Daily Archives: 02/10/2008

CARTA: strategia della formica

 Attiviamoci affinché non si perda un riferimento per l’informazione libera ed indipendente. (madu)

 

 

Strategia della formica 


 

Carissimi e carissime, cercherò qui di raccontare come l’attentato
di Tremonti Giulio alla vita di Carta e a quella di tutti i giornali
cooperativi sia precipitata sulle nostre teste, e come pensiamo di
schivare la coltellata. Ci pare di doverne rendere conto ai circa 500
soci [500 euro a testa] di Carta, agli oltre duemila abbonati, alle
migliaia che il settimanale lo prendono [se lo trovano] in edicola,
alle molte migliaia in più che consultano il quotidiano on line, a
tutti quelli che partecipano alle attività dell’associazione Cantieri
sociali, leggono i nostri libri, indossano le magliette Clandestino [ormai 4 mila: adesso abbiamo fatto anche le bandiere], e così via.
Siamo una famiglia allargata. E come nelle famiglie – non patriarcali –
ci si mette attorno al tavolo della cucina e si discute del bilancio
familiare.


Dico prima di tutto che non vi chiediamo soldi. Com’è possibile?
Beh, la nostra idea è che il nostro «mezzo di comunicazione sociale»
deve essere prima di tutto utile [interessante, tempestivo, curioso, capace di comunicare via internet come sulla carta stampata o guardando
in faccia le persone], e solo a quel punto può proporre ad altri di
unirsi alla compagnia. è sì tragicamente vero che il taglio dei contributi pubblici [solo alle cooperative e ai giornali politici,
non ai grandi editori] e soprattutto la caduta, perfino retroattiva,
del «diritto soggettivo» [ossia la certezza di quel che lo Stato prima
o poi ci darà] tecnicamente chiude la partita. Non saremo in grado né
di chiedere un’anticipazione bancaria su un credito che non sappiamo
quale sia né di «certificare» il bilancio, proprio quel che la legge
richiede a chi voglia i contributi pubblici.
Ma noi, che siamo notoriamente degli squilibrati, crediamo – magari,
chissà – che questo agguato mortale possa essere una occasione, ossia
costringere noi stessi e la famiglia allargata a chiederci come possiamo fare uno sberleffo al serial ministro Tremonti Giulio,
mettendo in grado il nostro lavoro di reggersi da sé, pur non
rinunciando ovviamente a rivendicare aiuti di Stato alle cooperative come la nostra. E insomma, magari una informazione indipendente non
serve; invece è forse diventata più necessaria che in passato,
considerato lo stato del nostro paese, precipitato in una guerra contro la società e nella trasformazione della fu democrazia rappresentativa in un regime «fascista postmoderno». (continua)
 
 
       

 

 


NO DAL MOLIN: dodicimila in piazza

 

 

02/10/2008 fonte: Presidio Permanente

 

Dodicimila in Piazza. La risposta al Consiglio di Stato

 

Una
manifestazione senza precedenti con dodicimila persone che, poche ore
dopo la sentenza del Consiglio di Stato, riempono il centro cittadino
con migliaia di fiaccole. Vicenza il 5 ottobre decide: il referendum si
farà comunque.

 

Piazza
dei Signori che rispende alla luce di migliaia di fiaccole; un’immagine
commovente, per chi ama Vicenza. Dodicimila persone – «una
manifestazione senza precedenti, almeno diecimila in piazza», secondo
Repubblica online – hanno risposto in questo modo all’atto di arroganza
e autoritarismo del Consiglio di Stato.

Nel primo pomeriggio era arrivata la notizia da Roma: il Consiglio di
Stato ha bocciato il referendum previsto per domenica 5 ottobre perché
«ha per oggetto un auspicio del Comune al momento irrealizzabile». La
democrazia annullata con una sentenza che non permette ai vicentini di
esprimersi sul futuro dell’aeroporto Dal Molin. A gioire subito coloro
che dell’imposizione hanno fatto la propria religione, con il
governatore del Veneto Giancarlo Galan in testa a dichiarare che questa
è la sconfitta di Vicenza. Ma nella città berica non c’è rassegnazione,
ma rabbia e indignazione; e, in poche ore, il tam tam degli sms porta
in piazza migliaia di persone, come mai si era visto prima.

Perché questa manifestazione ha un qualcosa di straordinario; di fronte
all’arroganza di un Governo che mette in campo tutti gli strumenti per
calpestare la democrazia, i vicentini continuano ad avere la forza di
indignarsi. Ed ora che Vicenza è tornata in piazza, dimostrando la sua
vocazione maggioritaria contro la nuova base statunitense, ad essere
piccoli piccoli sono coloro che questa consultazione hanno voluto farla
annullare, ricorrendo prima al Tar e poi all’amichevole Consiglio di
Stato. Piccoli, nella loro arroganza: perché la democrazia si può
calpestare, ma rinasce sempre; stupidi, nella loro ostinazione, perché
il loro voler impedire ai vicentini di costruire il proprio futuro li
ha resi insignificanti all’interno di una città che non ha alcuna
intenzione di accettare quest’imposizione.

In piazza c’erano le famiglie, e tutti i gruppi che si oppongono al
progetto statunitense; c’erano gli assessori, e il Sindaco. C’era
Vicenza, che domenica farà comunque la propria consultazione popolare.
A renderla possibile saranno centinaia di volontari che raccoglieranno
le schede nei gazebo di fronte ai seggi. Vicenza, il 5 ottobre, decide.
Alla faccia di chi vuol schiacciare con l’autoritarismo la sua dignità.

 
Leggi anche gli articoli de Il Giornale di Vicenza:
 
 

Piazza dei Signori con pochi vessilli ma tante famiglie