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A scuola di libertà. Incontro tra la Scuola ed il Carcere

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15 novembre 2014

A scuola di libertà. Le scuole imparano a conoscere il carcere
Seconda Giornata Nazionale dedicata a un progetto che vuole far incontrare il Carcere e la Scuola

COMUNICATO STAMPA

– 150 scuole coinvolte, per un totale di oltre 10mila studenti.
– 1.000 volontari impegnati, in rappresentanza di 56 Associazioni.
– 10.000 copie distribuite del giornale “A scuola di libertà”, oltre a DVD e manifesti.
– molte scuole e molte associazioni che già sono passate da un giorno all’anno di impegno su questi temi a un numero sempre maggiore di giorni e di risorse impegnati.

La Scuola e il Carcere, due mondi che il 15 novembre 2014, e poi molti altri giorni dell’anno scolastico in corso, avranno l’occasione, per il secondo anno, di conoscersi e confrontarsi per riflettere insieme sul sottile confine fra trasgressione e illegalità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde dentro ognuno di noi.

Ma che cosa ci può raccontare sulla libertà chi ne è stato privato perché ha commesso un reato? E che cosa ci possono insegnare tutti quei volontari, che entrano ogni giorno nelle carceri italiane per contribuire a renderle più “civili” e meno “lontane” dalle città?

Ci possono insegnare:
– Che per apprezzare davvero la libertà è importante capire che può capitare di perderla per errori, per leggerezza, per scarso rispetto degli altri. Ma chi l’ha persa deve avere la possibilità di riconquistarla scontando una pena rispettosa della dignità delle persone.
– Che in carcere ci sono persone, e non “reati che camminano”.
– Che il carcere è meno lontano dalle nostre vite di quello che immaginiamo, perché il reato non è sempre frutto di una scelta, e noi esseri umani, TUTTI, possiamo scivolare in comportamenti aggressivi e violenti e finire per “passare dall’altra parte”
– Che le pene non devono essere necessariamente CARCERE, perché la certezza della pena significa scontare una pena che può essere anche fatta non “di galera”, ma che, come dice la nostra Costituzione, deve “tendere alla rieducazione”. Una pena costruttiva, che accompagni le persone in un percorso di responsabilizzazione rispetto al loro reato.
– Che parlare di pene umane, che abbiano un senso e che non abbiano come scopo di “rispondere al male con altrettanto male” significa rispettare di più anche le vittime. Perché per chi subisce un reato e per la società è più importante che l’autore di quel reato sia consapevole del male fatto e cerchi di riparare il danno creato, piuttosto che “marcisca in galera” senza neppure rendersi conto delle sofferenze provocate.
– Che investire sul reinserimento delle persone detenute significa investire sulla sicurezza della società.

Il 15 novembre, nelle scuole di tante città italiane, si parlerà in modo nuovo di carcere, di pene, di giustizia, cercando di sconfiggere luoghi comuni e pregiudizi.

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Per info: Maurizio Mazzi – Cellulare: 347.0064001 – Mail: maurizio.mazzi@libero.it

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Con il patrocinio del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

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Fonte: Ristretti Orizzonti

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Suzy e James Cameron: in California la prima scuola vegana degli USA

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Una scuola della California sta per entrare nella storia. Sarà la prima nel paese a passare all’alimentazione Vegana

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In una scuola fuori Los Angeles gli studenti non solo si stanno muovendo verso una alimentazione a base vegetale ma in realtà stanno piantando i semi per la frutta, verdura ed erbe che utilizzeranno per i loro pasti.

La “MUSE School” è una scuola elementare privata media e superiore situata a Calabasas. E’ stata fondata da Suzy Amis Cameron, moglie del regista James Cameron e da sua sorella Rebecca Amis, ed entrerà nella storia per essere la prima scuola del paese a servire tutti i pasti vegan. L’istituzione fornisce per ora un pasto vegan una volta alla settimana ma entro il 2015 l’intero programma prevederà la conversione completa del pranzo.

L’idea non è quella di spingere al veganismo i bambini, ma di ridurre l’impronta di carbonio della scuola ed incoraggiare i bambini a essere sensibili in materia di tutela ambientale e di contribuire a diffondere l’amore per gli animali.

Come da Ellen’s Good News Cameron riporta: “MUSE è una scuola ambientale. Il motivo principale è l’ambiente e la connessione tra cibo e l’allevamento.”
“Se si combinano tutti i mezzi di trasporto in tutto il mondo, essi rappresentano il 13 per cento dei gas serra. Se si combinano tutte le produzioni animali, esse rappresentano il 14,5-51 per cento. La gente non ne parla, ma è importante ed è qualcosa sulla quale stiamo concentrando la nostra attenzione. Vogliamo portare a conoscenza della popolazione che tutti possiamo contribuire a ridurre i gas serra facendo una cosa molto semplice: smettere di mangiare gli animali. “

Ed aggiunge: “I benefici sono tanti! Migliori la tua salute e salvi gli animali! “

E’ impressionante come gli studenti del Muse si impegnino nel contribuire alla transizione.

