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Il problema della caccia in Italia

Cardellino ucciso a fucilate. In Italia il cacciatore soffre troppo delle limitazioni che gli impone la legge. In molte regioni andare a caccia significa di fatto bracconare

 

In Italia è la legge 157 promulgata nel 1992 che si occupa della tutela degli animali selvatici e di disciplinare la caccia. Viene scritta dopo mesi di contrattazioni fra il mondo ambientalista e le associazioni venatorie ed è una delle leggi in materia ambientale fra le più avanzate d’Europa.

Purtroppo la maggior parte dei cacciatori in Italia questa legge non l’ha mai accettata. Troppi vivono ancora nella nostaglia degli anni ’60 e ’70, quando – forti di un milione e quattrocentomila unità – i cacciatori razziavano paludi, campagne e boschi abbattendo di fatto qualunque cosa si muovesse. Non è un caso che ancora oggi caccia e bracconaggio siano intrinsecamente legati e che i Centri di Recupero per Animali Selvatici ricevano ogni anno in cura centinaia di uccelli protetti, soprattutto rapaci, presi a schioppettate dai cacciatori.

Dall’inizio degli anni ’90 fino ad oggi il mondo della caccia non ha quindi che un obiettivo: scardinare la legge per recuperare i privilegi perduti. I cacciatori si fanno vivi regolarmente per tre ragioni: aumentare le specie cacciabili, aumentare i tempi di caccia, aumentare gli spazi dove cacciare. Il fine ultimo è quindi chiaro. Avere più animali da abbattere.      (leggi tutto)

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Fonte:  Committee Against Bird Slaughter (CABS)

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Quando arriva l’inverno

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Dopo un lungo autunno caldo, tutto ad un tratto sono arrivati freddo, gelo e neve che potrebbero impedire a pettirossi, merli, cince, passeri e verdoni – senza un piccolo aiuto da parte dell’uomo – di trovare il cibo necessario. Il miglior sistema inventato dalla natura per combattere il freddo è in fatti quello di nutrirsi.

E’ molto utile esporre, nei mesi di novembre-febbraio, non oltre, alcune mangiatoie su davanzali e balconi oppure in giardino, collocate su un palo di ferro. Le mangiatoie vanno rifornite regolarmente, senza riempirle con troppo cibo che potrebbe deteriorarsi. Merlo, pettirosso, capinera e passera scopaiola si nutrono di briciole dolci, biscotti e frutta fresca; cinciarella, cinciallegra e picchio muratore di arachidi non salate, semi di girasole, pinoli sgusciati, frutta secca tritata (noci e nocciole). Per uccelli granivori come passera d’Italia, fringuello, verdone e cardellino miscele di semi vari (miglio, canapa, avena, frumento), semi di girasole, mais spezzato. Non esporre mai cibo salato o piccante in quanto tossico per gli uccelli. Esistono mangiatoie in legno già pronte. Clicca qui Oppure puoi realizzarle a casa con materiali di recupero quali bottiglie di plastica, retine per agrumi o ortaggi o cartoni del latte. Per maggiori informazioni clicca qui

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Fonte: Lipu

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Gli Ogm in agricoltura? Un fallimento totale!

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Rapporto globale dei cittadini sugli OGM

 

Gli Ogm in agricoltura? Un fallimento totale. Lo documenta il rapporto THE GMO EMPEROR HAS NO CLOTHES – Rapporto globale dei cittadini sugli OGM curato da Vandana Shiva, che raccoglie evidenze planetarie di impatti e resistenze sociali. Un fallimento che produce danni economici e ambientali su cui le istituzioni devono vigilare e legiferare per salvaguardare persone e territori. È il commento di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), co-promotori del rapporto stesso, presentato in anteprima mondiale a Roma il 18/10.

“L’Italia ha finora agito da argine al transgenico grazie alla massiccia, estesa e diffusa opposizione all’introduzione di colture OGM di agricoltori e consumatori, che è stata capace di imporre alle istituzioni centrali e territoriali una politica ispirata alla precauzione. Tuttavia questo non basta più e vanno predisposte con urgenza iniziative legislative e di sviluppo a tutela dell’agricoltura italiana, a partire da quella biologica”, afferma Andrea Ferrante, Presidente di AIAB. (leggi tutto)

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Fonte:  AIAB

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