Category Archives: diritti_lotte

Una pistola a famiglia e la difesa è garantita.

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Gaber ci racconta come un’arma possa attivare nella mente di un individuo un meccanismo di lucida follia tale da spingerlo all’omicidio.

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La Pistola – 1978/1979

Questi nostri tempi di sconvolgimenti
sono tempi assai degni di storia ma non di memoria
lo stato non agisce e tanto meno cautela
ci vorrebbe una pistola

La violenza urbana è una cosa seria
è quel senso di ostile che avverto e che gira nell’aria
è giusto che la gente si difenda da sola
io mi compro una pistola.
…7,65 automatica, fuori ordinanza, calcio scuro con quadrettature, canna corta, grilletto cromato, con scatto dolce…. Clic…clic….clic
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Al momento la porto in giro la domenica
che la gente è più distesa e va in giro coi cani
e non sa niente dell’oggetto
più fedele e più perfetto che rigiro fra le mani
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La sento che scende tira e pesa
come un grosso sasso
sento l’importanza della sua presenza
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Ci si sente a posto quando si porta in tasca
una di quelle cose che al momento giusto
possono esplodere e fare un gran rumore
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Figuriamoci
io che neanche agli uccellini
non sparo mai.
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Io nel nostro tempo non ci vedo chiaro
c’è un enorme sviluppo una gran libertà di pensiero
davvero interessante però non mi consola
porto sempre la pistola.
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…7,65.. l’ho già detto… certo il grilletto… ci ho già un rapporto stupendo…dolce,   sensibile……clic…clic…clic
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Me la sento un po’ dura in tasca ai pantaloni
mi fa sempre un certo effetto così gelida e liscia
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l’accarezzo con la mano e la sento che si scalda
a contatto della coscia
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Cammino tutto irrigidito ma mi sento bene
come se fossi eternamente in erezione
ogni tanto entro in un orinatoio
un attimo per guardare l’oggetto stupendo
nessuno può sapere che cosa sto facendo
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Figuriamoci
io che negli orinatoi
non piscio mai
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Loro pisciano… pisciamo tutti… vengono qui apposta… e così credono di me. Mi vedono solo la nuca e le gambe, le tengo un po’ divaricate e me la guardo, bella. Il calcio con le quadrettature… Ce ne ho uno accanto … lo so cosa fa …gli  vedo le gambe e la nuca … ben pasciuto l’omaccione, la piega della nuca mi sorride come fosse una grossa bocca, che fa? Prende per il culo? Non piscio mai negli orinatoi.
Dunque, il calcio, le quadrettature, il grilletto, dolce e sensibile, come una piccola palpebra … tenera, socchiusa … clic… clic … (sparo)
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Questi nostri tempi di sconvolgimenti
questi nostri tempi

(Giorgio Gaber)

Dall’album Polli D’Allevamento

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Fonte: Giorgio Gaber  (Sito Ufficiale)

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VIDEO

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Approfondimento

Cosa prevede la nuova legge sulla legittima difesa – TPI
Legittima difesa, ok della Camera: licenza di sparare di notte. Ecco …
Come cambierà la legittima difesa – Il Post
Usa, nelle università della Georgia si potrà girare armati

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Il vero costo delle nostre scarpe: viaggio nelle filiere produttive di tre marchi globali delle calzature

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(2017) REPORT – Il vero costo delle nostre scarpe

di Francesco

La Campagna Abiti Puliti e Change your Shoes annunciano il lancio della nuova inchiesta “Il vero costo delle nostre scarpe: viaggio nelle filiere produttive di tre marchi globali delle calzature” realizzata dal Centro Nuovo Modello Di Sviluppo (CNMS) e FAIR.

Il rapporto descrive il viaggio compiuto lungo le filiere produttive di tre grandi marchi di calzature (Tod’s, GEOX e Prada), mostrando quanto questa industria sia ancora lontana dal rispettare i diritti umani e sindacali degli operai che confezionano le loro scarpe.

Tale basso livello di rispetto si fa sentire anche nel continente europeo che sta vivendo importanti fenomeni di rilocalizzazione. Questa è uno degli aspetti di novità che emerge dal rapporto. Si definisce reshoring e indica il trasferimento in direzione contraria delle attività produttive precedentemente delocalizzate in Asia (o altri luoghi “low cost”) soprattutto per l’abbassamento del costo del lavoro. L’aumento di produttività, unito a una politica di moderazione salariale, di maggiore flessibilità del lavoro, di maggiore libertà di licenziamento, di relazioni industriali soft affiancate da incentivi e sussidi per attrarre gli investimenti, sta rendendo di nuovo appetibile anche la vecchia Europa che presenta il vantaggio di una mano d’opera ad alta tradizione manifatturiera. Ad essere più interessati al fenomeno sono i paesi dell’Europa dell’Est con salari a volte più bassi di quelli asiatici.

