Intercettazioni: Imbavagliati i blogger

Di nuovo un duro attacco alla Rete. Con la bastardata della "legge bavaglio" vengono tirati in ballo anche i blogger, e non solo. Attiviamoci con tutti i mezzi e facciamoci sentire! (madu)

 

 

Chiuso per rettifica

di Guido Scorza 

I cittadini e gli operatori della rete saranno
sottoposti all’obbligo di rettifica, così come spetta alla stampa
tradizionale. Alla rete gli oneri e le briciole degli onori

Roma – Il Governo pone la fiducia sul discusso disegno di legge in
materia di intercettazioni e la blogosfera ne fa le spese rischiando di
essere "chiusa per rettifica". È questo il senso di quanto è accaduto
nelle scorse ore in Parlamento, dove per effetto dell’approvazione del
maxi-emendamento presentato dal Governo sta per diventare legge l’idea –
di cui si è già discusso sulle colonne di questa testata –
di obbligare tutti "i gestori di siti informatici" a
procedere, entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post,
commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato.

Non
dar corso tempestivamente all’eventuale richiesta di rettifica potrà
costare molto caro a blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di
condivisione di contenuti e a chiunque possa rientrare nella vaga,
generica e assai poco significativa definizione di "gestore di sito
informatico": la disposizione di legge, infatti, prevede, in tal caso,
una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire.

Tanto per esser
chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà
all’indomani dell’entrata in vigore della nuova legge è che chiunque
potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video
pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di
qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che
sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a
seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare. È una
brutta legge sotto ogni profilo la si guardi ed è probabilmente frutto,
in pari misura, dell’analfabetismo informatico, della tecnofobia e
della ferma volontà di controllare la Rete degli uomini del Palazzo. (leggi tutto)

 

Fonte: Punto Informatico