Monthly Archives: Giugno 2010

Intercettazioni: Imbavagliati i blogger

Di nuovo un duro attacco alla Rete. Con la bastardata della "legge bavaglio" vengono tirati in ballo anche i blogger, e non solo. Attiviamoci con tutti i mezzi e facciamoci sentire! (madu)

 

 

Chiuso per rettifica

di Guido Scorza 

I cittadini e gli operatori della rete saranno
sottoposti all’obbligo di rettifica, così come spetta alla stampa
tradizionale. Alla rete gli oneri e le briciole degli onori

Roma – Il Governo pone la fiducia sul discusso disegno di legge in
materia di intercettazioni e la blogosfera ne fa le spese rischiando di
essere "chiusa per rettifica". È questo il senso di quanto è accaduto
nelle scorse ore in Parlamento, dove per effetto dell’approvazione del
maxi-emendamento presentato dal Governo sta per diventare legge l’idea –
di cui si è già discusso sulle colonne di questa testata –
di obbligare tutti "i gestori di siti informatici" a
procedere, entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post,
commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato.

Non
dar corso tempestivamente all’eventuale richiesta di rettifica potrà
costare molto caro a blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di
condivisione di contenuti e a chiunque possa rientrare nella vaga,
generica e assai poco significativa definizione di "gestore di sito
informatico": la disposizione di legge, infatti, prevede, in tal caso,
una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire.

Tanto per esser
chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà
all’indomani dell’entrata in vigore della nuova legge è che chiunque
potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video
pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di
qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che
sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a
seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare. È una
brutta legge sotto ogni profilo la si guardi ed è probabilmente frutto,
in pari misura, dell’analfabetismo informatico, della tecnofobia e
della ferma volontà di controllare la Rete degli uomini del Palazzo. (leggi tutto)

 

Fonte: Punto Informatico

 


Firme referendum Acqua Pubblica: Un milione tondo tondo

 

ACQUA PUBBLICA, DAVIDE CONTRO GOLIA

 

 

di andrea palladino

20/06/2010

Un milione tondo tondo di firme per
l’acqua pubblica. Ovvero duecento cinquantamila in più del traguardo che
inizialmente il Forum si era dato per questa campagna referendaria. Una
gigantesca grande risposta a politiche di governo liberiste. Un
movimento in tanti aspetti simile a quello nato all’epoca del G8 di
Genova: i partiti sono ospiti, una rete diffusa, capillare e solida di
movimenti e associazioni. E’ impossibile nelle pagine di un giornale
elencare le centinaia di sigle che hanno reso possibile un obiettivo
così straordinario. Si possono indicare le aree, sapendo che si sta
facendo il torto a qualcuno: i cattolici progressisti insieme ai centri
sociali, interi pezzi di sindacato (soprattutto Cgil e Cobas) insieme
alle associazioni di consumatori, il mondo ambientalista al gran
completo, fino ai lavoratori delle società che gestiscono l’acqua. E poi
cittadini comuni, quell’onda che progressivamente cresce attorno al
popolo viola, le piazze per la difesa del diritto all’informazione,
pezzi di quell’Italia che vuole capire perché siamo il paese più
autoritario, più liberista e meno libero d’Europa. 
Per capire
conviene fermarsi in uno dei banchetti sparsi in Italia: «Acqua
pubblica? Non c’è bisogno di spiegare nulla, firmo subito», è la frase
più comune. Poi la seconda domanda riguarda il marchio doc: «Non siete
per caso quelli dell’Idv, vero?», come chiedeva un’anziana signora a
Roma. Domande a fiumi: come difendersi dalle società private, come
ribellarsi all’aumento delle tariffe, come fare le analisi all’acqua che
beviamo. In un clima che può ricordare le feste di paese. Come quando
sulla cima dello Zoncolan, durante il giro d’Italia, sono apparsi i
banchetti, scatenando gli applausi dei tifosi. O come a Nettuno, la
settimana scorsa, quando le persone hanno lasciato la spiaggia per
andare ad ascoltare Ascanio Celestini, e a firmare.
(leggi tutto)

 

Fonte: Il Manifesto

 


Chiesa: L’8xmille che vola altrove.

