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Diamo soggiorno ai Diritti

Settimana di mobilitazione di Napoli e Caserta per i diritti delle e dei migranti

monumento

L’attacco ai diritti e alla dignità dei migranti, che ha conosciuto la sua pagina più oscura nelle giornate di Rosarno, continua. Il progetto di aprire altri CIE, gli sgomberi e le deportazioni senza alternative dei Rom e Sinti sono solo alcuni esempi della cronaca di questi giorni di un ulteriore imbarbarimento causato da scelte politiche che considerano i migranti solo come manodopera a buon mercato. L’attacco ai diritti dei migranti è un aspetto dell’attacco ai diritti di tutti.

La crisi è in questo senso il terreno sul quale insieme, migranti e non, possiamo costruire un nuovo orizzonte di lotta, contro la precarietà, per i diritti dei migranti e di tutti.

Per farlo, abbiamo bisogno di guardare alla specificità della condizione dei migranti, alla brutale violenza che caratterizza il governo dei loro corpi e delle loro vite, per costruire una nuova presa di parola collettiva, politica, culturale e sociale, che partendo dall’universalità del diritto rivendica il diritto di voto amministrativo, la cittadinanza basata sullo ius soli per i cittadini migranti, il permesso di soggiorno per uscire dalla clandestinità forzata.

Per questo daremo vita ad una settimana di mobilitazioni contro lo sfruttamento, il razzimo e la camorra per la regolarizzazione e i diritti così articolata:


8 Ottobre Sciopero dei migranti

“Stop Sfruttamento, Diritti e Dignità”– Blocco delle rotonde contro lo sfruttamento e il caporalato. Tra Caserta e Napoli in tante rotonde i lavoratori immigrati rifiuteranno di lavorare per meno di 50 €


9 Ottobre Corteo contro il razzismo, lo sfruttamento e le camorre

Ore  9.30 Via Domitiana 564 – a Castel Volturno per il permesso di soggiorno e i diritti di cittadinanza


La mobilitazione proseguirà a Roma il 14 e del 15 ottobre, quando daremo vita ad un presidio davanti al Ministero dell’Interno insieme a quanti in tante parti di Italia hanno lottato e aperto vertenze, lanceremo un ponte verso le mobilitazioni contro la precarietà e per i diritti che si svolgeranno in quei giorni, a partire dal corteo contro la crisi indetto dalla Fiom il 16 ottobre che si propone come spazio pubblico comune e quindi come occasione per rimetterci in cammino in tanti, uniti contro la crisi.

Contrastare lo sfruttamento del lavoro nero, con il recepimento della Direttiva Europea 52, applicare ed estendere l’articolo 18 del Testo Unico anche a chi denuncia di essere stato costretto all’irregolarità del lavoro, ma anche e soprattutto mettere in campo un percorso permanente di emersione che, oltre a dare la possibilità a chi è stato truffato nel corso dell’ultima sanatoria di ottenere il permesso di soggiorno, offra una uscita generalizzata dalla schiavitù e dallo sfruttamento per centinaia di migliaia di migranti ancora oggi costretti alla clandestinità. Prorogare la durata del permesso di soggiorno, garantire il permesso a chi oggi ha perso il lavoro e fatica a trovarne uno nuovo senza che incomba la minaccia di espulsione. Queste sono alcune delle rivendicazioni che porteremo alle istituzioni locali e direttamente al Ministero dell’Interno il 15 ottobre a Roma

In queste mobilitazioni vogliamo costruire una forte iniziativa sociale che veda studenti, precari, lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini italiani e migranti, rispondere insieme a chi sta utilizzando la crisi per annullare le conquiste sociali e riportare la società a un passato in cui vale solo la legge del più forte.

Coordinamento antirazzista di Caserta


Info:

per contribuire alla mobilitazione 333/4752396

csaexcanapificio@libero.it


Castel Volturno, Forza Nuova solidarizza con il sindaco anti-immigrati

E’ una vergogna! Si vuole ricreare il clima di Rosarno per poter cacciare via i migranti da Castel Volturno (CE).  I nazifascisti di Forza Nuova pronti a manifestare contro tutti gli immigrati anche quelli che vivono e lavorano sul litorale domitio da decenni.   (madu)

immigrato

Giovedì manifestazione dei neofascisti. Ci sarà anche il primo cittadino Scalzone, in polemica con i volontari

MILANO – Dopo gli scontri al liceo Manzoni di Milano, i militanti di Forza Nuova sono attesi a Castelvolturno, periferia d’Africa nel territorio italiano. Giovedì ci sarà una fiaccolata sulla Domiziana,  la  via  della prostituzione  e  dello spaccio,  ma anche  lo snodo principale  dell’abusivismo  edilizio  e  della criminalità organizzata. E parteciperà anche il coordinatore nazionale, Roberto Fiore. A sorpresa nel programma è prevista anche una visita al sindaco Antonio Scalzone. Dal canto suo il primo cittadino che non ha voluto ricordare le vittime della strage di San Gennaro, accusati di essere spacciatori contro ogni risultanza processuale, si appresta a ricevere in Comune i militanti della formazione neofascista: «Vengono per portarmi la loro solidarietà, e io li accoglierò volentieri». Parole decisamente diverse da quelle riservate ai volontari delle associazioni e del centro sociale che sabato hanno inaugurato una targa sul luogo della strage del 18 settembre 2008. Scalzone non ha partecipato alla commemorazione, anzi ha polemizzato duramente con i volontari accusandoli di alimentare l’immigrazione illegale «prestando assistenza ai clandestini». E non soltanto: «Ci guadagnano anche». Mentre la targa, a quanto pare, sarebbe illegale.

