Tag Archives: covid19

Covid19 | App “Immuni”: documentazione ed interfaccia

.

.

.

La sperimentazione dell’App “Immuni” inizierà tra circa 10 giorni in Liguria, Abruzzo e Puglia.

.

.

Tutta la documentazione, il codice sorgente e le immagini relative all’App “Immuni” sono sul sito Github.

“L’App “Immuni” è la soluzione  di notifica all’esposizione, del governo italiano realizzata dal Commissario speciale per l’emergenza COVID-19 (Presidenza del Consiglio dei Ministri), in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Utilizza solo infrastrutture pubbliche situate all’interno dei confini nazionali. È gestito esclusivamente dalla società pubblica Sogei S.p.A. Il codice sorgente è stato sviluppato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri da Bending Spoons S.p.A. ed è rilasciato sotto licenza GNU Affero General Public License versione 3…”

“…Immuni è una soluzione tecnologica incentrata su un’app per smartphone iOS e Android. Ci aiuta a combattere l’epidemia di COVID-19 avvisando il più presto possibile gli utenti a rischio di trasportare il virus, anche quando sono asintomatici. Questi utenti possono quindi isolarsi per evitare di contagiare gli altri e consultare un medico…”

.

Riporto per esteso e tradotto in italiano la parte più delicata relativa alla Privacy dell’utente:

“Immuni è stato e continua ad essere progettato e sviluppato prestando molta attenzione alla privacy degli utenti. È un diritto fondamentale e dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerlo. Riteniamo inoltre che un’eccezionale protezione della privacy sia fondamentale per rendere l’app accettabile per il maggior numero di persone, massimizzando così l’utilità di Immuni.

Di seguito, forniamo un elenco di alcune delle misure con cui Immuni protegge la privacy dell’utente:

L’app non raccoglie dati personali che rivelino l’identità dell’utente. Ad esempio, non raccoglie il nome dell’utente, la data di nascita, l’indirizzo, l’e-mail o il numero di telefono.

L’app non raccoglie dati di geolocalizzazione, inclusi dati GPS. I movimenti dell’utente non vengono tracciati in alcuna forma o forma.

L’identificatore di prossimità mobile che viene trasmesso dall’app viene generato da chiavi di esposizione temporanea casuali e non contiene alcuna informazione sul dispositivo, per non parlare dell’utente. Inoltre, cambia più volte ogni ora.

Le informazioni epidemiologiche caricate sull’esposizione dell’utente a utenti potenzialmente contagiosi presentano alcune limitazioni. Ad esempio, la durata dell’esposizione viene misurata con incrementi di cinque minuti e limitata a 30 minuti per la somma di tutti i contatti con un utente infetto in un determinato giorno. Inoltre, Immuni non ha modo di determinare che esposizioni che si verificano in giorni diversi possano aver coinvolto lo stesso utente infetto.

Le informazioni operative vengono caricate senza utilizzare un identificativo utente o identificativo del dispositivo e senza richiedere all’utente di autenticarsi in alcun modo (inclusa la verifica di un numero di telefono o e-mail).

L’app esegue periodici upload fittizi per mitigare il rischio che qualcuno ottenga informazioni sensibili sull’utente attraverso l’analisi del traffico.

I dati memorizzati sul dispositivo sono crittografati.

Tutte le connessioni tra il dispositivo e il server sono crittografate.

Tutti i dati, archiviati sul dispositivo o sul server, vengono eliminati quando non sono più necessari e comunque entro il 31 dicembre 2020.

Il Ministero della salute sarà il responsabile del trattamento dei dati. I dati verranno utilizzati esclusivamente allo scopo di contenere l’epidemia di COVID-19 o per la ricerca scientifica.

I dati saranno archiviati su server situati in Italia e gestiti da entità controllate pubblicamente.”

.

