Tag Archives: francia

Nozze gay in Francia – L’arcivescovo ai fedeli: ribellatevi!

.

Città del Vaticano, 4 ott. (Adnkronos)

Mercoledì prossimo verrà presentato dal governo francese guidato dal socialista Francois Hollande, il progetto di legge per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali e per le adozioni da parte delle coppie gay. E con l’approssimarsi dell’appuntamento legislativo è cresciuto d’intensità lo scontro fra la conferenza episcopale transalpina guidata dall’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois, e l’esecutivo.

Da ultimo, il capo dei vescovi ha tacciato la proposta governativa di ”prepotenza” contro la società e i bambini, da parte sua il governo ha risposto rilevando che il cardinale stava travalicando il proprio ruolo in quanto si tratta di una proposta relativa al ”matrimonio civile in una Repubblica laica”.

La legge verrà discussa dal Parlamento a partire dalla metà del prossimo gennaio. Nei gironi scorsi, per altro, si è svolta a Lourdes l’assemblea plenaria dei vescovi francesi. Nell’occasione, Vingt-Trois ha affermato che l’approvazione di una legge sui matrimoni omosessuali e sulle adozioni da parte delle coppie gay, costituirebbe ”una prepotenza che scuoterebbe uno dei fondamenti della nostra società e instaurerebbe una discriminazione fra i bambini”.

Il progetto legislativo sul matrimonio, ha detto ancora, “non è semplicemente un’apertura generosa del matrimonio a nuove categorie, ma una trasformazione del matrimonio che riguarderebbe tutti”. Il porporato ha critica inoltre con durezza la superficialità del governo sulla questione: ”Cambiamenti di questa portata – ha affermato – imponevano un dibattito nazionale non semplicemente fondato su sondaggi aleatori o sulla vistosa pressione di qualche lobby”. I vescovi francesi auspicano, di conseguenza, che il governo riveda la sua posizione. Intanto, su fronte opposto, il sindaco del comune di Hantay nel nord della Francia, ha annunciato in questi giorni che verranno celebrate delle nozze simboliche tra due donne, il prossimo 10 novembre.

D’altro canto, proteste e critiche contro la proposta di legge sono arrivate da altre chiese e comunità cristiane e da parte di esponenti di altre fedi. L’arcivescovo di Parigi ha invitato i fedeli a protestare presso i propri eletti, tuttavia come autorità ecclesiastica ha precisato che non è suo compito convocare manifestazioni. E però, su questo punto, ha precisato che i laici credenti possono comportarsi diversamente: ”Se dei cristiani vogliono protestare – ha detto – questo fa parte degli strumenti democratici. Se essi pensano che sia un buon modo per farsi sentire, perché no?”.

Ancora, secondo il cardinale di Parigi, la proposta di legge del governo ”contrariamente a quel che si dice, non sarebbe il matrimonio per tutti, ma il matrimonio di alcuni imposto a tutti”.

Al cardinale ha risposto il portavoce del partito socialista francese, il senatore David Assouline, rilevando che la Chiesa ”sta uscendo dal suo ruolo” in quanto si tratta di una proposta relativa ”al matrimonio civile in una Repubblica laica”. Non solo. Secondo il senatore l’apertura al riconoscimento del matrimonio e all’adozione per le coppie gay, era uno degli impegni presi da Francois Hollande durante la sua campagna elettorale, in particolare ”il 31esimo dei 60 impegni per la Francia” nel capitolo relativo alla lotta contro “tutte le discriminazioni e l’apertura ai nuovi diritti”. Quindi, ha aggiunto Assouline, ”il suffragio universale si è espresso, la Chiesa dunque esce dai propri confini quando il cardinale Vingt-Trois chiede di opporsi alla volontà del legislatore”. Il principio ”che anima questa riforma – ha spiegato ancora il portavoce del partito socialista – è l’eguaglianza fra tutti i cittadini”.

.

Fonte: Adnkronos

.


