E’ una vergogna! Si vuole ricreare il clima di Rosarno per poter cacciare via i migranti da Castel Volturno (CE). I nazifascisti di Forza Nuova pronti a manifestare contro tutti gli immigrati anche quelli che vivono e lavorano sul litorale domitio da decenni. (madu)
MILANO – Dopo gli scontri al liceo Manzoni di Milano, i militanti di Forza Nuova sono attesi a Castelvolturno, periferia d’Africa nel territorio italiano. Giovedì ci sarà una fiaccolata sulla Domiziana, la via della prostituzione e dello spaccio, ma anche lo snodo principale dell’abusivismo edilizio e della criminalità organizzata. E parteciperà anche il coordinatore nazionale, Roberto Fiore. A sorpresa nel programma è prevista anche una visita al sindaco Antonio Scalzone. Dal canto suo il primo cittadino che non ha voluto ricordare le vittime della strage di San Gennaro, accusati di essere spacciatori contro ogni risultanza processuale, si appresta a ricevere in Comune i militanti della formazione neofascista: «Vengono per portarmi la loro solidarietà, e io li accoglierò volentieri». Parole decisamente diverse da quelle riservate ai volontari delle associazioni e del centro sociale che sabato hanno inaugurato una targa sul luogo della strage del 18 settembre 2008. Scalzone non ha partecipato alla commemorazione, anzi ha polemizzato duramente con i volontari accusandoli di alimentare l’immigrazione illegale «prestando assistenza ai clandestini». E non soltanto: «Ci guadagnano anche». Mentre la targa, a quanto pare, sarebbe illegale.
LA COMMEMORAZIONE – Due tubolari, uno bianco e uno nero, che si intrecciano fino a disegnare una figura umana. I nomi dei sei immigrati africani trucidati da un commando di camorra nella notte del 18 settembre 2008 sono invece scolpiti su un foglio di bronzo.«È un piccolo omaggio a dei poveri innocenti caduti per mano della mafia – spiega Mimma D’Amico, del centro sociale ex Canapificio – e anche se ci troviamo nel comune con la più alta concentrazione di edifici abusivi d’Italia, ci contestano che è irregolare». A due passi dalla sartoria dove i kalashinkov di Giuseppe Setola hanno abbattuto come animali da macello un sarto togolese, tre muratori ghanesi, un saldatore, un carrozziere e un barbiere, sorge Villaggio Coppola, una piccola cittadina costruita quasi tutta su terreno demaniale e senza le necessarie licenze. La Caserma dei carabinieri è abusiva, come l’ufficio delle poste, gli alberghi, i ristoranti, le ormai famose torri (in parte abbattute) tirate su fino al dodicesimo piano a meno di cento metri dal mare. Un luogo diventato simbolo del paesaggio sfregiato e dell’ignoranza del diritto. Eppure proprio qui l’amministrazione comunale ha avuto da eccepire su una questione di procedura: «Mancano le autorizzazioni di legge», ha certificato l’ufficio tecnico. (leggi tutto)
Fonte: CORRIERE DELLA SERA.it
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