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Pietro Ingrao: ” Ragazzi non bastano i cortei…”

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” Ragazzi non bastano i cortei, non basta la vostra meravigliosa passione per battere le guerre, l’ingiustizia , il bisogno . Serve la politica per vincere . La politica che incida nel potere.

Come facciamo per far diventare la vostra speranza “potere politico” ? Questo è il problema che avete davanti. Un corteo bello e ardente non è ancora politico.

Quali sono le vostre armi ? Non le vedete ? Ci sono..! Sono in quel libretto che i vostri padri chiamarono Costituzione, dopo aver conquistato il diritto a scriverlo con la Resistenza .

La forza del pacifismo è la legalità, che è in contrasto con l’illegalità di chi fa la guerra, pratica ingiustizia, affama nel bisogno . L’illegalità rimane nei governi e negli stati .

La vostra pacifica passione deve portare i suoi argomenti e la sua forza non solo nelle piazze , ma negli stati e nei luoghi del potere.

E’ un obiettivo ambiziosissimo che dovete darvi : costruire un potere di pace . Nessuno c’è finora riuscito: il potere è sempre armato, è sempre stato in guerra. Noi abbiamo perso, nel volerlo costruire , imparate da noi , dalle nostre sconfitte. Voi potete farcela .

Auguri per il vostro lungo viaggio . Pietro Ingrao

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Afghanistan: l’alternativa, la speranza. Uniamoci ai Volontari Afgani per la Pace!

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Restiamo uniti come amici di 30 milioni di Afgani

Di Kathy Kelly

Ecco un semplice passo   fattibile  verso la pace in Afghanistan: costruire relazioni internazionali        diventando amici dei Volontari Afgani per la Pace, Ali e Abdullah e portare le loro voci dimenticate e alternative di non violenza negli Stati Uniti – appoggiate le  nuove richieste per avere il visto statunitense.

Si stima che la popolazione afgana sia di 30 milioni, il 70% dei quali ha meno  di 25 anni. I dati demografici che parlano  di una popolazione  vivace e giovane indicano che c’è una finestra  di opportunità  perché gli Afgani e la comunità internazionale accompagnino la nuova generazione afgana verso un mondo migliore.

Chi sono questi 30 milioni di esseri umani afgani? Sono soltanto un gruppo di “estremisti selvaggi”, come spesso vengono dipinti, indiscriminatamente o per omissione, dai mezzi di informazione tradizionali? Naturalmente no.

Usando l’analogia di Occupy, il 99% di questi 30 milioni di Afgani comuni non hanno una vita facile sotto il governo del ricco e potente 1% di Afgani di buona famiglia.

Sappiamo a mala pena qualche cosa di questo 99%.  Come è normale in questo sistema globale capovolto, il 99% è considerato ‘irrilevante e senza importanza ” nelle decisioni politiche riguardanti  le loro vite insignificanti.

C’è comunque speranza.

Il peggioramento mondiale delle disuguaglianze socio-economiche ha dato vita  all’accumularsi di voci ordinarie  tramite il movimento Occupy, e le proteste di altra gente in Cile, Messico,  Stati Uniti, Spagna, Grecia, Londra e naturalmente durante la Primavera Araba.

Durante la Giornata Internazionale dei Bambini di quest’anno, il ministero afgano  del Lavoro e degli Affari sociali, ha annunciato che “6 milioni di bambini vulnerabili afgani affrontano la povertà e altre serie minacce”.

Affrontano ciò che affronta ogni Afgano: la corruzione ( l’Afghanistan è la terza nazione più corrotta del mondo), la povertà (il 35% degli afgani sono disoccupati, il 36% degli afgani vive al di sotto della soglia di povertà e un terzo dei bambini afgani devono lavorare per integrare il reddito delle loro famiglie) una mancanza di  fiducia di altri Afgani e degli stranieri e una mancanza di buone opportunità di istruzione (particolarmente difficile per i giovani Afgani che desiderano ardentemente  un cambiamento da ottenere tramite l’educazione).

Spesso si demoralizzano per la violenza e l’ingiustizia che aumentano nel loro paese e per l’impunità che aggrava l’illegalità. Studi condotti dal Ministero afgano della sanità nel 2009, mostravano che un incredibile 66% di Afgani soffriva di problemi di salute mentale. E questo accadeva nel 2009. Un recente sondaggio Gallup  dimostra che gli Afgani oggi si sentono più poveri e disperati!