Vignette su Charlie Hebdo: le religioni “intoccabili” e il caso del film su Maometto

.

Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha dedicato questa settimana una pagina interna al recente caso del video sul profeta Maometto The Innocence of Muslims, che ha scatenato la reazione islamica.

La rivista aveva già dedicato lo scorso anno una copertina proprio a Maometto che, ironicamente nominato direttore responsabile di Sharia Hebdo, proclamava: “Cento colpi di frusta se non morite dal ridere”. Scatenando le reazioni dei fondamentalisti, tanto che la sede del giornale era stata data alle fiamme e il sito attaccato da hacker islamisti. Ma la redazione, non doma, aveva rilanciato con una nuova copertina in cui un musulmano e un vignettista (maschi) si davano un bacio appassionato con lo slogan “L’amore è più forte dell’odio”. Le proteste si erano diffuse anche nel mondo islamico, contro immagini ritenute ‘blasfeme’ e ‘offensive’.

Stavolta, facendo il verso al film di successo Intouchables dei registi Olivier Nakache ed Eric Toledano (in Italia, uscito con il titolo Quasi amici), che racconta l’amicizia tra un ricco tetraplegico e il suo badante proveniente dalle banlieu.

Il settimanale francese ha quindi ritratto in una copertina alternativa presente all’interno della rivista, con il titolo Intouchables 2, un ebreo ortodosso che spinge un musulmano su una carrozzina. Ed entrambi, il rabbino e l’imam, con la faccia torva dicono: “Non dovete prenderci in giro” (o “ridere”). In aggiunta, sulla quarta di copertina invece è ritratto Maometto nudo, riprendendo una scena con Brigitte Bardot del film Le Mépris (Il disprezzo) di Jean-Luc Godard.

Le immagini, cui fanno seguito altre caricature e vignette a tema all’interno della rivista, hanno già suscitato critiche da parte dei musulmani, per i quali è sacrilego anche solo raffigurare Maometto. E il sito della rivista risulta inaccessibile da stamattina. Qualche giorno fa una manifestazione di estremisti musulmani non autorizzata davanti all’ambasciata statunitense a Parigi aveva portato il caso del film su Maometto anche in Francia. E Charlie Hebdo ha deciso, con il suo consueto piglio caustico e satirico, di dedicarsi al caso.

Stéphane Charbonnier, il direttore della rivista che si firma Charb, ha dichiarato:  ”Se si comincia a dire, visto che 250 esaltati hanno manifestato davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, che bisogna posticipare o non pubblicare queste vignette, significa che sono loro a dettare legge in Francia”. ”Se si comincia a dire che non si può disegnare Maometto, alla fine non si potranno più disegnare islamici. E poi, cosa non si potrà disegnare? I maiali, i cani? Non si potranno più disegnare esseri umani”, si è chiesto Charb, “Alla fine si venderanno 16 pagine bianche di Charlie Hebdo”. “Se si comincia dire ‘ho paura’, è finita, si finisce di fare i giornali, di fare polemica, si ferma la libertà di stampa”.

Ci sentiamo di condividere queste parole, perché l’autocensura verso la critica alla religione, alla satira e all’ironia più blanda diventa alla lunga pericolosa, generando un circolo vizioso. Si finisce per comprimere in maniera inaccettabile la libertà di espressione. Sotto il ricatto delle sensibilità ‘offese’ di estremisti, che accampano sempre più pretese e ostentano comportamenti intimidatori e violenti.

Per questo, come abbiamo già detto, tutelare il sacro garantendo privilegi speciali alle confessioni religiose è una soluzione che finisce per inasprire l’integralismo, piuttosto che disinnescarlo. Perché in questo modo le religioni finiscono per diventare ‘intoccabili’, soffocando qualsiasi possibilità di dibattito o di critica laica.