Bellissimo articolo di don Paolo Farinella che con la sua definizione di "prete fino al midollo ma con il cuore laico" spiega il lento fallimento dei vertci della Chiesa in un Italia guidata da un "dittatorello da strapazzo, uomo finto dalla testa ai piedi". (madu)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tutti i giornali riportano la ricognizione prevista dalla legge
sull’8xmille che prevede la chiusura contabile e la conseguente
ripartizione delle quote ogni tre anni. Nell’anno 2010 si chiude la
partita del 2007, relativa all’anno fiscale del 2006. Questo tempo è
necessario perché lo Stato non ha la certezza contabile delle sue
entrate immediatamente, ma gli occorrono tre anni, segno inequivocabile
di un carrozzone che non è certo nemmeno se è vivo o morto. Così vano
le cose. Al comando però c’è «il governo del fare»! Cosa succederebbe
se ci fosse un governo appena normale?
La ricognizione contabile ha sancito che in modo uniforme e costante
sono diminuite le firme a favore della Chiesa cattolica e anche le
offerte liberali direttamente deducibili sono calate di circa 100 mila
unità. Un salasso che preoccupa la gerarchia cattolica, unica
responsabile e colpevole. Se la presidenza della Cei fosse onesta,
dovrebbe far pagare i 35 milioni in meno a Ruini, a Bagnasco, a Bertone e
loro collaboratori perché responsabili «in solido» per le loro
continue ingerenze destabilizzanti nella vita democratica della Nazione
italiana.
Essi infatti non si limitano a dire e a proporre la loro idea di
società, di morale, di progettualità umana, ma operano, anche
sottobanco, per imporre la loro visione ai parlamenti e ai governi con
misure di scambio e contrattazione illecita. Bisogna però dire che la
loro visione del mondo e il loro modo di essere credenti non sono gli
unici possibili, perché altri modi e forme di cristianesimo cattolico
hanno uguale diritto di cittadinanza senza per questo essere modelli
teologici inferiori.
Il 31maggio 2010 scrivevo al cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei e vescovo di Genova: «Molti cominciano a lasciare la Chiesa e
a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente
sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve,
però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero
della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in
servilismo». (Lettera di Paolo Farinella al Card. Angelo Bagnasco in
data 31 maggio 2009).
Non ci voleva l’arte dello sciamano per capire che l’irruenza micidiale
con cui il card. Ruini nel 2004 impedì che si svolgesse il referendum
sulla procreazione assistita, intimando ai cattolici di non recarsi
alle urne, fu un boomerang micidiale per la Gerarchia cattolica. Una
vittoria di Pirro che fece cadere Romano Prodi, presidente del
Consiglio, il quale ebbe l’ardire di affermare in pubblico di «essere
un cristiano adulto» e quindi che sarebbe andato a votare, come
d’altronde fece il sottoscritto, prete fin nel midollo dal cuore laico.
La corte di Strasburgo, infatti, ha modificato la legge, rendendola
vana. Una battaglia inutile.
Non è necessario avere l’arte della divinazione per concludere che
l’imposizione al parlamento, posseduto da Silvio Berlusconi,
dittatorello da strapazzo e uomo finto dalla testa ai piedi, di cassare
qualsiasi legge sulle coppie di fatto (DICO, ecc.) e testamento
biologico, fu letta dal popolo cattolico pensante come un «vulnus»
terrificante nell’ordinamento giuridico e istituzionale. Il risultato
dell’8xmille di oggi deve collegarsi a quelle scelte per capire che i
vescovi devo tornare a fare i vescovi, ad esercitare la profezia e non
continuare a commettere atti impuri con Berlusconi e questo parlamento
formalmente prono al bacio della sacra pantofola, ma pronto e deciso a
strozzare la voce della Chiesa che così è destinata ad essere schiava
di un potere perverso, eversivo, immorale e antidemocratico. (leggi tutto)