Monthly Archives: Marzo 2012

Anonymous – #Operation Vatican.va# Attacco al sito del Vaticano

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19 marzo 2012

“Buongiorno, Vatican.va
Perdonateci se oggi non siamo troppo cordiali né gioviali con voi, ma siamo letteralmente disgustati dall’omertà della Chiesa Cattolica nel non denunciare casi di pedofilia, talvolta veramente riprovevoli…

Citate a memoria i vostri comandamenti, i vostri catechismi, i vostri vangeli, ma forse ne avete scordato una parte, ve la vogliamo ricordare!
Matteo 18, 4-6: “Chi sarà come questo piccolo fanciullo, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chiunque riceve un piccolo fanciullo come questo in nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare.”

Per anni avete “lavato” i panni sporchi in chiesa, omettendo di tenere in conto che il terreno in cui svolgevate la vostra funzione non vi appartiene. I luoghi in cui i vostri preti hanno praticato l’azione pastorale hanno precise leggi, e nel caso in cui vi fosse giunta notizia di reati da parte di detti preti sarebbe stato vostro obbligo denunciarli alle autorità competenti dello stato in questione, anziché adottare comportamenti omertosi. Per questa ragione il silenzio che le gerarchie della chiesa hanno mantenuto per decine di anni circa orribili fatti consumati all’interno di istituti religiosi in tutto il mondo, come l’abuso su bambini sordomuti non in grado di riferie le violenze, equivale
ad un assunzione di complicità.

Ma questo comunicato vuole ANCHE denunciare un caso di abuso successo nel 1996, ad una cara amica di un membro del collettivo.
Venne violentata, appena 13enne, da un sacerdote, lo stesso che l’aveva battezzata, questi la minacciò, ma coraggiosa andò dalla madre (suo unico genitore) a parlarne … la madre si precipitò alla curia, che la minacciò di toglierle il solo sostentamento che avevano, dato per l’appunto dalla caritas (UNA ONLUS), barattando così il silenzio in cambio della sopravvivenza.
Sappiamo che questo non è l’operato di un singolo ma che il Vaticano tende a mascherare gli abusi più riprovevoli senza denunciarli alle forze dell’ordine, poiché ha molto cari i suoi membri, ma un po meno cari i suoi fedeli.

JUST FOR REVENGE, JUST FOR LULZ!!
We do what we must, because we can.

We are Anonymous
We are Legion
We don’t forgive
We don’t forget
Expect Us! “

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Tibet Libero – Continuano le immolazioni: sale a 30 il numero degli eroi tibetani

Lobsang Tsultrim

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17 marzo 2012.Un giovane monaco del monastero di Kirti, a Ngaba, e un agricoltore di Rebkong si sono auto immolati in Tibet. Sale così a trenta il numero dei tibetani che a partire dal febbraio 2009 si sono dati fuoco come atto estremo di protesta contro l’occupazione cinese e per lanciare al mondo il loro grido d’aiuto. A Ngaba, nella provincia del Sichuan, un monaco ventenne del monastero di Kirti, Lobsang Tsultrim (nella foto), si è auto immolato il pomeriggio del 16 marzo. A Rebkong, nella contea di Malho, si è dato fuoco questa mattina Sonam Dhargye, un agricoltore di quarantaquattro anni.

Riferisce il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia che Lobsang Tsultrim, già avvolto dalle fiamme, camminava lungo la strada principale di Ngaba quando ha visto i funzionari di polizia dirigersi verso la sua direzione. Ha cercato di allontanarsi ma è stato raggiunto, picchiato e gettato a terra. Mentre i poliziotti cercavano di spegnere le fiamme con un estintore, Lobsang ha continuato ad alzare in aria il pugno, in un gesto spesso usato dai tibetani come segno di invocazione della libertà. E’ stato caricato su una camionetta e portato via. Era il maggiore di quattro fratelli. Era diventato monaco all’età di otto anni.

Le misure di sicurezza sono state rafforzate in tutta la città e soprattutto all’ingresso del monastero. Lungo la strada principale è stato istituito un nuovo posto di blocco e i tibetani sono fermati e perquisiti. Nella notte tra il 16 e il 17 marzo a nessuno è stato consentito di entrare o uscire da Ngaba.

Nella prima mattina di sabato, 17 marzo, un agricoltore di 43 anni, Sonam Dhargye, si è immolato con il fuoco a Rebkong, la città della contea di Malho, regione del Qinghai, teatro solo pochi giorni fa, il 14 marzo, dell’immolazione di Jamyang Palden, un monaco di trentaquattro anni. Sonam Dhargye è deceduto all’istante. Lascia la moglie e tre figli. Il giorno prima aveva lasciato il suo villaggio e aveva passato la notte in una locanda in città. La mattina seguente, dopo aver pregato di fronte a una fotografia del Dalai Lama e purificato il suo corpo con un bagno, Sonam ha bevuto della benzina e si è dato alle fiamme invocando il ritorno dall’esilio del leader spirituale tibetano. Riferisce una fonte tibetana che prima di darsi fuoco Sonam ha avvolto il suo corpo nel filo spinato per impedire ai poliziotti di impossessarsi del suo corpo. Sembra che l’agricoltore fosse un amico di Jamyan Palden, per ora sopravvissuto ma in gravi condizioni.

