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Palestina Stato non membro: LA DIRETTA

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La Palestina è stata riconosciuta dall’Assemblea Generale dell’Onu Stato non membro osservatore permanente: 138 sì, 9 contrari, 41 astenuti

Betlemme, 29 novembre 2012, Nena News – La Palestina è Stato non membro osservatore permanente. 138 voti a favore, 9 contrari, 41 astensioni.
Il presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas, ha parlato di fronte ai 193 Stati membri delle Nazioni Unite per chiedere il riconoscimento della Palestina come Stato non membro osservatore permanente: “Chiediamo all’Onu di rilasciarci il certificato di nascita, come fece 65 anni fa con Israele”.
Mentre il premier israeliano Netanyahu minaccia: “Lo Stato di Palestina passa obbligatoriamente per il riconoscimento da parte palestinese di Israele come Stato ebraico”.

ORE 23.07
L’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, sta parlando all’Assemblea: “Abbiamo per anni lavorato alla soluzione a due Stati, che vivano in pace e sicurezza. Questo resta il nostro obiettivo. Aiuteremo Palestina e Israele a tornare al tavolo dei negoziati. Oggi purtroppo una risoluzione improduttiva è ostacolo alla pace, per questo gli Stati Uniti hanno votato contro. L’unica via per creare uno Stato palestinese è attraverso il lavoro duro dei negoziati”.

ORE 23.04
138 SI, 9 NO, 41 ASTENUTI: La Palestina è Stato non membro osservatore permanente alle Nazioni Unite.

ORE 23.02
L’Assemblea Generale dell’Onu sta votando la risoluzione palestinese.

ORE 22.55
L’ambasciatore turco alle Nazioni Unite si è rivolto al popolo palestinese durante la sessione dell’Assemblea Generale in corso in questo momento: “Non vi abbandoneremo fino a quando non otterrete l’indipendenza”.

ORE 22.47
Da Ramallah Nour Odeh, portavoce dell’Autorità Palestinese, ha sottolineato che nel caso di voto favorevole dell’Onu, “non si parlerà più di Territori Occupati, ma di Stato occupato”.

ORE 22.31
Tra i crimini israeliani che il presidente dell’ANP ha elencato alle Nazioni Unite, Abbas ha ricordato il martirio di oltre 168 palestinesi durante l’ultima operazione militare contro Gaza, in particolare l’uccisione di dodici membri della famiglia Al Dalou. L’aviazione israeliana ha raso al suolo la loro abitazione.

ORE 22.22
“La Palestina compie di nuovo un errore. Non riconobbe 65 anni fa Israele e non intende farlo ora. La comunità internazionale deve fare pressioni sull’ANP perché torni a negoziati, senza precondizioni”.

ORE 22.20
Questa risoluzione non permetterà all’ANP di firmare trattati e partecipare a istituzioni internazionali. Non fermerà il conflitto. Il popolo israeliano si chiede a cosa serva proseguire con i negoziati se dall’altra parte non c’è risposta. C’è solo una via per lo Stato palestinese: negoziati diretti tra Ramallah e Gerusalemme, e non un seggio all’Onu”.

ORE 22.18
“La Palestina non ha mai riconosciuto Israele come Stato ebraico, nonostante la comunità internazionale lo abbia fatto 65 anni fa. Abbas ci accusa di giudaizzare Gerusalemme e cambiarne la natura. Abbas, è tempo di scegliere la pace con Israele: questa risoluzione non cambierà nulla sul terreno, non cambierà il fatto che l’ANP non ha controllo su Gaza”.

ORE 22.16
“Con Camp David nel 2000 Israele ha teso la mano. Nel 2005 Israele si è ritirato da Gaza. Nonostante ciò, la Palestina ha trasformato Gaza in un nuovo Iran, in una base di lancio di missili iraniani contro Israele. Sempre la leadership palestinese ha rifiutato di assumersi la responsabilità del processo di pace. Non accettiamo una base terroristica iraniana nel nostro Paese”.

ORE 22.15
Abbas preferisce i simboli alla realtà. Preferisce volare a New York invece di venire a Gerusalemme per negoziare. Il mondo sa che quando è stato possibile, Israele ha scelto la pace: è successo con l’Egitto e con la Giordania”.

