Category Archives: cybercultura_internet

Sociale.network: una piattaforma libera e no-profit per difenderci dal discorso d’odio e dal contagio della disinformazione

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Una piattaforma social ecopacifista si unisce ad una rete decentralizzata con 5mila piattaforme e 4 milioni di utenti nel mondo, e festeggia il primo migliaio di utenti.

L’associazione ecopacifista PeaceLink (PeaceLink.it), in collaborazione con l’associazione culturale Altrinformazione (www.altrinformazione.net) festeggia i primi mille utenti registrati sulla piattaforma www.sociale.network.

MICROBLOGGING. Sociale.network è una piattaforma di “microblogging” realizzata con il software libero Mastodon, che garantisce funzionalità più avanzate di Twitter (come la riscrittura dei testi) e grazie al suo codice aperto, sicuro e trasparente tutela gli utenti da filtri, schedature, manipolazioni e profilazioni nascoste.

NIENTE PUBBLICITA’, ODIO E ANTISCIENZA. Su sociale.network è messo al bando l’inquinamento pubblicitario per cui si filtrano e manipolano i contenuti visibili sulle piattaforme commerciali, non è accettato il discorso d’odio fascista, xenofobo e sessista che espone gli utenti alla violenza verbale monetizzata dalle piattaforme commerciali, è vietata la disinformazione antiscientifica che allontana l’opinione pubblica dallo stato dell’arte della conoscenza medica, con una pericolosa “Infodemia” già oggetto di studio e di allarme presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

UN AMBIENTE SICURO PER NATIVI DIGITALI. Sociale.network è un ambiente sicuro di “comunicazione ecologica” finalizzata al progresso umano e non al profitto di chi possiede la piattaforma, per tutelare dal bullismo e dal discorso d’odio le persone che si avvicinano per la prima volta ai social network, le minoranze esposte alla violenza verbale, le nuove generazioni a cui va lasciata in eredità una sfera digitale libera da manipolazioni e interessi privati.

LA COMUNICAZIONE COME “BENE COMUNE”. Sociale.network nasce per caratterizzare lo spazio delle reti sociali come un “bene comune” da tutelare collettivamente, anche grazie al volontariato degli ingegneri di PeaceLink e Altrinformazione, una organizzazione di volontariato ecopacifista e una associazione culturale impegnate da anni nella sfera della comunicazione sociale, dei diritti digitali, del diritto all’informazione.

UNA FINESTRA SUL FEDIVERSO. Sociale.network non è una bolla chiusa e autoreferenziale di poche persone, ma fa parte di un “fediverso” decentrato e cooperativo dove interagisce con altre 5000 piattaforme libere, autogestite e federate tra loro, dove si incontrano quattro milioni di utenti sparsi in tutto il mondo, che accedono a questo ecosistema decentrato e distribuito anche attraverso app a codice libero e aperto disponibili gratuitamente per smartphone.

OGNI UTENTE E’ PADRONE DEI SUOI DATI. In questo “fediverso” ogni comunità digitale stabilisce il proprio patto sociale e le proprie regole di convivenza civile, e il controllo dei dati resta saldamente in mano agli utenti, che possono migrare in ogni momento da una piattaforma a un’altra portandosi appresso tutte le informazioni che li riguardano, grazie al protocollo di comunicazione “ActivityPub“: una “lingua franca” di comunicazione tra piattaforme sviluppata dal World Wide Web Consortium fondato da Tim Berners-Lee, l’inventore del Web.

UN POTERE DISTRIBUITO. La decentralizzazione delle piattaforme di comunicazione (alternativa all’accentramento sui servizi offerti da un numero ristretto di aziende tecnologiche) è un antidoto contro l’accumulo di potere e di dati che ha condizionato la politica globale tramite piattaforme commerciali come Facebook e Twitter, e al tempo stesso è un rimedio efficace contro le “fughe di dati personali” come quella che ha colpito mezzo miliardo di utenti Facebook rivelando i loro telefoni cellulari e altri dati personali e sensibili.