Per quanto riguarda l’intefaccia di seguito troviamo le immagini che illustrano la gestione abbastanza intuitiva dell’App. (Per ingrandire clic tasto destro e “Visualizza immagine”)

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

_______________________________________________________
Articoli correlati

Immuni, l’app che avrebbe dovuto salvarci ma che nessuno sembra volere

Edward Snowden | “Privacy nell’era del coronavirus”

COVID 19 | App e Privacy: controllo delle persone infette

.

.

.

.

.

 


Fase 2: nessuno resti solo! Dalla parte di chi non ha una casa

.

.

.

Avvocato di Strada – Associazione Onlus

Mag 7, 2020 | Associazione, Iniziative

 

Abbiamo urgentemente bisogno del tuo aiuto, perché senza mascherine, senza guanti, senza gel igienizzanti gli sportelli di Avvocato di strada non potranno aprire.

In questo momento così difficile, ci siamo rintanati nelle nostre case, nel confort e al sicuro. Abbiamo mantenuto le distanze, abbiamo cambiato le nostre abitudini, abbiamo impedito al virus di espandersi.

Purtroppo, nel frattempo, le istituzioni si sono dimenticate della parte più debole della nostra società: le persone senza dimora.

Oggi, in Italia, ci sono 50.000 persone che sono diventate talmente povere da finire in strada. Persone che non possono rispettare le ordinanze e i decreti previsti dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

A questa difficile condizione si è aggiunta un’assurdità: le multe e le denunce alle persone senza dimora perché “fuori casa”.

Una multa a chi una casa non ce l’ha è una barbarie giuridica e sociale.

Per questo motivo ti chiediamo di aiutarci: abbiamo bisogno di comprare dispositivi di protezione personale (mascherine, guanti, gel igienizzanti) per le persone che assistiamo e per gli avvocati volontari.

Vogliamo riaprire gli sportelli in totale sicurezza. Vogliamo impugnare ogni multa, ogni provvedimento e ogni denuncia che ha colpito chi una casa non ce l’ha.

Aiutaci ora, le persone senza dimora non possono più aspettare.

.

DONAZIONI

Scegli un importo

.

.

Fonte: Avvocato di Strada

.

 

.

 

 

 


Arte, cultura e spettacolo | Lettera aperta al Ministro Franceschini

.

.

Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea

.

I lavoratori e i luoghi dello spettacolo dal vivo, competenze e spazi preziosi per la salute delle comunità: quali prospettive reali?

.

Egregio Ministro Franceschini,

C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – con i suoi oltre 150 soci, rappresenta un arcipelago di imprese e lavoratori dello spettacolo dal vivo che fa dell’eterogeneità la sua forza.

Sin dall’inizio dell’emergenza Covid_19 C.Re.S.Co ha lavorato di concerto con altre sigle del settore all’elaborazione di proposte concrete che in numerose occasioni abbiamo presentato a Lei e al Governo.

Comprendiamo la difficoltà di prevedere con certezza l’andamento dell’emergenza sanitaria indotta dal coronavirus, così come l’attenzione prioritaria del Governo nei confronti della salute delle cittadine e dei cittadini e mai vorremmo che venisse trascurata. Vogliamo tuttavia ragionare insieme a Lei su quale sia la definizione di “cittadino in salute”.

Un cittadino che vive nella paura si può considerare un cittadino in salute?

Un cittadino che sostituisce il reale col virtuale – dopo anni di campagne contro le dipendenze digitali – è un cittadino in salute?

Una comunità – che è l’insieme dei suoi cittadini – senza il rito collettivo del teatro è una comunità in salute?

Non si può immaginare che tutto torni così com’era. Serve un distanziamento fisico compensato da una grande vicinanza sociale. È necessario evitare assembramenti.