Al di fuori della scuola, gli studenti creano le proprie fonti di nutrimento, dai cavoli e lattuga, alla frutta, verdura, erbe aromatiche, e anche i fiori. I pasti non sono solo ben preparati ma sono senza dubbio anche gustosi, tra essi troviamo insalate fresche, fajitas vegan, hamburger vegetali e polenta.

Come parte della scuola “Progetto scolastico culinario” e l’apprendimento “Dal seme alla tavola” gli studenti imparano anche la connessione tra le loro scelte alimentari di tutti i giorni, la loro salute e l’ambiente. Nel Campus ci sono giardini, una cucina didattica e una serra.

Perché non diventare vegan?

“E’ il complemento ideale per il nostro curriculum accademico”, spiega Amis. “Ogni studente impara a piantare, coltivare, far crescere, raccogliere, preparare, consumare, ed infine effettuare anche il compostaggio.”

Durante l’estate, il MUSE aumenterà i letti di terra in modo da poter arrivare ad un totale di 100 giardini in tutto il campus. Attualmente stanno servendo un pasto a settimana completamente a base vegetale utilizzando il 60-75 per cento dei prodotti coltivati. Essi trasformeranno in vegano l’intero menu del pranzo entro l’autunno del 2015, data nella quale celebreranno il loro 10 ° anniversario.

“I bambini sono contenti di essere coinvolti nella semina e nella coltivazione dei propri prodotti alimentari; essi realizzano piatti interattivi.” Amis precisa: “Abbiamo anche un gruppo di genitori che ci stanno aiutando con il cibo, l’energia e il controllo dell’ acqua. Utilizzare una dieta a base di vegetali diminuisce notevolmente il consumo di acqua, che nel sud della California è di vitale importanza. “

Come per ogni iniziativa, Cameron dice che stanno organizzando incontri con gli interessati per rendere la transizione più facile. Stanno progettando seminari per tutto il prossimo anno per educare i genitori, gli studenti, il personale e la comunità in generale su quello che è l’alimentazione vegana e come iniziarla.

Osserva Cameron: “Vogliamo far sapere a tutti che è davvero facile preparare deliziosi piatti a base di vegetali”.

Continua Amis: “Stiamo comunicando ai genitori che per ora si tratta di un pasto al giorno”. “[Gli studenti] impareranno che ciò che stanno facendo è quello di contribuire ad aiutare il pianeta, ma impareranno anche che bisogna rispettare ed essere gentili con gli animali e che tutto ciò per loro sarà un grande traguardo. Questi sono i ragazzi che dovranno custodire il pianeta Terra. “

Cameron conclude: “Essi sono fondamentali per cambiare il gioco, essi sono campioni a livello mondiale.”

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Fonte: ellentv.com

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Approfondimento

Come ottenere pasti vegani nelle mense scolastiche, intervista a Denise Filippin

Guida al Vegetarismo per genitori e ragazzi – Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana

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Lettera delle professoresse e dei professori greci a studenti e studentesse

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Cara nostra studentessa, caro nostro studente,

è passato ormai molto tempo da quando questi giorni di settembre erano per tutti noi un dolce ritorno a scuola, con lo scambio delle esperienze estive, con la progettazione e le decisioni sul nuovo anno scolastico, con il rinnovo della promessa che faremo tutto il possibile per vivere bene. È passato ormai molto tempo da quando i governi dei Memoranda, e tutti coloro che li servono, hanno deciso di distruggere la Scuola Pubblica, di trasformarla in un’azienda grigia e severa, che avrà spazio solo per i figli di pochi.

Qualcuno cerca di convincerci che si tratta di una cosa normale e logica. Aspettano di farci “abituare” alla distruzione. Ma tutti sappiamo che questo sarà difficile che succeda. Perché non possiamo vivere così. Ma anche perché vorrà dire che dobbiamo rinunciare, sia noi che tu, a essere delle persone. Ad un mondo migliore. Alla forza del tuo impeto giovanile e creativo, al desiderio forte di cambiare le cose intorno a te contro le abitudini ed il compiacimento dei grandi.

Dopo questo settembre, quindi, niente sarà lo stesso. Noi, i tuoi professori, abbiamo deciso di ribellarci con uno sciopero per la difesa della Scuola Pubblica, della nostra e della tua vita. Di fronte a noi abbiamo i dirigenti dei ministeri, i manager ben pagati, i telegiornali, che non hanno smesso di ripetere che la nostra lotta nuocerà alla scuola… non la loro politica barbara! Queste persone, vivendo da anni nei salotti del potere, non sono in grado di rendersi contro dei tuoi bisogni, delle tue ansie, dei tuoi sogni. Queste persone del sistema, sanno solo fare i conti e in questi conti hanno trovato che la Scuola Pubblica è di troppo.

