Monthly Archives: Luglio 2013

Cinemalibero al Cinema Ritrovato

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di Maria Coletti

Una interessantissima sezione del Festival Il Cinema Ritrovato della Cineteca di Bologna è dedicata quest’anno ai film che hanno aperto sentieri inediti, spesso oscurati al loro apparire e poi dimenticati, film che mantengono intatta la loro forza di invenzione e di scoperta.
Cinemalibero, questo il nome della sezione anche in omaggio al Festival di Porretta Terme del 1960, presenta alcuni titoli molto importanti anche dal punto di vista del loro legame con l’Africa e le diaspore.
Tra i titoli presentati in questa sezione, troviamo infatti: Tell Me Lies , realizzato nel 1968 negli Usa da Peter Brook,che in un incrocio di linguaggi e generi svela i meccanismi secondo i quali la guerra in Vietnam entra nel nostro quotidiano attraverso i mezzi di comunicazione e mette in risalto le parole di Stokely Carmichael sulla guerra e il razzismo; Afrique 50 di René Vautier, il cui anticolonialismo porta il regista al carcere militare mentre il negativo del film viene addirittura distrutto; con Avoir vingt ans dans les Aurès , Vautier realizza un altro film lirico e sedizioso, censurato in quanto primo film francese a mostrare gli aspetti nascosti della guerra d’Algeria; Lettre à la prison (1969) dell’italo-ebreo-tunisino-francese Marc Scialom, come abbiamo detto è uno sconvolgente documento sullo sradicamento dei magrebini in Francia, in un linguaggio poetico a metà strada tra Pasolini e i surrealisti; infine, il primo film di Ousmane Sembène, il cortometraggio Borom sarret , che lascia stupefatti per la semplicità e la giustezza dell’immagine sorretta da uno sguardo profondamente etico, non a caso scelto come “copertina”, come immagine feticcio di questa sezione dedicata, come scrive Gian Luca Farinelli, “a cineasti pronti a percorre lunghi viaggi e a spettatori preparati ad attraversare deserti per trovare sorgenti che dissetano”.

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Fonte: Cinemafrica

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Approfondimento

“Il Cinema Ritrovato” – 29 giugno/6 luglio 2013: appuntamento tra Bologna e il mondo

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Francia NOTAV – Manifestazione a Modane. “Les Vallées qui résistent!”

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Foto di  Luca Perino  29/giu/2013

Foto di Luca Perino 29/giu/2013

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Report della Manifestazione a Modane: les Vallées qui résistent!

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Anche la Francia si muove. Nonostante le maldestre bugie della lobby del TAV e dei suoi pennivendoli, alla faccia dei vari Virano ed Esposito, l’opposizione al TAV si concretizza anche in Francia, a partire dai territori che sono già stati investiti dalle discendererie e che, traendo stimolo dalla nostra lotta, hanno deciso di opporsi concretamente al progetto del megatunnel  e all’ulteriore devastazione della propria vita.

Proprio perché la lotta è comune e insieme si è più forti, abbiamo partecipato alla manifestazione NO TAV ,  che oggi si è svolta in Francia da Modane a Villarodin.

Un pullman e varie auto hanno lasciato il sole velato della Valle per immergersi nella pioggia e nel vento della Val d’Arc.

I soliti noti ci aspettano al tunnel del Frejus, dove per l’occasione vengono puntigliosamente controllati tutti i mezzi in transito. Ma noi abbiamo deciso di passare dal Colle del  Moncenisio, un paesaggio di alte vette, sempre affascinante, con le sue solitudini punteggiate di greggi e mandrie.

Nessun controllo fino a Lanslebourg, dove ad attenderci troviamo tre mezzi della Gendarmerie. Abbiamo escogitato di “travisarci” da pellegrini ( del resto, a guidare il pullman c’è il gran maestro degli scherzi, Giacu di Clarea, per l’occasione italianizzato in “Giacomo”…) Sconcerto dei poliziotti che, saliti a bordo per controllare i documenti, si trovano in piena recita del Rosario. Dopo aver chiesto intimoriti la destinazione (ma hanno fermato il pullman giusto?),  avendo constatato che non siamo diretti a santuari e che quindi non sono a rischio le relazioni diplomatiche con il Vaticano, ci lasciano ripartire, con evidente loro sollievo e nostre risate.

A Modane ci attende una piccola folla colorata con striscioni, bandiere, tamburi, palloncini rossi a forma di cuore.

La passeggiata parte puntuale. Lungo il percorso si distribuiscono volantini. Gente affacciata alle finestre guarda sfilare il corteo non numeroso, ma vario e dignitoso.

I controlli polizieschi sono  quasi inesistenti o comunque non appariscenti

Rriconosciamo i poliziotti che ci hanno “accolti “ all’entrata in territorio francese;spuntano anche facce note di Digos.

