Daily Archives: 03/10/2014

Il Governo di Pechino infetta il web con uno spyware bloccando i Social Network

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Cina, è un Hong Kong blues

di Claudio Tamburrino

I manifestanti colpiti da gas lacrimogeni e spyware. Le testimonianze raccolte su Instagram spingono Pechino a bloccare il social network. E la battaglia infuria su chat alternative

La Grande Muraglia digitale della Cina si chiude attorno agli attivisti di Hong Kong, in piazza per manifestare per elezioni libere nella regione: dopo essere stati presi di mira dalle violenze e dai gas lacrimogeni della polizia, sembra che i loro dispositivi mobile siano stati colpiti da una serie di spyware.

Ad essere colpiti da questi malware sarebbero sia il sistema operativo Android che iOS: ad infettarli è il trojan Xsser mRAT che permette l’accesso da remoto ai dispositivi e potenzialmente a qualsiasi informazione in essi contenuta, tra SMS, email, log degli instant message, dati di geolocalizzazione, username e password, rubrica e registro chiamate.

A scoprire lo spyware è stata la società israeliana di sicurezza Lacoon Mobile Security: esso sarebbe veicolato attraverso un’app che aiuta a coordinare le proteste che stanno divampando nella regione indipendente di Hong Kong e distribuito attraverso messaggi WhatsApp camuffati come codice di localizzazione per gli attivisti Code4HK.

Secondo gli esperti israeliani si tratterebbe di un malware sofisticato, dietro cui ci sarebbe un soggetto ben preparato: in effetti si tratta del primo e più avanzato trojan per iOS perfettamente funzionante a essere originato in Cina. Considerando questo, ed i soggetti colpiti, dietro l’attacco sembra esserci il Governo di Pechino.

In Cina, nel frattempo, sempre in concomitanza con le proteste ad Hong Kong, risulta al momento irraggiungibile Instagram: si presuppone per il momento solo un blocco a livello DNS attraverso cui le autorità stanno cercando arginare la circolazione delle immagini che testimoniano il lancio di gas lacrimogeno da parte delle forze dell’ordine sui manifestanti.

I manifestanti, d’altra parte, si dimostrano agguerriti anche online e si sono già preparati alla possibilità che le autorità taglino le connessioni: hanno iniziato ad utilizzare alcune app per creare mesh network da dedicare alla comunicazione, che non garantiscono l’intracciabilità, ma rappresentano una infrastruttura inattaccabile.

Tra queste, Serval Mesh e FireChat (questa sembra sia già stata scaricata ad Hong Kong da 100mila persone in appena 24 ore) mettono in contatto via chat gli utenti vicini geograficamente e connessi attraverso Bluetooth o WiFi; Commotion (disponibile solo per Android)permette invece di agganciarsi alla connessione di un altro utente nelle vicinanze; e StoryMaker (anch’essa disponibile solo per Android) che permette la condivisione di contenuti multimediali tra utenti vicini attraverso Bluetooth.

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Fonte: Punto Informatico

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La Sogin di nuovo all’attacco! Rifiuti radioattivi in Puglia, Basilicata, Lazio e Toscana

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Rifiuti radioattivi, la Sogin ci riprova: Puglia, Basilicata, Lazio e Toscana

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Ieri all’Istituto di Economia e Politica (Iefe) dell’università Bocconi di Milano si è tenuto il convegno La gestione dei rifiuti radioattivi. Problema o opportunità?  al quale è intervenuto anche Gianni Girotto, Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Commissione industria, commercio, turismo energia del Senato, che ha duramente criticato la Sogin, accusandola di «non aver ancora imparato la lezione di Scanzano».

Secondo Girotto, «L’uscita infelice dei giorni scorsi sulla stampa nazionale da parte dell’Amministratore della Sogin Riccardo Casale, nel quale ha affermato che il territorio della Puglia, della Basilicata, del Lazio e della Toscana sono tra le zone più adatte dove c’è la maggiore concentrazione delle aree idonee alla realizzazione della pattumiera nucleare, mostra chiaramente la superficialità con la quale Sogin continua ad operare. Prima di indicare il sito sulle aree dove vuole fare il deposito di scorie nucleari e per procedere con la messa in sicurezza dei lasciti nucleari è fondamentale chiarire gli aspetti sulla tipologia del deposito di scorie che il territorio deve ospitare e rendere urgentemente operativa l’Autorità di sicurezza con la costituzione dell’Isin», cioè l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.

Per il senatore pentastellato, che ha partecipato alla tavola rotonda “Implicazioni economiche di un deposito di rifiuti radioattivi”, «E’ necessario inoltre comprendere, se questo ritardo è dovuto al solito vizio di nominare persone gradite al potere politico con il solito metodo clientelare al di là della loro effettiva competenza. Se cosi fosse, allora è giusto sapere che possiamo smettere immediatamente di parlare del deposito nazionale. La credibilità dell’autorità di sicurezza è un prerequisito assoluto per il successo di questa operazione».

Girotto ha evidenziato che «La Sogin non può operare in modo autonomo sulle scelte. Non è possibile, non è giusto e non è opportuno che lo stesso soggetto proprietario degli impianti sia incaricato di fare lo smantellamento degli stessi, di trovare il sito per il deposito, di interloquire con la popolazione e gli amministratori locali affinché questo sia accettato nonché di progettare, costruire e magari anche gestire il deposito. La lezione di Scanzano non ha insegnato. La Sogin deve seguire le procedure in modo trasparente coinvolgendo i cittadini, le istituzioni nazionali e regionali nei processi decisionali. Diversamente, la gestione sulla messa in sicurezza dei rifiuti nucleari italiani affidata a Sogin rimarrà inaffidabile, solleverà conflitti sui territori, lascerà il problema delle scorie nucleari irrisolto, con il pericolo di esporre i cittadini a seri rischi per la sicurezza e la salute».

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Fonte: greenreport.it

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La decisione

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Opera di Samantha Keely Smith

Opera di Samantha Keely Smith

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Miei azzurri creatori,

scogli di cristallo ai miei lati vi ponete.

In mezzo, su l’onde rosse increspate, mi torturo.

Ed attendo che dai tentacoli del caos salga la decisione.

(madu)

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