ORE 22.12
“La Palestina deve riconoscere Israele come Stato ebraico e fermare la guerra contro Israele. Israele non può accettare tale risoluzione: l’unica via alla pace è il negoziato. Questa risoluzione è unilaterale e riporta indietro il processo di pace. Ho un messaggio per l’Assemblea: nessuna decisione dell’Onu può distruggere il legame tra il popolo ebraico e lo Stato di Israele”.

ORE 22.09
Il rappresentante di Israele, Ron Prosor, ha preso la parola: “Israele è lo Stato degli ebrei, è uno Stato ebraico con Gerusalemme come capitale”.

ORE 22.08
L’Assemblea Generale ha accolto con un applauso il discorso del presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas.

ORE 22.05
“Agiremo con responsabilità, collaborando con la comunità internazionale per giungere alla pace. 65 anni fa, in questo giorno, l’Onu adottò la risoluzione per la partizione della Palestina in due Stati, il certificato di nascita dello Stato di Israele. Chiedo alla comunità internazionale di non esitare, di dare una possibilità alla pace che non può più essere rimandata”.

ORE 22.01
“Questa occupazione razzista è l’ostacolo alla pace. Il mondo deve prendersi la responsabilità di fermare questa ingiustizia nei confronti del popolo palestinese, un’ingiustizia che va avanti dalla Nakba. E’ una decisione che richiede coraggio. Invierete un messaggio al popolo palestinese, ai prigionieri politici nelle carceri israeliane, ai profughi della diaspora e ai rifugiati in Palestina”.

ORE 21.59
“Così intendiamo dare una nuova spinta ai negoziati. Non siamo stanchi, non ci arrenderemo. Il nostro popolo non cederà i propri diritti nazionali, ha il diritto di difendersi da aggressioni e occupazione. Continueremo la nostra bellissima resistenza nonviolenta. Continueremo a costruire sulla nostra terra, con Gerusalemme come capitale. Vogliamo uno Stato accanto a quello israeliano, nei territori occupati nel 1967 e il riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Non è terrorismo”.

ORE 21.57
“Israele deve assumersi la responsabilità della colonizzazione, dell’occupazione e delle politiche di aggressione contro il popolo palestinese. Non siamo qui per delegittimare uno Stato riconosciuto anni e anni fa, ma vogliamo veder riconosciuto il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato”.

ORE 21.55
“Il mondo conosce le minacce che Israele ha mosso in questi mesi alla Palestina perchè non si presentasse all’Onu. Siete testimoni di queste minacce. L’ultima, terribile, contro la Striscia di Gaza. Israele non intende proseguire nel processo di pace. Il nostro popolo subisce pulizia etnica, attacchi dei coloni, colonizzazione selvaggia”.

ORE 21.53
“Il popolo palestinese, nonostante gli orrori, continua a resistere. L’OLP, rappresentante legittimo del popolo palestinese e leader della lotta palestinese, ha deciso nel 1988 di dichiarare l’indipendenza della Palestina, sotto la leadership di Yasser Arafat. Una decisione storica e coraggiosa, contro l’aggressione e l’occupazione”.

ORE 21.51
“L’occupazione deve finire, c’è un popolo che va liberato. Il popolo palestinese è miracolosamente sopravvissuto alla catastrofe della Nakba, quando centinaia di migliaia di palestinesi sono stati deportati e cacciati dalla loro bellissima e prospera terra verso campi profughi. Una pulizia etnica“.

ORE 21.48
“La Palestina si presenta oggi perché crede nella pace, convinta che la comunità internazionale ha di fronte l’ultima possibilità per salvare la soluzione a due Stati“.

ORE 21.47 “La Palestina si presenta oggi alle Nazioni Unite e ricorda le vittime, i bambini, le donne e gli uomini uccisi dalle bombe israeliane contro la Striscia di Gaza. Intere famiglie uccise insieme ai loro sogni, al loro futuro e alle loro speranze di vivere in libertà e pace”. ORE 21.46
Mahmoud Abbas sta iniziando il suo discorso alle Nazioni Unite.