In questo ambiente pesante dal punto di vista emotivo e psicologico, Abdulhai, uno studente afgano di 16 anni, vuole essere felice, ma dice:”Fin dall’infanzia non sono stato quasi mai felice.”

Ogni giorno, quando Ali e Abdullah vanno a scuola a Kabul, organizzano i programmi per il primo giorno di scuola e programmano la loro ‘Campagna per due milioni di amici’  che si terrà il 10 dicembre 2012 nella Giornata Internazionale per i Diritti Umani; lo fanno con la fiducia che piccolo ma decisi atti di amore possano cambiare il mondo.

Sanno che fino a quando le loro coscienze rimangono vicine alle grandi masse  che lavorano sodo, essi non hanno bisogno di sottomettersi a sistemi che gradualmente mettono al posto dei rapporti umani le relazioni il denaro e il potere.

Malgrado la settimana scorsa sia stato loro rifiutato il visto per gli Stati Uniti,  essi  sono ansiosi di festeggiare a Bamyan con le loro famiglie l’imminente festa di Eid che segna la fine del mese di digiuno del Ramadan.

Ali dice: “Sento la mancanza di mamma e papà.”

E’ assolutamente importante, nella  guerra afgana e alla sua devastazione socio-economica ad essa collegata, augurarsi che i due giovani Afgani, Ali e Abdullah ottengano  i visti per gli Stati Uniti per partecipare alla Carovana per la pace  Stati  Stati Uniti -Messico

Forse non è importante per l’1%, ma è importante per quelli come noi che credono nella considerazione di visioni alternative per la costruzione di amicizie pere il progresso umano e per coloro che sperano, sfidando ogni cinica probabilità, che l’amore può cambiare ogni cosa, perfino la guerra, perfino la guerra afgana.

Tre senatori statunitensi, tre membri del Congresso degli Stati Uniti, e il premio Nobel Mairead Maguire e 4.775 firmatari di una petizione lanciata dall”iniziativa on line Roots Action hanno creduto che queste opportunità di scambi pacifici fosse abbastanza importante per loro che hanno scritto  delle lettere all’Ambasciata degli Stati Uniti a Kabul, per appoggiare le richieste di visto di Ali e di Abdullah  e di interviste.

E’ stata probabilmente la prima volta che un qualsiasi individuo afgano ha ricevuto una dimostrazione pubblica di sostegno da parte dell’America di così calorosa, ma non è bastata a superare le preoccupazioni dei funzionari del Consolato degli Stati Uniti.

Le richieste di visto per gli Stati Uniti Ali e Abdullah sono state respinte.

In una realtà mondiale di  potere e di ricchezza concentrate nelle mani di pochi esseri umani amici, gli Afgani comuni, come Ali e Abdullah sono ‘sconosciuti’. Sono dei non-corpi, le loro voci non si sentono.

Ci demoralizza l’idea di come i funzionari del Consolato statunitense considerino il desiderio democratico di oltre 4.000 loro concittadini americani che Ali e Abdullah partecipino alla Carovana per la Pace che si terrà  negli Stati Uniti e durerà 10 giorni.

Abdullah si è meravigliato delle strane parole che il funzionario del consolato dell’ambasciata degli Stati Uniti gli ha comunicato per mezzo di un interprete: “Mi dispiace. La sua richiesta di visto è stata rifiutata. Lei non lavora con il governo e gli Afgani non la conoscono. La situazione dell’Afghanistan non è buona.”

Nel seguito della giornata, Abdullah ha tentato il metodo terapeutico di preparare  tranquillamente il pasto per la fine del Ramadan per la comunità dei Volontari Afgani per la Pace. Ali ha cercato di terminare i compiti di matematica della settima classe, anche se “in realtà non riusciva a concentrarsi’.

Sia Ali che Abdullah ci hanno detto: “Li abbiamo ringraziati alla fine della nostra intervista e ce ne siamo andati con un senso di delusione.”

I governi possono negare i “visti”, ma, fortunatamente non possono negare le amicizie.