Il percorso si snoda lungo il fiume Arc, verso la periferia di Modane, poi tra prati e orti fino ai cantieri della discenderia. Costeggiamo chilometri di reti che contengono il nulla, luoghi degradati e abbandonati, che la natura si sta riprendendo. Nessuna attività, nessun controllo. Se questi sono i lavori del TAV in territorio francese, millantati da Ltf e presentati da Virano e C. come la garanzia che “ in Francia tutto è partito per cui non si potrebbe più tornare indietro”, allora la Clarea è una base militare, l’avamposto di incombenti guerre stellari….

Arriviamo in prossimità del “buco” di Villarodin, il cuore del cantiere. Cumuli di detriti, un parco-macchine che si intravede in disparte, un solo gendarme a presidiare il cancello d’entrata, completamente spalancato. Qualcuno si avvicina al varco, convinto che si materializzeranno poliziotti in assetto antisommossa ad impedire l’accesso…. Invece niente, solo le raccomandazioni dell’ unico gendarme: visitare ma non danneggiare. Qualcuno sale su una ruspa per una foto ricordo. Poco più di un’ora di viaggio e meno di cento chilometri ci dividono dalla Clarea, ma tutto qui ci sembra anomalo, un altro mondo… come se normalità fosse quella galera a cielo aperto in cui grandi sporchi interessi cercano di trasformare la nostra Valle e la nostra esistenza.

Eppure anche qui i danni ci sono e irreversibili: lo racconta il sindaco di Villarodin, presente alla manifestazione a nome dell’unica amministrazione  che ha preso con forza e ufficialmente posizione contro il progetto della Torino-Lion: il suo Comune, un paesino che si affaccia sopra la discenderia, è investito quotidianamente dalla polvere dei detriti , una fitta nebbia che il vento solleva e porta dritto sulle case. Sabbia e sete, a causa degli scavi che hanno tagliato le vene d’acqua prosciugando sorgenti e pozzi.

Si snodano gli interventi di saluto e di informazione, sono ribaditi  i propositi di lotta comune.

Ripartiamo a sera, sotto un cielo che si sta aprendo.

Ritroviamo la struggente malinconia del Moncenisio con le mandrie che tornano dal pascolo e le marmotte ritte all’erta sulle rocce. Comincia la discesa.

Dal Rocciamelone ci accoglie uno splendente arcobaleno ad abbracciare la Valle che resiste, la nostra valle, la nostra valle sulla Terra, la Terra che è un astro.

Nicoletta

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Fotogallery

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Fonte: NOTAV.INFO

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WikiLeaks: Dichiarazione di Edward Snowden da Mosca

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Lunedi 1 luglio 21:40 UTC

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Una settimana fa ho lasciato Hong Kong dopo che è apparso chiaro che la mia libertà e la sicurezza per rivelare la verità erano sotto minaccia. La mia attuale libertà è dovuta agli sforzi di amici vecchi e nuovi, di famiglia, e di altri che non ho mai incontrato e che probabilmente mai incontrerò. Mi fido di loro e con la mia vita sono tornato ad aver fiducia e fede in me per questo  sarò sempre loro grato.

Giovedi ‘, il presidente Obama ha dichiarato di fronte al mondo che lui non avrebbe permesso ad alcun diplomatico “intrallazzi” sul mio caso. Eppure, ora viene riportato che dopo aver promesso di non farlo, il presidente ha ordinato al suo Vice Presidente di fare pressione sui leader delle nazioni da cui ho chiesto protezione per negare le mie suppliche di asilo.

Questo tipo di inganno da un leader mondiale non è giusto, e così anche la sanzione extralegale dell’esilio. Questi sono i vecchi, brutti strumenti di aggressione politica. Il loro scopo è quello di spaventare, non me, ma chi potrebbe venire dopo di me.

Per decenni gli Stati Uniti d’America sono stati uno dei più forti difensori del diritto umano e di asilo. Purtroppo, questo diritto,  votato dagli Stati Uniti di cui all’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani, ora viene respinto dal governo attuale del mio paese. L’amministrazione Obama ha ora adottato la strategia di usare la cittadinanza come arma. Anche se io sono condannato per nulla, ha unilateralmente revocato il passaporto, lasciandomi apolide. Senza alcun ordine giudiziario, l’amministrazione ora cerca di impedirmi l’esercizio di un diritto fondamentale. Un diritto che appartiene a tutti. Il diritto di chiedere asilo.

Alla fine l’amministrazione Obama non ha paura degli informatori come me, Bradley Manning o Thomas Drake. Siamo apolidi, imprigionati, o impotenti. No, l’amministrazione Obama ha paura di voi. Si ha paura di un popolo consapevole, arrabbiato che chiede al governo costituzionale quello che è stato promesso – e che dovrebbe essere mantenuto.

Sono indomito nelle mie convinzioni ed impressionato dagli sforzi compiuti da tanti.

Edward Joseph Snowden

Lunedi 1 luglio 2013

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Fonte: WikiLeaks

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