Gli esponenti dell’islam francese criticano la scelta del settimanale, accusato di “islamofobia”. Il rettore della grande moschea parigina, Dalil Boubakeur, ha lanciato un appello affinché non si versi “benzina sul fuoco”. Ma ha lamentato che “l’incitamento all’odio religioso non sia represso dalla legge come lo è l’incitamento all’odio razziale”.

Il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ha lanciato un appello alla moderazione e alla “responsabilità”, contro “tutti gli eccessi”. Ha dichiarato ieri su radio Rtl che disapprova le vignette. Ma, a prescindere da come la possa pensare lui, ha ribadito che la Francia è “un paese in cui la libertà di espressione è garantita, compresa quella di caricatura”, ha aggiunto. E che “se ci sono persone che si sentono offese nelle proprie convinzioni” e ritengono che “siano state violate le leggi”, possono rivolgersi a un tribunale. Intanto le forze dell’ordine sono in allerta. Hanno messo sotto protezione la redazione con il rischio che la situazione possa degenerare. Come già avvenuto in passato.

.

Fonte: UAAR

.


La Francia tassa i ricchi, abbassa età pensionabile e aumenta i salari. Alla faccia della Fornero

.

Ha aumentato il salario minimo del 2%. Ha abbassato la soglia per le pensioni di anzianità a 60 anni. Ha annunciato un’aliquota sui redditi dei ricchi al 75%, una tassa sui dividendi del 3% e sulle scorte petrolifere del 4%. Ha assicurato che aumenterà i contributi – già altissimi – e l’imposta di successione e che recupererà la vecchia patrimoniale. Infine, ha promesso 65mila assunzioni nel settore pubblico. Insomma, per i fautori del libero mercato e delle riforme strutturali, François Hollande è un incubo. Se Mario Monti avesse azzardato una sola di queste misure, il famigerato spread avrebbe toccato vette inarrivabili.

Eppure, tutto tace. Mentre sui quotidiani stranieri, in particolare su quelli anglosassoni, i titoli continuano a somigliarsi tutti (tra i più gettonati: «la luna di miele finirà presto» e «la vie en rose durerà poco»), sui mercati finanziari l’incantesimo regge. Anzi. Non più tardi di lunedì i rendimenti sui titoli di Stato francesi a tre e a sei mesi, per la prima volta nella storia, sono stati negativi. Segno che il mercato pensa che la Francia somigli molto più alla Germania che alle peccaminose Italia o Spagna. Segno che la “rossa” Parigi è diventato un porto sicuro, alla pari dei Paesi “falchi” guidati da austeri conservatori à la Merkel che anelano allo zero deficit come alla panacea di tutti i mali.
Certo, anche Hollande si è impegnato sul rigore. I numeri però sono numeri. Nel primo trimestre dell’anno il debito è salito all’89,3% del Pil e il deficit veleggia a fine anno verso il 4,5%. Il premier Jean-Marc Ayrault si è impegnato a ridurlo sotto il 3% l’anno prossimo e di azzerarlo quello dopo. Ma anche le stime sul Pil sono state riviste allo 0,4% quest’anno e all’1-1,3% per l’anno prossimo. E Hollande non ci pensa neanche, per dire, a rimandarsi le assunzioni nel pubblico o a toccare la legge sui licenziamenti come gli chiedono in molti.
Gli analisti, ovvio, avvertono che bisogna guardare ai rendimenti dei bond decennali e non a quelli a brevissimo termine. E che nei prossimi mesi sono destinati a risentire dell’«effetto Hollande», se non farà anche riforme strutturali. Però lo spread francese, intanto, è inchiodato a 110 punti, a distanze siderali dal nostro. Con tutto che in Francia, negli ultimi 5 anni sono spariti 400mila posti nel manufatturiero e il Pil pro capite è sceso negli ultimi 10 dal 95 al 90% di quello tedesco. E con tutto che una settimana fa i maggiori economisti e imprenditori hanno chiesto allarmati uno «shock per il rilancio della competitività», che è un noto punto debole dell’economia oltralpe. I mercati, per ora, se ne infischiano.
.
.