Utilizzando oltre 11 milioni di euro messi a disposizione dal governo serbo, nel gennaio 2016 GEOX ha aperto un impianto di produzione a Vranje, in Serbia. Come descritto nel rapporto, durante l’estate del 2016 una serie di irregolarità sono state denunciate dalla stampa locale: condizioni sanitarie e di sicurezza insoddisfacenti, offese verbali ai lavoratori, forme di assunzione non regolari, straordinari eccessivi e altre violazioni alle norme sul lavoro. Grazie alla capacità di denuncia di alcuni lavoratori, alla pressione dei media e all’attività di sindacati e organizzazioni di attivisti per i diritti dei lavoratori, alcuni aspetti sono migliorati, ma ancora molto c’è da fare. Il video-documentario “In my shoes”, prodotto per Change Your Shoes da Sara Farolfi e Mario Poeta, raccoglie alcune di queste voci. Tuttavia, per consentire ai lavoratori di godere a pieno dei loro diritti, deve essere garantito e rafforzato un vero processo di libertà di associazione sindacale e di contrattazione collettiva, che includa un aumento negoziato dei salari per soddisfare il costo medio della vita.

Le reti di produzione globale sono strutturate per incoraggiare la corsa verso il basso e spesso  favorire violazioni diffuse dei diritti dei lavoratori. Quando i tempi di consegna sono molto stretti e i prezzi pagati dai marchi talmente bassi da non permettere nemmeno di coprire i costi di produzione dei subfornitori, allora entriamo nel mondo oscuro dell’economia informale, popolato da aziende che cercano di risparmiare frodando i propri lavoratori, le autorità fiscali, e il sistema di sicurezza sociale. In questo contesto, è facile per le piccole imprese fallire, come è successo ad alcuni imprenditori che hanno lavorato per Tod’s e Prada.

Come conseguenza di queste relazioni inique vi è una crescente sproporzione tra prezzi e valore reale dei beni assorbita per la maggior dalla distribuzione e dal marchio (che si appropriano di circa il 60% del prezzo finale) lasciando le briciole agli altri attori della catena di fornitura. Questo accade soprattutto dove c’è più opacità, lontano dalla vista dei consumatori. L’inchiesta rivela come la maggior parte dei lavoratori e dei subappaltatori abbia paura di testimoniare, preferendo farlo nell’anonimato.

La presenza di cittadini e consumatori bene informati, di media indipendenti, di reti di solidarietà internazionali, sono condizioni fondamentali per ottenere dalle imprese comportamenti responsabili conformi alle tutele previste dalle leggi nazionali, dalle convenzioni internazionali e dai Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP).

Campagna Abiti Puliti con Change your Shoes chiede ai marchi delle calzature (compresi Tod’s, Prada e GEOX) di garantire una totale trasparenza della loro catena di fornitura e il rispetto dei diritti umani e del lavoro fondamentali, compreso il pagamento di salari dignitosi; allo stesso tempo chiede ai governi nazionali e alle istituzioni europee di rafforzare i controlli sull’applicazione delle leggi sul lavoro, soprattutto nei segmenti ad alto rischio di violazione; obbligare le aziende a rendere trasparenti le loro catene di fornitura e a implementare un piano di due diligence per identificare, prevenire, ridurre e rendere conto degli impatti negativi delle loro operazioni sui diritti dei lavoratori lungo tutta la catena di fornitura.

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SCARICA IL REPORT COMPLETO

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Video

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Fonte:  Campagna Abiti Puliti

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Zanotelli richiama i pacifisti all’unità e all’azione. Firma l’Appello contro i signori della guerra.

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Il missionario richiama i pacifisti all’unità e all’azione

Una Perugia-Assisi straordinaria per fermare i Signori della guerra. Appello di Padre Zanotelli

L’Italia ripudia la guerra (art. 11 Cost.), non può puntare sulle armi come pilastro del Sistema paese e armare paesi in guerra o che violano i diritti umani
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16 aprile 2017 – Alex Zanotelli
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Sosteniamo il nuovo appello di Padre Alex Zanotelli. Ecco dove firmare on line:

https://www.petizioni24.com/fermiamoisignoridellaguerra

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Appello

FERMIAMO I SIGNORI DELLA GUERRA

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Trovo vergognosa l’indifferenza con cui noi assistiamo a una ‘guerra mondiale a pezzetti’ , a una carneficina spaventosa come quella in Siria, a un attacco missilistico da parte di Trump contro la base militare di Hayrat in Siria ,ora allo sgancio della Super- Bomba GBU-43( la madre di tutte le bombe) in Afghanistan e a un’incombente minaccia nucleare.