UN SERVIZIO APERTO, LIBERO E GRATUITO. Tutte le persone interessate al potenziale di progresso umano e sociale delle nuove piattaforme di social network libere e decentrate sono invitate a iscriversi e a partecipare alle attività di sociale.network. Gli insegnanti e gli operatori socioculturali che vogliono utilizzare questo strumento per l’educazione civica alla nuova “cittadinanza elettronica” possono partecipare alla moderazione dei contenuti sulla piattaforma o al miglioramento delle regole di utilizzo del servizio.

UN CANALE DI COMUNICAZIONE PER LE ISTITUZIONI. Invitiamo le istituzioni e gli enti locali che usano Facebook, Twitter o altre piattaforme commerciali a creare dei profili di utenza su Sociale.network (o in un altro nodo del “Fediverso”) per far circolare i loro contenuti di comunicazione pubblica senza costringere i cittadini a utilizzare servizi di aziende private poco trasparenti, e ci mettiamo a disposizione di tutte le istituzioni (dal più piccolo dei comuni al più autorevole dei ministeri) interessate a creare una piattaforma simile alla nostra come spazio ufficiale di comunicazione istituzionale.

PER INFO E CONTATTI:

Sociale.network

https://www.sociale.network

staff@sociale.network

+390510827854 (Voice mailbox)

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Associazione PeaceLink

https://www.peacelink.it

info@peacelink.it

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Associazione Altrinformazione

https://www.altrinformazione.net

info@altrinformazione.net

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RISORSE PER APPROFONDIRE:


Le community italiane che usano Mastodon:

https://mastodon.help/instances/it

Il Software Mastodon

https://mastodon.social

Il consumo critico di tecnologie informatiche (video 8min)

https://peertube.uno/videos/watch/bfffa8d7-ee99-46b2-ae37-d896a5a93e4e

Minututorial che spiegano come usare Sociale.network

https://sociale.network/tags/sntutorial

Guida in Italiano a mastodon e al fediverso

https://mastodon.help/it

Prima conferenza mondiale dell’OMS sull'”Infodemia”

https://www.who.int/teams/risk-communication/infodemic-management/1st-who-infodemiology-conference

Informazioni sul protocollo ActivityPub

https://www.w3.org/TR/activitypub/

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Quanto può essere pericolosa una Fake News

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Le notizie false sono molto più pericolose di quanto pensiamo: come difendersi

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di Pio Russo Krauss

Sul covid sono circolati articoli, messaggi, video su rimedi naturali, farmaci o altre sostanze capaci di impedire di contrarre questa malattia. Molte persone hanno creduto a tali notizie e le hanno messe in pratica scrupolosamente. L’effetto è stato che oltre 800 persone sono morte a causa di queste sostanze e migliaia hanno avuto seri problemi di salute [1].

Questi dati dimostrano quanto possano essere pericolose le notizie false (fake news, bufale) in campo medico. Ma lo stesso si può dire per le notizie false riguardanti la politica, l’economia, gli episodi di cronaca nera, la tecnologia, la scienza. I nostri comportamenti dipendono in gran parte dalle convinzioni che abbiamo e queste si costruiscono in base alle informazioni ricevute: se le informazioni sono false compiamo scelte non nel nostro interesse ma secondo gli interessi delle persone e dei gruppi che ci hanno fornito le notizie false. E si può ben capire quanto ciò sia pericoloso in campo politico, economico e sociale.

Non c’è giorno in cui non siano create fake news, numerosissimi sono i siti di informazione online che le producono e le diffondono e molti di più sono i profili Twitter e Instagram e le pagine Facebook che creano e inviano notizie false. Poi ci sono tutte le persone comuni che non comprendono che una notizia è falsa e la girano ai loro contatti. E’ una vera invasione, anzi un’epidemia, perché la notizia falsa si trasmette, “infetta” persone, che a loro volta la trasmettono ad altre, “infettandole”, con una diffusione rapidissima e pervasiva.

