Monthly Archives: Gennaio 2010

Avatar: un film importante e che dà da pensare?

Riporto questo interessante articolo, tratto dal media web inglese "Guardian" e scritto da George Monbiot sull’ultima opera di James Cameron "Avatar". L’articolo è stato tradotto e riportato dal sito "Terranauta" dedicato all’informazione ecologica . Leggetelo con attenzione perché nel film c’è un sottile filo che lega gli umani agli alieni, più precisamente una chiara metafora sul genocidio  iniziato nel 1492 compiuto dagli europei  sui nativi americani.  (madu)

 

 

“Concordo con i critici sul fatto che Avatar è grossolano,
stucchevole e banale. Ma esso ci parla di una verità più importante — e
più pericolosa — di quelle contenute in mille film indipendenti”.

 

Avatar, lo strepitoso film in 3-D di James Cameron, è
profondo e al tempo stesso profondamente insulso. Profondo perché, come
la maggioranza dei film sugli alieni, è una metafora sul contatto fra
culture diverse. Ma in questo caso la metafora è cosciente e precisa:
questa è la storia dello scontro fra gli Europei e le popolazioni native
dell’America. È anche profondamente insulso perché architettare un
lieto fine richiede un impianto narrativo così stupido e prevedibile da
far perdere di vista il pathos intrinseco del film. La sorte dei
nativi americani
è molto più aderente a quel che la storia racconta
in un altro recente film, The Road, nel quale i sopravvissuti
fuggono in preda al terrore, votati come sono all’estinzione.

Ma
questa è una storia che nessuno vuole sentire, poiché rappresenta la
sfida al modo in cui noi scegliamo di essere noi stessi. L’Europa
è stata massicciamente arricchita dai genocidi nelle Americhe; e
sui genocidi si fondano le nazioni americane. Questa è una storia che
non possiamo accettare.

Nel suo libro American Holocaust,
lo studioso statunitense David Stannard documenta i maggiori
episodi di genocidio di cui il mondo abbia mai avuto conoscenza. Nel
1492, nelle Americhe vivevano all’incirca 100 milioni di nativi. Alla
fine del XIX secolo, quasi tutti erano stati sterminati. Molti di loro
erano morti a causa delle malattie. Ma l’estinzione di massa era stata
accuratamente progettata.

Quando gli Spagnoli
arrivarono nelle Americhe, descrissero un mondo che difficilmente
avrebbe potuto essere più diverso dal loro. L’Europa era devastata dalle
guerre, dall’oppressione, dalla schiavitù, dal fanatismo, dalle
malattie e dalle carestie. Le popolazioni che gli Spagnoli incontrarono
erano sane, ben nutrite, pacifiche (con qualche eccezione come gli
Aztechi e gli Inca), democratiche ed egalitarie. Da un capo all’altro
delle Americhe i primi esploratori, compreso Colombo,
sottolinearono la straordinaria ospitalità dei nativi. I
conquistadores
furono affascinati dalle costruzioni mirabili —
strade, canali, edifici — e alle opere artistiche che trovarono laggiù, e
che in alcuni casi superavano di gran lunga qualsiasi cosa essi
avessero mai visto in patria.

Niente di tutto questo li trattenne
dal distruggere tutto e tutti sul loro cammino.

La mattanza ebbe inizio con Colombo. Fu lui a massacrare la
popolazione di Hispaniola (ora Haiti e Repubblica Dominicana) servendosi
di mezzi incredibilmente brutali. I suoi soldati strappavano i bambini
dalle braccia delle madri e ne spaccavano la testa contro le rocce.
Davano in pasto ai loro cani da guerra bambini vivi. Una volta
impiccarono 13 Indiani in onore di Cristo e dei suoi 12 apostoli, «ad
un patibolo lungo, ma abbastanza basso da permettere alle dita dei
piedi di toccare il terreno evitando lo strangolamento […]. Quando gli
indiani furono appesi, ancora vivi, gli spagnoli misero alla prova la
loro forza e le loro spade, li squarciarono in un solo colpo facendo
fuoriuscire le interiora, e c’era chi faceva di peggio. Poi gettarono
intorno della paglia e li bruciarono vivi»
[cit. da Bartolomé de Las
Casas, History of Indies, trad. e cura di Andree Collard,
Harper&Row, New York 1971, p. 94, in: David E. Stannard, Olocausto
americano. La conquista del Nuovo Mond
o, Bollati Boringhieri 2001,
p. 136 — nota mia].
(Leggi tutto)

 

Fonte: Guardian.co.uk "Mawkish, maybe. But Avatar is a profound, insightful, important film" – George Monbiot

 

 


Napoli: Condannati i poliziotti per le violenze durante il Global Forum del 2001

Io c’ero! E’ stata una mattanza! Il ricordo di una giornata allucinante, un incubo infinito. Finalmente si è arrivati ad una sentenza. (madu)

 

