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Settembre 2017 – Nuovo quaderno di Scienza Vegetariana

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Nuovo Quaderno di Scienza Vegetariana di settembre 2017

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In questo Quaderno di Scienza Vegetariana, dopo un commento sulla presa di posizione ufficiale dell’autorevole associazione di nutrizionisti inglesi a favore di una dieta 100% vegetale in ogni fase della vita (inclusi gravidanza, allattamento, svezzamento e infanzia), vengono messi in evidenza alcuni dei vantaggi della dieta 100% vegetale, in contrasto coi danni causati alla salute umana dal consumo di carne.

Si parlerà di come gli inquinanti ambientali si concentrino in proporzioni elevatissime in carne, latticini e uova e come invece siano i cibi vegetali i meno dannosi da questo punto di vista. Si spiegherà come una dieta 100% vegetale sia in grado di contrastare l’endometriosi, un dfiffuso problema ginecologico che affligge fino al 10% delle donne. Anche l’artrosi può essere contrastata con una dieta vegetale, grazie all’alto contenuto di fibra.

Si ribadirà che il concetto di “combinazione proteica” è assolutamente superato da decenni e che si basa su dati derivanti dalla sperimentazione sui ratti e non certo dal reale funzionamento dell’organismo umano.

Si discuterà anche dei danni all’ambiente dell’allevamento di animali: un recente editoriale, pubblicato a firma del professore neozelandese di epidemiologia John D. Potter sul British Medical Journal, afferma senza mezzi termini che l’attuale consumo di carne è allo stesso tempo dannoso per la salute umana e per quella del pianeta e che è urgente una drastica diminuzione dei consumi per non andare incontro a un disastro su entrambi i versanti.

Infine, come di consuento, la rubrica delle risposte dell’esperto, le ricette e le letture di approfondimento (libri e opuscoli).

Scarica il Quaderno di Scienza Vegetariana di settembre 2017

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Fonte: Scienza Vegetariana

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Bambini vegan in aumento, ma professionisti non aggiornati.

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vegan kid

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[COMUNICATO STAMPA]
BAMBINI VEGAN IN AUMENTO: OTTIMA NOTIZIA,
PER LA LORO SALUTE DA PICCOLI E DA GRANDI.
E’ FACILE PIANIFICARE UNA DIETA A BASE
VEGETALE PROMOTRICE DI SALUTE, MA I PROFESSIONISTI
DEVONO AGGIORNARSI: UN AIUTO DALLA RETE FAMIGLIA VEG.
13 giugno 2016

In relazione all’articolo “Sempre più bimbi mangiano vegano, i pediatri in allarme” (pubblicato in data 1 giugno 2016 sul sito de La Repubblica), i pediatri e nutrizionisti esperti in alimentazione pediatrica a base vegetale, che costituiscono la Rete Famiglia Veg, intendono confutare, sulla base delle evidenze scientifiche, alcune delle affermazioni in esso contenute.

Innanzitutto, non c’è alcuna ragione basata sull’evidenza per porre distinzioni all’interno dei due tipi di diete vegetariane (latto-ovo e vegane), perché anche in una dieta latto-ovo il consumo di cibi animali indiretti deve comunque essere molto limitato (posto che il caso ottimale rimane quello di consumo nullo); questo si traduce in una sostanziale analogia nella composizione nutrizionale relativa.

Riguardo alla questione della vitamina B12, citata nell’articolo, la sua assunzione è indispensabile nelle diete vegetariane e tutti i vegetariani dovrebbero essere correttamente informati di tale necessità. D’altra parte, la vitamina B12 assunta in una dieta onnivora proviene di fatto anch’essa da integratori, che vengono fatti assumere in dosi massicce agli animali d’allevamento, insieme a molti altri integratori, farmaci e sostanze chimiche.

Tutti i professionisti della salute (medici, biologi nutrizionisti, dietisti, ecc.) dovrebbero essere in grado di fornire un supporto professionale alla supplementazione di vitamina B12. Ma, soprattutto, tutti i professionisti della salute dovrebbero essere aggiornati sul rapporto fra Medicina basata sull’Evidenza e dieta vegetariana: da tempo l’American Academy of Pediatrics sostiene (e continua a ribadire) che le diete vegetariane ben pianificate, comprese le vegane, non solo sono salutari, ma danno anche dei vantaggi in termini di salute. Una posizione del tutto analoga a quella dell’Academy of Nutrition and Dietetics .