LA COMMEMORAZIONE – Due tubolari, uno bianco e uno nero, che si intrecciano fino a disegnare una figura umana. I nomi dei sei immigrati africani trucidati da un commando di camorra nella notte del 18 settembre 2008 sono invece scolpiti su un foglio di bronzo.«È un piccolo omaggio a dei poveri innocenti caduti per mano della mafia – spiega Mimma D’Amico, del centro sociale ex Canapificio – e anche se ci troviamo nel comune con la più alta concentrazione di edifici abusivi d’Italia, ci contestano che è irregolare». A due passi dalla sartoria dove i kalashinkov di Giuseppe Setola hanno abbattuto come animali da macello un sarto togolese, tre muratori ghanesi, un saldatore, un carrozziere e un barbiere, sorge Villaggio Coppola, una piccola cittadina costruita quasi tutta su terreno demaniale e senza le necessarie licenze. La Caserma dei carabinieri è abusiva, come l’ufficio delle poste, gli alberghi, i ristoranti, le ormai famose torri (in parte abbattute) tirate su fino al dodicesimo piano a meno di cento metri dal mare. Un luogo diventato simbolo del paesaggio sfregiato e dell’ignoranza del diritto. Eppure proprio qui l’amministrazione comunale ha avuto da eccepire su una questione di procedura: «Mancano le autorizzazioni di legge», ha certificato l’ufficio tecnico.  (leggi tutto)

Fonte: CORRIERE DELLA SERA.it


Approfondimento:

Intervista a padre Giorgio Poletti

Tra gli africani di Castel Volturno

Castel Volturno: Il silenzio uccide…

Notizie Migranti


Castel Volturno: Appello per il rientro di p. Giorgio Poletti

Partecipiamo tutti a questa importante iniziativa! La presenza di un uomo, come padre Giorgio, in una località come  Castelvolturno ed ancor di più in una situazione esplosiva come quella di oggi, è indispensabile!  (madu)

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APPELLO

La presenza e l’attività ultra decennale di padre Giorgio Poletti nella Comunità di Castel Volturno (CE) merita un momento di riflessione ed approfondimento.

Questo territorio accoglie da due decenni una moltitudine di disperati in cerca di lavoro che purtroppo molto spesso cade nella rete della malavita organizzata
in cerca di manovalanza per lo spaccio di droga e di reclute per la prostituzione. Questo flusso migratorio proveniente principalmente dalla Nigeria ha sconvolto il tessuto sociale della cittadina creando tensioni e fratture, sfociate più volte in aperte manifestazioni d’intolleranza se non addirittura, alcune volte, in fatti di sangue. In questo contesto la presenza di una figura carismatica come quella di padre Giorgio è indispensabile!

La sua attività nella tutela e nella promozione dei diritti degli immigrati e nell’accoglienza di persone in difficoltà ha dato, in parte della popolazione locale, un notevole contributo allo sviluppo di una coscienza e sensibilità per il rispetto e l’integrazione dei migranti.

E’ bene ricordare tutte le lotte portate avanti da padre Giorgio negli anni, come ad esempio l’opera quotidiana di persuasione e aiuto alle prostitute, la denuncia di ogni forma di sfruttamento e di emarginazione, la lotta contro le gabbie dei “Centri di permanenza temporanea (CPT),ora denominati Centri di identificazione ed espulsione (CIE)” e quella contro tutte le difficoltà incontrate dai migranti per l’integrazione, come il permesso di soggiorno. E, ancora, non possiamo dimenticare i progetti da lui ideati e realizzati come la “Casa di Accoglienza” per le donne in difficoltà e la “La Casa del Bambino” luogo di  accoglienza per i piccoli. Quest’ultimo progetto nato e portato avanti con grande forza da padre Giorgio è un sogno realizzatosi per tutte le donne immigrate che non potendo mantenere i loro figli durante tutto l’arco della giornata, li lasciano in questa struttura dove due operatori sociali ed alcuni volontari si occupano dell’animazione, del pranzo, dell’assistenza dei piccoli ospiti dalle ore 8 alle ore 17.

Il suo trasferimento, per altra destinazione, ha lasciato un vuoto incolmabile nella Comunità dei migranti di Castel Volturno, negli operatori ed in tutti quelli che hanno collaborato e collaborano come volontari.

Pertanto noi tutti, che abbiamo creduto e crediamo nell’operato di padre Giorgio, chiediamo che sia presa in considerazione la possibilità di un suo rientro nella terra dei disperati per poter continuare il percorso da lui tracciato e affrontare insieme l’attuale gravissima emergenza che investe Castel Volturno.

Castel Volturno, sabato 16 gennaio 2010

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I promotori:

mario polizzi (volontario), maribù duniverse (volontario), mario di cesare (volontario-pediatra).

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La raccolta firme si è conclusa il 20 marzo 2010.

(Elenco firme raccolte)

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Clicca per leggere la Risposta all’Appello

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Approfondimenti:

Castelvolturno: Via il parroco che difendeva gli immigrati

Croce della Pace a P.Giorgio

Le nuove leggi razziste

Preti di frontiera

Tra gli africani di Castelvolturno

Castel
Volturno, l’altra polveriera

Un “padre” per le prostitute di Castel Volturno

Permessi ai clandestini in “nome di Dio”

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