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Echelon: da 50 anni spionaggio globale!

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ECHELON, 50 anni di sorveglianza globale

di Alfonso Maruccia

Il giornalista che per primo svelò al mondo l’esistenza del network spionistico rievoca le sue indagini, e chiude il cerchio con un documento portato alla luce da Edward Snowden

Lo scandalo del Datagate ha svelato al mondo la portata e le inquietanti capacità di spionaggio a disposizione dell’intelligence statunitense (NSA) e dei partner del ristretto club dei “Five Eyes” (Australia, Canada, Nuova Zelanda, UK, USA); ben prima delle rivelazioni di Edward Snowden, il giornalista investigativo britannico Duncan Campbell aveva già alzato il velo del tecnocontrollo globale parlando per la prima volta del programma ECHELON.

Tre lustri fa, la percezione dell’opinione pubblica in merito a ECHELON passava dallo status di leggenda metropolitana a network spionistico concreto grazie all’interessamento dei parlamentari europei, ma Campbell aveva cominciato a parlare delle grandi parabole della rete per le intercettazioni globali già nel 1988.

Ora, in un nuovo approfondimento pubblicato su The Intercept, il giornalista britannico chiude in qualche modo il cerchio svelando dettagli inediti del programma ECHELON – un programma avviato già 50 anni fa, sostiene Campbell, e che un documento di Snowden risalente al 2005 cita direttamente come “sistema focalizzato sui satelliti di telecomunicazioni”.Decadi prima del Datagate, di Internet e dello spionaggio di massa facilitato dalla condivisione indiscriminata sui social network, suggerisce Campbell, ECHELON ha garantito a cinque nazioni alleate la capacità di intercettare, raccogliere e analizzare le comunicazioni globali – prima analogiche, poi digitali – dietro il paravento dell’antiterrorismo e della sicurezza nazionale.

Dopo 40 anni passati a investigare sul programma ECHELON, Campbell si prende ora il tempo di ripercorrere la propria storia personale e come essa si è intrecciata inesorabilmente con l’indagine di una vita: tra i casi, inquietanti, citati dal giornalista, quello di una signora che parla al telefono della recita scolastica del figlio, una performance andata evidentemente male, definita “bombed”, che aveva spinto uno degli analisti di ECHELON a tenere sotto controllo le comunicazioni telefoniche della signora per un presunto rischio terroristico.

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Fonte: Punto Informatico

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Approfondimento

Echelon

Sorveglianza globale

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USA: la CIA prova a spiare dentro i prodotti Apple

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Datagate, CIA al cracking di Apple

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di Alfonso Maruccia

Le nuove rivelazioni di Edward Snowden descrivono l’intelligence americana come attivamente impegnata a bypassare la sicurezza dei gadget della Mela per rubare informazioni o installare backdoor.

Stando agli ultimi documenti riservati forniti da Edward Snowden e consultati da The Intercept, le agenzie di intelligence statunitensi (e la CIA in particolare) hanno una vera e propria passione per i gadget Apple. Al punto da dedicare anni e anni di studio al tentativo, non è dato sapere quanto riuscito, di comprometterne la sicurezza per spiare, intercettare e controllare tutto e tutti.

Lo sforzo dei ricercatori della CIA rivelato da The Intercept si è in questi anni focalizzato su diverse iniziative Apple-centriche, come ad esempio il tentativo di compromettere le chiavi crittografiche usate sui gadget mobile di Cupertino oppure l’ideazione di un metodo per compromettere Xcode, l’ambiente di sviluppo integrato usato da Apple per creare le app iOS e OS X.

Il lavoro della CIA e delle altre agenzie di intelligence USA è proseguito per anni, come emerge dai documenti di Snowden, e ha anche visto la partecipazione di ricercatori ed esperti di sicurezza privati chiamati a raccolta tramite la conferenza (ovviamente segreta) “Jamboree”.
Tra i metodi presentati durante i meeting tra spioni spiccano Strawhorse, un lavoro di ricerca a opera di Sandia Labs e focalizzato su una versione compromessa di Xcode con cui installare backdoor remote su OS X, rubare tutti i dati presenti su iPhone e iPad, oppure una presentazione su un updater per OS X modificato con cui installare impunemente software keylogger su sistemi Mac.

Non ci sono conferme, nelle nuove rivelazioni del Datagate, che CIA e altre agenzie a tre lettere abbiano avuto successo nei vari tentativi compiuti di compromettere i gadget della Mela. Traspare invece l’ipocrisia delle autorità USA, che si lamentano delle backdoor solo quando a volerle installare nei gadget sono i produttori cinesi.

I continui scoop del Datagate evidenziano ancora e ancora come gli Stati Uniti siano poco meritevoli di fiducia su questioni come cyber-sicurezza e integrità degli apparati elettronici, ambito in cui non a caso in Germania – uno dei paesi europei più controllati e spiati dalla NSA – le autorità che usano il servizio di posta elettronica De-Mail possono ora contare su comunicazioni crittografiche protette da PGP.

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Fonte: PuntoInformatico

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Il Libro: “Quando Google incontrò WikiLeaks” di Julian Assange

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JULIAN ASSANGE (IN VIDEO-CONFERENZA DA LONDRA) PRESENTA  IL NUOVO LIBRO  A MADRID  IL 3 DICEMBRE   AL “CIRCULO DE BELLAS ARTES”.

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Assange: “Google permise alla NSA e all’FBI di leggere le email degli utenti.“

I legami tra il gigante del software di Google e il governo degli Stati Uniti sono al centro del nuovo libro di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, che presenta a Madrid nella prossima settimana dal suo rifugio di Londra.

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Nel libro “Quando Google incontrò WikiLeaks” viene analizzata la strada e le attività studiate da Eric Schmidt, presidente di Google e Jared Cohen, direttore di “Google Ideas”.

Assange riporta in dettaglio la sua intervista durante gli arresti domiciliari in Gran Bretagna nel giugno 2011, con i due alti dirigenti accompagnati da Lisa Shields e Scott Malcomson, che in seguito ha rivelato come consiglieri del Dipartimento di Stato.

Scrive Assange, citato nel portale “Pùblico”: “Google permise alla NSA e all’FBI di leggere le e-mail. Anche in una stazione di polizia o in un tribunale, è possibile accedere a tali messaggi di posta elettronica senza un mandato.”

L’opera è stata scritta presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, che ha concesso l’asilo politico ad Assange più di due anni fa. Il libro contiene anche riferimenti a Schmidt presidente e fondatore del centro di analisi “New American Foundation”, che rappresenta la forza aggressiva centrista e liberale di Washington.

Inoltre, viene sottolineato che sia Schmidt che Cohen hanno promosso gli interessi degli Stati Uniti in diversi paesi come l’Afghanistan e il Libano.

Il libro sarà presentato al “Circulo de Bellas Artes” il prossimo 3 dicembre in un evento che comprenderà una tavola rotonda con i giornalisti e una videoconferenza via internet con l’autore.

Fonte: RT

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Approfondimento

Julian Assange

WikiLeaks  (en.)

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