Monthly Archives: Maggio 2013

Bologna 11 maggio. Cremaschi: Per costruire la sinistra che dice No all’Europa

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Bologna 11 maggio

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di Giorgio Cremaschi

Se qualcuno davvero aveva creduto che il nuovo governo si distaccasse di qualche centimetro dal percorso segnato dal governo Monti, ora dovrebbe ammettere di essersi sbagliato. Il patetico viaggio in Europa di Enrico Letta ha dimostrato che non c’è trippa per gatti. Chi è che diceva che dobbiamo rinegoziare? Cosa poi? Quante inutili chiacchiere. Noi non abbiamo goduto neppure del parziale indulto della pena concesso a Francia e Olanda. Se rispettiamo quel rigore che ha prodotto in Italia la più grave depressione dagli anni trenta del secolo scorso, ci tolgono dalla procedura d’infrazione, cioè ci lasciano esattamente come siamo ora. E poi basta, per il resto dobbiamo fare le “riforme”. Così la crisi diventa eterna. Viene smentita ufficialmente la precedente disonesta previsione di governo e Banca d’Italia, che vedeva la luce della ripresa in fondo al tunnel del 2013. Se ne riparla alla fine dell’anno prossimo. Secondo Prometeia nel 2020 saremo ancora dentro la crisi. I disoccupati ufficiali saliranno ancora fino al 2014, dopo non si sa. Insomma il disastro sociale che è avvenuto in Grecia, Spagna e Portogallo, è alla fine giunto anche da noi. La ragione di fondo è molto semplice, l’Europa non è la soluzione, ma il problema.

Le attuali istituzioni europee sono organizzate e programmate per una politica economica di rigore liberista. Non possono e non sanno fare altro che ciò che stanno facendo, cioè la distruzione dell’Europa sociale. Chi va in Europa o in Germania per rinegoziare l’austerità, se onesto, ha la stessa ingenuità di un liberale che prima del 1848 fosse andato alla corte di Vienna dal conte di Metternich per chiedere la Costituzione. L’Europa ideale non alloggia nelle attuali istituzioni, quella reale invece può solo essere rovesciata se si vuole un nuovo edificio, costruito su altre basi. Siccome la politica italiana dominante considera una bestemmia solo accennare a questo, si condanna all’impotenza e al delirio maniacale su quello che non c’entra.

La convenzione sulla riforma costituzionale è una mostruosità incostituzionale, come ci ripete giustamente Rodotà, ma è il solo modo che la politica dominante ha trovato per compiacere OCSE, Troika, tutti coloro che ci chiedono “riforme”. Siccome accettiamo la controriforma liberista che ci viene imposta dall’Europa e dalla finanza mondiale, dobbiamo per forza fare la controriforma della nostra Costituzione. E se non ci riusciremo, saremo ancora una volta inefficienti, vecchi, non competitivi. Con la stessa logica la disoccupazione di massa è tornata un altra volta ad essere una questione di flessibilità. La legge Fornero è troppo rigida, ci vuole qualche tacca di precarietà in più, la ritoccheremo ha detto Letta. Che così si accinge a vincere la non facile impresa di essere più a destra di Monti. A quando la pensione a ottant’anni?

Rigore, competività, flessibilità sono le parole malate che tornano a dominare il dibattito politico, come accade da trenta anni. Allo stesso modo,la grande novità che CGIL CISL UIL e Confindustria sanno elaborare è un altro patto corporativo, che cancelli il dissenso e il conflitto nei luoghi di lavoro e prometta sviluppo in cambio di produttività. Il fallimento di Marchionne che da tre anni somministra questa nuova dose della stessa ricetta, non insegna nulla, anche questo nuovo giro di vite sul lavoro lo chiede l’Europa. Siamo un paese paralizzato che ripete sempre lo stesso errore perché le classi dirigenti tutte sono o complici o vittime della sindrome europea. Ogni ferocia sociale che ci vien fatta precipitare addosso nasce al grido: “lo vuole l’Europa”.

Bene la sola vera e utile novità politica è che anche in Italia ci sia finalmente un movimento politico che nel nome della democrazia e dei i diritti sociali dica no a questa Europa. Qualcuno che oggi governa con Berlusconi ci risponderà che questo è populismo di destra. No è questa Europa che alimenta il peggio di sé con il liberismo delle sue istituzioni. È questa Europa che fornisce sempre nuova vita a Berlusconi e a quelli come lui. Rovesciare questa Europa è condizione necessaria per riprendere il cammino della democrazia e della crescita sociale. Di questo si devono convincere tutte le forze democratiche che oggi siano davvero intenzionate ad opporsi al governo. Non basta dire un semplice no a Letta e a Alfano, bisogna alzare la voce fino a che quel no lo senta quella Troika che guida autoritariamente tutti i governi del continente. Ci vuole anche in Italia una sinistra radicale che dica no all’Europa, come c’è in tutto il continente. Per cominciare a costruirla ci troviamo a Bologna, alla Bolognina, l’11 maggio.

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Fonte: controlacrisi

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Fuori Borghezio dal Parlamento europeo. #iostoconCecileKyenge – Firma la petizione!

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borghezio keynge

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“Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo  con la legge Bossi-Fini”.

“Per noi il Meridione esiste solo come palla al piede, che ci portiamo dolorosamente appresso da 150 anni”.