Ancora una volta, in segno di solidarietà, migliaia di tibetani sono arrivati nel piazzale antistante il monastero di Rongwo, piazza Dolma, da tutta la città e dai villaggi vicini. Un testimone oculare ha riferito al gruppo londinese Free Tibet che a Rongwo non si era mai vista una folla così numerosa: oltre 6000 persone, di cui 600 venute dal villaggio natale di Sonam Dhargey, hanno voluto rendere omaggio al nuovo eroe. I reparti della Polizia Armata Paramilitare, confluiti nel piazzale su numerosi mezzi, hanno preferito tenersi in disparte. “Stiamo assistendo a una protesta senza precedenti, l’atto di sfida contro il governo cinese più significativo dopo la rivolta di Lhasa del 2008” – ha dichiarato Stephanie Bridgen, direttore di Free Tibet. “Un numero sempre maggiore di tibetani è pronto a sacrificarsi e a correre ogni tipo di rischio”.

Il corpo di Sonam è stato portato all’interno del monastero di Rongwo e cremato. Dopo il funerale, la gente ha lasciato il luogo della cremazione e ha marciato verso il centro della città invocando la libertà del Tibet e il ritorno del Dalai Lama.

Alcune fotografie dal sito:  http://freetibet.org/node/2599

Fonte: Associazione Italia-Tibet

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31 marzo, Milano: Occupyamo Piazza Affari!

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Appello per la costruzione di una grande manifestazione nazionale a Milano per Sabato 31 Marzo. Un corteo che dall’università Bocconi, luogo simbolo dell’attuale governo Monti e dei ministri tecnocrati, si snodi per le vie della città fino ad arrivare a Piazza Affari, luogo simbolo della crisi economica e finanziaria in corso.

Occupyamo Piazza Affari

I loro affari non devono più decidere sulle nostre vite
Contro le politiche antisociali del governo Monti e della Bce!
Per una società fondata sui diritti civili e sociali, sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni!

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Misure “lacrime e sangue” sono la ricetta del governo delle banche e della finanza che, con il sostegno del centro-destra e del centro-sinistra, è ormai in carica da oltre tre mesi. Il massacro sociale del governo Monti dilagherà se verrà applicato il trattato europeo deciso dai governi Merkel, Sarkozy e Monti. Ora vogliono cambiare la Costituzione, senza consultare i cittadini e imponendo il pareggio di bilancio. Ora vogliono imporre un trattato, il fiscal compact, che impone la schiavitù del debito per vent’anni. Per vent’anni dovremo sacrificare i diritti sociali e quelli delle lavoratrici e dei lavoratori, per pagare il debito agli stessi affaristi e speculatori che l’hanno creato.Una crisi del sistema capitalista da cui le classi dominanti non riescono ad uscire. L’individuazione di “medici” come Monti in Italia o Papademos in Grecia, che in realtà non fanno che aggravare la malattia scaricando sui lavoratori e sulle classi popolari il peso della iniqua distribuzione del reddito con il conseguente peggioramento delle condizioni di vita e l’eliminazione di diritti conquistati con anni di lotte. Per questo diciamo NO alla precarietà e alla messa in discussione dell’articolo 18, alla distruzione dello stato sociale, dei diritti, della civiltà e della democrazia. Per questo diciamo NO alla distruzione dell’ambiente, alle grandi opere, alla Tav.

Negazione della democrazia e repressione sono gli strumenti con cui le classi dominanti stanno cercando di fermare e dividere il movimento popolare che va opponendosi al dilagare della precarizzazione e della disoccupazione di massa: lo abbiamo visto in questi giorni in Val di Susa, ma anche contro molte lotte operaie e di resistenza sociale.

Chiediamo ai giovani e alle donne, alle lavoratrici e ai lavoratori, ai precari, ai pensionati e ai migranti, ai movimenti civili sociali e ambientali, alle forze organizzate, di organizzare insieme una risposta a tutto questo con una grande manifestazione nazionale a Milano il prossimo 31 marzo!

Unire le lotte per un’opposizione sociale e politica di massa, capace di incidere e contare, dal territorio, alla scuola e all’università, alle lotte per il lavoro: dalla Argol di Fiumicino alla Wagon-Lits di Milano, alla Alcoa di Portovesme, alla Fincantieri, alla Esselunga, alla Sicilia, alla Fiat e alle lotte dei migranti. Vogliamo manifestare assieme a tutti i popoli europei, schiacciati dalle politiche di austerità e dal liberismo, in particolare al popolo greco, sottomesso ad una tirannide finanziaria che sta distruggendo il paese.

Vogliamo un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà e democrazia.

Il 31 marzo tutte e tutti in piazza a Milano:
ore 14.00 manifestazione nazionale dalla Bocconi a Piazza Affari

 

Occupyamo Piazza Affari!
Costruiamo il nostro futuro!

Appello “Occupyamo Piazza Affari”

Per aderire: comitatonazionale@nodebito.it

Guarda qui l’elenco aggiornato delle adesioni

 

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Video – “Sbanca la banca” a Milano apre una filiale UniDebit

MILANO – Una decina di attivisti di ‘Rivolta il debito’ ha organizzato di fronte alla sede centrale di Unicredit di Piazza Cordusio a Milano un ‘flash mob’ durante il quale e’ stato allestito uno sportello in cartone con scritto ‘UniDebit’. Due di loro si sono fatti fotografare con le maschere di Mario Monti e Giorgio Napolitano entrambi con una pistola di cartone in mano. L’iniziativa si chiama ‘sbanca la banca’ e, annunciano gli organizzatori, sara’ riproposta in altri quartieri di Milano.

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Fonte:  RID (Rivolta il debito)

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