un altro tipo di analisi: quella del buzz su Twitter, ovvero quanto effettivamente gli utenti della piattaforma discutano di un personaggio e delle sue idee nei loro cinguettii. In questo caso il più costante di tutti è ancora una volta Grillo, che rimane sempre sul podio; Berlusconi, dopo l’exploit iniziale, ancora una volta cede terreno e alla fine il distacco tra lui, il comico leader del M5S e il premier uscente Monti non è troppo marcato.

Diverso il discorso per la eco, ovvero la capacità di un messaggio di farsi strada tra i netizen: un indice che, almeno in teoria, dovrebbe premiare i contenuti (pur nella loro discutibilità) rispetto alla vastità delle platee. La sorpresa è che Oscar Giannino detiene il primato indiscusso di questa classifica: il distacco in termini di efficacia comunicativa rispetto agli avversari supera il 20 per cento, con punte anche del 50 rispetto a leader affermati come Gianfranco Fini.

Si tratta in ogni caso di dati la cui natura può essere soggetta a interpretazioni: “Il nostro software consente di integrare informazioni e contenuti che provengono da qualsiasi canale di contatto – prosegue Sandei – che siano SMS, che siano email, messaggi lasciati su un portale, telefonate a un contact center: qualunque tipologia di canale contribuisce a trarre evidenze. Il software esegue l’analisi in forma autonoma, e presenta il risultato in una dashboard: il risultato non viene manipolato, e deve essere interpretato. Avere un retweet su un argomento può essere un fattore positivo o negativo a seconda dell’argomento”.

Valutare quindi la mera quantità di cinguettii e mi piace non basta a rappresentare il quadro dell’elettorato in Rete: il fatto che Grillo sia indubitabilmente il più popolare dei protagonisti di questa campagna per le politiche su Facebook e Twitter dice poco rispetto all’effettiva portata della sua base elettorale o del successo che otterrà al voto. Nella versione “rosa” dello studio, il primato va a un politico giovane come Deborah Serrachiani: a dimostrazione del fatto che la platea Internet non è direttamente sovrapponibile all’elettorato complessivo. “È chiaro che per dare un’interpretazione ai contenuti che emergono è necessaria una figura esperta della materia – continua ancora Sandei – esperti di comunicazione e sociologia in grado di comprendere i dati e trarne valore per consigliare una strategia di marketing a un’azienda o di suggerire un approccio diverso per il rapporto col pubblico”.

Il principio si applica, come detto, a tutte le sorgenti analizzate: nel caso di SocialWebPolitik sono stati analizzati solo Twitter e Facebook, ma ad esempio l’altro studio SentiMonti prende in considerazione anche Google+, e la piattaforma Iride include altri moduli in grado di applicare criteri semantici e ontologie ai dati aziendali e persino alle conversazioni che intercorrono tra gli operatori telefonici e i clienti che chiamano il servizio di assistenza. In altre parole, quello della politica è solo un passatempo che mostra di cosa è in grado la tecnologia sviluppata da Almawave.

Il prossimo pallino dell’azienda italiana, che è parte del gruppo Almaviva (22mila dipendenti) ed è anche già attiva sul mercato brasiliano mentre progetta di adattare il suo software anche alla lingua russa, cinese e turca, è il Festival della Canzone. SocialWebSanremo è il primo capitolo dell’analisi delle reazioni in Rete rispetto all’appuntamento musicale, che sarà seguito in tempo reale per valutare il gradimento per i cantanti in gara e su tutto quanto accadrà sul palco del Teatro Ariston da parte di blog, social network e YouTube.

.

.

Fonte: Punto Informatico