Il rifiuto del visto non fermerà Ali e Abdullah che sono membri importanti dell’associazione Volontari Afgani per la Pace nel loro  serio sforzo di costruire una comunità multi-etnica a Kabul, in un momento in cui il conflitto in atto sta aggravando le divisioni etniche e politiche che minacciano l’integrità della società afgana.

Ali e Abdullh non vedono l’ora di incontrare il Premio Nobel Mairead Maguire il 10 dicembre 2012, quando si unirà a loro nella ‘Campagna per 2 milioni di amici’. La loro speranza per questa campagna è semplice: invece di 2 milioni di Afgani vittime della guerra negli ultimi 40 anni, vogliono trovare 2 milioni di amici, come si dice nel video clip ‘Sii uno dei 2 milioni di amici’. E così, per non perdere più nessuna vita umana, si augurano un cessate il fuoco multilaterale che ponga fine alla guerra afgana.

Ali e Abdullah hanno un messaggio di riconciliazione non violento che i gruppi e i governi in guerra non hanno voglia di sentire; non vedono l’ora che si depongano le armi, che i timori vengano  placati e che gli antagonismi si calmino.

Sembra che su un manifesto affisso in tutti i corridoi dell’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul ci sia scritto: “Mantenete la calma e la Transizione.” Ali e Abdullah suggeriscono con la loro vita e le loro azioni, questo messaggio: “Costruite la riconciliazione e i rapporti e la transizione.”

Invitiamo tutti i cittadini del mondo a cambiare questo status quo impersonale, inondando di lettere di sostegno per la nuove richieste di visti tramite il sito: http://act.rootsaction.org/p/dia/action/public/?action KEY=6447; crediamo che quando gli amici si mettono insieme, tutto può cambiare!

Possiamo restare uniti come amici di 30 milioni di Afgani.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/stand-together-as-friends-of-30-million-afghans-by-kathy-kelly

Originale: Kathy Kelly’s ZSpace Page

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2012 –  ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY -NC-SA  3.0

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Segnala gli sprechi: #noallespesemilitari / IL DOSSIER

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Segnala gli sprechi, istruzioni per l’uso

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A come aerei da guerra: 10 miliardi di euro per novanta cacciabombardieri F-35 e 5 miliardi per completare la flotta di novantasei caccia Eurofighter

B come blindati: 1,6 miliardi per duecentocinquanta carri Freccia

D come droni: 1,3 miliardi per otto aerei senza pilota

E come elicotteri da guerra: 4 miliardi per cento elicotteri Nh-90

G come guerra in Afghanistan: 800 milioni all’anno

M come manutenzione: 1,4 miliardi all’anno per spese di esercizio mezzi e strutture e formazione personale

N come navi da guerra: 5 miliardi per dieci fregate multiruolo ‘Fremm’ e 1,5 miliardi per due fregate ‘Orizzonte’

P come programmi informatici militari: 12 miliardi per il sistema digitale dell’esercito ‘Nec’

S come sommergibili: 1 miliardo per due sottomarini U-212

U come uomini: 9,4 miliardi di euro all’anno di spese per gli stipendi del personale

(Fonte:  Rete Italiana per il Disarmo)

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C’eravamo tanto armati

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DA E – IL MENSILE. Costa molto ed è anche difficile calcolare quanto, visto che i finanziamenti sono disseminati di qua e di là.
Dovrebbe, come tutte le uscite pubbliche, subire forti tagli, ma c’è il sospetto che siano solo dilazioni.
Si consente il lusso di acquistare aerei – gli F-35 – di cui non si riesce neanche a calcolare il prezzo finale perché sta lievitando: per ora siamo sui 15 miliardi di euro.
È il capitolo delle spese militari che ci vede ai primi posti di un mondo che investe sempre di più sulla guerra

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Fregate in arrivo

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DA E – IL MENSILE. Non solo aerei F-35. L’Italia ha stanziato più di cinque miliardi di euro per dieci modernissime navi militari. Un ottimo affare per Finmeccanica e una garanzia per gli operai di Fincantieri. Con l’eterno paradosso che anche i sindacati, come antidoto alla crisi, difendono la scelta del riarmo.

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…(leggi tutto)

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Fonte: E-IL MENSILE  online

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