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La prima volta che ho letto questo nome – padre Alex Zanotelli – è stato sulla rete ed era il 1999, anno nel quale stava prendendo forma quel fantastico e spontaneo Movimento Internazionale poi denominato erroneamente “Noglobal”. Ricordo perfettamente le sue dure parole nei Social Forum contro la globalizzazione ed il liberismo spinto, parole profetiche. Parole urlate da un uomo che stava dando la propria vita per gli ultimi di questo strano pianeta. Faceva ancora il missionario in Africa nella parte più povera di quella terra martoriata, in Kenya, in una baraccopoli chiamata Korogocho.
Quando finì la sua missione e tornò in Italia, Alex decise di venire a vivere a Napoli e precisamente al Rione Sanità uno dei simboli del degrado sociale del nostro Paese. Scelse Napoli per continuare le sue battaglie per i diritti, la libertà e la giustizia. Oggi collabora con la Comunità “Crescere insieme” ed insieme hanno realizzato anche un blog chiamato:
quartiere sanità il Blog del Rione Sanità
Blog che ci aggiorna sulla vita, gli eventi e le scelte del quartiere, tra le pagine possiamo trovare post come questi:
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I sudici e le arpie
Gli straccioni di Napoli si sono riuniti il 22 dicembre nella sede di Crescere Insieme ed hanno festeggiato il natale, hanno mangiato, bevuto e pregato insieme ad Alex Zanotelli. Hanno ballato e qualcuno si è offeso, poi hanno riso, hanno recitato, hanno gioito e alla fine sono ritornati a dormire per strada. Erano una settantina, un tavolo immenso e preparato con semplicità dalle volontarie, una postazione con microfono e computer, un video proiettore per il karaoke. Ha pregato prima Padre Alex, poi un musulmano, una polacca, un indiano, una protestante… Altissime le grida dell’uomo che ha citato il Corano, indistinguibili per me anche le altre litanie in lingua. Anche se fosse stato un verso qualunque sarebbe piaciuto a tutti: un ululato per ringraziare, un mugugno che recitava le adorazioni, un altro brontolio per supplicare, genuflettersi, ricordare. (leggi tutto)
oppure,
24 dicembre dal parrucchiere. Erano circa le 12,40, stavo alla via Vergini e mentre aspettavo una persona mi sono messo a parlare con un uomo anziano. Mi ha chiesto che ne pensavo del Natale e io gli ho detto la mia, lui aveva manifestato la sua contrarietà allo spreco, citandomi i tempi della fame e della guerra.
Mentre dialogavamo, all’improvviso è “arrivat’o patapat e l’acqua”, goccioloni grossi quanto gnocchi. Ci siamo riparati appoggiandoci lievemente vicino alla vetrina del parrucchiere: piovevano polpette! Dopo circa mezzo minuto è uscito, solo sporgendo la testa, un ragazzo senza capelli (certo per un barbiere quello è da scartare), che ci ha guardato con introspezione e malinconia, dicendoci: “questa è una vetrina?!”, di rimando gli ho risposto: “bhè!” (leggi tutto)
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Fonte: quartiere sanità il Blog del Rione Sanità
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