In media un Twitter con una notizia falsa ha il 70% di probabilità in più di essere retwittato di un Twitter con una notizia vera [2]. Se 100 persone ricevono una fake news su WhatsApp o su Facebook o Twitter e ciascuna di esse la invia ad altre 20 persone e ciascuna persona raggiunta dopo un’ora la invia ad altre 20 persone e così ogni ora, dopo solo 4 ore 16 milioni di persone hanno ricevuto la notizia falsa.

Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che le falsità battano regolarmente, e di molto, le verità. Gli psicologi sociali che studiano questo fenomeno ci dicono che le fake news sono quasi sempre confezionate bene: si presentano come nuove e originali, sono costruite per suscitare curiosità, sorpresa, indignazione, speranza, per confermare la nostra visione del mondo, i nostri desideri, paure, preconcetti. Inoltre la maggioranza delle notizie false sono credibili. Ecco perché vogliamo subito diffonderle a tutti i nostri contatti [2].

Che la maggioranza delle persone ci caschi è dimostrato anche da varie ricerche. Per esempio, chiedendo a un campione di italiani sopra i 17 anni, e che usa abitualmente internet e i social, se si è imbattuto in una fake news, il 29% ha risposto mai, il 18% raramente e il 31% ha risposto qualche volta [3]. Considerata l’enorme diffusione delle notizie false questi dati dimostrano una sola cosa: la maggioranza delle persone non riconosce le fake news e le considera vere. Alla domanda se ci si ritiene abili a riconoscere le notizie false la maggioranza risponde di sì, ritenendo però che la maggioranza delle persone non abbia tali capacità.

Le ricerche evidenziano anche un’errata convinzione di molti: che sono le persone di bassa cultura a credere alle fake news. Invece no: ci cascano anche persone di media e alta istruzione. Come scrive uno dei più importanti smascheratori di fake news: “Ci sono persone a cui fa comodo che crediate che solo i poco scolarizzati caschino nelle bufale. Sono persone che hanno un disperato bisogno di voi, e del vostro scarso spirito critico. Sono persone consce di spacciare pupù, e che per farvela digerire per bene hanno necessità che voi vi crediate superiori a chi casca nelle fake news[4].

La realtà è che ci si casca non per ignoranza ma per pregiudizio. Se abbiamo paura degli stranieri è facile che condivideremo articoli che la confermano, anche se dicono falsità. Se vogliamo guarire dalle nostre malattie senza prendere medicine, crederemo facilmente alle notizie false sulle virtù di erbe e alimenti, se siamo contro quel determinato partito facilmente crederemo alle notizie false che ne dicono male. In psicologia si chiama bias di conferma: più quello che leggiamo, ascoltiamo e vediamo conferma le nostre opinioni e visioni del mondo, più siamo portati a considerare quel tipo di informazione attendibile e, invece, a rigettare, rifiutare ciò che mette in dubbio le nostre certezze.

Se si hanno un minimo di conoscenze di psicologia e un po’ di abilità a scrivere o a parlare è abbastanza facile costruire notizie che sembrano vere ma sono false: ecco un altro motivo per cui tante persone o gruppi le producono.

Uno dei più famosi creatori di bufale, Paul Horner, ha ammesso che grazie alle bufale guadagnava almeno 10.000 dollari al mese e con alcune ha guadagnato anche 10.000 dollari in un giorno [5]. Anche in Italia molti creatori o spacciatori di fake news ci guadagnano, e non poco, o grazie alle visualizzazioni della loro pagina o canale e ai guadagni che ciò procura con le inserzioni pubblicitarie presenti o grazie alla notorietà che permette di vendere i loro “prodotti” (libri, servizi, alimenti, farmaci di nessuna utilità, consulenze, conferenze ecc.).

Altri producono e diffondono notizie false perché hanno scarsi argomenti per convincere: sono partiti, uomini politici, opinion leader, sette, gruppi religiosi, gruppi contrari alle vaccinazioni, ai farmaci e ad altre scoperte scientifiche.

