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Bill Gates | Come prevenire la prossima pandemia

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10/02/2022

maribù duniverse

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Dopo aver avvertito il pubblico con la sua terribile previsione sulla minaccia di una futura pandemia da Coronavirus, nel suo famoso intervento al TED Talk del 2015, il co-fondatore di Microsoft e filantropo miliardario Bill Gates ora scrive nel suo prossimo libro, “Come prevenire la prossima pandemia”, di voler rendere il Covid-19 l’ultima pandemia in assoluto.

Cosa vuole comunicarci Gates con questo testo? Quale messaggio vuole inviare alla popolazione mondiale? Quali interessi possono nascondersi dietro questa operazione? Certo, dopo le sue previsioni del 2015, credo sia opportuno prendere molto seriamente il contenuto del testo. Intanto, leggiamo alcune motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questo libro:

… ogni volta che vedo la sofferenza che il COVID ha creato, ogni volta che leggo dell’ultimo bilancio delle vittime o sento parlare di qualcuno che ha perso il lavoro o passo davanti a una scuola chiusa, non posso fare a meno di pensare: non deve accadere di nuovo.”

È qualcosa a cui penso da molto tempo e il COVID ha solo chiarito che il mondo deve dare la priorità all’eliminazione delle pandemie come minaccia per l’umanità. Ho seguito il COVID sin dai primi giorni dell’epidemia, lavorando con esperti interni e esterni alla Gates Foundation (Anthony Fauci and Tedros Adhanom Ghebreyesus) che stanno sostenendo una risposta più equa e combattono le malattie infettive da decenni. Ho imparato molto nel processo, sia su questa pandemia che su come fermare la prossima, e voglio condividere ciò che ho sentito con le persone. Così, ho iniziato a scrivere un libro su come possiamo assicurarci che nessuno soffra mai più di una pandemia.”

Il mondo ora capisce quanto seriamente dovremmo prendere le pandemie e lo slancio è dalla nostra parte… Nessuno ha bisogno di essere convinto che una malattia infettiva potrebbe uccidere milioni di persone o arrestare l’economia globale. Se facciamo le scelte e gli investimenti giusti, possiamo fare del COVID-19 l’ultima pandemia.”

Capitolo dopo capitolo, questo libro spiega passo per passo cosa dobbiamo fare per essere pronti. Insieme, questi passi si sommano a un piano per eliminare la pandemia come minaccia per l’umanità, riducendo la possibilità che qualcun altro viva in futuro un altro Covid.”

Il libro, che sarà pubblicato da “Penguin Random House” a livello internazionale, “Knopf” negli Stati Uniti e in Italia per “La nave di Teseo”, uscirà il 3 maggio.

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  • Editore:La nave di Teseo
  • Collana:I fari
  • Data di Pubblicazione:maggio 2022
  • EAN:9788834610527
  • ISBN:8834610520
  • Pagine:400
  • Formato: brossura

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Covid-19 e dieta vegetale: facciamo il punto

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Una dieta a base vegetale si basa prevalentemente o esclusivamente su cibi vegetali quali cereali integrali, legumi, frutta, verdura, frutta a guscio e semi.

Non vi sono a oggi evidenze che una dieta a base vegetale sia in grado di ridurre il rischio di contrarre l’infezione da SARS-COV-2. Ma trattandosi di un’infezione virale, possiamo sicuramente ipotizzare che un rafforzamento del sistema immunitario e della barriera mucosa, e un miglioramento della flora batterica intestinale possano essere d’aiuto nel ridurre il rischio di contagio, in aggiunta ovviamente alle insostituibili misure di protezione raccomandate.

Quindi dovremmo cercare di aumentare l’assunzione di:

  • Minerali tra cui zinco, ferro, magnesio e selenio, che provengono da frutta secca, cereali e legumi. Le noci del Brasile sono particolarmente ricche di selenio.

  • Vitamine, tra cui vitamina A, vitamina E e vitamina C, provenienti da agrumi, kiwi, verdura verde a foglia, cavoli di tutti i tipi, verdura rosso-arancione, frutta secca e semi oleaginosi. Anche la vitamina D è importante per il sistema immunitario (e non solo), ma questa vitamina non si ottiene dalla dieta (nemmeno da quella onnivora), se non in minima parte. È necessaria l’esposizione alla luce solare oppure l’assunzione da integratore.

  • Antiossidanti, provenienti da frutta, soprattutto frutti di bosco, verdura verde a foglia, cavoli, cereali integrali, spezie.

  • Acidi grassi omega-3, contenuti soprattutto in noci, semi di lino e di chia.

  • Fibre, soprattutto solubili, che mantengono sana e vitale la nostra flora batterica intestinale, provenienti da legumi, cereali, frutta e verdura.

Una dieta a base vegetale è inoltre in grado di agire favorevolmente sulle patologie che maggiormente sono risultate associate con gli esiti gravi del COVID-19: ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete. Questa infezione si caratterizza infatti per delle complicanze che possono portare alla morte, e la presenza di queste patologie aumenta il rischio di queste complicanze.

