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Napoli Sotteranea: Contest di arti realizzate dal basso di Riprendiamoci le strade

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Il contest ha come obiettivo quello di creare uno spazio, un’opportunità per tanti di incontrarsi, confrontarsi, spremersi le meningi, arricchirsi a vicenda, provando a dare respiro e prospettiva alla dimensione artistica che nasce e si sviluppa al di fuori del contesto “ufficiale”, raccogliendo quel sottobosco di produzione che nasce dalle contraddizioni della realtà e ha nella critica ad essa il suo elemento centrale.
L’obiettivo, quindi, diventa partecipare, ma non è tutto: si può anche vincere!

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NAPOLI SOTTERRANEA
Contest di arti realizzate dal basso

In tutti gli ambiti di espressione e di produzione artistica è palese l’impegno da parte della grande distribuzione di assorbire ed inglobare gli esperimenti più innovativi, introiettando in essi differenti valori o svuotandoli della carica di sovversione e critica all’esistente.

La vittima di questa necessità di contenere, di depotenziarne ogni tentativo autonomo e indipendente di espressione artistica, è proprio l’energia creativa e reattiva, frutto delle contraddizioni che la strada suggerisce ma che la società nasconde.

Restituire alla strada quello che da essa proviene. Lasciare che le contraddizioni vengano fuori, in tutta la brutalità, non sepolte sotto il controllo tipico delle grandi etichette, della pubblicità, del pensiero unico, è quello che vorremmo fosse il tema delle opere.
Immaginare e creare senza che i nostri sogni vengano sacrificati sull’altare del profitto.

Dalla strada alla strada, dunque, e che cento fiori sboccino sotto le pietre e l’asfalto di questa città. E che siano fiori eretici.

E’ possibile iscriversi ad una o più aree artistiche inviando le proprie produzioni a:
contest@riprendiamocilestrade.org

(Scadenze 28 febbraio – 15 maggio 2011)

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Contatti e info:  Contest…

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Assange, libertà ma condizionata

Julian Assange

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Al founder di Wikileaks verrà garantito il rilascio, ma solo a determinate condizioni. Tra queste, la consegna del passaporto e una cavigliera elettronica. Cauzione da 240mila sterline

di Mauro Vecchio

Roma – Ad annunciarlo è stata una vera e propria sinfonia di cinguettii su Twitter: Julian Assange verrà rilasciato, ma solo a determinate condizioni. Tra queste, l’indicazione di un indirizzo permanente dove il founder di Wikileaks risiederà temporaneamente, la sua presenza quotidiana a un commissariato di polizia e il rispetto di un coprifuoco. Il giudice londinese ha inoltre previsto alcune restrizioni – compresa una cavigliera elettronica – per evitare che Assange fugga all’estero.

L’immediato destino di Assange è tuttavia circondato da un alone d’incertezza. Stando alle decisioni della corte britannica, le autorità svedesi avranno due ore di tempo per presentare un eventuale ricorso in appello. In tal caso, al founder di Wikileaks verrebbe garantito il rilascio solo nella giornata di domani. Assange dovrà inoltre consegnare immediatamente il suo passaporto alle autorità d’Albione.        (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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San Suu Kyi: dopo l’euforia, la realtà.

La liberazione di Aung San Suu Kyi non è sufficiente per cambiare la Birmania. E non è ancora chiaro cosa il regime le lascerà fare

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La sua enorme presa sulla popolazione è stata appena confermata dal bagno di folla che l’ha accolta. Lei ha già moderato le sue posizioni, infondendo speranza ma stando ben attenta a non pestare i piedi alla giunta militare che l’ha tenuta prigioniera per 15 degli ultimi 21 anni. Mentre la Birmania e il mondo si sciolgono davanti alla liberazione di Aung San Suu Kyi, l’iniziale euforia di questi giorni dovrà però per forza scontrarsi a breve con la situazione reale sul campo: quella di un paese dove l’esercito non ha nessuna intenzione di cedere un potere che detiene da 48 anni, e dove una ricetta per la pacifica coesistenza dei generali e dell’eroina della democrazia non è stata ancora trovata.

Suu Kyi, l’ha confermato lei stessa, è libera senza condizioni. Almeno formalmente, ciò vuol dire che potrà girare a piacimento per la Birmania per lavorare al suo programma di riconciliazione nazionale. Ma quanto il suo attivismo sarà tollerato dal regime è tutto da dimostrare: Suu Kyi, va ricordato, era stata rimessa in libertà altre due volte, per poi tornare in detenzione con altri pretesti quando stava diventando un pericolo per il regime. Lo stesso entourage della donna teme per la sua sicurezza: “Basta un uomo armato tra la folla per attentare alla sua vita”, ha ammesso Win Tin, uno degli anziani fondatori della Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi.

“Siamo alle cosiddette fasi di studio”, spiega a PeaceReporter un osservatore di un’organizzazione per i diritti umani dotata di una capillare rete di informatori nel Paese. “Il regime ha concesso il momento di gloria a Suu Kyi, lei finora si è tenuta all’interno di una linea non scritta di cosa è consigliabile fare. I prossimi mesi saranno decisamente interessanti”. (leggi tutto)

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Fonte: PeaceReporter

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Approfondimento:

San Suu Kyi

Liberata Aung San Suu Kyi

Appello

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