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Italian Horse Protection Association: No Palio. Firma la petizione!

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Diventa gli occhi di IHP nei palii

Il numero di palii e feste popolari in cui sono coinvolti cavalli in Italia è enorme. Sappiamo che ce ne sono oltre un centinaio sparsi su tutto il territorio nazionale, ma potrebbero anche essere di più. IHP non è in grado di tracciarli né di raccogliere informazioni su tutti: questo è il motivo per cui abbiamo bisogno del tuo aiuto. Contemporaneamente, Il Rifugio degli Asinelli Onlus lancia la stessa campagna e raccoglierà informazioni relative ai palii che coinvolgono asini. Questo il link: http://www.ilrifugiodegliasinelli.org/node/701

Il nostro scopo è raccogliere informazioni che saranno utilizzate per stilare un rapporto che vorremmo presentare al Ministero della Salute, chiedendo un miglioramento della normativa esistente: partendo dall’Ordinanza del 21/07/2011 – che ha avuto il merito di fissare una serie di minime regole – auspichiamo che nell’immediato si giunga ad una più concreta tutela degli equini coinvolti, ribadendo comunque la nostra contrarietà all’uso degli animali nei palii e nelle manifestazioni popolari.

Ci preme segnalare che l’Ordinanza ministeriale è proprio in questi giorni messa in forte pericolo da un ricorso di ENGEA (Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali) e SEF Italia (Scuola di Formazione Equestre) teso al suo annullamento. Se queste due associazioni vinceranno il ricorso cadrà anche l’unico strumento attualmente in vigore per contrastare il maltrattamento degli equidi nei palii. In ogni caso, anche se SEF ed ENGEA riuscissero nel loro intento di eliminare le attuali, minime, prescrizioni di sicurezza per la difesa degli equidi nelle manifestazioni popolari, IHP continuerà la propria battaglia contro l’uso degli animali nei palii.

Vuoi aiutarci?
Per favore scrivi un’e-mail a ihp@horseprotection.it indicando nell’oggetto “Palio di…” ed il nome del Comune in cui si terrà la corsa. Se possibile, includi nell’e-mail i tuoi dati come il nome e il cognome. L’indirizzo ed il numero di telefono sarebbero utili per un contatto più veloce con te, ma sono facoltativi. Ti invieremo un elenco con le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Con il tuo aiuto potremo migliorare la situazione!

Ricorda inoltre che è in corso la petizione NOPALIO, lanciata da IHP e sostenuta da moltissime associazioni italiane e straniere:

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Fonte: IHP
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Petizione – Siria: no alla guerra, sì ai diritti umani

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Campagna: Syria no war. Siria: no alla guerra, sì ai diritti umani

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Promossa da: PeaceLink
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Petizione internazionale urgente alle Nazioni Unite sostenuta da diverse organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani.
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NO ALLA GUERRA IN SIRIA  SI’ AI DIRITTI UMANI E ALLA LEGALITA’
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Le sottoscritte organizzazioni non governative umanitarie e a difesa dei diritti umani chiedono con forza alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di agire immediatamente per fermare ogni tentativo di intervento militare straniero contro la Siria e di favorire una vera mediazione svolta in buona fede.  Questa imperdonabile negligenza non può continuare.
Com’è noto, nei mesi scorsi c’è stata una crescente campagna mediatica internazionale sugli eventi in Siria, spesso basata su resoconti parziali e non verificabili, com’è già successo nel caso della Libia.
Quello che si sa è che sono in corso violenti scontri fra truppe governative e le truppe di insorti dell’autoproclamato Esercito di Liberazione della Siria, con basi in Turchia al confine con la Siria, e che questo crescendo di violenze ha già provocato enormi perdite anche di civili. I civili innocenti sono le prime vittime di ogni guerra.  Entrambe le parti armate hanno dunque responsabilità.
Ma l’intervento militare esterna non è assolutamente il modo per proteggere i civili e i diritti umani.
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AFFERMIAMO CON FORZA CHE:
1) Il cosiddetto “intervento militare umanitario” è la soluzione peggiore possibile e non può ritenersi legittimo in nessun modo; la protezione dei diritti umani non viene raggiunta dagli interventi armati;
2) al contrario le guerre portano, come inevitabili conseguenze, ad imponenti violazioni dei diritti umani (come si è visto nel caso della “guerra umanitaria” in Libia);
3) l’introduzione di armi dall’estero non fa che alimentare la “guerra civile” e pertanto dev’essere fermato;
4) non è tollerabile che si ripeta in Siria lo scenario libico, dove una “no-fly zone” si è trasformata in intervento militare diretto, con massacri di civili e violazioni dei diritti umani.
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VI CHIEDIAMO CON FORZA DI FAVORIRE:
1) una mediazione neutrale tra le parti e un cessate il fuoco: ricordiamo che la proposta avanzata da alcuni paesi latinoamericani del gruppo Alba è gradita anche all’opposizione non armata;
2) un’azione per fermare l’interferenza militare e politica straniera, volta a destabilizzare il paese;
3) il reintegro della Siria nel Blocco Regionale;
4) lo stop a tutte le sanzioni che attualmente minacciano il benessere dei civili;
5) una missione d’indagine internazionale parallela da parte di paesi neutrali per accertare la verità;
6) l’invio di osservatori internazionali che verifichino fatti e notizie che circolano attualmente privi di verifiche e di verificabilità.
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PROMOSSO DA  
Peacelink, Italy
volontari@peacelink.it
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Petizione popolare contro la macellazione rituale

