Monthly Archives: Novembre 2010

Liberiamo il cavallo!

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Oggi in tv ho seguito un servizio sulla fiera dei cavalli che si è tenuta a Verona dal 4 al 7 novembre. D’altronde è normale che in un paese dove da sempre si fanno fiere su tutto non può certo mancare quella sugli esseri viventi. Un evento che ai più può passare inosservato o, a chi piace  il cavallo,  interessare  ed affascinare. Osservando ed ascoltando il servizio e ponendosi dalla parte dell’uomo, che sulle proprie spalle porta il peso di una storia antica millenni, tutto va bene.  Anzi è perfetto. Ma riflettendo, dico solo un poco, e ponendosi dalla parte del cavallo qualcosa non va. Anzi, tutto non va!  Sembra che questi millenni di storia per l’umanità siano passati invano. Ma come si fa ancora a credere che il cavallo, creatura sensibile e pacifica (così come lo definiscono) possa essere felice ad essere  addomesticato,  sellato, cavalcato,  correre  a comando,  faticare,  insomma ad essere sfruttato? Il cavallo come tutte le altre creature viventi è nato libero!  E noi esseri umani, come abbiamo fatto con tanti altri animali, lo abbiamo sottomesso. L’assurdo è che l’uomo,  creatura nobile ed evoluta, dopo aver sfruttato ben bene il cavallo lo ringrazia macellandolo e cibandosene.

Mi dispiace, ma quando sento e vedo queste cose (purtoppo spesso)  mi sento piccolo, piccolo. Mi sento additato e guardato con occhi torvi e minacciosi da tutto il regno animale.  Allora io,  scusandomi,  rispondo loro che l’essere umano nella scala evolutiva è ancora posizionato ad uno stadio primitivo  ed ecco perché non riesce  a sentire il respiro del mondo esterno. (madu)

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Approfondimento:

Cavalli dall’inferno

L’uso dei cavalli nello “sport”

Codice della strada contro i cavalli

Palio di Asti e altri palii ammazzacavalli

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Eutanasia: Guarda e diffondi lo spot per la sua legalizzazione

Guarda e diffondi lo spot per la legalizzazione dell’eutanasia creato dall’associazione Exit international, bloccato dall’autorità per le Comunicazioni australiane e ora rilanciato in Italia dall’Associazione Luca Coscioni.

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Riappropriarsi della parola ‘eutanasia, tabù per la politica e dimenticata’ anche se ‘vicina al vissuto delle persone’, e chiedere ‘semplicemente il rispetto delle scelte individuali’. Questo il senso dello spot-pro Eutanasia creato dall’associazione Exit international, bloccato dall’autorità per le Comunicazioni australiane e ora rilanciato in Italia dall’Associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale.

‘E’ uno spot molto rispettoso e molto dignitoso – dice Marco Cappato, segretario dell’associazione Coscioni – in cui un malato terminale racconta la sua esperienza e chiede al governo che sia rispettata la sua scelta’.

Scelta che è ‘non di una morte ‘buona’ o ‘dolce’, ma di una morte ‘opportuna’, quando si sente che le condizioni di vita non sono più sostenibili’. Eutanasia, aggiunge, ‘non è una parola che le persone legano a questa o quella forma giuridica, ma che è vicina al loro vissuto’. Mentre la politica ‘ha bisogno di giocare con le parole, riempendo il tema di formalismi, facendo distinzioni da clerici del diritto su quello che è o non è terapia. Così si possono interrompere le terapie ma non si può chiedere un’iniezione letale, anche se il risultato è lo stesso’.
Pur continuando a ‘batterci in Parlamento perché escano leggi ‘meno peggiori’ possibile – conclude Cappato – ora vogliamo riprendere la bandiera di questa parola, che per noi è parte integrante del diritto alla salute, come tutte le scelte sul fine vita, e poi vedere quello che succede’.
Lo spot, intanto, sarà anche ‘una raccolta fondi per pianificare una vera e propria campagna nazionale a partire da gennaio, contando sul sostegno delle tv locali, come Telelombardia, che già ci hanno aiutato all’epoca del ‘caso Welby”.

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Fonte: MicroMega

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Approfondimento:

Eutanasia

Notiziario online-Vivere&Morire

Luca Coscioni

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Wikipedia, un’alleanza autorevole

Dieci università opereranno sistematicamente sulle voci dell’enciclopedia libera. Per abituare gli studenti al confronto, per mettere in circolo il sapere.

di Claudio Tamburrino

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Roma – Non sempre considerata all’altezza di un testo ufficiale, e ritenuta non affidabile in quanto suscettibile al cambiamento e non riconducibile ad un autore riconosciuto (per questo motivo è bandita dai compiti a casa e da alcuni istituti scolastici), Wikipedia sta cercando di darsi un tono: per farlo ha trovato la collaborazione di alcuni corsi universitari che fino al prossimo settembre redigeranno, controlleranno e aggiorneranno alcuni dei suoi contenuti.

L’iniziativa si chiama “WikiProject Public Policy Initiative”, utilizza fondi messi a disposizione dalla Fondazione Stanton e ha lo scopo di aumentare la qualità delle pagine della piattaforma dedicate alle questioni relative alla politica pubblica: studenti e professori, come parte del programma didattico, aggiorneranno e vaglieranno i contenuti del sito sul tema.

Dieci università collaboreranno al programma-pilota che durerà 17 mesi, tra di esse Berkeley e Harvard: se dovesse andare bene, l’intenzione è quella di estenderlo anche in altri settori oltre alla politica pubblica, così da contribuire alla generale valutazione delle oltre 22 milioni di pagine. (leggi tutto)

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Fonte: PuntoInformatico

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