E’ chiaro che la necessità di pianificazione non riguarda solo le diete vegetariane: tutte le diete vanno ben pianificate, specie quelle per l’infanzia. Per quelle onnivore, i punti d’attenzione non sono certo minori. Anzi, le diete vegetariane, a differenza da quanto affermato nel sottotitolo dell’articolo citato (“Difficile compensare l’assenza di carne, latte e uova”) si pianificano con facilità, basta conoscere alcuni principi fondamentali; se così non fosse, ci saremmo già estinti come specie, dato che tutti i popoli del mondo (ad eccezione degli esquimesi), prima della Rivoluzione Industriale, hanno sempre avuto una dieta basata su alimenti vegetali e integrali e tutt’ora, in diverse nazioni (si pensi per esempio all’India meridionale) centinaia di milioni di persone seguono una dieta vegetariana.

Purtroppo, allo stato attuale è ancora molto diffuso un pregiudizio antiscientifico verso queste diete: i vegetariani non solo faticano a trovare professionisti adeguatamente preparati, ma spesso il professionista cerca di dissuaderli dal continuare nella loro scelta alimentare perché la considera, a torto, non salutare. E’ evidente che possano dunque verificarsi situazioni problematiche proprio relative all’integrazione di vitamina B12, perché si tratta di un argomento su cui il medico e il nutrizionista medio non sono assolutamente preparati.

Questi episodi scompariranno del tutto quando i professionisti della salute, superando pregiudizi sempre meno giustificabili e sviluppando le dovute competenze aggiornandosi sul tema, forniranno un’adeguata assistenza professionale ai vegetariani.

Anche i decisori politici possono fare la loro parte per migliorare la salute pubblica, promuovendo una dieta a base vegetale, che garantisce la massima protezione verso le malattie occidentali “del benessere”, la salvaguardia dell’ambiente e la salvezza degli animali, per coloro che intendono rispettare tutti gli animali, di ogni specie.

Allo stato attuale, per quanto è nelle proprie possibilità, l’associazione non profit Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV sta contribuendo al cambiamento culturale mettendo a disposizione della popolazione vegetariana una rete di professionisti, la Rete Famiglia Veg – www.famigliaveg.it

La Rete è formata da professionisti, esperti in alimentazione nell’infanzia, che hanno sottoscritto precise linee guida basate sulla più recente letteratura scientifica in materia, in modo da uniformare l’approccio nei confronti di questo tipo di alimentazione.

Chiunque sia competente sul tema è invitato a farne parte e le “famiglie veg” sono invitate a consultare il sito per trovare supporto quando necessario.

Informazioni e contatti: retefamigliaveg@scienzavegetariana.it

Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV
http://www.scienzavegetariana.itinfo@scienzavegetariana.it

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Redazione di SSNV

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Note:
Societa’ Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV si prefigge di fornire ai professionisti della salute e alla popolazione generale informazioni corrette sulla nutrizione a base di cibi vegetali e sui suoi rapporti con la salute.

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Franco Berrino: “Dal biologico al veganesimo, passando per la meditazione e la decrescita.”

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Franco Berrino, cibo e tumori: “la prevenzione è la decrescita”

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Dal biologico al veganesimo, passando per la meditazione e la decrescita. Una meravigliosa testimonianza di chi ha cambiato l’approccio allo studio sui tumori, concentrandosi sulla loro prevenzione. Vi proponiamo la nostra intervista al dottor Franco Berrino.

Alberto, nuovo agente di cambiamento, ha realizzato il suo sogno: incontrare il dottor Franco Berrino. Di certo molti di voi lo conosceranno già, magari grazie all’intervista fattagli qualche anno fa dalle Iene. Lo abbiamo intervistato, sorseggiando un tè presso una nota pasticceria di Torino.

“La cosa principale che ho fatto nella mia vita è stata lavorare all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, per ben quarant’anni”. Berrino si è concentrato, in particolare, sul capire come “cambiare l’alimentazione al fine di cambiare il nostro ambiente interno, in modo che le eventuali cellule tumorali non si riproducano”. Dopo vari anni di studio è giunto alla conclusione che modificando lo stile di vita è possibile ridurre l’incidenza delle patologie.