“Quelle espresse da Anders Behring Breivik sono posizioni sicuramente condivisibili” (riferendosi al terrorista norvegese che nel luglio 2011 a Oslo ha ucciso 77 persone).

Sono solo alcune delle sconcertanti frasi pronunciate dall’esponente leghista Mario Borghezio in questi anni. Non un cittadino comune ma un rappresentante (di tutti) in una prestigiosa istituzione sovranazionale: il Parlamento europeo. E per di più membro della Commissione per le libertà civili.

Pochi giorni fa l’ennesimo insulto, delirante e razzista rivolto al neo  ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge: “Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga”. “Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai  mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl  che è stato tolto a qualche medico italiano”. “Questo è un governo del  bonga bonga”.

Nell’ottobre 2012 il Comitato norvegese del Nobel ha deciso di assegnare il premio per la Pace 2012 all’Unione Europea per il suo ruolo nei “progressi nella pace e nella riconciliazione” e per aver garantito “la democrazia e i diritti umani” nel Vecchio continente. Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz nel commentare la notizia scrisse: “Noi, rappresentanti del Parlamento europeo, siamo profondamente emozionati… L’Unione europea è un progetto unico nella storia, ha sostituito la guerra con la pace, l’odio con la solidarietà…”.

Le dichiarazioni del parlamentare europeo Mario Borghezio oltre ad essere  una grave offesa al neo ministro Cecile Kyenge dovrebbero essere  considerate un oltraggio al parlamento europeo, l’istituzione legislativa  della Ue e ai suoi principi fondanti.

Sono Stefano Corradino, direttore di Articolo21, un giornale on line che da oltre dieci anni si batte per la libertà di espressione. Libertà di espressione che non significa tuttavia licenza di insultare e oltraggiare. Per questo ho deciso di lanciare questa petizione per chiedere che il Parlamento europeo, il massimo consesso comunitario che rappresenta 500 milioni di cittadini prenda provvedimenti nei confronti del deputato Borghezio che con le sue dichiarazioni ingiuriose e razziste infanga la dignità delle istituzioni.

Con questa petizione chiediamo che il Parlamento europeo favorisca le dimissioni dell’europarlamentare Borghezio o quantomeno attui nei suoi confronti i più pesanti provvedimenti disciplinari.

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FIRMA LA PETIZIONE!

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  1. Petizione Lanciata da     Stefano Corradino   Roma, Italy

 

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Fonte: Change.org
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Biancofiore: no pari opportunità ma ultima opportunità!

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Niente Pari Opportunità, Letta cambia le deleghe alla Biancofiore

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Enrico Letta ha sostituito la delega alle Pari Opportubità con quelle alla Pubblica Amministrazione. E’ l’ultima opportunità per lei di stare nel Governo, hanno detto fonti di Palazzo Chigi.

Enrico Letta ha ritirato la delega alle Pari Opportunità a Micaela Biancofiore sostituendola con quella alla Pubblica Amministrazione e alla semplificazione. Palazzo Chigi considera “ultima chance” per la permanenza al Governo della deputata del Pdl il cambio deciso oggi dal presidente del Consiglio. A far scattare la decisione sono state le interviste apparse stamani nella quali Biancofiore si è difesa, contraccando, dalle accuse delle associazioni gay nelle quali le sfidava a prendere posizione sul tema del femminicidio.

Il premier, secondo quanto è stato riferito, sarebbe rimasto contrariato ancora prima del merito delle affermazioni dall’essere la Sottosegretario venuta meno al richiamo alla sobrietà nella comunicazione fatto solo ieri a tutta la squadra al momento del giuramento dei sottosegretari.

Le tre interviste di questa mattina – “Non sono omofoba. Mi piacerebbe per una volta che

anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte”. Parlando a Repubblica, Messaggero e Corriere della Sera, la sottosegretaria si era difesa dalle accuse di omofobia, a modo suo. “Nei miei confronti – ha detto – è stata messa in atto una discriminazione preventiva ingiustificata e fondata su presunte dichiarazioni malamente estrapolate”. “I gay sono discriminati? Se è per questo sono più discriminate le donne. Perché, invece di fare queste sterili polemiche, le associazioni gay non fanno comunicati sugli omicidi delle donne? E perché non lo hanno fatto per il ferimento dei carabinieri?”. “Odio le discriminazioni verso gli animali, figuriamoci verso le persone! Potrei anche prendere qualche collaboratore gay. E sono pronta a incontrare le associazioni”, aveva proseugito Biancofiore. Al prossimo Gay Pride “se mi invitano ci andrò, ma non mi metterò a ballare seminuda sui carri”. Sulle unioni omosessuali, “alle nozze gay sono contraria, da cattolica, ma se il governo decidesse di vararle mi atterrei al mio governo”, aggiunge, mentre sulle unioni civili “non ho preclusioni”.

Stima da Alfano – “Il cambio della delega al sottosegretario Biancofiore è un atto del presidente del consiglio Enrico Letta che non ha e non avrà alcuna ripercussione sul governo”, hanno affermato all’Adnkronos fonti del Pdl che sottolineano che Michela Biancofiore continua a godere della massima fiducia e stima da parte del Pdl e del suo segretario.

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Fonte: Gay.it

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