ORE 21.45
Sudan: “Le Nazioni Unite hanno riconosciuto 65 anni fa il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato, al fine di creare una pace reale in Medio Oriente. Le Nazioni Unite devono oggi fare la storia votando la risoluzione di oggi”.

ORE 21.40
Il rappresentante del Sudan chiede all’Assemblea Generale di riconoscere la Palestina come osservatore non membro per garantire l’esistenza, la libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

ORE 21.32
Il rappresentante del Sudan alle Nazioni Unite ha aperto la discussione, ringraziando il presidente dell’ANP Abbas e la delegazione palestinese “in questo giorno storico”. “Ho il piacere di presentare la bozza di risoluzione di riconoscimento della Palestina come osservatore permanente”.
Tra i Paesi firmatari della bozza per il riconoscimento dei diritti nazionali palestinesi entro i confini del 1967, occupati dallo Stato di Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni (Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est): Belgio, Argentina, Afghanistan, Indonesia, Pakistan, Bahrein, Brasile, Belize, Bangladesh, Libia, Peru, Algeria, Repubblica di Corea, Sud Africa, Gibuti, Senegal, Sudan, Sierra Leone, Sri Lanka, Seychelles, Cile, Somalia, Cina, Iraq, Tagikistan, Guyana, Palestina, Venezuela, Qatar, Cuba, Kuwait, Kenya, Libano, Mali, Malesia, Madagascar, Marocco, Egitto, Malta, Arabia Saudita, Nicaragua, Yemen e India.

ORE 21.30
La sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla richiesta di riconoscimento della Palestina come osservatore permanente sta iniziando in questo momento.

ORE 21.10
Roger Waters, il fondatore dei Pink Floyd, oggi ha citato Bob Dylan per appoggiare la causa palestinese. “The Times They are a Changing’, ha detto Rogers parlando prima del voto sull’ammissione della Palestina quale stato osservatore non membro dell’Onu. Waters è un sostenitore dei diritti dei palestinesi e da anni si batte per un’azione della società civile “quando i governi si rifiutano di agire”.

ORE 20.52
Sì della Nuova Zelanda. Il ministro degli Esteri neozelandese, Murray McCully, ha annunciato il voto favorevole del suo Paese alla richiesta palestinese all’Onu.

ORE 20.45
Il presidente Abbas parlerà all’Assemblea Generale dell’Onu tra circa mezz’ora.

ORE 20.40
Il Kuwait ha annunciato il trasferimento di 50 milioni di dollari per sostenere l’Autorità Palestinese in previsione delle ritorsioni finanziarie israeliane dopo il voto dell’Onu. Lo ha reso noto l’inviato del Kuwait alla Lega Araba, Jamal al-Ghunaim.

ORE 20.20
Le forze di polizia israeliane hanno impedito ai cittadini palestinesi di Gerusalemme di installare un maxi schermo alla porta di Damasco, in Città Vecchia, per poter seguire il discorso del presidente Abu Mazen. Inoltre, le autorità israeliane hanno minacciato di ritirare le licenze ai ristoranti che hanno deciso di mettere a disposizione schermi per permettere ai clienti di seguire la richiesta di Abbas all’Onu.

ORE 20.08
Nimir Hammad, consigliere del presidente Abbas, ha detto in diretta ad Al Jazeera che sono circa 140 i Paesi pronti a votare sì alla richiesta palestinese all’Onu, accusando Israele di aver bloccato il processo di pace proseguendo nella colonizzazione selvaggia della Cisgiordania. “Non credo che il problema sia andare o meno alla Corte Internazionale. Se Israele teme questa possibilità, significa che sa di essere responsabile di crimini contro l’umanità”.

ORE 19.45
L’Autorità Palestinese si dice convinta di ottenere la maggioranza assoluta in Assemblea Generale. Lo afferma l’ambasciatore dell’ANP a Mosca, Fayed Mustafa: “La maggior parte degli Stati sosterrà la risoluzione per riconoscere la Palestina come osservatore. Darà una nuova dimensione alla questione palestinese e cambierà le basi del processo politico”.

