Monthly Archives: Dicembre 2012

Jazz a Napoli: Renato Sellani & friends

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Sabato 8 dicembre 2012

Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore – Sala Sisto V

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In occasione della sua permanenza a Napoli nel giorno dell’Immacolata Sellani si esibirà in concerto insieme ai musicisti: Enzo Nini  sax e flauto – U. Priore contrabbasso – T. Paragone batteria

Renato Sellani – Nato a Senigallia l’8 Gennaio 1926  entra giovanissimo in contatto con musicisti come Piero Piccioni e Umberto Cesari. Il suo primo incontro con musicisti di jazz americani avviene suonando per lungo tempo con il trombettista Bill Coleman.

Nel 1954 approda a Milano dove prosegue la sua attività con il chitarrista Franco Cerri e successivamente entra a far parte del mitico quintetto Basso-Valdambini. Molti musicisti d’oltre oceano lo cercano per suonare insieme a lui. Si ricordano le tournè con Lee Konitz nel ’58 (con il quale ha fatto una serie di concerti nel febbraio ’95), con Chet Baker (la più famosa tromba bianca del jazz) nel 1960, ’61, ’68, ’69 e ’70. Ha accompagnato molti cantanti tra i quali Mina, Nicola Arigliano, Fred Bongusto, Lilian Terry, Renata Mauro, Helen Merril, Ginge Rogers e Sarah Vaughan. L’incontro con altri musicisti famosi è proseguito con Herb Geller al Festival di Bled, Buddy Collette (con il quale ha inciso alcuni LP), Gerry Mulligan, Stephan Grappelli, Franco Ambrosetti, Sergio Fanni, Eraldo Volontè, Tullio De Piscopo ed altri. Ha partecipato più volte ad Umbria Jazz e ad altri festival in Italia e all’estero.

Nel 2008 gli è stato assegnato l’Honorary Award (Premio alla Carriera) nell’ambito degli Italian Jazz AwardsLuca Flores

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Info: 081/5515108 – ottojazzclub@hotmail.com     –   
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Steve Jobs: il film

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Steve Jobs: il film atteso nel 2013 con Ashton Kutcher

Atteso nel 2013 il film dedicato a Steve Jobs. Ashton Kutcher sarà il protagonista e interpreterà il genio americano di Apple. Oggi è stata diffusa un’immagine ufficiale dal set.

Il genio di Apple, Steve Jobs, potrà essere rivissuto attraverso il film in uscita nel 2013. La pellicola, intitolata jOBS:Get Inspired, è una produzione indipendente e verrà distribuita dalla Five Star Feature Films. La presentazione avverrà il prossimo gennaio nel corso del Sundance Film Festival, evento che si svolge a Park City, in America nello Utah. La direzione è stata affidata al regista Joshua Michael Stern e la scrittura è opera di Matt Whiteley. La storia dovrebbe ispirarsi alla biografia ufficiale scritta da Walter Isaacson, la quale ha riscosso un enorme successo. In particolare, il film/biografia dedicato a Steve Jobs, le quali riprese sono ancora in corso, approfondirà il periodo che va dal 1971 al 2001.

Il film arriverà in Italia grazie alla Filmauro e Aurelio De Laurentis, che oggi era a Sorrento per presentare il nuovo listino di film, ha affermato: “Nel calcio ho seminato abbastanza, posso tornare prepotentemente al cinema”– e aggiunge- “la prima cosa che ho a cuore è prendere subito provvedimenti contro la pirateria online, se non si risolverà il problema non si potrà andare avanti”.

Kutcher, l’attore statunitense noto anche per essere stato il toy-boy della collega Demi Moore, interpreterà il ruolo di Jobs. Proprio oggi è stata diffusa l’immagine ufficiale proveniente dal set: l’attore, molto simile nei lineamenti al guru di Apple, veste i panni di un Jobs giovane. Ha la barba ma non ha gli occhiali e il classico dolcevita nero. Indossa scarpe da ginnastica, jeans, camicia ed orologio. La sorprendente somiglianza è stata notata da molti: per esempio, il coprotagonista del film, Josh Gad, che interpreta il cofondatore di Apple Steve Wozniak, ha dichiarato a US Weekly di essere stato molto colpito dalla metamorfosi di Kutcher in Jobs: “La sua performance è stata un’assoluta trasformazione. Se fosse sembrato ancor più come Steve Jobs, penso che avrebbe confuso un sacco di gente. E’ davvero inquietante”.

Kutcher sarà in grado di somigliare a Jobs anche per altri aspetti? Siamo tutti molto curiosi.

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Fonte:  news-24h

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Wikileaks, la Rete ed il misterioso caso del soldato Bradley Manning

               

The photograph of Bradley Manning “BEFORE” his detention and “AFTER” is shocking!  (madu)

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Il lato oscuro della Rete

L’emblematica vicenda di Bradley Manning. Detenuto nella più grande democrazia della Terra. Sostanzialmente ignorato dalla Rete. La Rete che avrebbe dovuto liberare lui e l’umanità intera

di M. Mantellini

La storia di Bradley Manning è anche la storia di Internet e della sua marginalità. Il racconto di un sogno idealizzato, quello della comunità delle persone che si collegano fra loro e rendono il pianeta un luogo migliore e più giusto. Del resto ogni generazione ha la propria dichiarazione di indipendenza: la penultima è stata una canzone di Bob Dylan intitolata “I tempi stanno cambiando”, l’ultima, circa trent’anni dopo, la dichiarazione di indipendenza del Cyberspazio scritta da J.P. Barlow nel 1996.