Quest’anno la maggioranza delle fake news ha riguardato il covid, nel 2018, nell’ordine, il Governo, gli immigrati, i diritti (negati o che si vogliono far riconoscere), la salute (terapie, vaccinazioni, alimentazione ecc.), l’economia, episodi di cronaca nera [6].

Le notizie false sugli stranieri e sui rom quasi sempre spingono alla paura, all’antipatia, all’intolleranza, all’odio; quelle sul Governo a considerarlo inetto, incapace, incompetente, corrotto [6].

Butac, uno dei più importanti siti antibufale italiano, ha censito 428 siti che producono o diffondono fake news [7], escludendo le pagine Facebook e i siti che si proclamano satirici (in realtà inventare notizie false su qualcuno per riderci si chiama calunnia o bullismo e non satira, che è stata definita dalla Cassazione come “manifestazione di pensiero che indica alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene” [8]). NewGuard pubblica invece una lista di siti e giornali che creano o diffondono fake news sul covid [9].

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Vi riportiamo la lista di Butac integrata con i siti italiani di New Guard:

5stellenews.com, 9-E-6-S, A chi sacciu, Accademia della Libertà, Adesso fuori dai coglioni, AGENews.eu, aidaa-animaliambiente.blogspot.it, albainternazionale.blogspot.it, alcyonpleiadi.blogspot.it, All-News.tv, Alleanza della salute, AllNews24.eu, altrarealta.blogspot.it, ambientebio.it, appunti2008.blogspot.it, Apriamo gli occhi, ApriLaMente (myblog.it), Aprite gli occhi, Aristocrazia Nera, AsSIS.it, attaccomirato.com, Attiviamoci, attivistam5snews.blogspot.it, Attivonews, AttivoTv, aurorasito.wordpress.com, Autismo e Vaccini, Autismovaccini.org, Avvistamenti di Creature Mitologiche, Azione di popolo, Banda Bassotti, BenessereFeed, benitomussolini.altervista.org, BitChute.com, blognews24ore.com, blogdieles.altervista.org, blogdieles2.altervista.org, bloginmovimento.altervista.org, blogopenyoureyes.altervista.org, Borderlinez.com, Breaknotizie.com, Buonamente.com, ByoBlu, Catena Umana, centrometeoitaliano.it, Chesuccede.it, Clicknotizie.it, Come i treni a vapore, ComeDonChisciotte.org, 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Zona grigia, zonagrigianews.com.

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Vi starete chiedendo: “Ma ci sono anche giornali e notiziari televisivi famosi?!”. No! Vi sono solo siti che cercano di far credere di essere giornali e trasmissioni famose, storpiandone il nome o avendo un altro dominio internet. Insomma già il titolo è una fake.

Come si evince scorrendo i nomi di questi siti, le notizie false non sono appannaggio solo di una parte politica o ideologica, vi sono siti bufalari di destra, di sinistra e di centro, ecologisti e antiecologisti, religiosi e antireligiosi.

Qualche consiglio per non essere vittime e complici di chi fabbrica fake news.

1) Non diffondete mai una notizia prima di essere più che certi che non sia una notizia falsa. Diffondere notizie false è immorale (in alcuni casi è anche un reato), inoltre da vittime diventate complici di imbroglioni, truffatori, gruppi eversivi.

2) Diffidate di tutti i titoli sensazionalistici tipo: “Notizia shock”, “Ecco cosa ci nascondono i politici”, “Il segreto che i medici non voglio farti sapere”, ecc. Un articolo o messaggio con un titolo simile al 99% dei casi è una notizia falsa. Siate sospettosi anche degli articoli con titoli tutti in maiuscolo, con punti esclamativi o che invitano a condividere il messaggio ad altre 10 persone o ai vostri contatti.