 

by Ya Basta

venerdì 22 gennaio, 2010 22:25

Dopo una lunga camera di Consiglio il Tribunale di Napoli ha condannato
per sequestro di persona Carlo Solimene e Fabio Ciccimarra per i fatti
avvenuti all’interno della Caserma Raniero durante le contestazioni
contro il Global Forum del Ocse il 17 Marzo del 2001, insieme ad altri
agenti coinvolti nelle violenze

Nonostante le sentenze precedenti per fatti analoghi come per il G8 di
Genova, la storia, non quella scritta nei tribunali, ma quella che è
memoria storica della città e dei movimenti ci dice che nella Caserma
“Raniero”, caserma dei carabinieri nei pressi di Piazza Carlo III,
venne predisposta la “camera delle torture”. I feriti vennero prelevati
dagli ospedali dove erano giunti dopo le cariche. Senza alcun motivo
vennero sottratti alle cure mediche e vennero condotti nella Caserma
Raniero, dove subirono per ore insulti, sputi, percosse, vessazioni di
ogni tipo.

Grazie al libro “Zona Rossa” che la Rete No Global produsse pochi mesi
dopo, quelle violenze e quelle torture sono venute a galla, sono
diventate denuncia pubblica, ed oggi a nove anni di distanza arrivano
le sentenze.

Non possiamo non ricordare la “catena umana” che i poliziotti fecero
intorno alla Questura di Napoli dopo che nel 2003 si avviò l’indagine
per le violenze della Raniero, un senso di impunità che oggi cade
davanti alle loro leggi ed al loro ordinamento giudiziario.

Non possiamo però non ricordare con altrettanto amarezza che Ciccimarra
e Solimene furono promossi e nonostante le inchieste risultano ancora
in servizio.

Non possiamo non ricordare che il Questore dell’epoca Nicola Izzo, oggi
è uno dei principali collaboratori del capo della Polizia Manganelli,
lui che dall’alto dirigeva le operazioni in Piazza Municipio in
elicottero, quando quella piazza divenne una tonnara dove migliaia di
persone vennero manganellate mentre la piazza veniva chiusa da tutti i
lati.

Per noi non c’e’ sete di vendetta, non c’e’ risarcimento, non c’e’ gioia.

Non c’e’, almeno in questo stato di cose.

Ne tantomento può esserci una riscrittura della storia nemmeno nelle
motivazioni del pm Del Gaudio che parla di “"non credo che sia stata
un’azione preordinata ma un momento di follia" affermazione che non
appartiene alle sue competenze, e che dovrebbe invece indagare ed
accertare se i fatti sono o non sono senza entrare in valutazioni che
non gli competono.

Di certo nessuna sentenza potrà però riscrivere la storia e cancellare
il risultato straordinario di quel movimento che ha di fatto riaperto
la partita con il comando svelandone misfatti e aberrazioni. Solo un
decennio prima il Wall Street Journal poteva titolare “Abbiamo vinto!”:
quel movimento ha straordinariamente dimostrato che la ribellione e
l’insubordinazione costituiscono il motore di ogni società.

Centri sociali Napoletani

 

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Approfondimeti:

Napoli
14/17 marzo 2001

 

 


Napoli 22 gennaio 2010: Microcredito al rione Sanità

Cos’è il Microcredito? Il microcredito si basa sulla fiducia che viene data alle persone
prive di garanzie materiali per la restituzione del credito concesso ma
che hanno un’idea buona per guadagnarsi da vivere e non solo. Seguendo
questo principio, oggi piccole esperienze si sono trasformate in una
forma di finanziamento collaudato e replicato in tutto il mondo, con
una certezza in più: la povertà, se c’è la volontà, può essere
sconfitta. Il microcredito si propone come uno strumento di sviluppo
economico che fa fronte all’esclusione finanziaria e favorisce la
democratizzazione del credito. Fa parte della categoria più ampia della
microfinanza che comprende sia i servizi di credito che quelli di
risparmio. (Unimondo)
 
 

 

Microcredito
al rione Sanità

Diamo “credito” al
rione Sanità!

 

 

Presentazione
del progetto

 

Sala Maria Cristina di
Savoia del complesso monumentale di S. Chiara, Napoli

( adiacente al chiostro
di S. Chiara )

22 gennaio 2010 ore
17,30


Saluti

Paolo Attanasio,
Presidente del Comitato per il microcredito
al rione Sanità

Fabio Salviato,
Presidente di Banca Popolare Etica


Testimonianza

Luigi Marsano,
coordinatore Rete Sanità

Francesco Valenti,
associazione Marco Mascagna onlus

Riccardo Dalisi,
architetto e artista


Presentazione
del progetto

Luigi Vivese,
commissione tecnica microcredito al rione
Sanità


Tavola
rotonda

Fabio Salviato,
Presidente di Banca Popolare Etica

Luigi Saccenti,
Referente dei Soci Area Sud di Banca Popolare
Etica

Castellaccio Tania,
associazione Caracoles

Renato Briganti,
Università di Napoli Federico II

 

 
 

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Approfondimenti:

Microcredito e microfinanza di Unimondo:

www.unimondo.org/Temi/Economia/Microcredito e microfinanza