Abbiamo a oggi a disposizione molti studi scientifici che supportano il ruolo delle diete a base vegetale nel ridurre il rischio di queste malattie, profilando così un loro effetto positivo indiretto per il COVID-19. A chi pensa che fare prevenzione in corso di pandemia possa essere una misura tardiva, farà piacere apprendere che chi è già affetto da queste malattie può invertirne il decorso abbracciando una dieta a base vegetale.

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Fonte: SSNV

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Franco Berrino: “Dal biologico al veganesimo, passando per la meditazione e la decrescita.”

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Franco-Berrino

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Franco Berrino, cibo e tumori: “la prevenzione è la decrescita”

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Dal biologico al veganesimo, passando per la meditazione e la decrescita. Una meravigliosa testimonianza di chi ha cambiato l’approccio allo studio sui tumori, concentrandosi sulla loro prevenzione. Vi proponiamo la nostra intervista al dottor Franco Berrino.

Alberto, nuovo agente di cambiamento, ha realizzato il suo sogno: incontrare il dottor Franco Berrino. Di certo molti di voi lo conosceranno già, magari grazie all’intervista fattagli qualche anno fa dalle Iene. Lo abbiamo intervistato, sorseggiando un tè presso una nota pasticceria di Torino.

“La cosa principale che ho fatto nella mia vita è stata lavorare all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, per ben quarant’anni”. Berrino si è concentrato, in particolare, sul capire come “cambiare l’alimentazione al fine di cambiare il nostro ambiente interno, in modo che le eventuali cellule tumorali non si riproducano”. Dopo vari anni di studio è giunto alla conclusione che modificando lo stile di vita è possibile ridurre l’incidenza delle patologie.

Il Codice europeo contro il cancro: pesce, latticini, carni rosse

Il Codice Europeo ha confermato le raccomandazioni del Fondo Mondiale per la ricerca sul cancro e, così come per il pesce, non si trovano al suo interno indicazioni sui latticini. “Io avrei voluto ci fossero”, in quanto negli studi da lui portati avanti negli anni, “si trova una protezione da pesce”. Vi sono delle ottime ricerche che dimostrano che “chi muore di meno è chi ha una dieta prevalentemente vegetale, ma con un po’ di pesce”.

Il pesce è diventato l’unica fonte di omega3 nella nostra alimentazione. “Gli omega3 sono molto importanti, sono grassi molto liquidi. L’olio di pesce è ancora più liquido degli oli vegetali”. Sono anche anti-infiammatori. Altri studi, tuttavia, non hanno trovato nessuna protezione da pesce e quindi non si è data nessuna raccomandazione. “Anche perché il pesce è molto inquinato, abbiamo avvelenato il mare”.

Passiamo così a parlare del ruolo assunto nelle diete occidentali da parte delle carni rosse. Gli chiedo se secondo lui il danno causato dalla loro assunzione sia dovuto anche al modo in cui, solitamente, alleviamo gli animali oggigiorno.

“È possibile, però il rischio di cancro da carni rosse è legato intrinsecamente alla loro natura”.
Il motivo è dato dalla ricchezza di ferro da un lato e la ricchezza di grassi saturi dall’altro. “Possiamo ribellarci al modo in cui vengono allevati gli animali per questioni etiche ma non tanto perché sia il modo di allevarli che li fa divenire nocivi”.

“Io non ho niente contro la carne, ogni tanto la mangio anch’io magari un paio di volte all’anno – prosegue il dottore dal tipico variopinto papillon – il problema è proprio la frequenza con cui noi mangiamo proteine animali; c’è questo mito delle proteine”.

Oggi i nostri bambini sono esageratamente nutriti, mangiano tre/quattro volte le proteine di cui hanno bisogno. A scuola gli si da proteine animali tutti i giorni: carni rosse, carni bianche, il formaggio, l’uovo, il pesce. “L’eccesso di proteine nelle diete è una delle principali cause dell’epidemia di obesità che c’è nella nostra popolazione”. Più proteine si mangiano, più è facile diventare obesi.

Diversa è la situazione per la produzione del latte. “Il latte di oggi è molto diverso da quello di una volta”. Una volta le mucche facevano 10 litri di latte quando mangiavano l’erba. “Adesso non si può più dare l’erba alle mucche, farebbero soltanto 10 litri di latte. Bisogna darle molte più proteine affinché riescano a produrre 40/50 litri di latte al giorno. Addirittura negli Stati Uniti ci sono degli allevamenti dove producono 100 litri di latte al giorno”.

Il biologico e il veganesimo

“Fidiamoci del biologico ma non fidiamoci dei supermercati del biologico, perché nei supermercati del biologico si vendono delle porcherie”. Si vende per esempio lo zucchero bianco e a velo biologico. “Che cos’è? Lo zucchero è una sostanza chimica pura. Fa male anche se è biologico”.

