Daily Archives: 23/06/2010

Il mio maestro José. Saviano ricorda Saramago

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di Roberto Saviano

Di tutte le cose che poteva fare Josè Saramago morire è quella più inaspettata. Se conoscevi Josè proprio non lo mettevi in conto. Sì, certo tutti muoiono, anche gli scrittori. Ma lui non ti dava proprio alcuna impressione di essersi stancato di vivere, respirare, mangiare, amare. Si era consumato negli ultimi anni, tra la carne e le ossa
sembrava esserci sempre meno spessore, la sua pelle sembrava un sottile mantello che ricopriva il teschio. Ma diceva: «Potessi decidere, io non me ne andrei mai».

Parlare della morte di qualcuno cui si è voluto bene, molto bene, rischia di essere solo un esercizio retorico, una proclamazione di memoria e virtù del defunto. L´unico modo che si ha per mantenersi sinceri, è quello di tentare di descrivere lo spazio di vita in più che ti ha dato chi ha finito di respirare. Questo vale la pena fare. Vedere quanto ti è stato sommato alla tua vita, ciò che ti è rimasto dentro, che riuscirai a passare a chi incontrerai, e questo sì, ha il sapore della vita eterna. In fondo molto non è andato via, se molto sei riuscito a trattenere.

Avevo conosciuto Saramago per la prima volta come tutti, leggendolo. Il Vangelo secondo Gesù Cristo era il suo libro che mi aveva cambiato, trasformando il modo di sentire le cose. Quel Gesù uomo, che sbaglia, ama, arranca, cerca di essere felice, mi era sembrato essere un personaggio del tutto nuovo nella storia della letteratura. Era una sintesi dei vangeli apocrifi, dei vangeli ufficiali, dei racconti pagani e delle leggende materialiste sul Cristo socialista. Era il Gesù dell´amore carnale verso Maria Maddalena. Su questo Saramago ha scritto parole incantevoli come solo il Cantico dei Cantici era riuscito a creare: «Guarderò la tua ombra se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose “Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi”».      (leggi tutto)

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Fonte: La Repubblica

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Approfondimento

José de Sousa Saramago

Bibliografia

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L’Otto per Mille ci costa un occhio!

Come funziona, chi lo riceve, cosa ne fa. (madu)

 

 

Probabilmente pensi che, quando fai la scelta per l’otto per mille,
l’otto per mille delle tue tasse vada a chi decidi tu.

Sbagliato!

Lo Stato ogni anno raccoglie l’IRPEF e ne mette l’otto per mille in
un calderone. Sembra una quota piccola, ma in realtà sono molti soldi:
circa un miliardo di euro. Questi soldi
vengono poi ripartiti a seconda delle scelte che sono state espresse:
insomma la tua firma conta come un voto e ha lo stesso valore di quella
degli uomini più ricchi d’Italia, un Berlusconi o un Moratti.

Queste sono state le scelte nella dichiarazione dei redditi del 2000
(ultimi dati pubblicati dal Ministero):

Grafico con
			firme espresse e non Nessuna scelta 60,40%
Chiesa Cattolica 34,56%
Stato 4,07%
Valdesi 0,50%
Ebrei 0,16%
Luterani 0,12%
Avventisti 0,10%
Assemblee di Dio

0,08%

 (Leggi tutto)

 

Fonte: UAAR