Monthly Archives: Ottobre 2014

Tolstòj, noi e la Marcia della Pace

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Tolstoy photographed at his Yasnaya Polyana estate in May 1908 by Sergey Prokudin-Gorsky.

Tolstoy photographed at his Yasnaya Polyana estate in May 1908 by Sergey Prokudin-Gorsky.

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Si! Marciare per la pace è un gesto nobile, ma se vogliamo sperare in un domani in cui la pace realmente trionfi  dobbiamo sciegliere di vivere  secondo i principi della nonviolenza (ahismà). Questo deve avvenire sul lavoro, in famiglia, nella comprensione e nella tolleranza del prossimo, nei piccoli gesti, nel modo di cibarsi. L’ ahimsà abbraccia  l’universo quotidiano della nostra vita. E’ un percorso lento e profondo. Il primo passo è quello del raggiungimento della pace interiore. Da qui poi si parte volgendo le nostre forze verso l’esterno, verso il mondo. Suggerire e far conoscere agli altri la via della nonviolenza è un atto intangibile. Pace e nonviolenza, denuncia e stile di vita, non si possono esperimentare separati. (madu)

“Quarant’anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scettiscismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstòj  “Il regno di Dio è dentro di noi”, ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scettiscismo e fece di me un fermo credente dell’ahismà. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstòj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità. Prendete la semplicità della sua vita; fu mirabile… Fu il più grande apostolo della non violenza che l’epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito… La vita di Tolstòj, con il suo amore grande come l’oceano, dovrebbe servire da fato e da inesauribile fonte d’ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahismà…”

(Mahatma Gandhi – testo tratto da “Antiche come le montagne”)

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Commissione Europea: il “piacione” stavolta non è piaciuto a nessuno o quasi

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Fine dell’incanto, Renzi scontenta tutti

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Il “piacione” stavolta non è piaciuto a nessuno o quasi. La manovra contenuta nella “legge di stabilità”, che il quotidiano di casa Fiat aveva battezzato come “democristiana” perché prometteva “soldi a tutti”, alla prova dei fatti si è rivelata l’esatto opposto.

Non ci voleva del resto la sfera di cristallo per sapere che, a saldi invariati, doveva soprattutto convincere la Commissione dell’Unione Europea più che la popolazione di questo paese o i molti centri di potere (e di spesa) sparsi nella penisola. Però le reazioni sono state veramente tante e tutte negative. Anche chi proprio non si può lamentare – Confindustria, che ha avuto tutto “ecché volete di più?” – deve storcere il naso per ragioni tecniche davanti ai molti azzardi “creativi” della manovra, che sono altrettanti lati deboli esposti alla censura di Katainen e soci.

Hanno strillato più di tutti i presidenti delle Regioni, che hanno subito minacciato di chiudere definitivamente la sanità pubblica. Forse non avevano capito che è proprio questo che il governo, tra l’altro, cerca di fare… E visto che sono quasi tutti renziani del Pd, diventa palese come la “posizione politica condivisa” è tale fin quando si gioca nel cielo della retorica televisiva. Quando si atterra negli uffici di ragioneria, il discorso cambia. Amministrare territori senza risorse è impossibile lo sa anche Renzi (ex sindaco, ex presidente di provincia); quindi c’è un’intenzione, non si tratta di un errore. “tagliate gli sprechi”, a quel punto, più che un insulto è un’indicazione feroce (lo sanno anche i muri che avenir tagliati non saranno mai “gli sprechi”, che alimentano clientele e voti, ma i servizi essenziali per i cittadini “comuni”).

Tra tante conferme, non sono mancate le sorprese. Peggiorative, bisogna dire. La trovata del “metà Tfr in busta paga” si sta rivelando ora dopo ora una “sòla” di proporzioni cosmiche. Non solo beffa il singolo lavoratore facendogi credere che qualcuno stia regalandogli dei soldi in più (sono già suoi, “salario differito”); non solo si privano le aziende – specie quelle piccole – di una fonte di liquidità a costo zero; non solo si svuotano i fondi pensione integrativi (imposti a suo di tassazione agevolata, per sostituire in prospettiva la previdenza pubblica)… ma addirittura si tassa questa misera cifra in più con la tassazione ordinaria (23%) invece di quella riservata al tfr! In pratica: ti faccio mettere in busta paga 30 euro tuoi (mediamente), che dovrebbero servirti a fine carriera, ma te ne levo anche qualcuno! Lo sceriffo di Nottingham era certo più rozzo; starà rosicando da paura…

Anche perché – vedi foto – questo tizio fa palesemente capire che ti sta prendendo per i fondelli, e se la ride pubblicamente…

Dunque assistiamo quasi divertiti – ma incazzatissimi – a questa pantomima di gente che avrebbe dovuto appaludire la “manovra per la crescita” che invece si rivela la solita tagli-e-scuci che aggrava la recessione in corso. Enti locali, sindacati complici, fondi pensione privati, persino le imprese (la decontribuzione totale per i nuovi assunti varrà solo per il primo anno, non per i primi tre, come promesso solo il giorno prima) sono sul “piede di guerra”. Non faranno nulla, ma il loro consenso è fortemente eroso.