Il Codice europeo contro il cancro: pesce, latticini, carni rosse

Il Codice Europeo ha confermato le raccomandazioni del Fondo Mondiale per la ricerca sul cancro e, così come per il pesce, non si trovano al suo interno indicazioni sui latticini. “Io avrei voluto ci fossero”, in quanto negli studi da lui portati avanti negli anni, “si trova una protezione da pesce”. Vi sono delle ottime ricerche che dimostrano che “chi muore di meno è chi ha una dieta prevalentemente vegetale, ma con un po’ di pesce”.

Il pesce è diventato l’unica fonte di omega3 nella nostra alimentazione. “Gli omega3 sono molto importanti, sono grassi molto liquidi. L’olio di pesce è ancora più liquido degli oli vegetali”. Sono anche anti-infiammatori. Altri studi, tuttavia, non hanno trovato nessuna protezione da pesce e quindi non si è data nessuna raccomandazione. “Anche perché il pesce è molto inquinato, abbiamo avvelenato il mare”.

Passiamo così a parlare del ruolo assunto nelle diete occidentali da parte delle carni rosse. Gli chiedo se secondo lui il danno causato dalla loro assunzione sia dovuto anche al modo in cui, solitamente, alleviamo gli animali oggigiorno.

“È possibile, però il rischio di cancro da carni rosse è legato intrinsecamente alla loro natura”.
Il motivo è dato dalla ricchezza di ferro da un lato e la ricchezza di grassi saturi dall’altro. “Possiamo ribellarci al modo in cui vengono allevati gli animali per questioni etiche ma non tanto perché sia il modo di allevarli che li fa divenire nocivi”.

“Io non ho niente contro la carne, ogni tanto la mangio anch’io magari un paio di volte all’anno – prosegue il dottore dal tipico variopinto papillon – il problema è proprio la frequenza con cui noi mangiamo proteine animali; c’è questo mito delle proteine”.

Oggi i nostri bambini sono esageratamente nutriti, mangiano tre/quattro volte le proteine di cui hanno bisogno. A scuola gli si da proteine animali tutti i giorni: carni rosse, carni bianche, il formaggio, l’uovo, il pesce. “L’eccesso di proteine nelle diete è una delle principali cause dell’epidemia di obesità che c’è nella nostra popolazione”. Più proteine si mangiano, più è facile diventare obesi.

Diversa è la situazione per la produzione del latte. “Il latte di oggi è molto diverso da quello di una volta”. Una volta le mucche facevano 10 litri di latte quando mangiavano l’erba. “Adesso non si può più dare l’erba alle mucche, farebbero soltanto 10 litri di latte. Bisogna darle molte più proteine affinché riescano a produrre 40/50 litri di latte al giorno. Addirittura negli Stati Uniti ci sono degli allevamenti dove producono 100 litri di latte al giorno”.

Il biologico e il veganesimo

“Fidiamoci del biologico ma non fidiamoci dei supermercati del biologico, perché nei supermercati del biologico si vendono delle porcherie”. Si vende per esempio lo zucchero bianco e a velo biologico. “Che cos’è? Lo zucchero è una sostanza chimica pura. Fa male anche se è biologico”.

Gli chiedo cosa pensa di chi decide di intraprendere la strada del veganesimo. “È un bene da un lato, però bisogna stare attenti; bisogna essere colti per diventare vegani. Vi sono dei vegani che mangiano malissimo: bevande zuccherate, whisky, farine raffinate e così via. Vegano sì, ma con attenzione”.

L’importanza della salute psichica

“Vi sono sempre più dati che dimostrano quanto la nostra vita mentale e spirituale influenzi il rischio di ammalarsi”. Oggi con le nuove tecniche della biologia molecolare, si è stati in grado di dimostrare che “chi ha una pratica di meditazione modifica l’attività di certi geni”. Si può così spegnere l’attività dei geni che aumenta l’infiammazione.