3) Verificate che la fonte non sia uno degli oltre 400 siti sopra riportati (purtroppo la lista è in continua evoluzione perché alcuni siti cambiano nome o muoiono e ne nascono altri). Diffidate anche di giornali quali Libero, Il Giornale, La Verità che spesso hanno diffuso notizie false o riportato in maniera truffaldina notizie vere.

4) Cercate su un sito antibufala se la notizia è segnalata. Basta digitare su un motore di ricerca www.butac.it o www.bufale.net o https://bufalopedia.blogspot.com seguito dalle parole chiave della notizia avuta. I siti antibufala purtroppo ci mettono almeno un paio di giorni per smascherare una bufala.

5) Verificate se i ragionamenti dell’articolista non sono basati su fallacie logiche [10].

6) Controllate se gli eventuali dati sono riportati sia in termini assoluti che relativi, perché altrimenti non se ne può trarre nessuna conclusione. Per esempio, se leggete “Scoperta una sostanza che aumenta del 300% la rigenerazione dei capelli” non possiamo dedurre che è efficace, perché se prima la rigenerazione era 0 (come nei calvi) e dopo il farmaco continua a essere 0 si può anche dire che c’è stato un aumento del 300%: 0x300 è infatti uguale a 0.

7) Non pensate che poiché la notizia vi è stata trasmessa da un amico o conoscente degno di fede allora è vera, perché, come abbiamo detto, anche persone istruite e per bene sono vittime di fake news.

In ultimo un consiglio: se più volte avete presa per vera una bufala sappiate che siete una persona che facilmente può essere ingannata: è bene, quindi, che prendiate serenamente consapevolezza di ciò e siate molto accorti, perché potreste essere vittima di truffatori, manipolatori, sette e persone senza scrupoli.

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Fonte: www.giardinodimarco.it

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Note: 1) Islam MS: COVID-19-Related Infodemic and Its Impact on Public Health: A Global Social Media Analysis, The American journal of tropical medicine and hygiene, 2020, 103(4):1-9; 2) https://science.sciencemag.org/content/359/6380/1146.full; 3) Istituto Eumetra Monterosa, 2018; 4) https://www.butac.it/i-luoghi-comuni-e-le-fake-news; 5) https://tg24.sky.it/mondo/2017/03/28/faq-fake-news-post-verita; 6) AGICOM https://www.key4biz.it/wp-content/uploads/2018/11/Allegato-22-11-2018.pdf; 7) www.butac.it/the-black-list; 8) Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006; 9) https://www.newsguardtech.com/it/coronavirus-misinformation-tracking-center; 10) Per una brevissima illustrazione delle fallacie logiche si veda www.psyjob.it/le-fallacie-una-introduzione-ai-piu-comuni-inganni-dellargomentazione.htm, per saperne di più si legga: FF. Calemi e MP. Paoletti Cattive argomentazioni: come riconoscerle. Ed. Carocci, 2014.

 

 

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“Alphabet Workers Union”: una rivoluzione nella Silicon Valley. Nasce un sindacato nel cuore di Google

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5 gennaio 2021

by madu

Il nostro sindacato si impegna a proteggere i lavoratori di Alphabet, la nostra società globale e il nostro mondo. Promuoviamo la solidarietà, la democrazia e la giustizia sociale ed economica.”

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Queste parole probabilmente apriranno la strada ad una nuova, più sicura e giusta Civiltà Digitale.

Qualcosa si sta muovendo nella Silicon Valley, forse è l’alba di una nuova èra. Nasce un sindacato nel cuore di Google: “Alphabet Workers Union”. Il patto di omertà si è rotto ed ecco con coraggio farsi avanti un gruppo di giovani ingegneri e programmatori forti dei loro principi ed obiettivi . Pronti a lottare, se necessario. È una comunità scientifica che dopo anni di riunioni clandestine molte volte represse con numerosi licenziamenti, ha deciso di reagire creando un sindacato.