Gli chiedo cosa pensa di chi decide di intraprendere la strada del veganesimo. “È un bene da un lato, però bisogna stare attenti; bisogna essere colti per diventare vegani. Vi sono dei vegani che mangiano malissimo: bevande zuccherate, whisky, farine raffinate e così via. Vegano sì, ma con attenzione”.

L’importanza della salute psichica

“Vi sono sempre più dati che dimostrano quanto la nostra vita mentale e spirituale influenzi il rischio di ammalarsi”. Oggi con le nuove tecniche della biologia molecolare, si è stati in grado di dimostrare che “chi ha una pratica di meditazione modifica l’attività di certi geni”. Si può così spegnere l’attività dei geni che aumenta l’infiammazione.

“E allora dobbiamo tenere bassa l’infiammazione e possiamo farlo con il cibo, ma possiamo farlo anche con la nostra mente”. La meditazione o la preghiera, ad esempio, sono efficaci. Tipicamente molte pratiche di meditazione si basano sul concentrarsi e fare attenzione, mantenendo una consapevolezza del proprio respiro. Rallentando la respirazione, si attiva il nervo vago, così si modica il nostro sistema nervoso autonomo e si abbassa il livello di infiammazione. “Queste pratiche influenzano l’attivazione di quel che c’è scritto nei nostri geni, nel nostro DNA”.

La prevenzione è la decrescita

Le parole del professor Berrino sono chiare, semplici, efficaci ed anche spietate a riguardo. “Più ci ammaliamo, più aumenta il PIL, più aumenta il lavoro dei medici e delle case farmaceutiche”. Stiamo parlando di spese non produttive, considerate non utili per l’umanità. Così “oggi il successo della medicina è legato al fatto che è bene ammalarsi sempre di più”.

“Ammalarsi e non morire, perché questa è la cosa fantastica. La medicina ha avuto dei successi meravigliosi negli ultimi quaranta-cinquant’anni con delle evoluzioni tecnologiche fantastiche, diagnostiche, farmacologiche e terapeutiche. Però si è arrivati al punto che grossomodo il 90% della popolazione anziana, oltre i 65 anni, prende quotidianamente medicine”.

Nel caso del cancro, vi sono dei nuovi farmaci che sono molto efficaci e non riescono a guarire la malattia: la trasformano, la cronicizzano e tengono più a lungo in vita il paziente. “E questa è la gallina dalle uova d’oro! Un qualcosa che costi molto cara e che sia moderatamente efficace. Efficace per mantenere in vita ma non per guarire. Questo è il principio del business dell’industria farmaceutica oggigiorno”.

Continua così nel suo discorso, in un crescendo rossiniano in termini di efficacia e spunti di riflessione generati: “Dobbiamo invece renderci conto che possiamo benissimo decrescere; è sufficiente vivere in un modo diverso, mangiare in un modo diverso, fare più esercizio fisico, dare un po’ più spazio alla nostra vita mentale per non sviluppare la pressione alta, per non sviluppare il colesterolo alto, i trigliceridi alti, la glicemia alta”.

Passa così a rispondermi alla domanda sulla decrescita. Sono effettivamente impaziente di sapere qual è la sua opinione a riguardo. “La decrescita nel campo della sanità è la prevenzione. Eccome se possiamo decrescere! Siccome le istituzioni non hanno interesse per promuovere questa decrescita, dobbiamo farlo noi. E’ il piano B, dobbiamo occuparci noi della nostra prevenzione.

Tutti noi possiamo fare qualcosa, occorre diffondere la consapevolezza. La consapevolezza che c’è una via alternativa a morire per malattia, possiamo benissimo diventare vecchi e morire sani. Nessuno ci da la garanzia di non ammalarci, però si può ridurre moltissimo il rischio di ammalarsi”.

Ancora una volta trovo dimostrazione che il cambiamento, nelle sue eterogenee sfaccettature, porta con sé una radice comune. Da chi si occupa di alimentazione a chi si occupa di economia, da chi si occupa di agricoltura a chi lavora nella cultura: alla base v’è sempre una stessa linea, una stessa visione comune.

Oggi il dottor Franco Berrino è in pensione, e si occupa di diffondere le conoscenze che ha sviluppato nel corso degli anni. Per questo ha fondato l’associazione La grande Via, intesa come l’unione di tre percorsi: la via del cibo, la via del movimento come esercizio fisico e cambiamento delle nostre abitudini, e la via spirituale della meditazione.

“Sono tre strade con cui possiamo scrivere sui nostri geni, accendendoli o spegnendoli. Possiamo così scrivere il nostro destino di salute o di malattia”.

Ringraziamo così il dottore per tanti motivi: per averci messo a disposizione il suo tempo e le sue conoscenze, per la voglia che mette nel diffondere e donare al mondo quel che negli anni ha scoperto grazie alla sua determinazione e capacità. Gli siamo grati soprattutto per averci fatto capire quanto e in che modo sia possibile scrivere un’altra storia nei nostri geni, e così nella nostra vita. Cambiare si può, basta solo volerlo.

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Fonte: Italia che Cambia

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