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Guardare la realtà dalla parte degli ultimi

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Spesso un’immagine spiega la realtà più delle parole, per questo vogliamo proporvi 3 immagini.

di Pio Russo Krauss

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Mensa Caritas – Milano

La foto mostra persone in attesa alla mensa Caritas di Via Monza a Milano. Ogni giorno circa 1000 persone mangiano a questa mensa. 20 anni fa erano meno di 100. Sono italiani e stranieri, giovani, anziani, persone di mezza età, disoccupati e persone che lavorano.

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Fig. 2.

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Fig. 2. Il grafico mostra l’andamento della produttività e dei salari nei Paesi sviluppati. L’andamento non è parallelo, questo significa che la produttività è aumentata, ma il guadagno conseguito è stato intascato dai padroni, mentre i salari medi sono rimasti al palo. Contemporaneamente la disoccupazione è aumentata (soprattutto tra gli operai). In Italia un operaio su 4 è povero (il 12 % degli operai è in povertà assoluta, il 18% in quella relativa: i peggiori dati degli ultimi 10 anni) [1].

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Fig. 3.

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Fig. 3.  Negli USA la forbice tra produttività e salari è ancora più accentuata che negli altri Paesi ricchi.

In tutti i Paesi ricchi (Europa occidentale, Nord America e Oceania) diminuiscono i salari (o sono stazionari), aumentano i poveri e le persone in difficolta economica, aumenta la ricchezza di chi è ricco e, quindi, si inaspriscono le disuguaglianze. I Paesi in cui questi fenomeni sono più accentuati sono USA, Italia, Inghilterra.

Negli USA il 16% della popolazione è povera. 20 milioni di persone sono in povertà estrema (reddito annuo inferiore a 12.000 dollari per una famiglia di 4 persone), 30 milioni in povertà (reddito annuo tra 12 e 23.000 dollari per famiglia di 4 persone) [2].

Dal 2004 al 2014 il reddito medio delle famiglie americane è diminuito del 14%. Il costo per l’abitazione, per il 40% della popolazione meno abbiente, negli ultimi 10 anni è aumentato del 35% . Per cui il potere di acquisto dei meno abbienti è diminuito ben più del 14% [3].

Negli ultimi 8 anni il numero di cittadini americani costretti a ricorrere ai food stamps (buoni alimentari) è aumentato del 60% (erano 28 milioni ora sono 45 milioni).

Al tempo stesso cresce la ricchezza degli USA, ma va tutta verso i cittadini più ricchi. Si stima che le 20 persone più ricche possiedano 732 miliardi di dollari. Per raggiungere una tale cifra si devono sommare tutte le ricchezze del 47% della fascia meno ricca degli statunitensi (152 milioni di persone).

Molti sono rimasti sorpresi della vittoria di Trump negli USA, del Si alla Brexit in Gran Bretagna o del crescente consenso ai partiti “populisti” e a personaggi discutibili. Sicuramente i motivi di tali eventi sono molteplici. Le immagini e i dati che prima abbiamo mostrato probabilmente hanno molto a che fare con tutto ciò.

La storia sembra stare prendendo una brutta china, così come la prese dopo la prima guerra mondiale. Ma siamo ancora in tempo per porvi rimedio.

La povertà, le disuguaglianze, lo sperpero non sono eticamente tollerabili: e già solo per questo bisognerebbe fare tutto il possibile per porvi rimedio. Oggi sappiamo che sono anche causa di crisi economiche, di insicurezza, di delinquenza, di disgregazione del patto sociale, di conflitti, di crisi della democrazia. Per questo la lotta alla povertà, alle disuguaglianze, allo sperpero deve essere la priorità. Ogni scelta che si compie deve essere vagliata chiedendosi se è a favore dei poveri o no, se aumenta le disuguaglianze o le colma. Dobbiamo metterci nei panni degli ultimi, vedere la realtà dal loro punto di vista, coinvolgerci con loro. Sarà l’inizio di una liberazione.

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[1]   ISTAT: La povertà in Italia (2016) http://www.istat.it/it/archivio/189188 ;

[2]   www.census.gov/prod/2013pubs/p60-247.pdf)

[3]  Pew Charitable Trusts www.vita.it/attachment/c805d40d-27fc-4390-aeee-d08378b3aa93

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Fonte: Associazione Marco Mascagna

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5.000 suicidi nel mondo per “crisi economica globale”

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Crisi, ancora una conferma dagli studi: più suicidi nel mondo a causa della povertà

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di Fabrizio Salvatori

5.000 morti per “crisi economica globale”. Gli studiosi continuano a indagare il fenomeno dei suicidi. E l’ultimo studio che arriva da Hong Kong contiene dati molto interessanti. Stando ai numeri, nel 2009 la decisione di togliersi la vita è stata tra gli uomini in piu’ di quanto previsto rispetto alle statistiche passate. Le elaborazioni dei ricercatori su dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Organizzazione mondiale della Sanita’ e dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa mettono a confronto i numeri relativi al pil, all’occupazione e ai suicidi in ben 54 paesi. Secondo le stime emerse, nel 2009 la disoccupazione globale e’ cresciuta del 37%, il pil e crollato del 3% ed il tasso di suicidi tra gli uomini e’ aumentato del 3,3%. I paesi dell’Unione europea – spiega il rapporto pubblicato sulla rivista online ‘BMJ’ – hanno sofferto un aumento dei suicidi tra la popolazione maschile del 13.3% rispetto al passato. I suicidi sono aumentati negli Usa ed in Canada del 8,8%, nei paesi dell’America latina del 6,4%. Il piu’ vasto aumento dei sucidi in Europa e’ stato registrato tra gli uomini nella fascia di eta’ tra i 15 ed i 24 anni, mentre in America tra gli uomini tra i 45 ed 64 anni. Non e’ risultato alcun aumento di suicidi, invece, tra le donne europee.

In Italia, intanto, le regioni si vanno organizzando per fronteggiare il fenomeno. Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, rendendo noti i dati sul servizio “InOltre La Salute dell’Imprenditore”, sottolinea che in 15 mesi di attivita’ ha operato con efficacia seguendo 190 imprenditori, pianificando e realizzando un percorso di affiancamento per definire una strada da intraprendere e attivare i servizi sanitari territoriali a cui rivolgersi. Finora le chiamate ricevute dall’800334343 sono state 833, di cui 65 da fuori regione (Lazio, Lombardia, Campania, Emilia e Friuli). Nello specifico 190 utenti sono stati seguiti nella gestione delle proprie difficolta’ da un operatore territoriale dedicato: 61 di Vicenza, 49 di Padova, 30 di Treviso, 26 di Venezia, 16 di Verona, alcuni di Rovigo e di Belluno.

Anche nel Lazio ci sono iniziative simili. L’obiettivo per ora è quello di sostenere gli imprenditori in difficolta’ per la crisi economica attraverso la creazione di uno sportello di ascolto psicologico. L’iniziativa è promossa da Confcommercio Roma, l’Ordine degli psicologi del Lazio e l’Ordine dei dottori commercialisti di Roma, e sara’ presentata nel dettaglio martedi’ presso la sede della Confcommercio di Roma in via Marco e Marcelliano 45 alle 11. Nel corso dell’incontro verra’ presentato il numero verde dello sportello di ascolto psicologico.

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Fonte: controlacrisi.org

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