Monthly Archives: Marzo 2011

Paul Baran, addio ad uno dei pionieri di Internet

L’ingegnere di origini polacche si è spento all’età di 84 anni, consumato da un cancro ai polmoni. Era stato tra i pionieri di Internet, dando avvio all’era delle reti basate sul packet switching. Prima chiamate ARPANET, poi Internet.

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Paul Baran, addio all’uomo dei pacchetti

Correva l’anno 2007. L’allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush consegnava all’ingegnere di origini polacche Paul Baran una speciale medaglia. Un prestigioso riconoscimento da parte delle autorità a stelle e strisce, per il prezioso contributo offerto da Baran nel campo della tecnologia.

Metà degli anni 60. L’ingegnere polacco – poi naturalizzato statunitense – Paul Baran proponeva ai vertici di AT&T un’idea a dir poco rivoluzionaria. Una tecnologia partorita all’inizio del decennio alla RAND Corporation, think tank statunitense fondato nel 1946 con il supporto finanziario del Dipartimento della Difesa.

Ma agli alti rappresentanti della telco l’idea non piaceva, semplicemente perché non avrebbe mai funzionato. Una nuova rete di comunicazione, che si affidasse a più percorsi per la trasmissione di informazioni scomposte, ricostruite solo in dirittura d’arrivo. Una tecnologia che avrebbe reso più sicuri i network statunitensi, specie quelli militari. (leggi tutto)

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Fonte: Punto Informatico

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Fukushima: perle di “saggezza” regalate da tecnici e politici dopo il disastro nucleare.

Legambiente ha raccolto le frasi più significative  espresse da esperti dopo il disastro di Fukushima.

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La sequenza dell'esplosione alla centrale nucleare di Fukushima.

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Vatti a fidare!

Legambiente presenta le frasi celebri e le perle di saggezza elargite a piene mani (e senza vergogna) dai politici e dai tecnici nuclearisti nei giorni dell’emergenza nucleare in Giappone

A circa quindici giorni dal sisma e soprattutto dallo tsunami che ha devastato parte del Giappone, colpendo gravemente la centrale nucleare di Fukushima, abbiamo voluto raccogliere e mettere nero su bianco alcune dichiarazioni rilasciate dai responsabili dell’Agenzia per la sicurezza nucleare italiana (che, come dichiara il nome, dovrebbe occuparsi della sicurezza dei cittadini di questo paese), del Forum Nucleare Italiano e di alcuni politici impegnati a portare avanti – ad ogni costo evidentemente – la politica dell’atomo nel Belpaese.

Le fughe radioattive mi sentirei di escluderle. Nella peggiore delle ipotesi si tratta di materiale contaminato da radiazioni ma che di certo non ci sarà il così detto ‘effetto Chernobyl'”. Così Valerio Rossi Albertini, ricercatore del Cnr, spiegava alle 14.44 dell’11 marzo scorso all’ADNKRONOS, gli eventuali rischi delle centrali nucleari giapponesi dopo il tragico sisma e lo tsunami che avevano colpito la nazione nipponica. “Il Giappone è terra sismica, per questo tutte le centrali nucleari sono state costruite tenendo conto di questa eventualità. La soglia, dunque, di tolleranza al sisma è elevatissima”. (…)”Non si possono escludere piccoli contaminanti in zone limitate” continuava Rossi Albertini, “Di certo però “l’effetto Chernobyl non incombe sulle nostre teste”.

Alle 15.29 dello stesso giorno, ecco anche Umberto Veronesi, direttore dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare:“Le centrali nucleari sono sicure, e buona parte delle critiche vengono da un’ideologia antinuclearista che si basa su dati falsi”, dichiara all’Ansa.
“Le centrali sono sicure, anche se c’e’ un’ideologia antinuclearista pronta a giurare che questo è il male più grande dell’umanità’” – ha continuato, aggiungendo che “per alcuni studi epidemiologici che hanno riscontrato un aumento dei tumori nelle popolazioni che abitano vicino alle centrali, ci sono almeno altri 20 studi che dimostrano il contrario. Le ricerche che parlano di un aumento del rischio derivante dalle centrali si basano su presupposti sbagliati, tengono conto soltanto della mortalita’ della popolazione ma non di altri fattori che possono spiegarla come la mancata assistenza”.  (leggi tutto)

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Fonte: Legambiente

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Wikileaks – Napoli: base Us Navy divieto cibi campani

Napoli, i militari Usa non mangiavano cibo campano. “Produzione in mano alla camorra”

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...Dopo l’ennesima emergenza rifiuti, il Console generale degli Stati Uniti a Napoli, John Patrick Truhn, allarmato scrive a Washington: “L’impatto ambientale del crimine organizzato si estende alle frodi alimentari. E la Campania è la regione leader in Italia in questo settore”. Parole contenuto in un cablo diffuso nelle scorse settimane da Wikileaks. Per questo i cibi campani sono stati messi al bando, come racconta nel documentario di Rainews Sandra Jontz, giornalista di Stars and Stripes, la rivista delle truppe a stelle e strisce: “Per un periodo hanno smesso di vendere alla base Us Navy cibo cresciuto in Campania. Invece che mangiare pomodori campani, li si faceva arrivare dalla Sicilia. Per qualche tempo – ha spiegato – non sono state vendute verdure cresciute in Campania”. Stars and Stripes aveva già raccontato delle operazioni di monitoraggio di terra, aria e acqua che le autorità militari statunitensi avevano avviato in gran segreto in Campania. Per precauzione, ai marines e ai loro familiari erano state pure distribuite centinaia di migliaia di bottiglie di acqua minerale. Ma fino ad adesso nulla si sapeva della temporanea moratoria dei cibi campani.. (leggi tutto)

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Fonte: il Fatto Quotidiano

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