Daily Archives: 31/05/2012

#no2giugno# – USB Vigili del Fuoco: “No a parate militari e carnevalesche. Prestiamo soccorso nelle zone terremotate”

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di Luigi Mazza

L’USB VV.F ha diramato due comunicati per chiedere al presidente Napolitano, e al governo, che i Vigili del fuoco non vengano mandati a esibirsi in “parate militari o carnevalesche”, ma che vengano piuttosto adoperati nelle zone colpite dai due devastanti sismi. Il sindacato inoltre denuncia “i tagli lineari” che il corpo dei VV.F sta subendo, e che si ripercuotono sui cittadini in momenti drammatici come questi. Infine Usb VV.F denuncia l’irresponsabilità di chi, subito dopo il primo sisma, ha dato il via libera alle aziende a riprendere le attività produttive, permettendo che altri operai morissero nella seconda violenta scossa di ieri; e annuncia una proposta di legge che, modificando il ruolo della Protezione Civile, metta i VV.F al centro della macchina dei soccorsi.

I Vigili del fuoco aderenti a USB chiedono che i propri lavoratori “non vengano mandati ad esibirsi in una sfilata, ma a prestare la loro opera di soccorso tecnico urgente alla popolazione delle zone terremotate”. Nel comunicato si specifica che il Corpo nazionale dei VV.F “è un ente sociale che non ha mai avuto alcun motivo di partecipare a parate militari o carnevalesche”, ed è “ incomprensibile e inaccettabile in questo momento la scelta di impegnare un folto gruppo di lavoratori per la sfilata del 2 giugno, lasciando al contempo alcune zone terremotate prive di operatori”. Nel comunicato si denunciano inoltre i tagli lineari che hanno messo in ginocchio l’intero corpo dei VV.F, e che di conseguenza si rivelano deleteri per la sicurezza dei cittadini: “oggi, infatti, il soccorso tecnico urgente alla popolazione è assicurato solo ed esclusivamente con il raddoppio dei turni del personale VV.F. e con la certezza che i lavoratori non saranno retribuiti, perché il Dipartimento non ha fondi e si appresta a nuovi tagli lineari. Tagli che oggi si dimostrano drammaticamente irresponsabili, in quanto hanno anche contribuito a rendere sempre più precaria la sicurezza nei luoghi di lavoro, come risulta dalla lugubre conta dei lavoratori morti in Emilia”.

Questo perché, secondo la denuncia dell’USB VV.F, non solo qualcuno ha permesso che quei capannoni sotto cui sono morti gli operai nei due sismi fossero costruiti senza rispettare le leggi in materia antisismica, ma nessuno avrebbe, inoltre, effettuato attenti controlli fra il primo e il secondo sisma, permettendo che altri operai morissero nella seconda forte scossa di terremoto di ieri. Nel comunicato si legge: “in questo momento i Vigili del Fuoco sono il primo ente preposto alla incolumità privata e pubblica, a ricercare la catena di responsabilità di chi ha autorizzato la lavorazione in capannoni con travi poggiate sui pilastri senza essere ancorate. Come lavoratori si interrogano, ed interrogano quella politica che fino a ieri considerava la  sicurezza come un onere per le imprese e ha fatto in modo di ridurre, se non eliminare, i controlli per garantirla”. Ecco perché chiedono al presidente Napolitano e al governo di “porre fine alle parate di essere considerati per la loro professionalità”.

Nel secondo comunicato L’USB VV.F denuncia “la mancata applicazione del principio di precauzione da parte delle autorità politiche e tecniche in Emilia”, e ritiene “una grave imprudenza” l’autorizzazione concessa alle aziende delle zone terremotate di riprendere le attività produttive subito dopo il primo devastante sisma. “Non è accettabile – prosegue il comunicato – che un Paese civile anteponga le ciniche logiche dell’economia alla vita dei suoi cittadini”. Ed è la stessa USB VV.F a fare autocritica, relativamente a presunte concessioni a riprendere le attività produttive date proprio da tecnici dei Vigili del fuoco: “sarà compito della magistratura accertare le responsabilità, sarà compito anche di questo sindacato richiedere un indagine interna, per chiarire se i Vigili del Fuoco in questo frangente hanno fatto tutto quello che dovevano, per scongiurare quanto accaduto. Non possiamo infatti sottrarci a domande importanti, se è vero quanto affermato da alcuni giornali. Se alcune delle strutture che sono crollate avevano avuto il via libera alla ripresa lavori da parte dei nostri tecnici, dovremo domandarci se oggi esistono gli strumenti idonei per dare risposte certe. Risposte che, se sbagliate, costano la vita delle persone”. Intanto il sindacato chiede di fermare le attività produttive nelle zone interessate dal sisma, e dai conseguenti crolli e indebolimenti di strutture ed edifici, e auspica “che venga da subito istituita una cassa integrazione speciale per garantire un reddito a chi non lavora, e che vengano istituiti fondi ad hoc per intervenire nei luoghi di lavoro per la messa in sicurezza degli stessi”.

Infine USB VV.F annuncia che, relativamente alla Protezione Civile, e al fine di dotare l’Italia “di un sistema efficiente di salvaguardia”, presenterà una proposta di legge “che mira ad ottimizzare e migliorare il sistema di Protezione Civile, ponendo i Vigili del Fuoco al centro di questa organizzazione”.

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Fonte: controlacrisi.org

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Terremoto in Emilia: l’Uaar richiama Monti all’uso dell’Otto per Mille statale

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Si può fare. È già previsto che l’Otto per Mille a gestione statale possa essere speso per le calamità naturali, senza bisogno di passaggi parlamentari o di nuove tasse. Basta soltanto la volontà politica.

L’Uaar ritiene che il governo guidato da Mario Monti abbia dunque il dovere civico di impiegare l’Otto per Mille statale per sostenere le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Non solo, ritiene che assieme agli enti locali direttamente coinvolti debba avviare al più presto una campagna di sensibilizzazione verso i contribuenti alle prese con la dichiarazione dei redditi, invitandoli a scegliere lo Stato come destinazione dell’Otto per Mille. Con la garanzia che sarà impiegato in questa iniziativa di solidarietà nazionale e di fronte a un così autorevole invito proveniente dall’alto, la solidarietà tra connazionali non mancherà di certo.

La ricetta è dunque semplicissima e l’associazione l’ha già suggerita in passato. Del resto, il nostro territorio così dissestato e la frequenza dei disastri naturali che lo colpiscono dovrebbero spingere chi ci amministra a concepire la tutela del territorio come una priorità.

Tutto ciò non accade e, anzi, preziosi miliardi di euro pubblici sono impiegati per scopi confessionali. L’Uaar ritiene pertanto opportuno invitare le amministrazioni del territorio colpito dal sisma a pensare innanzitutto alle esigenze più urgenti dei cittadini, evitando che anche in questo caso si dia la precedenza alla ricostruzione di edifici religiosi privati.

Documento sottoscritto dai circoli di Bologna e Modena e dal referente di Ferrara.

Comunicato stampa UAAR

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Fonte: Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti

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