Bradley Manning è un giovane statunitense che è stato arrestato nel 2010 in un sobborgo di Baghdad dove prestava servizio per l’esercito statunitense. Le accuse che lo riguardano sono molte, alcune francamente fantasiose, ma attengono in gran parte alla divulgazione di materiale segreto. Manning – come molti di voi sapranno – sarebbe stato il tramite attraverso il quale Wikileaks ha potuto diffondere al mondo intero migliaia di informazioni riservate sulla guerra in Iraq, sui crimini e gli “errori” che il governo statunitense ha più volte tentato di nascondere.

Cantava Bob Dylan nel 1964 che i tempi stavano rapidamente cambiando, che una battaglia fuori stava scuotendo le finestre di senatori e congressisti, che era ora che i genitori e giornalisti si facessero da parte senza criticare cose che non potevano comprendere: l’inno di una generazione, insomma, quella dell’America di Nixon, della guerra in Vietnam e dei Pentagon Papers.

Manning è in carcere da oltre 900 giorni e solo nella scorsa settimana nel Maryland, all’inizio del processo che lo riguarda, ha potuto offrire di fronte al tribunale alcune brevi dichiarazioni. Un rapporto delle Nazioni Unite, dopo un’indagine durata 14 mesi, ha dichiarato che la sua carcerazione a Quantico da parte della più grande democrazia del mondo, è crudele e inusuale. Una cella di due metri per due, 23 ore di isolamento al giorno, 20 minuti di esposizione al sole, nudo durante la notte, un trattamento che il rapporto di Juan Mendez definisce, senza mezzi termini, come una forma di tortura. Quali sono state le reazioni della nuova stampa statunitense sul caso Manning? In genere modeste e imbarazzate: per trovare un editoriale che racconti i fatti con un po’ dell’indignazione necessaria occorre aprire il Guardian di Londra.

Nel 1996 J.P. Barlow, nel Manifesto che per un decennio ha influenzato fortemente una certa idea di democrazia elettronica portata da Internet, scrive:

Governi del Mondo, stanchi giganti di carne e di acciaio, io vengo dal Cyberspazio, la nuova dimora della Mente. A nome del futuro, chiedo a voi, esseri del passato, di lasciarci soli. Non siete graditi fra di noi. Non avete alcuna sovranità sui luoghi dove ci incontriamo.

Siamo ai ricorsi storici, alle cicliche invocazioni alla libertà dai grandi poteri, declinate in questo caso in formato elettronico, agitando la sacra spada del mondo liberato non a colpi di musica ma di click del mouse. Nulla di tutto questo è evidentemente accaduto.

La storia di Bradley Manning, un ragazzo che rischia la pena di morte per aver “spifferato” attraverso Internet gli indecenti segreti del grande gigante democratico ed essersi quindi con tale gesto macchiato di “aiuto al nemico”, esattamente come la storia altrettanto complicata di Julian Assange, è anche il racconto della fallita aspirazione di una Internet motore della democrazia e della conoscenza. Perfino Barack Obama, lui stesso simbolo molte volte citato di una nuova politica nutrita a colpi di trasparenza, social media e partecipazione del basso, lui normalmente attento ad ogni piccolo risvolto diplomatico delle proprie dichiarazioni, su Manning ha compiuto un grosso passo falso, dichiarandone scioccamente la colpevolezza ben prima che il processo avesse inizio.

Il fatto è che forse i tempi non stanno cambiando, che forse i giganti di carne e di acciaio sono ancora lì e non hanno alcuna intenzione di lasciarci soli, che forse il principio di sovranità sulla Rete può essere oggi tranquillamente ed ancora affermato dai medesimi soggetti che la rete doveva abbattere. Nessun gigantesco corteo di indignazione popolare si è mosso da Internet ed ha invaso le piazze per la sorte di un giovane militare che a Quantico, nella civilissima Virginia, è costretto ad urlare: “Il detenuto Manning ha bisogno della carta igienica”. Il massimo che possiamo attenderci dalla grande folla planetaria che popola la rete Internet che legge e si indigna nello spazio di un click è che sfidi la legge per scaricare illegalmente un episodio della serie televisiva Criminal Minds. Tanto sempre di Quantico, crimini, FBI e robette simili stiamo in fondo parlando.

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Fonte: Punto Informatico

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Approfondimento (madu)

Bradley Manning

WikiLeaks – Bradley Manning per la nomination al premio Nobel per la Pace 2012

Per Bradley Manning. Su #wikileaks e altro

I legali di Bradley Manning: «Lo torturano e sta crollando»

Free Bradley Manning

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