Il New York Times di oggi scrive: “…La creazione del sindacato, una rarità nella Silicon Valley, segue anni di crescente schiettezza da parte dei lavoratori di Google. I dirigenti hanno lottato per gestire il cambiamento…La creazione del sindacato è molto insolita per l’industria tecnologica, che ha resistito a lungo agli sforzi per organizzare la sua forza lavoro in gran parte impiegata. Segue le crescenti richieste dei dipendenti di Google per la revisione delle politiche in materia di retribuzione, molestie ed etica ed è probabile che aumenti le tensioni con i massimi vertici.

Il nuovo sindacato, chiamato Alphabet Workers Union dal nome della società madre di Google, Alphabet, è stato organizzato in segreto per la maggior parte dell’anno ed ha eletto la sua leadership il mese scorso. Il gruppo è affiliato al Communications Workers of America, un sindacato che rappresenta i lavoratori delle telecomunicazioni e dei media negli Stati Uniti e in Canada.

Ecco la loro Missione ed i loro Valori:

La Missione

“ Il nostro sindacato si impegna a proteggere i lavoratori di Alphabet, la nostra società globale e il nostro mondo. Riconosciamo il nostro potere come lavoratori di Alphabet – dipendenti a tempo pieno, dipendenti temporanei, fornitori e appaltatori – deriva dalla nostra solidarietà reciproca e dalla nostra capacità di agire collettivamente per garantire che il nostro posto di lavoro sia equo e Alphabet agisca in modo etico.

Useremo il nostro potere recuperato per controllare ciò su cui lavoriamo e come viene utilizzato. Garantiremo che le nostre condizioni di lavoro siano inclusive ed eque. Non c’è posto per molestie, fanatismo, discriminazione o ritorsione. Diamo la priorità ai bisogni e alle preoccupazioni degli emarginati e dei vulnerabili. I lavoratori sono essenziali per l’azienda. La diversità delle nostre voci ci rende più forti.

Garantiremo che Alphabet agisca in modo etico e nel migliore interesse della società e dell’ambiente. Siamo responsabili della tecnologia che portiamo nel mondo e riconosciamo che le sue implicazioni vanno ben oltre Alphabet. Lavoreremo con le persone interessate dalla nostra tecnologia per assicurarci che serva il bene pubblico.

I Valori

I seguenti valori guidano il nostro lavoro:

Tutti i lavoratori di Alphabet meritano una voce: dipendenti a tempo pieno, dipendenti temporanei, appaltatori e fornitori. Ci prendiamo cura e ci sosteniamo a vicenda lottando per un dialogo aperto e continuo tra i membri del sindacato.

La giustizia sociale ed economica è fondamentale per ottenere risultati giusti. Daremo la priorità ai bisogni dei più poveri. La neutralità non aiuta mai la vittima.

Tutti meritano un ambiente accogliente, libero da molestie, fanatismo, discriminazione e ritorsioni indipendentemente da età, casta, classe sociale, paese di origine, disabilità, razza di genere, religione o orientamento sessuale.

Tutti gli aspetti del nostro lavoro dovrebbero essere trasparenti, inclusa la libertà di rifiutare di lavorare su progetti che non sono in linea con i nostri valori. Dobbiamo conoscere l’impatto del nostro lavoro, che si tratti dei lavoratori di Alphabet, delle nostre comunità o del mondo.
Le nostre decisioni vengono prese democraticamente, non solo eleggendo i nostri leader che stabiliscono l’agenda, ma ascoltando attivamente e continuamente ciò che i lavoratori ritengono importante.

Diamo priorità alla società e all’ambiente invece di massimizzare i profitti a tutti i costi. Possiamo fare soldi senza fare il male.

Siamo solidali con i lavoratori e i sostenitori di tutto il mondo, che stanno combattendo per rendere i loro luoghi di lavoro più giusti e chiedono che l’industria tecnologica si rifiuti di mantenere le infrastrutture di oppressione.”

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Auguriamo a questi giovani lavoratori di riuscire a portare avanti le loro lotte con fermezza e di centrare tutti gli obiettivi prefissati.

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Fonte: alphabetworkersunion.org

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