Sono tutte affermazioni sacrosante, che condividiamo in pieno e, pur leggendole e rileggendole, non troviamo – nemmeno tra le righe – la connessione tra esse e il silenzio assoluto su qualsiasi ipotesi concreta di ripresa delle attività teatrali. Sarebbe evidente il nesso se considerassimo i teatri come centri commerciali e consumifici di massa, ma confidiamo che il Governo abbia ben presente che il ruolo degli spazi di pubblico spettacolo somiglia molto di più a quello di presidi culturali e civici di prossimità sui territori, pronti ad attrezzarsi per rispondere, nel rispetto di ogni vincolo imposto, alla “domanda di comunità” che oggi si leva dalle cittadine e dai cittadini di questo Paese. Siamo tutti coscienti che la fase 2 è scaturita dall’urgenza di non aggravare il presente portando al collasso l’intero Paese. Non possiamo che essere d’accordo, poiché riscontriamo giorno dopo giorno l’aggravarsi delle condizioni di imprese e lavoratori dello spettacolo, tale da poter comportare il fallimento di moltissime realtà medio piccole che contribuiscono al grande fermento artistico del nostro Paese.

Come certamente Lei sa, per molti lavoratori dello spettacolo, ogni giorno senza lavoro è un giorno senza reddito, nonostante le misure di tutela previste dal Decreto Cura Italia: non esistono ancora certezze, ad esempio, sull’indennità di aprile sia per i lavoratori dello spettacolo sia per gli autonomi, che non potranno certo sopravvivere a lungo con 600 euro al mese.

Consapevoli che dovremo attendere le prossime settimane per una ragionevole tempistica sulla ripartenza delle attività aperte al pubblico in spazi chiusi, richiamiamo intanto la Sua attenzione sulla ripresa di:

– attività che si svolgono in assenza di pubblico, in primis il lavoro negli uffici – al fine di tornare a progettare il futuro dello spettacolo dal vivo;

– le prove delle compagnie per la realizzazione di nuove produzioni;

– attività per cui le misure di contenimento del virus risulterebbero di facile gestione, come le attività formative laboratoriali;

– attività di spettacolo all’aperto, prioritarie tanto per permettere ai lavoratori dello spettacolo di tornare al lavoro quanto per invitare gli spettatori/cittadini a superare la paura che l’isolamento protratto ha determinato, ricreando così le comunità.

Arriverà poi il momento, che tutti aspettiamo, della riapertura dei teatri al pubblico.

Le chiediamo di dedicare particolare attenzione agli spazi con capienza inferiore a 200 posti, che non saranno nelle condizioni di riaprire a meno che non vengano garantite misure che definiremmo ammortizzatori sociali per il pubblico – ovvero specifici dispositivi di ristoro che possano compensare i mancati incassi da botteghino.

E’ necessario comprendere che non è immaginabile un futuro per il Sistema dello spettacolo dal vivo in Italia che non si occupi di sostenere oggi i soggetti più fragili e spesso più generativi; in questo senso probabilmente è stata immaginata la dotazione di 20 milioni di euro destinati ai soggetti extra Fus, le cui misure purtroppo hanno tutto l’aspetto di un’azione finalmente rivoluzionaria ma rimasta intentata fino in fondo: quella di mappare organicamente tutto quel sistema che sta fuori dal Sistema e che paradossalmente lo sostiene.

La proposta di C.Re.S.Co prevedeva l’individuazione di semplici fasce o di scaglioni oggettivi all’interno dei quali assegnare un medesimo contributo, perché si operasse attribuendo parti eguali a soggetti eguali, così da far corrispondere a ogni segmento un indennizzo quanto più adeguato e rispettoso delle differenze.

Facendo seguito a queste riflessioni di carattere generale, riconfermiamo la volontà di mettere a servizio del Paese la nostra visione e le nostre proposte tecniche, affinché lo spettacolo dal vivo possa recuperare il valore politico che ricopre da 2.500 anni, essendo fondamentale nella vita di ogni polis.

.

Il Coordinamento C.Re.S.Co

.

.

.

.