L’Italia, secondo l’Osservatorio sulle armi, spenderà quest’anno 23 miliardi di euro in armi (l’1,18% del Pil) che significa 64 milioni di euro al giorno! Ora Trump, che porterà il bilancio militare USA a 700 miliardi di dollari, sta premendo perché l’Italia arrivi al 2% del Pil che significherebbe 100 milioni di euro al giorno. “Pronti a rivedere le spese militari – ha risposto la ministra della Difesa R. Pinotti – come ce lo chiede l’America.” La Pinotti ha annunciato anche che vuole realizzare il Pentagono italiano a Centocelle (Roma) dove sorgerà una nuova struttura con i vertici di tutte le forze armate. La nostra ministra della Difesa ha inoltre preparato il Libro Bianco della Difesa in cui si afferma che l’Italia andrà in guerra ovunque i suoi interessi vitali saranno minacciati. E’ un autentico golpe democratico che cancella l’articolo 11 della Costituzione. Dobbiamo appellarci al Parlamento italiano perchè non lo approvi. Il Libro Bianco inoltre definisce l’industria militare italiana ‘pilastro del Sistema paese’.”

Mentre in Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo schieramento della NATO nei paesi baltici e nei paesi confinanti con la Russia. In Romania, la NATO ha schierato razzi anti-missili e altrettanto ha fatto in Polonia a Redzikovo. Ben cinquemila soldati americani sono stati spostati in quei paesi. Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati italiani in Lettonia. Mosca ha risposto schierando a Kalinin- grad Iscander ordigni atomici, i 135-30. Siamo ritornati alla Guerra Fredda con il terrore nucleare incombente. (La lancetta dell’Orologio dell’Apocalisse a New York è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte come ai tempi della Guerra Fredda).

Ecco perché all’ONU si sta lavorando per un Trattato sul disarmo nucleare promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, mentre le 9 nazioni che la possiedono non vi partecipano. E’ incredibile che il governo Gentiloni ritenga che tale Conferenza “costituisca un elemento fortemente divisivo “, per cui l’Italia non vi partecipa. Eppure l’Italia, secondo le stime della Federation of American Scientists, ha sul territorio almeno una settantina di vecchie bombe atomiche che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. E dovremmo mettere in conto anche la possibilità, segnalata sempre dalla FAS, di Cruise con testata atomica a bordo della VI Flotta USA con comando a Napoli. Quanta ipocrisia da parte del nostro governo!

Davanti a una così grave situazione, non riesco a capire il quasi silenzio del movimento italiano per la pace. Una cosa è chiara: siamo frantumati in tanti rivoli, ognuno occupato a portare avanti le proprie istanze! Quand’è che decideremo di metterci insieme e di scendere unitariamente in piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio? Perché non rimettiamo tutti le bandiere della pace sui nostri balconi?Ma ancora più male mi fa il silenzio della CEI e delle comunità cristiane. Questo nonostante le forti prese di posizione sulla guerra di Papa Francesco. E’ un magistero il suo, di una lucidità e forza straordinaria. Quando verrà recepito dai nostri vescovi, sacerdoti, comunità cristiane? Dopo il suo recente messaggio inviato alla Conferenza ONU, in cui ci dice che “ dobbiamo impegnarci per un mondo senza armi nucleari”, non si potrebbe pensare a una straordinaria Perugia- Assisi, promossa dalle realtà ecclesiali insieme a tutte le altre realtà, per dare forza al tentativo della Nazioni unite di mettere al bando le armi atomiche e dire basta alla ‘follia’ delle guerre e dell’industria delle armi? Sarebbe questo il regalo di Pasqua che Papa Francesco ci chiede: “Fermate i signori della guerra, la violenza distrugge il mondo e a guadagnarci sono solo loro.”

Infatti nel 2015 abbiamo esportato armi pesanti per un valore di oltre sette miliardi di euro! Vendendo armi ai peggiori regimi come l’Arabia Saudita. Questo in barba alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati. L’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove vengono bombardati perfino i civili con orribili tecniche speciali. Secondo l’ONU, nello Yemen è in atto una delle più gravi crisi umanitarie del Pianeta. All’Arabia Saudita abbiamo venduto bombe aeree MK82, MK83, MK84, prodotte dall’azienda RMW Italia con sede legale a Ghedi (Brescia) e fabbrica a Domusnovas in Sardegna. Abbiamo venduto armi anche al Qatar e agli Emirati arabi con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Iraq, in Libia, ma soprattutto in Siria dov’è in atto una delle guerre più spaventose del Medio Oriente.In sei anni di guerra ci sono stati 500.000 morti e dodici milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22 milioni! Come italiani, stiamo assistendo indifferenti alla tragica guerra civile in Libia, da noi causata con la guerra contro Gheddafi. E ora , per fermare il flusso dei migranti, abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un Memorandum con il governo libico di El Serraj che non riesce neanche a controllare Tripoli. E così aiutiamo la Libia a frantumarsi ancora di più. E con altrettanta noncuranza assistiamo a guerre in Sud Sudan, Somalia, Sudan, Centrafrica, Mali. Senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa in Congo e Burundi. E siamo in guerra in Afghanistan: una guerra che dura da 15 anni ed è costata agli italiani 6,6 miliardi di euro.

Alex Zanotelli

Napoli,14 aprile 2017

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Fonte: Peacelink

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