ORE 18.45
La Germania non decide e annuncia l’astensione in Assemblea Generale, spiegando la scelta con la speciale vicinanza di Berlino a Israele e il timore che l’iniziativa blocchi il processo di pace. “La cancelliera ed io non abbiamo preso tale decisione con facilità – ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle – È una decisione ragionata. Da una parte c’è il giusto desiderio palestinese ad avere un proprio Stato, dall’altra la nostra speciale responsabilità per Israele”.

ORE 18.32
Un gruppo di senatori americani, sia democratici che repubblicani, ha annunciato oggi che proporrà al Congresso statunitense un disegno di legge per lo stop dei finanziamenti a Ramallah e la cacciata della rappresentanza palestinese a Washington nel caso in cui l’Onu riconosca la Palestina come osservatore permanente.

ORE 17.52
Circa 250 persone stanno prendendo parte a Tel Aviv ad una manifestazione – organizzata da gruppi israeliani di sinistra e per i diritti umani – per sostenere la richiesta palestinese all’Onu. “Israele e Palestina, due Stati per due popoli”, uno degli slogan dei manifestanti.

ORE 17.50
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha fatto appello ai leader israeliani e palestinesi perché riprendano i negoziati e diano nuova linfa al processo di pace, che necessita di coraggio e buona volontà. Ban Ki-moon ha aggiunto che le colonie israeliane in Cisgiordania rappresentano una violazione del diritto internazionale.

ORE 17.15
Manifestazioni nei Territori Occupati per sostenere la richiesta del presidente Abbas all’Onu. Nelle piazze delle principali città (Hebron, Nablus, Ramallah, Betlemme) migliaia di manifestanti sventolano le bandiere delle diverse fazioni palestinesi, Hamas, Fatah e PFLP.
E a Gaza City, per la prima volta dal 2007 – anno in cui Hamas assunse il governo de facto della Striscia – Fatah ha preso parte ad una manifestazione insieme a sostenitori del movimento islamista.

ORE 17.00
L’Italia ha deciso di votare sì al riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. La decisione è stata annunciata nel pomeriggio di oggi da una nota ufficiale di Palazzo Chigi: la decisione di appoggiare la risoluzione “è parte integrante dell’impegno del Governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento”.

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Fonte: Nena News

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Sudan, Clooney e Onu lanciano ‘paparazzi anti-genocidio’

Un satellite che vigilerà sulle violazioni dei diritti umani in Sudan. I dati verranno inviati all’Onu, analizzati e pubblicati con l’aiuto di Google e dell’Università di Harvard

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La stella hollywoodiana George Clooney ha lanciato, in collaborazione con Google e l’Università di Harvard, un progetto per monitorare, attraverso i satelliti, le violazioni di diritti umani in Sudan.

Si chiamerà Sentinel Project il satellite che sarà lanciato in orbita oggi 29 dicembre, in base a quanto riferito dallo stesso Clooney in un articolo apparso sul Time. Esso fotograferà ogni evidenza di violenze, dalle case bruciate alle persone in fuga e invierà i dati alle Nazioni Unite, che li raccoglierà, analizzerà e infine pubblicherà con l’aiuto di Google, l’Università di Harvard e la società telematica Trellon. Ideatore del progetto è lo stesso attore, che l’aveva proposto durante il suo viaggio in Sudan per incontrare i profughi della guerra civile. I finanziamenti sono invece erogati dall’organizzazione “Not on our Watch” (non sotto i notri occhi), costituita da Clooney e dai colleghi, Matt Damon, Brad Pitt e Don Cheadle in sostegno delle vittime della crisi del Darfur. “Vogliamo che i potenziali responsabili di genocidio e altri crimini di guerra sappiano che li stiamo guardando, che il mondo li sta guardando”, ha spiegato l’attore. Intanto, in vista del referendum che si terrà il 9 gennaio prossimo e che deciderà la secessione del sud, ricco di petrolio ma dilaniato dalla povertà, dal nord del paese, gli scontri e le violenze si susseguono in maniera allarmante. (leggi tutto)

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Fonte: PeaceReporter

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