“E allora dobbiamo tenere bassa l’infiammazione e possiamo farlo con il cibo, ma possiamo farlo anche con la nostra mente”. La meditazione o la preghiera, ad esempio, sono efficaci. Tipicamente molte pratiche di meditazione si basano sul concentrarsi e fare attenzione, mantenendo una consapevolezza del proprio respiro. Rallentando la respirazione, si attiva il nervo vago, così si modica il nostro sistema nervoso autonomo e si abbassa il livello di infiammazione. “Queste pratiche influenzano l’attivazione di quel che c’è scritto nei nostri geni, nel nostro DNA”.

La prevenzione è la decrescita

Le parole del professor Berrino sono chiare, semplici, efficaci ed anche spietate a riguardo. “Più ci ammaliamo, più aumenta il PIL, più aumenta il lavoro dei medici e delle case farmaceutiche”. Stiamo parlando di spese non produttive, considerate non utili per l’umanità. Così “oggi il successo della medicina è legato al fatto che è bene ammalarsi sempre di più”.

“Ammalarsi e non morire, perché questa è la cosa fantastica. La medicina ha avuto dei successi meravigliosi negli ultimi quaranta-cinquant’anni con delle evoluzioni tecnologiche fantastiche, diagnostiche, farmacologiche e terapeutiche. Però si è arrivati al punto che grossomodo il 90% della popolazione anziana, oltre i 65 anni, prende quotidianamente medicine”.

Nel caso del cancro, vi sono dei nuovi farmaci che sono molto efficaci e non riescono a guarire la malattia: la trasformano, la cronicizzano e tengono più a lungo in vita il paziente. “E questa è la gallina dalle uova d’oro! Un qualcosa che costi molto cara e che sia moderatamente efficace. Efficace per mantenere in vita ma non per guarire. Questo è il principio del business dell’industria farmaceutica oggigiorno”.

Continua così nel suo discorso, in un crescendo rossiniano in termini di efficacia e spunti di riflessione generati: “Dobbiamo invece renderci conto che possiamo benissimo decrescere; è sufficiente vivere in un modo diverso, mangiare in un modo diverso, fare più esercizio fisico, dare un po’ più spazio alla nostra vita mentale per non sviluppare la pressione alta, per non sviluppare il colesterolo alto, i trigliceridi alti, la glicemia alta”.

Passa così a rispondermi alla domanda sulla decrescita. Sono effettivamente impaziente di sapere qual è la sua opinione a riguardo. “La decrescita nel campo della sanità è la prevenzione. Eccome se possiamo decrescere! Siccome le istituzioni non hanno interesse per promuovere questa decrescita, dobbiamo farlo noi. E’ il piano B, dobbiamo occuparci noi della nostra prevenzione.

Tutti noi possiamo fare qualcosa, occorre diffondere la consapevolezza. La consapevolezza che c’è una via alternativa a morire per malattia, possiamo benissimo diventare vecchi e morire sani. Nessuno ci da la garanzia di non ammalarci, però si può ridurre moltissimo il rischio di ammalarsi”.

Ancora una volta trovo dimostrazione che il cambiamento, nelle sue eterogenee sfaccettature, porta con sé una radice comune. Da chi si occupa di alimentazione a chi si occupa di economia, da chi si occupa di agricoltura a chi lavora nella cultura: alla base v’è sempre una stessa linea, una stessa visione comune.

Oggi il dottor Franco Berrino è in pensione, e si occupa di diffondere le conoscenze che ha sviluppato nel corso degli anni. Per questo ha fondato l’associazione La grande Via, intesa come l’unione di tre percorsi: la via del cibo, la via del movimento come esercizio fisico e cambiamento delle nostre abitudini, e la via spirituale della meditazione.

“Sono tre strade con cui possiamo scrivere sui nostri geni, accendendoli o spegnendoli. Possiamo così scrivere il nostro destino di salute o di malattia”.

Ringraziamo così il dottore per tanti motivi: per averci messo a disposizione il suo tempo e le sue conoscenze, per la voglia che mette nel diffondere e donare al mondo quel che negli anni ha scoperto grazie alla sua determinazione e capacità. Gli siamo grati soprattutto per averci fatto capire quanto e in che modo sia possibile scrivere un’altra storia nei nostri geni, e così nella nostra vita. Cambiare si può, basta solo volerlo.

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Fonte: Italia che Cambia

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