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Iniziativa lanciata dall’ENPA:

 

Al Ministro della Salute
Al Comitato Nazionale di Bioetica

I sottoscritti cittadini

CHIEDONO

l’abolizione della deroga concessa in Italia con il decreto legislativo 333/98 con la quale si concede di effettuare la macellazione rituale ebrea e musulmana che provoca terrore e sofferenze indicibili agli animali. La macellazione rituale prevede che l’animale debba essere ancora cosciente quando con una lama affilata vengono recisi esofago, trachea e vasi sanguigni fino al totale dissanguamento, con una morte lenta ed atroce.

:: FIRMA LA PETIZIONE
:: SCARICA IL MODULO PER LA RACCOLTA DELLE FIRME

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ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI – Via Attilio Regolo, 27 – 00192 ROMA
Realizzazione TheRightHand
Per qualsiasi contatto con il nostro Ente: enpa@enpa.it

 

 

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Approfondimento

Da Wikipedia:

Macellazione rituale-religiosa

Alcune culture, come l’Islam e lEbraismo, prescrivono che gli animali siano macellati senza preventivo stordimento. In Italia questo tipo di macellazione è stato per la prima volta autorizzato con il decreto ministeriale congiunto (Sanità e Interni) dell’ 11/06/1980 e tale deroga è stata confermata da tutti gli atti legislativi successivi in materia.

La legge islamica, cioè l’insieme dei precetti del Corano e dei Hadith, prescrivono una serie di regole per la macellazione del bestiame affinché la carne sia considerata commestibile. Per i musulmani tali regole appaiono mutuate dalla tradizione ebraica del cibo Kosher e di fatto coincidono nelle due culture: quanto segue elenca i precetti del Corano.

Condizioni del bestiame prima della macellazione

  1. Tutti gli animali e il bestiame devono essere in salute, senza segni di malattia, non devono essere feriti né sfigurati in alcun modo;
  2. È espressamente proibito picchiare gli animali da macellare o impaurirli: gli animali in attesa della macellazione devono essere trattati accuratamente.
  3. È proibito ferirli o comunque danneggiarli fisicamente in qualunque modo.Condizioni di uccisione

 

Condizioni d’uccisione

  1. L’uccisione halal (cioè lecita) di animali deve essere effettuata in locali, con utensili e personale separati e diversi da quelli impiegati per l’uccisione non halāl;
  2. L’uccisore deve essere un musulmano adulto, sano di mente e a conoscenza di tutti i precetti della religione islamica e sulla macellazione halāl;
  3. Gli animali da uccidere devono essere animali halāl e devono poter essere mangiati da un musulmano senza commettere peccato;
  4. Gli animali devono essere coscienti al momento dell’uccisione, anche se (come sovente accade) bendati per non vedere il coltello del macellaio. Lo stordimento degli animali prima della macellazione non è contemplato dai precetti dell’Islam.
  5. L’uccisione deve avvenire recidendo la trachea e l’esofago: i principali vasi sanguigni verranno recisi di conseguenza. La colonna vertebrale non deve invece essere recisa: la testa dell’animale non deve essere staccata durante l’uccisione. Il macellaio deve pronunciare la basmala, orientando la testa dell’animale in direzione di Mecca.
  6. L’uccisione deve essere fatta in una sola volta: il movimento di taglio deve essere continuo e cessa quando il coltello viene sollevato dall’animale. Non è permesso un altro taglio: un secondo atto di uccisione sull’animale ferito rende la carcassa non halāl.
  7. Il dissanguamento deve essere spontaneo e completo,
  8. La macellazione deve iniziare solo dopo aver accertato la morte dell’animale.
  9. Gli utensili per l’uccisione e la macellazione halāl devono essere usati solo ed esclusivamente per animali leciti.

È importante notare come la macellazione halal contravvenga varie regolamentazioni internazionali sulla tortura degli animali ed è perciò proibita nella maggior parte dei paesi europei.

Stordimento

Lo stordimento degli animali prima della macellazione non è contemplato dai precetti dell’Islam: tuttavia in alcuni Stati islamici (per esempio in Malesia) è permesso, come misura di gentilezza verso gli animali, a condizioni ben precise:

  1. Lo stordimento deve essere temporaneo e non deve provocare danni permanenti.
  2. Lo storditore deve essere musulmano, o deve essere sorvegliato da un musulmano o da una autorità di certificazione Halal.
  3. I dispositivi usati per stordire animali non halal non devono essere usati per stordire animali halal.

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