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5.000 suicidi nel mondo per “crisi economica globale”

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Crisi, ancora una conferma dagli studi: più suicidi nel mondo a causa della povertà

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di Fabrizio Salvatori

5.000 morti per “crisi economica globale”. Gli studiosi continuano a indagare il fenomeno dei suicidi. E l’ultimo studio che arriva da Hong Kong contiene dati molto interessanti. Stando ai numeri, nel 2009 la decisione di togliersi la vita è stata tra gli uomini in piu’ di quanto previsto rispetto alle statistiche passate. Le elaborazioni dei ricercatori su dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Organizzazione mondiale della Sanita’ e dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie Usa mettono a confronto i numeri relativi al pil, all’occupazione e ai suicidi in ben 54 paesi. Secondo le stime emerse, nel 2009 la disoccupazione globale e’ cresciuta del 37%, il pil e crollato del 3% ed il tasso di suicidi tra gli uomini e’ aumentato del 3,3%. I paesi dell’Unione europea – spiega il rapporto pubblicato sulla rivista online ‘BMJ’ – hanno sofferto un aumento dei suicidi tra la popolazione maschile del 13.3% rispetto al passato. I suicidi sono aumentati negli Usa ed in Canada del 8,8%, nei paesi dell’America latina del 6,4%. Il piu’ vasto aumento dei sucidi in Europa e’ stato registrato tra gli uomini nella fascia di eta’ tra i 15 ed i 24 anni, mentre in America tra gli uomini tra i 45 ed 64 anni. Non e’ risultato alcun aumento di suicidi, invece, tra le donne europee.

In Italia, intanto, le regioni si vanno organizzando per fronteggiare il fenomeno. Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, rendendo noti i dati sul servizio “InOltre La Salute dell’Imprenditore”, sottolinea che in 15 mesi di attivita’ ha operato con efficacia seguendo 190 imprenditori, pianificando e realizzando un percorso di affiancamento per definire una strada da intraprendere e attivare i servizi sanitari territoriali a cui rivolgersi. Finora le chiamate ricevute dall’800334343 sono state 833, di cui 65 da fuori regione (Lazio, Lombardia, Campania, Emilia e Friuli). Nello specifico 190 utenti sono stati seguiti nella gestione delle proprie difficolta’ da un operatore territoriale dedicato: 61 di Vicenza, 49 di Padova, 30 di Treviso, 26 di Venezia, 16 di Verona, alcuni di Rovigo e di Belluno.

Anche nel Lazio ci sono iniziative simili. L’obiettivo per ora è quello di sostenere gli imprenditori in difficolta’ per la crisi economica attraverso la creazione di uno sportello di ascolto psicologico. L’iniziativa è promossa da Confcommercio Roma, l’Ordine degli psicologi del Lazio e l’Ordine dei dottori commercialisti di Roma, e sara’ presentata nel dettaglio martedi’ presso la sede della Confcommercio di Roma in via Marco e Marcelliano 45 alle 11. Nel corso dell’incontro verra’ presentato il numero verde dello sportello di ascolto psicologico.

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Fonte: controlacrisi.org

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Buon… Natale?

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Stanno uccidendo i greci

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In Grecia ci sono già bambini che hanno fame, e malati che non hanno medicine. A pochi mesi dall’inizio della crisi, a pochi chilometri dalle nostre coste. 

Quando ho letto questa notizia pensavo fosse l’esagerazione di qualche blog catastrofista, tanto mi sembrava incredibile.

Invece è l’ANSA. Vi riporto qualche estratto:

Parlando con il sito online Newsit.gr, la donna ha affermato che nelle ultime settimane “sono stati registrati circa 200 casi di neonati denutriti perche’ i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve”, mentre gli insegnanti delle scuole intorno all’istituto da lei diretto fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare. Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come “propaganda”, si e’ visto costretto a riconoscere la gravita’ del problema.

Come hanno detto alcuni insegnanti al quotidiano To Vima, il problema di denutrizione esiste e viene individuato piu’ facilmente nelle scuole a pieno tempo: “Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perche’ si vergognano di dire la verita’”. E non mancano nemmeno i casi di pazienti che, dopo essere guariti, non vogliono lasciare l’ospedale perche’ non hanno dove andare a dormire.

Stanno uccidendo i greci, e non solo con la fame. L’Unità, qualche settimana fa:

I ricoveri nelle strutture private sono crollati del 30% tra il 2009 e il 2010, mente quelli negli ospedali pubblici sono aumentati del 24%. Contemporaneamente, gli ospedali pubblici hanno subito tagli per il 40% del loro budget, molti lavoratori sono stati licenziati e quindi il personale è carente. Le code per una visita o per un ricovero sono diventate lunghissime, tanto da scoraggiare i pazienti e da alimentare il sistema delle bustarelle elargite a medici e infermieri.

Inoltre, cominciano a scarseggiare alcuni medicinali. Molte ditte farmaceutiche hanno infatti deciso di sospendere l’approvvigionamento di farmaci agli ospedali greci perché le fatture non venivano pagate da anni. Un esponente della Roche ha dichiarato sempre al Wall Street Journal che il gruppo svizzero ha interrotto la fornitura di alcuni farmaci anticancro, Novo Nordisk ha smesso di mandare insulina e Leo Pharma non spedisce più un farmaco anticoagulante e uno contro la psoriasi.

Questo blog si occupa di Grecia da tempo. Nel dicembre 2008, tre anni fa, sapevamo già che i greci sarebbero stati i primi. E Pietro cominciò a seguire da vicino la Grecia nel gennaio 2010, due anni fa. Malgrado ciò, sono stupita dalla rapidità con cui la situazione si sta deteriorando. Non possiamo fare altro che assistere inorriditi alla tragedia che si consuma a poche ore di navigazione dalle nostre coste, con la sempre più ineluttabile consapevolezza che i prossimi saremo noi.

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Fonte:  Crisis? What Crisis?

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