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Brasile | Jair Bolsonaro è risultato primo. Si è fatto festa dalle parti di Salvini

 

 

Salvini a favore del razzista sostenuto dalla grande finanza in Brasile

by Raiawadunia · Ott 9, 2018

Si è fatto festa dalle parti di Salvini,ieri, alla notizia che al primo turno delle presidenziali in Brasile il candidato dell’estrema destra Jair Bolsonaro è risultato primo e ha grandi chanches di essere eletto nel ballottaggio del prossimo 28 di ottobre.” Anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova! #goBolsonarogo”, ha titolato il ministro degli interni italiano sulla sua pagina facebook. Aria nuova…


Eccola l’aria nuova di cui Salvini parla e che quindi vorrebbe anche in Italia.


Bolsonaro ha detto ad una deputato di sinistra, che lo accusava di incoraggiare lo stupro, che “non meritava di essere violentata”. Più tardi ha spiegato al giornale Zero Hora :’Non merita di essere violentata, perché è molto cattiva ed è pure brutta’


Nel 2016, ha elogiato un torturatore della dittatura in Brasile (1964-1985). “L’errore della dittatura è stato torturare e non uccidere”.


In un’intervista con la rivista Playboy, ha affermato che avrebbe preferito che i suoi figli “morissero in un incidente piuttosto che fossero omosessuali”.In un’altra occasione, ha ulteriormente svelato il suo spirito omofobico: “Non voglio combattere o discriminare, ma se vedo due uomini che si baciano per strada, li picchio “e in un’intervista televisiva ha detto di esser certo che” il 90% dei bambini adottati da coppie omosessuali sarà gay e andrà a prostituirsi. Ne sono sicuro al mille per cento!“.


Bolsonaro ha insistito durante tutta la campagna elettorale sul mettere fine ai diritti degli indigeni sulle terre: “Non darò un pollice alle riserve indigene”, ha detto. Sulla comunità brasiliana di origine africana anche, ha dichiarato che, ” Sono solo dei fannulloni! Stiamo sprecando con questa gentaglia più di un miliardo di dollari l’anno.” ” I miei figli? Non sposeranno mai una donna di colore. Sono ben educati! “.


Una società dell’odio e del disprezzo. Forte con i deboli, amica dei più forti. Bolsonaro è stato pubblicamente appoggiato dalla grande finanza brasiliana, dalle corporation agricole e industriali che hanno fatto del Brasile un inferno in cui una minoranza diventa ogni giorno più ricca e la maggioranza annaspa nella miseria più crudele. A Salvini tutto questo sta bene. Anche lui ha ottenuto l’appoggio pubblico di Confindustria, cioè di quel padronato che in tanta parte ha fatto impresa con i soldi pubblici, dilapidando il futuro del nostro paese.

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Fonte: raiawadunia.com

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Violenza sulle donne – Una cultura sbagliata che il carcere non risolve.

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Lo stupro è un crimine, ma anche una cultura che non si cura in carcere

Violenza maschile. Le contraddittorie ricette di Sandra Newman che invita a semplificare: «Lo stupro è un crimine da punire. Punto». Ma aumentare le pene non cura la patologia

di Lea Melandri

«Perché gli uomini violentano? Semplice: perché pensano di farla franca. Basta con le giustificazioni sociali e psicologiche. Lo stupro è un crimine da punire. Punto».

Stando al titolo che D La Repubblica (30 /9/17) ha dato allo scritto di Sandra Newman – un’analisi peraltro articolata e contraddittoria -, verrebbe da rispondere che se le cose stessero davvero così, fermare gli stupratori sarebbe effettivamente semplice: aumento degli anni di detenzione e carcere a vita per i recidivi.

Ma, oltre alla discutibile riuscita del deterrente che viene indicato, bisogna aggiungere che si tratta anche di un titolo profondamente diseducativo rispetto alla convinzione, oggi più condivisa che in passato, che la violenza maschile contro le donne vada affrontata attraverso processi formativi fin dall’infanzia, sapendo quanto sono precoci i pregiudizi sessisti e razzisti derivanti dalla cultura che abbiamo ereditato da secoli di dominio maschile. Quando ci si pone il problema di “capire” che cosa spinge gli uomini allo stupro, il riferimento non sono solo le ragioni «sociali e psicologiche», ma il portato di una ideologia che è stata per secoli il fondamento della nostra come di altre civiltà: dalla cultura alta al senso comune.

È dentro questa cultura, che ha visto il potere maschile innestarsi e confondersi con le vicende più intime (la maternità, la sessualità, l’amore), che vanno “capiti” i comportamenti violenti dei singoli o dei gruppi, con tutto il carico di patologia, responsabilità e storia. Come spiegare altrimenti che molti uomini, anche giovani, intervistati, stando a quanto viene riportato nell’articolo, rispondono di non riuscire a «fare un collegamento tra sesso non consensuale e stupro», o il fatto che uno studente su quattro risponde che «è colpa del desiderio?». Non sarebbe forse il caso di cominciare a chiedersi che cosa è stato ed è ancora purtroppo, nell’immaginario e nelle convinzioni di tanti uomini –ma anche donne- quello che chiamiamo amore, desiderio, sessualità?