Il “grande comunicatore” ha avuto successo facile, finché si trattava di “rottamare”un sistema politico. Ma per governare non bastano le chiacchiere e l’occupazione bulimica di tutti i media.E se, come probabile, la Commissione Ue casserà alcune parti della manovra, non ci sarà più niente da ridere…

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Fonte: Contropiano

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Datagate agenti infiltrati dalla NSA nelle aziende di tutto il mondo

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Datagate, i segreti più segreti di NSA

di Alfonso Maruccia

Le ultime rivelazioni dello scandalo Datagate riguardano gli agenti infiltrati dalla NSA nelle aziende di tutto il mondo, mentre il dibattito sulla crittografia si fa sempre più acceso, ed Edward Snowden recita la parte di se stesso

I “Core Secrets”, i segreti più inconfessabili di NSA, classificati con un livello di sicurezza superiore a quello “Top Secret”, sono ora parte integrante delle rivelazioni pubbliche sul Datagate rese possibili dalla testimonianza di Edward Snowden e dal malloppo di documenti super-segreti appartenenti all’intelligence statunitense.

Mancano i dettagli, ma quel che è noto basta per danneggiare grandemente – e ulteriormente – l’operato della NSA, come d’altronde la stessa agenzia aveva preconizzato: l’intelligence USA si serve di agenti infiltrati per “guastare” software e dispositivi e piegarli alle proprie specifiche esigenze, rivelano i succitati Core Secrets.

Gli infiltrati al soldo di NSA sono impiegati presso le aziende specializzate in hi-tech in paesi amici (Germania, Corea del Sud) e nemici (Cina) ma anche negli stessi Stati Uniti, rivelano i documenti di Snowden, e i loro nominativi segreti sono condivisi solo ai gradi più alti della piramide di comando dell’intelligence a stelle e strisce.

Uno degli obiettivi degli agenti sotto copertura di NSA era (i documenti risalgono al 2004), e con tutta probabilità continua a essere, la co-optazione del codice crittografico alle esigenze di tecnocontrollo dell’agenzia, e non è un caso che la crittografia rappresenti uno degli argomenti più “caldi” dell’attuale dibattito sulla sicurezza tecnologica e questioni affini.

Il direttore dell’FBI James Comey aveva già espresso e continua a ribadire le proprie critiche alle nuove politiche pro-privacy di colossi come Apple e Google, aziende responsabili – a dire di Comey – di garantire ai propri clienti uno status “superiore alla legge” con le tecnologie crittografiche abilitate di default nei nuovi sistemi operativi per gadget mobile.
Alle geremiadi di Comey fanno eco le lamentele dell’Europol, che incolpano le rivelazioni di Edward Snownden e il crescente interesse per la crittografia (e l’anonimato) per rendere il lavoro degli investigatori molto più difficile.

Dall’altra parte della barricata, l’esperto di sicurezza Mikko Hypponen (F-Secure) dice che la responsabilità è solo e soltanto degli agenti di intelligence e forze dell’ordine, visto che sono stati i primi a spiare il mondo intero e ad abusare delle tecnologie crittografiche per violare la privacy degli utenti nei modi più disparati.

Il fatto che la segretezza di NSA sia oramai risibile non impedisce a ogni modo all’agenzia di continuare a frapporre ostacoli quando si tratta di informare il pubblico sulla propria attività di intelligence, mentre di qua dell’Atlantico si viene a sapere che gli agenti segreti hanno praticamente garantito l’accesso libero ai dati sulle chiamate degli utenti sulle reti di tre dei quattro maggiori operatori mobile del Regno Unito.

E Snowden? La Primula Rossa del Datagate continua a parlare dal suo esilio russo dispensando consigli sui servizi di rete da non usare più per evitare di facilitare l’attività di tecnocontrollo della NSA (Dropbox e Facebook, su tutti), mentre un documentario su come sia cambiata la vita dell’ex-analista della CIA ha appena debuttato con un’anteprima mondiale al New York Film Festival. Titolo del lungometraggio: “CitizenFour”, vale a dire lo pseudonimo usato da Snowden durante i primi contatti avuti con i giornalisti che hanno contribuito all’esplosione dello scandalo mondiale del Datagate.

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Fonte: Punto Informatico

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