Durante l’estate, hanno portato avanti l’opera distruttiva della fusione/abolizione di scuole. Hanno chiuso all’improvviso, in una notte, molte scuole e hanno abolito alcune specializzazioni dell’educazione tecnologica, spingendoti tra le “braccia” delle scuole private. Nel contempo, il governo cerca di completare la trasformazione della scuola in un campo di esami forzati, un centro di allenamento per gli esami, visto che invece di elaborare un programma che mirerà alla conoscenza sostanziale e versatile e che ridurrà la pressione insopportabile che stai vivendo, crea un meccanismo disumano di setaccio di persone, basato sugli esami continui, dalla Scuola Media fino al tuo ultimo giorno nel Liceo.

Vogliono spaccare la tua gioventù. Vogliono farti abituare al controllo, così domani sarai un impiegato obbediente. Vogliono cacciarti via dalla scuola, così diventerai un lavoratore non specializzato “conveniente”, se riuscirai a trovare un lavoro. Progettano una vita scolastica sgraziata e spiacevole, con più ragazzi nelle classi e nei laboratori, con meno professori che correranno trafelati, ognuno di loro in molte scuole, per assolvere il loro compito. Con lo stesso disprezzo per qualsiasi cosa viva e bella, le stesse persone secche ci impongono di essere “valutati”, cioè di trasformare quello che amiamo di più (i nostri studi e la nostra educazione, i programmi ed i lavori che facciamo insieme a te, tutte quelle ore di gite, di spettacoli teatrali, di discussioni, di prove e di concerti) in “carte” che riempiranno la nostra cartella, per salvarci dal licenziamento. Insieme a questo, hanno creato un asfissiante codice disciplinare che ci vuole persone docili, che pensino a “insegnare” e a niente altro.

Cominciamo questo anno scolastico in meno: con delle scuole chiuse nell’educazione tecnica e generale, con oltre 10.000 colleghi ai quali hanno tagliato la strada verso la scuola. È una situazione che tu conosci in prima persona: perché sono anche i tuoi genitori che subiscono lo stesso violento attacco con i tagli ai salari, i licenziamenti, la chiusura dei negozi e il disperato mostro della disoccupazione. Perché sei anche tu che tutti i giorni devi contare i pochi spicci di fronte alla mensa, avvelenare il tuo successo agli esami di ammissione con lo stress per le possibilità economiche, che ci chiedi se ha più senso studiare quello che volevi o se c’è qualche altra facoltà che ti porta ad un “salario più sicuro” per sfuggire, magari, dalla miseria. Perché sono anche i tuoi fratelli e i tuoi amici, cioè i nostri studenti di ieri, che ci dicono che qui non ce la fanno più e che cercano fortuna all’estero, sulla strada dell’emigrazione, che in passato avevano percorso i loro nonni e speravamo che non dovessimo rivivere per forza.

I nostri problemi sono comuni. Non solo per noi e per te che viviamo, creiamo, lottiamo e sogniamo nello stesso spazio, ma per l’intera società. Una società che può permettersi di subire inerte gli attacchi che si susseguono uno dopo l’altro. Ed è per questo che noi, i tuoi professori e le tue professoresse, abbiamo deciso di ribellarci in questa lotta decisiva, che romperà la putrefazione del “niente può succedere”. In questa lotta vogliamo al nostro fianco tutti i lavoratori. Vogliamo i tuoi genitori, ma abbiamo bisogno anche di te. Non per evitare gli obblighi che sono nostri. Il costo della lotta lo subiremo noi, completamente, nonostante le zozzerie che trasmettono alcuni media. Ti vogliamo al nostro fianco, come anche dentro l’aula, perché è la tua partecipazione che dà senso alla nostra lotta. Solo insieme possiamo rompere il dominio del fatalismo e della miseria, solo insieme possiamo rimanere in piedi e dimostrare che non siamo solamente “un altro mattone nel loro muro”, un altro ingranaggio nella loro macchina.

Dopo questo settembre quindi, niente sarà più uguale. Questa lotta o sarà vinta dalle politiche della Troika e del governo che la serve, che ci impongono la devastazione e la miseria, o sarà vinta da noi, aprendo la strada per la scuola del futuro, per una vita creativa e libera, per tutti. Noi, i tuoi professori e le tue professoresse, ti chiediamo di stare al nostro fianco, di aggiungere la tua determinazione alla nostra e di diventare parte dell’enorme fiume popolare che riempirà le strade del paese e vincerà!

Con affetto, i tuoi professori e le tue professoresse in lotta!

La Federazione dei Professori di Insegnamento Secondario scrive agli studenti

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fonte: L’oradibuco

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