Una volta preso atto che la “natura” degli stupratori non mostra differenze significative, tanto da poter concludere che sono, come la maggior parte degli uomini «tendenzialmente, in parole povere, stronzi misogini», il discorso di Newman si sposta giustamente su convinzioni, pregiudizi, fantasie che sono alla base del pensare e del sentire comune, e quindi la ragione di cui gli stupratori si avvalgono per giustificare i loro crimini: “normale” usare la forza se la donna che ha accettato di uscire con te ti oppone un rifiuto, con quella che ha fama di essere “facile”, o che ha fatto l’autostop. La prima legittimazione alla violenza viene dunque dagli altri uomini, dall’approvazione o stigmatizzazione da parte di una comunità di simili. Negli stupri praticati dai soldati in guerra, sappiamo che l’incoraggiamento è venuto spesso dall’alto.

Ma, nonostante che questa visione di insieme delinei la complessità di un fenomeno con radici profonde nella storia del dominio maschile e nell’inconscio collettivo, Newman conclude che il principale deterrente è la condanna penale dei responsabili.

Fuorviante sarebbe ogni tentativo di vederlo come un problema diverso rispetto alla criminalità comune, o come un “mistero profondo” che rimandi alla psicologia, alla medicina o alla politica. Ora, è vero che lo stupro è prima di tutto l’esercizio di un potere brutale sul corpo della donna; più che di desiderio sessuale si deve parlare di sopraffazione, celebrazione della vittoria su un sesso considerato nemico o inferiore, da umiliare e sottomettere.

Ma è davvero così estraneo alla sessualità da poterlo collocare tra crimini come la rapina, gli incendi dolosi, ecc.? Come definire i rapporti sessuali nascosti dietro la sacralità del matrimonio e imposti dai mariti alle mogli senza il loro consenso e senza troppi riguardi per le gravidanze indesiderate? Come non riconoscere il tratto violento che c’è nella sessualità generativa e penetrativa dell’uomo legata, come è stato finora, non solo all’ansia di prestazione, ma al desiderio e contemporaneamente alla paura di un ritorno al potente ventre materno?

Parlare del coito come di una “vittoria sul trauma della nascita”, come fanno alcuni psicanalisti, vuol dire riconoscere nell’immaginario maschile la guerra mai dichiarata tra i sessi che ha preso forma intorno alla vicenda dell’origine, e che ha visto capovolgersi, nella storia che vi è andata sopra, un vissuto di dipendenza di inermità dell’uomo-figlio nell’appropriazione violenta del corpo materno.

La speranza di riuscire a prevenire gli stupri, come altre violenze manifeste o invisibili sulle donne, sta nel coraggio di affrontare il problema in tutte le sue ambiguità, da ciò che la memoria del corpo e la vita psichica trattengono delle esperienza primarie di ogni individuo, maschio o femmina, alle condizioni sociali e culturali in cui si trova a vivere. Testimonianze, scritture che parlano una lingua ‘spudorata’ nel dire verità dell’amore, della sessualità, delle fantasie , dei desideri e delle paure che restano generalmente “impresentabili”, sepolte nella vita dei singoli di un sesso e dell’altro, non mancano. Sono inquietanti, disturbanti, ma proprio per questo è importante vincere le resistenze e leggerle.

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Fonte: il manifesto

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Anonymous – Oscurato il sito del Comune di Albettone. Avvertito il sindaco razzista.

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30 ottobre 2016

Letame in bocca al Sindaco Joe Formaggio #AntiFa

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“Salve Cittadini di Albettone,
Noi siamo Anonymous.

Ci rammarica leggere dalle agenzie di stampa, che il vostro sindaco si trovi in una situazione psico-fisica problematica dove la sua salute e quella dei suoi cittadini è a rischio.

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Da sempre Anonymous combatte contro qualsiasi forma di intolleranza, ingiustizia e in tutte le sue forme il razzismo, che sono riconducibili al periodo nero: Fascismo.E’ inaccettabile che il rappresentante di un comune Italiano sparga odio contro persone di colore, omosessuali e persone che scappano da guerra, violenza, fame e macerie. Ogni forma di ignoranza non è accettata dalla legge ne da Anonymous.

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Abbiamo già visto in questi giorni precedenti come Gorino e Bitonto, e non possiamo più rimanere in silenzio. Un silenzio naturale in un paese da sempre muto.

In risposta alle dichiarazioni del Sindaco Joe Formaggio di Albettone (Vicenza) fatte a “La Zanzara” in queste ore, dove esterna: “Immigrati? Se ce li mandano muriamo le case e le riempiamo di letame; siamo orgogliosamente razzisti”, prendiamo atto dovuto di dover testare il letame presso il sito web del Comune di Albettone.

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www.comune.albettone.vi.it #TangoDown

https://check-host.net/check-report/1caf673

We are Anonymous
We are Legion
We do not Forgive
We do not Forget
Expet Us

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Approfondimento:
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